Slice of Live
Capita,
quando non si è umani.
Non
che Maka non sia una madre giovane, ma spesso fermandosi a guardare suo
marito
si domanda quanto possa durare.
Insomma,
lui è uno Shinigami, il suo corpo è destinato a
bloccarsi nell’inverno dei suoi
venticinque anni – o, almeno così le ha confidato
il suocero – e più il tempo
passerà più la sua giovinezza lo
renderà bello e inavvicinabile.
Già
lo è. Lo sente.
Quando
si ferma davanti allo specchio –
capita
di rado, è sempre così di fretta –
scopre sempre nuove piccole rughe
d’espressione sul suo volto morbido. Non ha che ventitre anni
ma si sente già
infinitamente vecchia e stanca a differenza del Dio della Morte.
Forse
perché il doppio lavoro, Meister sensei alla Shibusen e
mamma e moglie a casa,
è fin troppo frenetico per lei. Avrebbe bisogno di
più calma.
Non
che non le piaccia mettere a disposizione la sua esperienza per i nuovi
Shokunin e Buki che vengono formate alla scuola, e non si lamenta
nemmeno del
lavoro extra con la sua Arma in giro per il mondo che Kid le affida di
tanto in
tanto, ma non le dispiacerebbe una volta tanto stare a casa dietro i
fornelli
come una vera donna di casa.
Spesso
quando torna a Villa Death è troppo stanca anche solo per
spogliarsi, figurarsi
cucinare qualche leccornia o prestare ascolto ai mille discorsi
colorati della
sua bambina. Anzi, spesso capita che varcata la soglia di casa la sua
piccola
sia già a letto da un po’ di tempo.
La
cosa la rende immensamente triste.
Sente
di stare perdendo qualcosa di importante, di non poter partecipare
attivamente
ai primi anni di vita di sua figlia.
Per
fortuna il Dio della Morte sembra essere un genitore migliore di lei.
Lo
osserva, la sera, prendere fra le braccia la piccola addormentata e
posarla al
letto, rimboccandole le coperte e raccontandole di tanto in tanto le
favole
della buona notte.
Non è
tanto, ma almeno lui fa capire che c’è.
La
donna dai fluenti capelli biondo cenere sospira, aprendo la porta di
casa con
stanchezza di ritorno da una missione particolarmente sfiancante in
Algeria. Al
suo fianco la sua Buki, una ragazza di poco più piccola dai
lunghi capelli
rossi e gli occhi azzurri e vivaci, sbadiglia tenendole il borsone e
seguendola
poi dentro casa.
<<
Ne, Maka-senpai, credi che i bambini stiano dormendo? >>
Domanda,
con la sua voce cristallina appannata dalla stanchezza, passandosi una
mano
sotto un occhio in un gesto infantile che fa sorridere la Albarn.
Alle
volte quella donna non sembra nemmeno una madre di famiglia, al
più una bambina
troppo cresciuta.
Glielo
dice sempre, quando vuole mandarla su tutte le furie prendendola in
giro, che a
momenti i suoi figli sono più adulti di lei.
E
hanno solo cinque anni.
<<
Non saprei. Conoscendo Shadow dubito che abbia lasciato in pace
i gemelli così facilmente >>
Ridacchia,
pensando teneramente alla sua pestifera bambina, appendendo la giacca
nera di
lato alla porta, attenta a non fare rumore nel caso in cui i tre
marmocchi
siano effettivamente crollati fra le braccia di Morfeo.
Eventualità
quanto mai remota, considerando che a far da babysitter alle piccole
canaglie
c’è stato quel baka di Evans, che a pensarci bene
è persino più canaglia dei
suoi protetti.
Quasi
richiamato dai suoi pensieri, o forse semplicemente attirato dai rumori
nel
corridoio, un uomo dai capelli candidi che gli ricadono sui pigri occhi
rossi
si affaccia dalla porta del salone, le mani nelle tasche dei pantaloni
e il
sorriso selvaggio che lo caratterizza sul bel viso.
<<
Ehi, siete tornate! Pensavo aveste finito per stabilirvi in Alabama
>>
Maka
assottiglia lo sguardo, osservandolo con un sorrisetto irritato che fa
presagire alla sua ex Buki l’arrivo di un bel “Maka
Chop!”
<<
… Siamo state in Algeria, baka! E poi abbiamo lavorato, mica
come te che hai
fatto da balia a dei bambini, mister DeathScythe dei miei stivali
…>>
Soul
fa una smorfia scocciata, ignorando il suo rimprovero e sollevando le
spalle in
un suo tipico gesto di noncuranza. Sa che la Meister odia quando fa
così, ma
non può farci niente. È un abitudine, si diverte
un mondo ad irritarla.
