1.Saluti
-Parto
per un po'...-
-..e
dove vai?- la voce di Christine era tesa, quasi nervosa.
-In
Italia..- risposi tranquillo.
-Ah...
e per quanto tempo?-
-Non
ne ho la più pallida idea..-
-è
per lavoro?- chiese speranzosa.
-No..-
Potei
immaginare chiaramente e senza sforzo la sua espressione incazzata
sul volto e infatti non udii nessuna risposta.
-Sentiti
libera di uscire con chi vuoi..- aggiunsi.
La
sentii fare un verso seccato e dopo uno sbuffo disse ironica: -Buon
viaggio James, non sprecare cartoline o soldi per telefonate..
sarebbe tempo perso..- e attaccò.
Cosa
pensava di ottenere da me? Eravamo stati insieme un paio di volte,
sì
cene divertenti, una bella ragazza, sesso soddisfacente, ma... era
solo una come le altre; non le avevo promesso niente. Cosa si
aspettava, diavolo?
Cercai
di non pensarci e chiusi la valigia, avevo ancora un paio di amici e
colleghi da chiamare.
Un'ora
dopo mi aspettava l'incontro più difficile, quello con il
mio
agente.
-Avanti..-
-Ciao
Jordan...-
-Oh...
caro... accomodati... proprio te cercavo.. ci sono un paio di
contratti a cui dovresti dare un'occhiata..-
-Ehm...
c'è un piccolo contrattempo...-
Jordan
alzò lo sguardo dalla scrivania preoccupato:-Che cosa
è successo?-
Sbuffai:
-Niente di grave.. almeno per me...-
-Spara
Franco..- quando mi chiamava per cognome era sull'orlo di insultarmi,
lo conoscevo.
-Parto..-
-Ah..
ok ,che colpo mi hai fatto venire, ma sì tranquillo vai
pure.. tanto
questi film andranno in produzione verso l'autunno!-
Strinsi
la pelle nera e lucida della poltrona e buttai fuori tutto d'un fiato
le parole:-Non so se sarò a casa per questo autunno..-
-Perché?-
Jordan non capiva.
-Ho
intenzione di andare in Italia per un po'...-
-Offerte
di cui non sono a conoscenza?-
-No...
è solo che ho bisogno di staccare.. tutto qui!-
-Non
mi piace, non mi piace per niente...- incominciava a camminare avanti
e indietro per la stanza, accarezzandosi i baffi.
-Lo
so... se vuoi lasciarmi ti capisco, se non vuoi aspettarmi non
è un
problema..-
-Per
me sì che è un problema.. non capisci quanti
soldi ti, anzi ci
potremmo fare con questi film?!- e mi sbatté i copioni sotto
il
naso.-
-Non
penso sarei in grado di affrontare nuovi impegni senza questo
viaggio.. devo ritrovare me stesso..-
-Oh
diavolo Franco, smettiamola con queste cazzate buddiste..-
-Mi
dispiace Jordan, ma questa è la mia decisione e visto che
non penso
che a te vada bene.. la nostra collaborazione finisce qui..-
-Peggio
per te James... di bellocci a Los Angeles ne trovo quanti ne
voglio..-
-In
bocca al lupo allora..- gli dissi prima di chiudermi la porta del suo
ufficio alle mie spalle. Anche se non lo davo a vedere ci ero rimasto
male, Jordan era stato un carissimo collaboratore ed era anche grazie
a lui se adesso potevo permettermi un anno di vacanza senza problemi,
ma non ce la facevo più a sopportare la plastica di Los
Angeles.
-Ommioddio!!-
ecco proprio parlando di plastica una ragazza con due tette da far
invidia a una mongolfiera e un bocca gonfia peggio che un dirigibile
mi premette le mani sul petto: -ma tu sei James Franco.!!!- un paio
di ragazze in bikini che pattinavano per il viale la sentirono e si
voltarono subito.
-Ehm
sì..- ammisi controvoglia.
-Ahhhhh...-
cazzo, gli urletti adolescenziali erano uno dei miei incubi peggiori,
a volte mi svegliavo nel cuore della notte spaventato e sudato per
colpa loro.
Le
ragazze si spintonavano per baciarmi e abbracciarmi e io cercai di
divincolarmi, anche se erano peggio di piovre: avevano mille
tentacoli. Dopo un paio di autografi e fotografie riuscii a scappare
e corsi alla macchina chiudendomi dentro. Appoggiai le mani sul
volante e cercai di riprendere fiato.
Los
Angeles non mi sarebbe mancata per niente, ora ne ero certo.
Prima
di arrivare in Italia avevo promesso ai miei genitori di passare
qualche giorno da loro, visto che non sapevo per quanto tempo non li
avrei rivisti. I miei abitavano sempre a Palo Alto, in California,
nella casa dove ero cresciuto e mio fratello David abitava ancora con
loro. Tom invece si era trasferito a New York. Sarebbe stato un
viaggio di 6 ore, decisi di guidare di notte così avrei
fatto prima
e avrei trovato meno traffico. Arrivai a casa dei miei all'alba e
parcheggiai nel vialetto. Le luci in casa erano ancora spente e non
mi andava di svegliare nessuno così decisi di passeggiare
per il
quartiere. Ogni angolo era un tuffo al cuore ed era bellissimo
ritrovare quei ricordi estremamente felici e sereni della mia
infanzia. Mi avvicinai al vecchio bar di Boe, era ancora lo stesso,
notai con estremo piacere. Il locale era quasi deserto, a parte un
anziano mattiniero che leggeva il giornale e un camionista che
sorseggiava una tazza di caffè. Mi sedetti a un tavolino
defilato
vicino alla finestra.
-Non
ci posso credere... James?-
Mi
voltai di scatto, temendo l'assalto dell'ennesima fan isterica, ma
era solo la cameriera.
-Ehm...
sì..- dissi abbozzando un sorriso.
-Ma
non ti ricordi di me?- la guardai meglio, era una bella ragazza.
Avrà
avuto la mia età o forse qualche anno in meno. Aveva i
capelli
biondi e gli occhi azzurri, bassina.
-No...-risposi
imbarazzato.
Lei
mi fissò delusa con la caraffa del caffè a
mezz'aria...-Dai...
sezionavamo le rane insieme..- e sfoderò un sorriso molto
tenero, fu
quello a farmi riaffiorare i ricordi.
-Nicole??-
-Sì...!-
esclamò lei soddisfatta. Mi alzai in piedi e l'abbracciai:
-Oddio,
quanto tempo è passato.. sei cambiata tantissimo..- la
Nicole che
ricordavo io era una paffuta e brufolosa ragazzina delle medie, con
per di più l'apparecchio ai denti.
-Bè...
grazie..- disse allontanandosi: -anche tu di cambiamenti ne hai fatti
parecchi eh... dovrei urlare... ho abbracciato James Franco!!-
Io
le sorrisi arrossendo e lei continuò: -Allora che ci fai
qui? Sei
venuto a trovare i tuoi?-
-Già
proprio così...-
-Quanto
ti fermi?- disse versandomi il caffè.
-Non
lo so... dipende..-
-Capito...
ti posso portare qualcosa?-
-No,
grazie va bene così..-
-Ci
si vede allora..- disse prima di sparire in cucina.