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Autore: R e d_V a m p i r e     28/09/2010    3 recensioni
Spesso quando torna a Villa Death è troppo stanca anche solo per spogliarsi, figurarsi cucinare qualche leccornia o prestare ascolto ai mille discorsi colorati della sua bambina. Anzi, spesso capita che varcata la soglia di casa la sua piccola sia già a letto da un po’ di tempo.
La cosa la rende immensamente triste.
Sente di stare perdendo qualcosa di importante, di non poter partecipare attivamente ai primi anni di vita di sua figlia.
Per fortuna il Dio della Morte sembra essere un genitore migliore di lei.
Lo osserva, la sera, prendere fra le braccia la piccola addormentata e posarla al letto, rimboccandole le coperte e raccontandole di tanto in tanto le favole della buona notte.
Non è tanto, ma almeno lui fa capire che c’è.
[KidMaka, ChronaOOC]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Crona, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Slice of Live

 

 

 
Kid è un papà giovane.
Capita, quando non si è umani.
Non che Maka non sia una madre giovane, ma spesso fermandosi a guardare suo marito si domanda quanto possa durare.
Insomma, lui è uno Shinigami, il suo corpo è destinato a bloccarsi nell’inverno dei suoi venticinque anni – o, almeno così le ha confidato il suocero – e più il tempo passerà più la sua giovinezza lo renderà bello e inavvicinabile.
Già lo è. Lo sente.
Quando si ferma davanti allo specchio  – capita di rado, è sempre così di fretta – scopre sempre nuove piccole rughe d’espressione sul suo volto morbido. Non ha che ventitre anni ma si sente già infinitamente vecchia e stanca a differenza del Dio della Morte.
Forse perché il doppio lavoro, Meister sensei alla Shibusen e mamma e moglie a casa, è fin troppo frenetico per lei. Avrebbe bisogno di più calma.
Non che non le piaccia mettere a disposizione la sua esperienza per i nuovi Shokunin e Buki che vengono formate alla scuola, e non si lamenta nemmeno del lavoro extra con la sua Arma in giro per il mondo che Kid le affida di tanto in tanto, ma non le dispiacerebbe una volta tanto stare a casa dietro i fornelli come una vera donna di casa.
Spesso quando torna a Villa Death è troppo stanca anche solo per spogliarsi, figurarsi cucinare qualche leccornia o prestare ascolto ai mille discorsi colorati della sua bambina. Anzi, spesso capita che varcata la soglia di casa la sua piccola sia già a letto da un po’ di tempo.
La cosa la rende immensamente triste.
Sente di stare perdendo qualcosa di importante, di non poter partecipare attivamente ai primi anni di vita di sua figlia.
Per fortuna il Dio della Morte sembra essere un genitore migliore di lei.
Lo osserva, la sera, prendere fra le braccia la piccola addormentata e posarla al letto, rimboccandole le coperte e raccontandole di tanto in tanto le favole della buona notte.
Non è tanto, ma almeno lui fa capire che c’è.
La donna dai fluenti capelli biondo cenere sospira, aprendo la porta di casa con stanchezza di ritorno da una missione particolarmente sfiancante in Algeria. Al suo fianco la sua Buki, una ragazza di poco più piccola dai lunghi capelli rossi e gli occhi azzurri e vivaci, sbadiglia tenendole il borsone e seguendola poi dentro casa.
<< Ne, Maka-senpai, credi che i bambini stiano dormendo? >>
Domanda, con la sua voce cristallina appannata dalla stanchezza, passandosi una mano sotto un occhio in un gesto infantile che fa sorridere la Albarn.
Alle volte quella donna non sembra nemmeno una madre di famiglia, al più una bambina troppo cresciuta.
Glielo dice sempre, quando vuole mandarla su tutte le furie prendendola in giro, che a momenti i suoi figli sono più adulti di lei.
E hanno solo cinque anni.
<< Non saprei. Conoscendo Shadow dubito che abbia lasciato  in pace  i gemelli così facilmente >>
Ridacchia, pensando teneramente alla sua pestifera bambina, appendendo la giacca nera di lato alla porta, attenta a non fare rumore nel caso in cui i tre marmocchi siano effettivamente crollati fra le braccia di Morfeo.
Eventualità quanto mai remota, considerando che a far da babysitter alle piccole canaglie c’è stato quel baka di Evans, che a pensarci bene è persino più canaglia dei suoi protetti.
Quasi richiamato dai suoi pensieri, o forse semplicemente attirato dai rumori nel corridoio, un uomo dai capelli candidi che gli ricadono sui pigri occhi rossi si affaccia dalla porta del salone, le mani nelle tasche dei pantaloni e il sorriso selvaggio che lo caratterizza sul bel viso.
