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Autore: May_08    24/09/2010    3 recensioni
Perché? Perché diavolo non andavo bene io? Cosa avevo di sbagliato?
Ogni volta era così… Ogni volta mi faceva sentire inutile, piccola, inferiore. Perché io non ero la stessa cosa, perché io ero così diversa da lei… o forse perché io non riuscivo a fargliela dimenticare, non ero in grado di colmare il vuoto che aveva dentro. Non ero abbastanza. Ma cosa potevo fare di più? Niente.

Tratto da una storia vera.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione
Salve a tutti! Eccomi con una piccola shottina, nata un po' per "caso"... o meglio mi sono limitata a descrivere alcuni eventi passati, dato che il 90% di questo scritto è accaduto realmente. Ho trovato il tutto così adorabile che non ho potuto resistere... l'ho solo trasformato da pensieri in parole. Spero che vi piaccia, è molto importante per me. Fatemi sapere che ne pensate.
Bacioni
Ps: Fate un salto alla mia long "Can't Have You" se vi va ;) Mi fareste molto felice!
PPS: Se ci saranno recensioni *Lo spero ^-^* sarò lieta di rispondere tramite MP :)
Vostra May_


Ricomincio Da Te




A Vincenzo, per essere riuscito ad andare avanti



Used to have everything
figured out
But it's different now
When you came, you saw
You conquered my heart


-Dunque, i “Sepolcri” è una delle più importanti opere scritte da Pio IX e…-
Di scatto alzai lo sguardo, fissandolo con aria interrogativa per poi scoppiare a ridere. Lui mi guardò confuso, ignaro della mia ilarità.
-Non era Foscolo?!- domandai divertita.
Enzo sbuffò, roteando gli occhi disperato. Chiuse il libro di Letteratura Italiana con rabbia e si accovacciò con la testa sulla scrivania, nascondendo il volto nelle braccia.
-Non mi entrerà mai in testa questa roba!- bofonchiò, continuando a coprirsi il viso.
Sogghignai in silenzio e affondai una mano nella sua liscia chioma corvina, scompigliandogliela un po’. Sospirò ancora fortemente, lasciandosi cullare dalle mie carezze.
-Dai, non stare giù, vedrai che riuscirai ad imparare tutto! Sei stanco, hai studiato anche Storia, perciò non serve essere così pessimisti… no?-
Sollevò piano il mento e mi osservò, con un’espressione di disappunto dipinta sul volto. Restò così per un attimo, giusto il tempo di farmi perdere la testa, permettendomi di navigare indisturbata nelle sue pozze verdi.
Il cuore mi sussultò forte nel petto e il respiro mi diventò di colpo irregolare.
-Non prendermi in giro, lo sai meglio di me che guadagnerò l’ennesima insufficienza!-
Trasalii di scatto, quando la sua calda voce mi riportò alla realtà.
-Ehi… ci sono qua io ok? Ti aiuterò-
Lui non rispose. Mi scostò i capelli piano, con fare delicato. Afferrò una ciocca ed iniziò a torturarla, intrecciandola al dito, poi la sciolse e ricominciò da capo. Rimasi incantata a guardarlo giocare con i miei capelli e desiderai ardentemente che non smettesse mai.
-Mi bocceranno anche quest’anno, lo so-
-Non hai ancora capito che i prof sono stanchi di averti tra i piedi?!- dissi sarcastica.
Enzo mi osservò furtivo.
-Che vorresti dire?!-
-Che stai facendo la muffa dentro quella scuola, perciò prima si sbarazzeranno di te e meglio sarà!-
In un secondo si fiondò su di me. Mi pizzicava la pancia, i fianchi ed io ridevo a crepapelle.
-Ti prego!! Hahahaha! Ti prego basta!! Hahahaha!-
-Così impari scema!-
Mi era così vicino che potevo sentire il buon profumo che aveva e lo inspirai, lasciando che mi inebriasse i sensi. Era così piacevole.
-Che ci posso fare se sei un caprone?!- affermai ridacchiando.
Lui increspò la bocca e poi si allontanò, sedendosi nuovamente accanto a me. Io mi risistemai, per poi tornare a fissarlo. Ricambiò il mio sguardo, allargando appena le labbra in un sorriso sghembo e poco sentito.
-Qualcosa non va?-
Lasciò fuggire un profondo respiro ed abbassò la testa nuovamente.
-Anche lei mi chiamava così-
Fu come sentire una lama attraversare il petto, d’improvviso. Lo stomaco mi si aggrovigliò e il groppone mi salii in gola, impedendomi di emettere qualsiasi suono.
Perché? Perché diavolo non andavo bene io? Cosa avevo di sbagliato? Ogni volta era così… Ogni volta mi faceva sentire inutile, piccola, inferiore. Perché io non ero la stessa cosa, perché io ero così diversa da lei… o forse perché io non riuscivo a fargliela dimenticare, non ero in grado di colmare il vuoto che aveva dentro. Non ero abbastanza. Ma cosa potevo fare di più? Niente.
Non potevo nulla. Perché lei c’era sempre stata, mentre io lo conoscevo appena da tre mesi.
Perché lei era stato il suo coraggio, la sua gioia, la sua tristezza, la sua emozione più grande, il suo batticuore, la sua malinconia mentre io… io non ero niente. Ero solo una di passaggio, ero solo una conosciuta per caso, una qualunque. Ero troppo scontata. Sì, perché lui aveva già avuto tutto da lei, lei gli aveva già detto tutto quello che c’era da dire e per questo le mie parole sembravano banali, sciocche, sciupate, consumate.
Lei si insinuava, dispettosa, nella sua testa, continuamente, costantemente. Si intrometteva. O forse ero io quella di troppo. Di una cosa ero certa: era presente… sempre.
Ed in quei momenti desideravo che sparisse, desideravo che non fosse mai esistita, desideravo che lei non fosse nessuno. Anzi, avrei preferito non incontrarlo. Perché io ero semplicemente il rimpiazzo, la ruota di scorta… ero solo la brutta copia. Io ero sempre un gradino più in basso, ero sempre in “ritardo”, io ero di serie b… Io ero la seconda scelta.
-Possibile che non riesca mai a dire nulla di giusto con te?- sussurrai con un fil di voce.
Mi osservò aggrottando lievemente le sopracciglia.
-No, non sei tu il problema, lo sai-
Certo, io non ero il problema.
-Infatti, io non sono niente-
-Cosa?-
Mi alzai di scatto, sbattendo le mani sul tavolo.
-Sai qual è il problema?! Il problema è che non sono giusta, io!! Non sono quella con cui vorresti stare adesso, non sono quella che vorresti avere al tuo fianco! Deve esserci sempre lei in mezzo, sempre! Mi dispiace Enzo! Mi dispiace infinitamente non poter essere lei! Io sono solo Marta e purtroppo questo non ti basta… e non ti basterà mai, perché continuerai a cercare in me qualcosa di lei, continuerai a vivere aggrappato al passato. Ed io non posso farci niente, non posso aiutarti perché sei tu che non fai altro che restare incollato ai ricordi, a quello che c’è stato. Se prima non ti farai chiarezza, non potrò essere la tua cura ed io sono stanca di essere paragonata a qualcun altro, sono stanca di essere solo un fantoccio inutile su cui sfogare le tue angosce-
Gli avevo spiattellato in faccia tutta l’amara verità. Lo fissai ancora un attimo, disperatamente, in attesa di una sua risposta. Non riuscivo più a controllare le lacrime, che oramai, scendevano veloci sul mio viso arrossato. Il cuore mi batteva forte, tanto che temei potesse saltarmi fuori dal petto.
Restò immobile, incapace di aprire bocca, mentre mi guardava incredulo.
-Bene, hai fatto la tua scelta-
Afferrai le mie cose al volo e mi avviai, istericamente, alla porta. Lui rimase ancora lì, fermo. Mi voltai un’ultima volta verso la sua direzione e sospirai.
-E’ stato bello- dissi piano.
Chiusi la porta alle mie spalle e con essa, decisi di chiudere un capitolo della mia vita.

