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Autore: MrEvilside    26/09/2010    5 recensioni
Un funerale, in fondo, è come un matrimonio.
I medesimi abiti, sobri ed eleganti ad un tempo, la medesima, melodica marcia che accompagna la funzione, i medesimi occhi velati di pianto degli invitati, il medesimo prete che recita le preghiere, avvolto nella sua sacra veste nera.

[ spoiler! sull'ultimo episodio della seconda serie ]
[ Ciel/Elizabeth ]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford, Sebastian Michaelis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'In the afterdeath'
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Kyrie Eleison
 ( colonna sonora: Shattered )

Yesterday I died, tomorrow’s bleeding
The future’s open wide, beyond believing
 
Un funerale, in fondo, è come un matrimonio.
I medesimi abiti, sobri ed eleganti ad un tempo, la medesima, melodica marcia che accompagna la funzione, i medesimi occhi velati di pianto degli invitati, il medesimo prete che recita le preghiere, avvolto nella sua sacra veste nera.
«Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis».
Nessuno faceva caso ai due uomini che non accompagnavano la voce del sacerdote con le loro.
Il nero, distinto signore dagli occhi rossi – tra i due il più alto – si chinò con raffinata eleganza sul compagno. «Sembra che si stia svolgendo tutto come previsto: se volete, possiamo andare».
Il giovane ragazzo dall’atipico contegno levò una mano ad afferrare la tesa del cappello a cilindro per calarla a celare il proprio volto – avrebbe potuto essere Ciel Phantomhive, non fosse stato per la mancanza della benda e l’assenza di tormento nel suo sguardo. «No».
Il maggiordomo riprese ad osservare la cerimonia con quei suoi occhi spenti – avrebbe potuto essere Sebastian Michaelis, non fosse stato per l’espressione vuota e la voce priva d’inflessioni con la quale parlava al suo padrone.
Il riposo eterno: è così che avrebbe dovuto essere.
Come mille voci d’angeli che cantano insieme, così i loro pensieri si equivalsero in quell’istante in cui entrambi guardarono il prete.
Ciel sospirò, mentre Agni, Soma, Bard e Tanaka facevano sfilare la bara vuota in direzione del rettangolo sbilenco che Undertaker aveva scavato nella terra per lui – o per la maschera di lui rappresentata da quel feretro. Strascicavano stancamente i piedi sotto il peso della perdita.
Ma io non riposerò mai in quella bara e nessuna luce splenderà su di me.
«In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala non timebit» sussurrò Sebastian, tanto piano che il conte quasi non l’udì al di sopra delle altre voci che avevano ripetuto lo stesso passo. «Ecco come avrebbe dovuto essere».
Il ragazzino sollevò la testa come per rimproverarlo per quell’ennesima presa in giro, tuttavia tacque quando non riuscì a trovare lo sguardo del demone, che, senza vita, era volto alla funzione, od il suo sorriso mefistofelico, tramite il quale ogni volta gli era stato concesso di vedere uno scorcio d’Inferno.
Adesso la sua vita apparteneva a quell’universo e sarebbe stata infinita, tanto lunga che i suoi occhi si perdevano all’orizzonte nel tentativo di scorgere un indomani.
Ma sapeva che non l’avrebbe visto mai più.
In fondo sono penoso: per che cosa mi sto trascinando attraverso le ore?
Per umiliare Sebastian? Per assistere al dolore che sto causando a coloro che hanno tentato di starmi vicino?
Ciel Phantomhive, il vero Ciel Phantomhive e tutta la sua dignità giacciono davvero in quel feretro.
 
Losing what was found, a world so hollow
Suspended in a compromise
But the silence of this sound is soon to follow
Somehow, sundown

Elizabeth piangeva come – ne era del tutto certo – non avrebbe mai più visto fare a nessun altro essere umano.
Ad ogni nuova lacrima che le bagnava le guance, imperdonabilmente arrossate sotto il velo nero, Ciel perdeva un poco della libertà che infine gli era sembrato d’aver ritrovato ed il mondo tornava ad essere vuoto e freddo come l’aveva conosciuto in quegli ultimi tre anni.
La sua nuova vita era stata un compromesso.
“Nessuno potrà divorare l’anima di Ciel Phantomhive”, così Alois aveva decretato e così era stato fatto, in cambio del suo spirito.
Il compromesso tra un demone che amava ed un ragazzo che desiderava essere amato.
Non vi era nessuna libertà, in questo: non aveva scelto di reincarnarsi in un demone, non aveva scelto di privare Sebastian della ricompensa che gli spettava, non aveva scelto di trascinarsi nei secoli senza sapere per quale motivo.
Non aveva scelto di vedere la sua promessa sposa spezzata dal dolore sopra la sua bara.
«Non dovreste». Il braccio del maggiordomo ostacolò il suo tentativo di muovere un passo in avanti ed i suoi occhi l’ammonirono, per un istante accesisi di quelle fiamme che il conte aveva incontrato, un giorno di tre anni prima, quando aveva promesso il suo spirito in cambio della vendetta. «È meglio per tutti loro se nessuno vi vede, ricordate?»
«Le devo un sogno, Sebastian» sentenziò il ragazzino. «Lasciami andare, so perfettamente che cosa sia meglio per loro».
Il demone arretrò per consentirgli di fare come più gli aggradasse, pur se di malavoglia.
«Yes, my Lord».
 