<< Ehi, siete tornate! Pensavo aveste finito per stabilirvi in Alabama >>
Maka assottiglia lo sguardo, osservandolo con un sorrisetto irritato che fa presagire alla sua ex Buki l’arrivo di un bel “Maka Chop!”
<< … Siamo state in Algeria, baka! E poi abbiamo lavorato, mica come te che hai fatto da balia a dei bambini, mister DeathScythe dei miei stivali …>>
Soul fa una smorfia scocciata, ignorando il suo rimprovero e sollevando le spalle in un suo tipico gesto di noncuranza. Sa che la Meister odia quando fa così, ma non può farci niente. È un abitudine, si diverte un mondo ad irritarla.
Prevedendo il litigio la giovane alle spalle della Albarn si fa avanti, affacciandosi da sotto un suo braccio alzato con un espressione buffa che vorrebbe essere un misto fra severità e sonnolenza.
<< Soul-kun, Chrona è già arrivato? >>
La Falce si passa una mano dietro il capo, grattandosi i capelli, annoiato.
<< No. Né lui né Kid. Credo siano ancora alla Shibusen, avevano da fare suppongo >>
Maka sorride, intenerita, all’espressione delusa e preoccupata della sua compagna, poggiandole poi una mano sulla spalla.
<< Su Leona, i nostri mariti hanno perso sta volta. Tocca a loro pagare pegno, no? >>
La Hikari alza lo sguardo, tornato luminoso, sogghignando in risposta sotto lo sguardo perplesso di Soul.
<< … Mpf, le donne >>
Sbuffa poi questo, dando loro le spalle con aria di chi la sa lunga.
Le due si guardano un attimo, poi scoppiano a ridere.
<< Kaa-san! >>
La voce arriva dal basso e attira le attenzioni della Meister. Sulla porta, dove poco prima stava l’indolente Buki, ora c’è una bimba di non più di sei anni dai capelli neri come la pece con tre buffe strisce bianche al lato sinistro del capino scarmigliato e grandi occhioni verdi resi lucidi dalla felicità e dal sonno.
Maka sorride alla sua bambina, abbassandosi sulle ginocchia e allargando le braccia, accogliendo la piccola che si tuffa sul suo petto abbarbicandosi al suo collo.
Mentre si rialza, con la piccola in braccio, la donna sospira accarezzandole i capelli e poggiando la fronte contro la sua.
La birbante è morta di sonno, ha rischiato di collassare pur di aspettarla e poterla salutare prima di andare a letto.
<< Ehi amore… >>
Sussurra lei, sfiorandole le guanciotte morbide e rosse. Adora sua figlia. E’ bellissima, proprio come il suo papà. E come questo è una Shinigami.
Al pensiero le si stringe il cuore.
Anche lei rimarrà eternamente giovane. L’unica ad invecchiare sarà lei. Non può sopportarlo.
La bambina si accoccola sul suo petto, nascondendo il visetto nell’incavo del suo collo, nascosta dai suoi capelli.
<< Soul-ojii-san diceva che non saresti tornata. Diceva che dovevo andare a fare la nanna, ma io non ho voluto! E ho fatto bene…Infatti sei venuta! >>
Maka sorride, stringendola forte a sé.
<< Dovevi ascoltare lo zio e andare a letto. Sarai stanchissima >>
La piccola scuote il capino, convinta, ma uno sbadiglio la frega. La Meister di Falce sorride divertita, mentre nel frattempo Leona si è avvicinata alla porta con passi marziali posando i pugni sui capi violacei dei bimbi che hanno fatto capolino da essa seguendo l’amichetta.
Sono identici, i visetti affilati e l’espressione assonnata nei chiari occhi azzurri, i capelli legati in due identici codini bassi per far felice la piccola Shinigami, visto che da sciolti sono terribilmente e schifosamente asimmetrici e, testuali parole, “io non gioco con due scarti della perfezione universale”.
Assomigliano in maniera impressionante a Chrona, rifletta la bionda guardandoli da sopra la spalla della figlia, ma hanno lo stesso carattere aperto e irruente della madre, anche se il più grande dei due possiede in minima parte la timidezza e l’incertezza del padre.
<< Ahi! Kaa-san cosa abbiamo fatto? >>
Geme il più piccolo fra i due, portandosi le mani in testa con una smorfia.
<< S-sei arrabbiata c-con noi? >>
Pigola l’altro gemello, arrossendo in maniera preoccupante e abbassando lo sguardo.
La madre li osserva severa per qualche istante, poi chiude gli occhi e sorride, premendo più forte i pugni fra i fili lilla.
<< Kaosu, Enea, mi siete mancati piccoli baka! >>
I due fratelli alzano lo sguardo celeste sulla Buki, poi sorridono e l’abbracciano in contemporanea.
<< Che scenetta rivoltante… >>
Sbuffa Soul da dietro la porta, appoggiato alla parete, gli occhi chiusi e un sorriso divertito sul viso.
Infondo gli piace questa quotidianità. Anche se avrebbe voluto far parte della famiglia di Maka in un altro modo… Anche essere lo zio acquisito e il padrino della piccola Shadow non gli dispiace.
