Centoventuno Stelle
Ho sempre pensato che baciare
la persona giusta fosse come cavalcare l'ultima onda della stagione, sentire la
tavola sotto i piedi che va veloce come il vento, l'acqua che ti imperla il
viso e gli occhi immersi in quell'azzurro che ti toglie il respiro.
L'ultimo volo a metà
tra il cielo e la terra, con l'adrenalina alle stelle e l'unico pensiero nella
testa che rimbomba: o adesso o mai più.
Ho sempre pensato che cavalcare la cresta
dell'onda sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto nella mia vita.
Ho sempre pensato che non
c'era al mondo cosa più importante del surf.
Ho sempre pensato tutte queste
cose, prima di conoscere James.
James era diverso.
James era blu come il mare,
splendente come il sole e bianco come l'innocenza.
James era il rosso della mia
tuta da surf, era verde come l'erba sulla spiaggia, era azzurro come il cielo.
Lo conobbi in una sera
d'estate, con i capelli bagnati e le labbra viola, per il bagno troppo lungo.
Lui, rammento, amava i bagni
di mezzanotte.
Ero stesa sulla sabbia, con
l'odore del mare nel naso e la brezza che mi scompigliava i capelli.
- Sono centoventi- mi
sussurrò nell'orecchio.
- Come scusa?- voltai lo
sguardo, e i miei occhi neri incontrarono le sue grandi iridi azzurre.
Erano due pozzi infiniti che
catturavano ogni singolo particolare, rendendolo sempre più speciale.
- Le stelle. Sono centoventi-
- E tu come lo sai?-
-Le ho contate, no?-
- Non si contano le stelle-
- Certo che si contano, basta
un po' di pazienza-
Lo guardai dubbiosa, poi
sorrisi - Rosalie-
- James -
James era così, pieno
di una luce particolare, una di quelle da togliere il fiato.
Era impossibile non amarlo,
era impossibile odiarlo, perchè lui era ciò per cui avevo
continuato a respirare per tanti anni.
Lui era l'amore fatto a
persona, era il gioco di emozioni capaci di toglierti la parola, era il mix
perfetto per farti volare pur senza surfare.
La sera che ci baciammo per
la prima volta, James mi prese per mano e mi portò sullo scoglio
più grosso della spiaggia.
Ci sedemmo vicino l'uno
all'altro, guardando insieme il cielo.
Era una grande distesa di
puntini gialli, uni più grande dell'altro.
- La vedi quella stella,
Rose?-
- Quale?-
- Quella là in alto,
vicino alla Luna-
- Sì-
- Quella, Rose, è la
centoventunesima stella-
- Ma non le hai mica contate
tutte, stasera-
- Ma io lo so-
- E come fai?-
- Perchè quella sei
tu-
Io risi - Ma non dire
sciocchezze-
- Centoventi volte hai
respirato Rose, prima che io ti parlassi-
- Come?-
- La prima sera, ho contato
ogni tuo respiro. Ogni tuo battito di ciglia, ogni tuo sorriso. Centoventi
volte la tua pancia si è abbassata, prima che io ti parlassi, e a ogni
tuo respiro si è accesa una stella-
- E la centoventunesima?-
- Quella è la
più importante-
- Perchè?-
Mi si avvicinò piano,
e posò le sue labbra sulle mie.
- Perchè quella si
è accesa ora-
- Ma c'era già prima-
- Ma se chiudi un po'
l'occhio destro, ti giri verso di me e la guardi bene, vedrai che brilla di
più-
Io seguii le sue indicazioni,
divertita, e lui, di nuovo, catturò le mie labbra con le sue.
Baciarlo era come bere una
birra e non esserne mai sazie, sentire l'alcool che ti scendeva giù per
la gola, sentirti andare a fuoco, e volerne ancora, e ancora, e ancora.
Baciarlo fu come cavalcare
l'ultima onda della tua vita, e giurarti di non dimenticare mai l'emozione che
hai provato mentre toccavi il cielo con la punta del naso.
- Ehi, Rose, me la fai una
promessa?-
- Sì-
- Qualunque cosa succeda,
ricordati che io ci sarò sempre-
- Ma che vuoi che succe...-
- Ascoltami, Rose, giurami
che non ti dimenticherai di me. Giurami che mi amerai per sempre, giurami che
qualunque cosa accada, tu saprai che io sarò la tua centoventunesima stella-
- Ma James..-
- Rose, giuralo-
- Okay, lo giuro-
- Ti amo-
- Anche io-
Mi abbracciò stretta,
e io, inconsapevole, affondai il mio viso nell'incavo del suo collo.
- Ci sarà sempre una
stella che brillerà nel cielo, Rose, e brillerà solo per te-
Due giorni dopo, James
scomparve per sempre.
Leucemia fulminante, dissero
i medici.
Forse, ma io non ci credetti.
James lo sapeva, sapeva che
stava per accadere, ne ero certa.
Se ne andò giusto in
tempo per quel giuramento, come la cresta dell'ultima onda della tua vita, che
prima o poi ti riporta in basso, di colpo.
Sono passati 50 anni da quel
giorno, 50 anni dall'istante in cui feci quella promessa.
Mi siedo, stanca, sullo
stesso scoglio che ci aveva accolti quando ancora avevamo vent'anni.
Ho mantenuto la promessa, gli
sono stata fedele.
Paura? Forse.
Di cosa? Di soffrire ancora,
di non essere sincera, di non amare realmente colui che sarebbe venuto dopo.
Di sostituirlo, sicuramente.
Lo amo. Lo amo ancora come il
primo giorno, come il primo secondo, come la prima volta.
Alzo gli occhi al cielo,
cercando la centoventunesima stella.
La trovo, lontana, ai confini
del cielo, luminosa come ogni notte in cui l'ho cercata disperatamente.
- Grazie, James-
Sento una lacrima che scende
sulle mie guance solcate dal tempo, come una goccia di mare che mi da il ben tornata, dopo la fine dell'inverno.
Una folata di vento la
cattura, portandola via.
Alzo gli occhi al cielo una
seconda volta, guardando però ogni singolo puntino luminoso.
- Oggi vedo cinquanta stelle,
James - sussurro- cinquanta come gli anni della tua
assenza. Però, se chiudo un po' l'occhio destro, e mi giro verso di te,
ne vedo una molto più luminosa, sai?- di nuovo, una lacrima scende
giù per il viso - Ciao, James-
E piano, per non disturbare
quelle stelle che vegliano su di me ogni notte, scendo dallo scoglio, con un
sorriso debole sulle labbra.
Perchè questo, lo so,
è solo un arrivederci.
Salvee :)
Spero che 'sta cosa vi piaccia, sinceramente.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno,
ma anche solo a quelli che leggeranno e basta XD
Un bacio
Caramella