Prevedendo
il litigio la giovane alle spalle della Albarn si fa avanti,
affacciandosi da
sotto un suo braccio alzato con un espressione buffa che vorrebbe
essere un
misto fra severità e sonnolenza.
<<
Soul-kun, Chrona è già arrivato? >>
La
Falce si passa una mano dietro il capo, grattandosi i capelli, annoiato.
<<
No. Né lui né Kid. Credo siano ancora alla
Shibusen, avevano da fare suppongo
>>
Maka
sorride, intenerita, all’espressione delusa e preoccupata
della sua compagna, poggiandole
poi una mano sulla spalla.
<<
Su Leona, i nostri mariti hanno perso sta volta. Tocca a loro pagare
pegno, no?
>>
La
Hikari alza lo sguardo, tornato luminoso, sogghignando in risposta
sotto lo
sguardo perplesso di Soul.
<<
… Mpf, le donne >>
Sbuffa
poi questo, dando loro le spalle con aria di chi la sa lunga.
Le
due si guardano un attimo, poi scoppiano a ridere.
<<
Kaa-san! >>
La
voce arriva dal basso e attira le attenzioni della Meister. Sulla
porta, dove
poco prima stava l’indolente Buki, ora
c’è una bimba di non più di sei anni
dai
capelli neri come la pece con tre buffe strisce bianche al lato
sinistro del
capino scarmigliato e grandi occhioni verdi resi lucidi dalla
felicità e dal
sonno.
Maka
sorride alla sua bambina, abbassandosi sulle ginocchia e allargando le
braccia,
accogliendo la piccola che si tuffa sul suo petto abbarbicandosi al suo
collo.
Mentre
si rialza, con la piccola in braccio, la donna sospira accarezzandole i
capelli
e poggiando la fronte contro la sua.
La
birbante è morta di sonno, ha rischiato di collassare pur di
aspettarla e
poterla salutare prima di andare a letto.
<<
Ehi amore… >>
Sussurra
lei, sfiorandole le guanciotte morbide e rosse. Adora sua figlia.
E’
bellissima, proprio come il suo papà. E come questo
è una Shinigami.
Al pensiero
le si stringe il cuore.
Anche
lei rimarrà eternamente giovane. L’unica ad
invecchiare sarà lei. Non può
sopportarlo.
La bambina
si accoccola sul suo petto, nascondendo il visetto
nell’incavo del suo collo,
nascosta dai suoi capelli.
<<
Soul-ojii-san diceva che non saresti tornata. Diceva che dovevo andare
a fare
la nanna, ma io non ho voluto! E ho fatto bene…Infatti sei
venuta! >>
Maka
sorride, stringendola forte a sé.
<<
Dovevi ascoltare lo zio e andare a letto. Sarai stanchissima
>>
La
piccola scuote il capino, convinta, ma uno sbadiglio la frega. La
Meister di
Falce sorride divertita, mentre nel frattempo Leona si è
avvicinata alla porta
con passi marziali posando i pugni sui capi violacei dei bimbi che
hanno fatto
capolino da essa seguendo l’amichetta.
Sono
identici, i visetti affilati e l’espressione assonnata nei
chiari occhi
azzurri, i capelli legati in due identici codini bassi per far felice
la
piccola Shinigami, visto che da sciolti sono terribilmente e
schifosamente asimmetrici e,
testuali parole, “io non
gioco con due scarti della perfezione universale”.
Assomigliano
in maniera impressionante a Chrona, rifletta la bionda guardandoli da
sopra la
spalla della figlia, ma hanno lo stesso carattere aperto e irruente
della
madre, anche se il più grande dei due possiede in minima
parte la timidezza e l’incertezza
del padre.
<<
Ahi! Kaa-san cosa abbiamo fatto? >>
Geme
il più piccolo fra i due, portandosi le mani in testa con
una smorfia.
<<
S-sei arrabbiata c-con noi? >>
Pigola
l’altro gemello, arrossendo in maniera preoccupante e
abbassando lo sguardo.
La madre
li osserva severa per qualche istante, poi chiude gli occhi e sorride,
premendo
più forte i pugni fra i fili lilla.
<<
Kaosu, Enea, mi siete mancati piccoli baka! >>
I due
fratelli alzano lo sguardo celeste sulla Buki, poi sorridono e
l’abbracciano in
contemporanea.
<<
Che scenetta rivoltante… >>
Sbuffa
Soul da dietro la porta, appoggiato alla parete, gli occhi chiusi e un
sorriso
divertito sul viso.
Infondo
gli piace questa quotidianità. Anche se avrebbe voluto far
parte della famiglia
di Maka in un altro modo… Anche essere lo zio acquisito e il
padrino della
piccola Shadow non gli dispiace.
