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Autore: nightswimming    27/09/2010    2 recensioni
La tua porta è sempre stata lasciata aperta per me, Matthew; se per farmi entrare o uscire dalla tua vita, non ha mai avuto nessuna importanza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cahiers Françaises'
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Note: accidenti a me, me ne dimentico ogni volta. Brian Molko e Matthew Bellamy non sono miei, non fanno niente di quanto descritto sotto, e io non ci guadagno niente a immaginare che lo facciano - se non, presumo, una gioiosa e fangirlistica soddisfazione :D













Take off your disguise
I know that underneath it's me.

-Megalomania-, Muse












Stanotte ero venuto da te per dirti che ti avevo tradito.
Avevo guidato con trepidazione sino alla tua via, avevo chiuso con mal garbo la portiera dietro di me, avevo salito le tue scale col cuore a mille e le mani sudate, inciampando in qualche gradino.
L’idea di dirtelo, di vedere la tua faccia mentre le mie parole scelte con cura ti investivano e forse, forse ti colpivano, mi dava la stessa stupida euforia di chi sale sulle montagne russe con la paura bugiarda che il proprio vagoncino si stacchi e cada nel vuoto - perché sa benissimo che non succederà, che si godrà fino in fondo la sensazione dello stomaco che balza su fino alla gola e il flusso incandescente del sangue alla testa, che quella paralizzante vertigine gli piacerà più di qualunque cosa riesca a provare a terra.
Che lo rifarà, più e più volte, perché anche se si rende conto che si tratta di un meccanismo senza senso e senza scopo, si scoprirà incapace di farne a meno.
Amarti, Matthew, era abbandonare la solida terraferma per il puro gusto di sentirsi precipitare nel nulla, coscienti che la caduta è solo un illusione.
 
Siccome ogni salto nel vuoto si fa a occhi chiusi, non mi ricordavo nemmeno come fosse fatto l’uomo con cui ti avevo tradito: se fosse biondo, se fosse alto, se avesse come te l’insopportabile abitudine di parlare e parlare durante il sesso come in ogni altro momento della tua vita, se fosse meglio di te da vestito, se fosse meglio di te nudo. Sapevo soltanto che non eri tu – e che, in qualche squallida maniera, questa consapevolezza mi bastava.
Non ricordavo nemmeno se mi fosse particolarmente piaciuto. “Non ti rendi conto di quanto sia bello e irrinunciabile un orgasmo fin quando non ne provi un altro”, mi avevi detto una volta dopo che avevamo finito di fare l’amore. E’ vero.
Si era trattato solo di un altro lancinante, potente, totalizzante orgasmo.
 
Appena avevi aperto la porta e ti eri scostato per farmi entrare, fradicio di pioggia e sensi di colpa, un insostenibile moto di felicità mi aveva subito accecato e stordito – e più di ogni altra cosa ti avrei voluto dire “ti amo, non c’è nessun altro, sei splendido ed eterno”. Ma c’era un motivo per cui mi ero precipitato da te alle due di notte, e non intendevo venire meno ai miei propositi.
- Brian. – hai sussurrato, meravigliato ma non del tutto sorpreso. Ho avuto pure il coraggio di sorriderti. Non potevo farne a meno: persino a un metro di distanza, sentivo il calore del tuo corpo ubriaco di sonno. Eri spettinato e con gli occhi pesti, semichiusi. Le mani mi prudevano per la voglia di stringerti.
- Dove sei stato? – mi hai chiesto, strascicando le parole come a non voler davvero concludere la frase. Perché, in qualche modo crudele e prodigioso che non mi spiegherò mai, Matthew, ero certo che non volevi davvero sentirti rispondere. Che sapevi già ogni cosa. - Fuori. – ho risposto, togliendomi cappotto e sciarpa zuppi d’acqua.
- Con chi? –
- Non lo conosci. –
- Non lo conosco mai, Brian. E’ l’unica consolazione che mi sai misericordiosamente offrire. –
 
Il fatto che tu sappia perché ti tradisco così assiduamente non è sufficiente a lenire il dolore e l’umiliazione, lo so bene: ma nonostante questo, in qualche masochistica maniera, so che essere riuscito a indovinarlo ti riempie di una gioia selvaggia e orgogliosa.
Ti tradisco perché ogni volta che sono a letto con qualcun altro, tutto ciò a cui riesco a pensare è: “Non è Matt”.
Matt si spoglia più lentamente, Matt non chiude gli occhi se non in un preciso, unico istante, Matt mi graffia con le unghie ma non mi fa mai male, Matt non si accorge mai di quanto forte gema e sospiri e quando glielo faccio notare non si imbarazza.
Matt sorride spesso e a volte persino si concentra, aggrottando le sopracciglia.
Matt non riesce ancora, dopo tutto questo tempo, a slacciare la mia cintura abbastanza velocemente.
Matt a volte è così premuroso e lieve da farmi persino dimenticare che stiamo scopando.
Non hai eguali, Matt, nel bene e male: solo cattivi imitatori. Ma non me ne rendo conto se non, come dire, sul campo. Non sono capace di fare niente di più meritevole per celebrarti.
Ogni volta che faccio l’amore con qualcun altro, vorrei soltanto fare l’amore con te.
 
