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Autore: Morrigan    31/10/2005    2 recensioni
'Prima di trovare il tuo principe azzurro, devi baciare molti rospi.' [Legge di Murphy]
Genere: Romantico, Triste, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Clark Kent
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Sarah

Sarah

 

 

La fattoria era cambiata, i colori erano gli stessi ma c'era qualcosa nell'aria che la rendeva diversa. C'erano più fiori e un grande albero vicino la casa. Oltrepassò la staccionata ed entrò nella proprietà. Paura, incertezza. Cosa avrebbe trovato? Perchè la sua casa era cambiata cosi tanto?

Mentre si avvicinava al granaio senti dei rumori provenire dall'interno. Diede un'occhiata e scorse una ragazza con un forcone in mano intenta a raccogliere il fieno da terra.

Avrebbe voluto chiederle chi diavolo era, ma qualcos'altro richiamò la sua attenzione. Il granaio all'interno era cambiato, completamente, sembrava più grande. Forse lo era.

Come avevano potuto fare un lavoro del genere in pochissime ore? Quella che all'inizio sembrava solo una sensazione di fastidio, divenne vera e propria paura.

Forte, come una morsa allo stomaco.

La domanda che mai avrebbe pensato di fare uscì fuori dalla sua bocca senza che lui se ne accorse.

"Mi scusi, questa è la fattoria dei Kent?"

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, non riusciva ad intravedere il suo volto in penombra ma sorrise ugualmente. Si tolse una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso e si appoggiò con un braccio al manico del forcone.

"Si, può trovarli in casa. Provi a bussare!".

Clark mormorò un grazie che la ragazza udì appena e si allontanò verso la casa. Superato il cancelletto salì piano le scale e aspettò un attimo prima di avvicinarsi alla porta.

Pregò che tutti i suoi timori non fossero fondati. Quella strana sensazione che aveva avuto pochi minuti prima si stava facendo sempre più forte. Si girò a guardare il grande albero che cresceva di fronte alla casa. Quell'albero non c'era...non c'era....eppure sembrava che stesse li da tanti, troppi anni.

Si fece forza e bussò due volte. Dapprima non sentì nessuno dall'interno, poi dei passi si avvicinarono velocemente alla porta e sentì la voce di sua madre.

"Jonathan, vado io, non ti preoccupare!". Clark tirò un sospiro di sollievo. Niente era cambiato.

La porta si aprì di scatto e quello che videro lasciò entrambi senza parole.

 

 

Nessuno dei due riuscì a parlare per qualche secondo, poi Martha gli buttò le braccia al collo mentre scoppiava a piangere.

Clark rimase immobile. Non riusciva a capire, a comprendere...

Poi la donna si staccò da lui e lo guardò meglio.

"Mio Dio Clark, ma cosa ti è successo?".

Cosa gli era successo? Avrebbe voluto gridare e correre lontano da lì. Chi era quella donna che gli teneva il viso fra le mani? Dove si trovava? Perchè stava succendendo a lui? Chiuse gli occhi, quello doveva essere un incubo.

Quando li riaprì ritrovò lo stesso viso che lo guardava poco prima.

"Mamma...?" mormorò mentre le lacrime iniziavano a rigargli il viso.

Martha lo strinse forte a sè e lo fece entrare in casa, non aveva immaginato cosi il ritorno a casa di suo figlio.

 

 

Jonathan ancora non ci credeva. Quello era Clark...ma non lo stesso Clark che era scomparso anni prima.

Martha lo aveva sommerso di domande ed il ragazzo aveva cercato di rispondere a tutte ostendando una parvenza di calma.

Ma non gli riusciva bene. Lui aveva la faccia di un ventenne e loro dimostravano più di sessant'anni!

Jonathan avvertì subito il senso di inadeguatezza del figlio.

"Martha, perchè non prepari un pò di latte caldo per Clark?"

La donna, che guardava il figlio in completa adorazione, annuì. Quando furono soli Jonathan si sedette sul divano, vicino al figlio. Un divano nuovo, constatò Clark.

"Ascolta figliolo, riconosco che tutto questo possa sembrarti strano, ma ti assicuro che la cosa è reciproca. Raccontami come sei arrivato qui. Ricordi qualcosa?"

"Ricordo solo che mi sono ritrovato nello spazio e un vortice mi ha risucchiato, ho attraversato questa specie di tunnel e mi sono ritrovato in...."

La porta si aprì e la ragazza che poco prima stava pulendo il granaio entrò di corsa in casa.

"Scusa per il ritardo, ho finito solo ora e non ci crederai ma il pavimento del granaio sembra uno specchio!"

Martha la guardò senza risponderle. Uno strano silenzio regnava nella casa, la ragazza avanzò di qualche passo. Cercò con gli occhi l'uomo che le aveva chiesto dei Kent qualche ora prima e lo trovò sul divano. Il respiro le si fermò e un'espressione grave le comparve sul viso.

Martha le si avvicinò lentamente, quasi ne avesse paura. Sapeva che la ragazza in quel momento era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

"Sarah..."

"No!....non dire niente...non...". Le parole strozzate dal pianto. Indietreggiò ed uscì di corsa dalla casa. Martha la seguì fino al cortile, poi Jonathan le disse di lasciarla andare. Aveva bisogno di restare da sola. E comunque ora non avrebbero potuto spiegare a lei, cose che neanche loro erano ancora riusciti a capire.

Clark si fece pensieroso. Aveva già visto da qualche parte quegli occhi, quel modo di fare, di muoversi. Ma non riusciva a capire dove.

"Pà, chi è quella ragazza?"

"E' una lunga storia, Clark..."

"Ma perchè ha reagito in quel modo vedendomi? Era shockata! E io neanche la conosco!"

"Tu non la conosci, ma lei ti conosce molto bene." Jonathan cercò l'aiuto della moglie, aiuto che non tardò ad arrivare.

Martha si avvicinò a loro e si sedette sul tavolinetto davanti al divano. Prese le mani di suo figlio fra le sue e cercò le parole adatte per spiegargli cosa era successo durante la sua assenza.

  
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