It's your laugh and your smile
wanna stay for a little while
I don't wanna go
I just want you in my arms




La luce del tiepido sole di metà Dicembre, filtrò attraverso le piccole fessure della tapparella, colpendomi violentemente sul volto. Mi alzai con fatica dal letto, dirigendomi passivamente in bagno. Un’altra terribile giornata di scuola. Un’altra giornata passata ad evitare i suoi sguardi indagatori, i suoi consueti gesti… un’altra giornata trascorsa ad evitarlo, stava per cominciare.
Socchiusi gli occhi, con la speranza di capire, una volta riaperti, che fosse tutto un sogno, che non fosse successo nulla, che continuavamo ancora a ridere e scherzare come prima.
Inspirai profondamente e tornai alle mie faccende.
Uscii di casa con un lieve ritardo e corsi alla fermata dell’autobus. Tentai di farmi largo tra la folla, in cerca di un posticino su cui sedermi, ma alla fine fui costretta a restare in piedi.
Mi sembrava ancora tutto così irreale, così impossibile. Come avevo potuto lasciare che finisse tutto così? Ma soprattutto, come avevo potuto lasciare che mi innamorassi tanto facilmente di lui?
La brusca frenata della corriera mi annunciò l’arrivo a destinazione.
Meccanicamente, scesi dall’autobus, che si fermava proprio di fronte all’entrata della scuola. Ma come alzai lo sguardo, in direzione dell’edificio scolastico, mi bloccai.
“Ricomincio da te. E.”
Così recitava l’enorme scritta disegnata sul muro del liceo. Era di un brillante blu che risaltava sulla parete bianca, sbattendomi sugli occhi.
Non poteva essere vero… non poteva essere stato lui.
-Sono stato un’idiota-
Quella maledetta voce, che mi era così mancata, mi perforò i timpani e per un attimo ebbi la sensazione che la gambe mi stessero per cedere.
Mi voltai piano, come se avessi paura che tutto fosse solo frutto della mia fervida immaginazione. Invece lo trovai lì, di fronte a me, che mi scrutava preoccupato.
Feci per dire qualcosa ma non ne fui in grado.
-Senti…io non…-
-Permettimi solo di recuperare il tempo che ho perso in questi mesi. Dammi un’ultima opportunità- sussurrò appena, impedendomi di terminare la frase.
Mi immersi nei suoi occhi verdastri che mi rapirono come sempre. Senza accorgermene, mi sentii avvolta dalle sue forti braccia, che mi spinsero contro il suo petto. Di nuovo, il suo dolce profumo mi mandò in estasi, tanto che persi la capacità di reagire a qualsiasi impulso. Mi abbandonai a quell’abbraccio, di cui tanto avevo bisogno, che tanto avevo voluto e di rimando, gli strinsi i fianchi anch’io.
Sorrisi piano, nascondendomi nel suo cappotto.
Fu allora che capii. Capii che potevo concedergli un’altra possibilità.
Dovevo e volevo, perché compresi che avrebbe voluto “ricominciare da me” e questo mi bastava per essere felice.



The End



Testo canzone: Critical - Jonas Brothers *ovviamente xD*
  
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