<< Soul? >>
Si volta, sorpreso, giusto in tempo per vedere gli identici sorrisi malvagi e folli di madre e figlia, mentre due enormi libroni usciti fuori i Kami solo sanno da dove lo colpiscono in viso e sul capo facendolo crollare al suolo al suono di “Maka Chop!” “Sha Chop!”.
Le due ‘ragazze’ si danno il cinque, vittoriose, mentre i gemelli accorsi al frastuono si chinano sullo sfortunato babysitter punzecchiandolo con gli indici.
<< Ne Soul-kun … >>
Inizia Kaosu con un sorrisetto.
<< …Te la sei c-cercata! >>
Conclude Enea, annuendo convinto, mentre la Buki di Falce mormora qualcosa di incomprensibile gambe all’aria e sul viso i segni rossi in rilievo della copertina.
<< Nh, ma che succede? >>
I presenti si voltano sorpresi in direzione della voce. Nel salotto sono spuntate, inosservate per colpa del baccano, due figure di uomini.
Quello che ha parlato è un bel ragazzo dai capelli color pece, corti al collo, con tre buffe strisce bianche parallele al lato destro del capo e ipnotici occhi dorati, sul viso pallido scoperto dalla maschera a forma di teschio appena tolta un sorriso di svagata confusione.
Al suo fianco un giovane dai capelli scalati, viola, così come i grandi occhi abbassati sul pavimento, che si tiene il braccio destro borbottando qualcosa fra sé e sé.
Maka sorride, voltandosi, la bimba aggrappata ad un fianco come un grazioso koala assonnato.
Lo Shinigami incrocia il suo sguardo, sgrana gli occhi e poi sorride. Non l’aveva vista.
<< Ben tornata >>
Fa, avvicinandosi a lei e abbassandosi a sfiorarle le labbra in un bacio, mentre Chrona viene attorniato dai gemelli che lo festeggiano e dalla moglie che gli si attacca al collo trascinandolo a terra sotto le risate di un Soul che si è ripreso dalla botta, seduto a terra a gambe incrociate.
<< Mh…Ben tornato anche tu. Ma, Kid, inutile che fai il ruffiano sta volta a pagare il pegno siete voi >>
Il giovane uomo si rialza, grattandosi il capo e sbuffando rassegnato. Tanto lo immaginava che non avrebbe attaccato, non con lei.
<< Tou-san fa il ruffiano anche con me? >>
Chiede assonnata la piccola, puntando gli stessi occhi della madre sul padre che abbassa lo sguardo su di lei sorridendole complice, per poi prenderla da sotto le ascelle e sollevarla in aria, lontano dalle braccia della madre tenendola alta sopra la sua testa.
<< Il mio piccolo tesoro simmetrico! >>
Fa, facendola ricadere giù, fra le sue braccia e stringendola forte a sé. Anche se non è perfettamente simmetrica per via di quelle strisce sui capelli identiche alle sue, anche se non è tutto questo per lui rimane il suo tesoro più grande. Non farà lo stesso errore di suo padre. Lui non è Shinigami-sama. La sua famiglia verrà sempre prima di tutto, anche prima di Death City e la Shibusen.
La bimba sorride, poi sbadiglia e chiude gli occhioni, appoggiando il capo sul petto del padre che le accarezza la frangetta.
<< La mettiamo a letto insieme? >>
La domanda da parte della moglie gli fa alzare lo sguardo, sorpreso.
<< Sarai stanca Maka, posso fare da solo… >>
Lei scuote il capo, cocciuta e convinta, osservando di sottecchi il Meister di Spada Demoniaca e la Buki rimboccare il plaid ai figlioletti assopitisi nel divano, mentre Soul è andato a sgranchirsi fuori a fumare una sigaretta in attesa che tutto si calmi per poter parlare meglio della missione appena conclusa delle due donne e di ciò che succede alla Shibusen.
Torna a guardare le due persone più importanti della sua vita, e sorride.
<< No. Stasera voglio godermi la mia bambina >>
Kid annuisce, mettendosi di fianco alla moglie e dando uno sguardo agli altri, mentre si avviano lungo le scale che portano al piano di sopra.
<< Torniamo fra un po’. I Death The hanno bisogno di intimità, quindi poco casino  o vi caccio a pedate asimmetriche da casa >>
Maka sorride, notando gli sguardi sconcertati dei due sul divano.
… Ma in fondo che importa?
Fin tanto che le cose continueranno così le andrà bene. Basterà essere felici.
E poi sono o non sono una famiglia di matti?

 Angolino di  R e d_V a m p i r e

Nata semplicemente per descrivere un momento di vita della famiglia Death the con annessi e connessi. Potete vederla come un continuo di "Resonance" se volete :D
La piccola Shadow, i gemelli Kaosu e Enea e la Buki Leona sono OOC di mia proprietà, pregherei di non usufruirne indebitamente (?) xD
Jaane!

 

   
 
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