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Autore: Kahlan Amnell    22/09/2010    1 recensioni
Il continuo di
But...I don't believe it!
La storia dell'assassina continua...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alcune persone mi hanno chiesto di continuare la storia precedente quindi....


Stava camminando per la strade della città, stava cercando informazioni. Da quando era diventata un’assassina ogni missione era più difficile, ma questo era normale, lei cresceva sia in età che in esperienza e quindi le missioni a lei assegnate erano proporzionate, ben proporzionate.
Ecco l’obbiettivo l’aveva trovato, ora non rimaneva che ascoltare senza farsi notare, purtroppo per lei, però, erano molto diffidenti, per cui si guardavano spesso attorno, e questo non le permetteva di stare tranquilla…l’unica cosa che poteva fare era quella di salire su un edificio che non fosse stato troppo alto ma nemmeno troppo lontano…
La sfortuna, quella con la ‘S’ maiuscola era dalla sua parte quindi doveva inventarsi qualcos’altro.
Cosa poteva fare?
D’un tratto le venne un lampo di genio entrare in una casa…doveva farcela…la missione andava completata e avrebbe fatto di tutto pur di riuscirci!

Stava camminando tra tante persone, tra donne, uomini e bambini, certo tutti la guardavano strano per via dell’abito che indossava, non era certo ciò che indossavano le donne all’epoca!
Essendo nel ‘800 avrebbe dovuto indossare gran vestiti, specie perché era figlia di un personaggio importante e conosciuto nella città. Certo, lei non si era mai vestita in quel modo e ormai quasi tutti ci erano abituati, anche se, a volte, qualcuno dubitava fosse una ragazza, specie nell’ultimo periodo.
Una ragazza di quell’età, di 18/19 anni, dovrebbe già aver marito e se non l’aveva, almeno un fidanzamento ci doveva essere, ma niente, lei aveva ‘cacciato’ tutti i pretendenti.
Questo, il matrimonio, il fidanzamento, la ragazza lo snobbava ampiamente per il fatto che ormai da un po’, da un anno a questa parte, era entrata a far parte della confraternita degli assassini, insieme al padre e a tantissime altre persone, una più fidate e più simpatica dell’altra. Una tra queste era la più importante per lei, certo escludendo il padre…
Un ragazzo, colui che le aveva insegnato tutto ciò che sapeva, un ragazzo con gli occhi col ghiaccio e con un sorriso che le faceva partire il cuore per un viaggio di sola andata.
Avesse dovuto descriverlo, non sarebbe stata affatto parziale.

La missione a lei assegnata era stata compiuta, con non poca difficoltà, ma era stata compiuta.
La ragazza stava quindi tornando a casa per avvisare gli altri dell’esito della missione e per dare tutte le informazioni scoperte.
La casa non era troppo lontana, ma preferiva passare per dei vicoli piuttosto che per la strada principale, si sentiva più sicura.
Ormai a qualche passo da casa fu presa per un braccio. Subito reagì voltandosi e sferrando un calcio diretto alla testa dell’aggressore. Quei generi di calci, o meglio, tutti i calci devono colpire dopo aver volto lo sguardo al bersaglio, per cui la prima cosa che fece fu quella di girare la testa. Il calcio era partito, era inevitabile, però il bersaglio non era un nemico, proprio no! Era David.
Fece appena in tempo ad alzare il tiro del calcio, la fortuna o la bravura, chi lo sa, era dalla sua parte.
- oddio! Scusami per piacere! Non l’ho fatto apposta, non l’avrei mai fatto! – ormai parlava a macchinetta

Tutto quello che ricevette come risposte fu un sorriso seguito da delle parole rassicuranti.

- stai tranquilla, ti sei controllata…come è andata?
- Bene, buon esito. Devo passarvi tutte le informazioni…ci sono tutti? O anche solo qualcuno?
- Ci sarò io e ci sarà tuo padre…voleva parlarmi. Dai andiamo.
- Ok, ti seguo

Entrarono dentro casa e si diressero nello studio. All’interno c’era solo un uomo, Vincenzo.

- ah, vedo che ci siete entrambi. Meglio, dovrei parlarvi…a tutti e due.
- di che hai bisogno padre?
- Come hai potuto accorgerti tu stessa, molti ti guardano male, tanti pregiudizi si stanno levando ed è bene fermarli prima che si ingigantiscano troppo, prima che diventino irreversibili.
- E quindi…cosa dovrei fare? Lasciare? Non ci penso nemmeno!
- No, non volevo chiederti questo, non ci riuscirei nemmeno…
- Parla padre, vi prego
- Voi due…dovreste fidanzarvi.

I due ragazzi sgranarono gli occhi, non se lo sarebbero mai aspettati.
La sorpresa fu la prima cosa che incenso notò nei volti dei due ragazzi. Purtroppo non poteva fare altro, entrambi ragazzi giovani, dovrebbero essere sposati ormai, specie per via della loro bellezza. Eppure niente…nessuno dei due. Certo, per chi sapeva la verità era normale, entrambi mettevano anima e corpo nel loro lavoro. All’esterno, invece, era una cosa piuttosto strana.
Grazie all’idea che gli era venuta in mente tutto ciò si sarebbe messo apposto, però dovevano, prima di tutto, accettare i diretti interessati, poi loro stessi si sarebbero dovuti comportare da perfetti innamorati.
Avevano riflettuto abbastanza, sia insieme, sia da soli, esponendosi tutti i pro e tutti i contro del fidanzamento e della sua immediata conseguenza, il matrimonio.

- a questo punto, prendo parola – iniziò a parlare David - abbiamo analizzato tutta la situazione, crediamo entrambi che…sia la cosa migliore ciò che ha proposto, quindi, accettiamo.

Vincenzo sopirò e le sue labbra si stesero in un largo sorriso.

- ne sono felice ragazzi miei. So che quanto vi dirò tra poco non vi piacerà molto, ma l’immagine è la prima cosa, quindi, ragazzi…dovrete abbandonare le vostre missioni purtroppo. Probabilmente ne avrete qualcuna, per riuscire ad avere informazioni…in fondo potrete approfittare di questa situazione…
- ormai padre abbiamo accettato quindi, non saremo certo noi a tirarci indietro!
   
 
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