E lo facciamo, l’amore, anche questa volta.
Mi hai guardato sprezzante e mi hai fatto sentire niente in quel modo calmo e pacato che solo tu possiedi.
Ho letto nei tuoi occhi che avresti voluto sbattermi fuori di casa solo per poter richiamarmi indietro e tirarmi un pugno, e poi medicare il mio labbro sanguinante.
Più di tutto so che avresti voluto rimanere impassibile, farti venire in mente una qualche battuta cinica e offensiva che salvasse il tuo onore e osservarmi soffrire del tuo disinteresse. Invece è bastato soltanto provare a dire qualcosa per farti urlare, e insultarmi, e consigliarmi di trovare un mio disgustoso e meschino pari con cui sposarmi e vivere per sempre nel fango.
Ti ho detto tutte quelle cose che ti volevo dire sin da quando mi hai aperto la porta e ti ho fatto arrabbiare più che mai. Mi sono scusato, ho pianto, ti ho implorato e ti ho scongiurato di non mandarmi via. Non ti ho promesso niente, questa volta come tutte le altre volte. So che non mi avresti mai creduto, e avresti fatto bene.
Ti ho fatto esasperare e desiderare di non avermi mai incontrato. Poi mi sono avvicinato e mi sono consegnato di nuovo a te, pregando che fossi disposto a riaccettarmi – ferventemente, meravigliosamente certo che l’avresti fatto, con gli occhi  chiusi e le mani già protese.

Il sesso non costituiva di per sé un atto di amore e rispetto, lo sapevo meglio di chiunque altro.
Ogni volta credevo che avresti usato meno riguardo, che mi avresti sfruttato per scaricare quella rabbia e quella disperazione che io stesso ti avevo suscitato, che non saresti stato così delicato, e passionale, e forte, e indifeso, e felice, e melanconico… Ogni volta avevo l’impressione che sarebbe stata l’ultima e mi scoprivo consapevole di essere vivo come non mai.
Non era solo la mia colpevole immaginazione, Matt: tu mi amavi ogni volta come se dovesse essere davvero l’ultima – e non lo era mai, per quanto sarebbe stato giusto che lo fosse.
 
L’innamoramento per me si basa essenzialmente su questa insana costante: il senso di colpa.
Più amo, più mi sento in colpa.
Più amo, e più mi chiedo se tradirò mai la persona amata, e se sì se questo la ferirà, e se la ferirà quanto la ferirà.
Più amo, e più cerco chi amo in una folla di uomini e donne senza nome né volto.
Più amo, e più ferisco chi amo senza avere realmente l’intenzione di farlo.
E io non ho mai amato nessuno come amo te, Matt.
Come il senso di colpa è il mio destino, il tuo è soffrire per esso e tentare di farlo sparire.
Finora ci sei riuscito sin troppe volte.
 
Quando sono scivolato fuori dal letto mi sono sentito nuovamente traditore, come un marito fedifrago – e noi non stiamo neanche veramente insieme, Matt. Tutto è sbagliato sin dalla sua definizione prima.
Ti sei addormentato subito, stanco e provato da me in tutte le accezioni possibili, ma appagato. Svuotato e colmo fino all’orlo.
Hai semplicemente chiuso gli occhi nella posizione in cui eri rimasto a riprendere fiato dopo che avevamo finito di fare l’amore. Sapevi che me ne sarei andato, ma hai voluto comunque passarmi un braccio intorno alla vita, sopra la pancia, quasi in un’immobile carezza. Lo sapevi e non ti interessava.
Sapevi anche che sarei tornato, sempre. L’unica ragione per cui ogni volta ti arrabbiavi così era perché eri cosciente del fatto che ero io a non esserne tanto certo. Dovevo scoprirlo volta dopo volta – dovevo obbligatoriamente sbattere la testa contro quella verità che con la sua inesplicabile bellezza e necessità mi teneva legato a te.
Legato a un uomo con cui non spartivo nulla, ma di cui di fatto ero l’amante e l’amore stesso.
Come lui lo era per me.
Mi sono alzato con attenzione, riuscendo a non svegliarti. Le lenzuola ti coprono tutto fatta eccezione per le braccia; dormi come sempre a pancia in giù, il viso voltato verso di me.
Sei così sereno, o forse sono io che voglio immaginarti tale. Forse voglio solo convincermi del fatto che se è vero che ti faccio soffrire come nessun altro ha mai fatto, sono anche capace di renderti felice come nessun altro ha mai fatto, né potrà mai fare – e a questo soffocante equilibrio mi affido con tutto me stesso.
La porta della tua camera da letto è aperta. Nessuno dei due si è preoccupato di chiuderla, né si è nemmeno lontanamente posto il problema. Non c’era tempo nemmeno per compiere un gesto così semplice.

Non farò rumore, quando me ne andrò. Sarà silenzioso e indolore.
Come ogni volta. Non è un caso.
Stanotte ero venuto da te per dirti che ti avevo tradito, sapendo che ci sarebbero state conseguenze, e sapendo che queste conseguenze non avrebbero cambiato niente.
La tua porta è sempre stata lasciata aperta per me, Matthew; se per farmi entrare o uscire dalla tua vita, non ha mai avuto nessuna importanza.
La caduta è solo un’illusione.
 
 
 
 
 
 
 
Note: quando mi sono messa a scrivere questa storia, sapevo solo che si sarebbe chiamata “La Pathètique” – sonata di Beethoven che non ho nemmeno melodicamente presente, nonché discutibile canzone de Il Genio - e che Brian se ne sarebbe andato in silenzio dal letto di Matthew, voltandosi a guardarlo.
Tutto il resto se n’è venuto da sé, in un’oretta – non so come, non so perché.
Per ora, mi piace; domani sono certa che la odierò. E’ il grande cerchio della vita.
   
 
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