<<
Soul? >>
Si volta, sorpreso, giusto in tempo per vedere gli identici sorrisi
malvagi e
folli di madre e figlia, mentre due enormi libroni usciti fuori i Kami
solo
sanno da dove lo colpiscono in viso e sul capo facendolo crollare al
suolo al
suono di “Maka Chop!”
“Sha Chop!”.
Le
due ‘ragazze’ si danno il cinque, vittoriose,
mentre i gemelli accorsi al
frastuono si chinano sullo sfortunato babysitter punzecchiandolo con
gli
indici.
<<
Ne Soul-kun … >>
Inizia
Kaosu con un sorrisetto.
<<
…Te la sei c-cercata! >>
Conclude
Enea, annuendo convinto, mentre la Buki di Falce mormora qualcosa di
incomprensibile gambe all’aria e sul viso i segni rossi in
rilievo della
copertina.
<<
Nh, ma che succede? >>
I
presenti si voltano sorpresi in direzione della voce. Nel salotto sono
spuntate, inosservate per colpa del baccano, due figure di uomini.
Quello
che ha parlato è un bel ragazzo dai capelli color pece,
corti al collo, con tre
buffe strisce bianche parallele al lato destro del capo e ipnotici
occhi
dorati, sul viso pallido scoperto dalla maschera a forma di teschio
appena
tolta un sorriso di svagata confusione.
Al suo
fianco un giovane dai capelli scalati, viola, così come i
grandi occhi
abbassati sul pavimento, che si tiene il braccio destro borbottando
qualcosa
fra sé e sé.
Maka
sorride, voltandosi, la bimba aggrappata ad un fianco come un grazioso
koala
assonnato.
Lo
Shinigami incrocia il suo sguardo, sgrana gli occhi e poi sorride. Non
l’aveva
vista.
<<
Ben tornata >>
Fa,
avvicinandosi a lei e abbassandosi a sfiorarle le labbra in un bacio,
mentre
Chrona viene attorniato dai gemelli che lo festeggiano e dalla moglie
che gli
si attacca al collo trascinandolo a terra sotto le risate di un Soul
che si è
ripreso dalla botta, seduto a terra a gambe incrociate.
<<
Mh…Ben tornato anche tu. Ma, Kid, inutile che fai il
ruffiano sta volta a
pagare il pegno siete voi >>
Il
giovane uomo si rialza, grattandosi il capo e sbuffando rassegnato.
Tanto lo
immaginava che non avrebbe attaccato, non con lei.
<<
Tou-san fa il ruffiano anche con me? >>
Chiede
assonnata la piccola, puntando gli stessi occhi della madre sul padre
che
abbassa lo sguardo su di lei sorridendole complice, per poi prenderla
da sotto
le ascelle e sollevarla in aria, lontano dalle braccia della madre
tenendola
alta sopra la sua testa.
<<
Il mio piccolo tesoro simmetrico! >>
Fa,
facendola ricadere giù, fra le sue braccia e stringendola
forte a sé. Anche se
non è perfettamente simmetrica per via di quelle strisce sui
capelli identiche
alle sue, anche se non è tutto questo per lui rimane il suo
tesoro più grande. Non
farà lo stesso errore di suo padre. Lui non è
Shinigami-sama. La sua famiglia
verrà sempre prima di tutto, anche prima di Death City e la
Shibusen.
La
bimba sorride, poi sbadiglia e chiude gli occhioni, appoggiando il capo
sul
petto del padre che le accarezza la frangetta.
<<
La mettiamo a letto insieme? >>
La
domanda da parte della moglie gli fa alzare lo sguardo, sorpreso.
<<
Sarai stanca Maka, posso fare da solo… >>
Lei
scuote il capo, cocciuta e convinta, osservando di sottecchi il Meister
di
Spada Demoniaca e la Buki rimboccare il plaid ai figlioletti assopitisi
nel
divano, mentre Soul è andato a sgranchirsi fuori a fumare
una sigaretta in attesa
che tutto si calmi per poter parlare meglio della missione appena
conclusa
delle due donne e di ciò che succede alla Shibusen.
Torna
a guardare le due persone più importanti della sua vita, e
sorride.
<<
No. Stasera voglio godermi la mia bambina >>
Kid
annuisce, mettendosi di fianco alla moglie e dando uno sguardo agli
altri,
mentre si avviano lungo le scale che portano al piano di sopra.
<<
Torniamo fra un po’. I Death The hanno bisogno di
intimità, quindi poco
casino o vi caccio
a pedate asimmetriche da casa
>>
Maka
sorride, notando gli sguardi sconcertati dei due sul divano.
… Ma
in fondo che importa?
Fin tanto che le cose continueranno così le andrà
bene. Basterà essere felici.
E poi
sono o non sono una famiglia di matti?
La piccola Shadow, i gemelli Kaosu e Enea e la Buki Leona sono OOC di
mia proprietà, pregherei di non usufruirne indebitamente (?)
xD
Jaane!