And this day’s ending
Is the proof of time killing all the faith I know
Knowing that faith is all I hold
 
Elizabeth piangeva ancora.
Più sommessamente, adesso, nell’intimità della sua camera da letto, lasciata sola a tentare di colmare il vuoto nel suo cuore con le lacrime, tuttavia piangeva.
«Una fanciulla non dovrebbe sprecare tanto dolore per l’uomo che l’ha abbandonata».
Una mano inguantata di nero prese la sua, nuda, poiché aveva gettato via i guanti in un impeto di disperazione, e la portò contro due labbra che la baciarono con infinita tenerezza mentre la ragazzina sollevava timorosamente lo sguardo, come temendo di stare sognando.
«Ciel, sei tu?»
Ciel le sorrise e, mentre la stringeva a sé e le donava un amore falso – i demoni non provano sentimenti – che non aveva mai saputo concederle in vita, si chiese perché, dopotutto, fosse andato da lei quell’ultima volta.
Non perché lo ricordasse come il bambino sereno che era stato un tempo e non come un freddo feretro, come al contrario tentava di illudersi di stare facendo.
«Ma certo, my Lady».
Elizabeth rise e affondò il volto tra le pieghe dei suoi abiti.
Si stava aggrappando a lei, all’ultimo frammento del suo passato, del destino che aveva avuto, dell’esistenza che aveva potuto scegliere per sé – e che adesso inevitabilmente rischiava di volare via, lontano, parimenti una farfalla dalle ali bianche che si allontanava nel cielo e portava con sé i ricordi di una vita che era stato lui a decidere di condurre.
«Resterai, vero, Ciel?»
Il conte la baciò sui capelli biondi e si permise, almeno per qualche momento prima d’andare, di perdersi nella sua gioia, luminosa di quella luce che non avrebbe mai più potuto far altro che sfiorare.
«Soltanto per un poco. Un giorno, però, tornerò a farti visita».
«Puoi… promettermelo?»
«Sì, te lo prometto, Lizzy. Sarà il nostro segreto».
Kyrie eleison. Signore, abbi pietà di me. Di noi. Di lei, in particolare.
Un guizzo negli occhi, rosso.
 
Fall into your sunlight
 
Un funerale, in fondo, è come un matrimonio.
I medesimi abiti, sobri ed eleganti ad un tempo, la medesima, melodica marcia che accompagna la funzione, i medesimi occhi velati di pianto degli invitati, il medesimo prete che recita le preghiere, avvolto nella sua sacra veste nera.
La medesima sensazione di vedere un’abbagliante luce bianca quando lo sposo sorride e tende una mano a sua moglie – e lei la prende, la stringe forte, per suggellare la loro unione eterna.
Perché si spegne il giorno della morte di Ciel Phantomhive – requiem aeternam.
Nelle tenebre, tuttavia, sboccia timidamente un nuovo fiore, d’un amore che potrebbe dirsi infantile, ma che dopotutto non lo è affatto – et lux perpetua.
E lei aspetta lo sposo all’altare, perché le ha promesso che verrà – amen.
Che verrà e succhierà via dal suo cuore tutto l’amore che ha da dargli, perché non gli è rimasto nient’altro: è ormai andato perduto, sotterrato insieme a quella bara nera – Kyrie eleison.


Requiem aeternam dona eis, Domina, et lux perpetua luceat eis: L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.
In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala non timebit: Il giusto sarà sempre ricordato, non temerà annunzio di sventura.
Kyrie eleison: Signore, pietà.
Lacrimosa: "di lacrime", "giorno di lacrime" ( lacrimosa dies illa qua resurget ex favilla judicandus homo reus: giorno di lacrime quando risorse dalle fiamme l'uomo reo per essere giudicato )



Piccolo tributo a Ciel ed Elizabeth dopo il finale della seconda serie, che sinceramente trovo poco adatto a Ciel: ha trascorso tre anni combattendo un demone ( perché tutti quei dispetti e quant'altro erano palesemente atti a combatterlo, come piccole vendette per quando avrebbe dovuto farsi mangiare l'anima ) e poi diventa lui stesso uno di loro? No, 'sti cazzi.
Quindi ne è uscito questo, basato su Shattered dei Trading Yesterday: spero possa piacervi, era tanto che non scrivevo una Ciel/Elizabeth.
Personalmente adoro questa parte del testo: "Fall into your sunlight", mi ispira moltissimo per questa coppia. Oh, un appunto: "un guizzo negli occhi, rosso" non significa che poi Ciel la divora, eh. Sia chiaro. XD Ho cercato di fare una sorta di happy end, o qualcosa di simile.
( Il testo di Shattered appartiene ai Trading Yesterday, non voglio infrangere copyrights di sorta. )
Spero piaccia, insomma<3. Nel mentre vado a farmi una doccia.
'til next time, chu.
  
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