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Autore: Sognatrice_91    28/09/2010    2 recensioni
Una ragazzina goffa, la quale lunga chioma color bosco era intrappolata da delle treccie che, furiose, sventolavano avanti e indietro lungo la schiena.
Il passo, troppo svelto, era tuttavia stanco e poco composto.
"Possibile che ovunque vada faccia sempre brutta figura?", si rimproverò la ragazza.
Avrebbe preferito ignorare la gente in difficoltà, ma la sua natura cordiale e schiva la portava a compiere gesti di grande gentilezza che spesso la etichettavano come "ragazza buona".
Ma lei sapeva di non essere così "buona".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory, Taruto Ikisatashi/Tart
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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cicici Il rumore della pioggia: dolce, intenso, puro e soave.
Il rumore del tuono: forte, bruto, e spaventoso.

Correva svelta riparando con un cappuccio bianco la chioma smeraldina, esposta ormai da qualche minuto all'incessante pioggia che accompagnava il cielo di Tokyo dalla sera dell'ultima battaglia con gli alieni.
Compagni di viaggio un pesante giubbotto color crema, -inzuppato completamente dall'acqua-, e una piccola carpetta avorio reduce da un'altra delle stancanti lezioni pomeridiane alle quali prendeva parte due volte la settimana.
"La chimica... Questa è colpa della chimica", pensò con sconforto, provando ad ignorare le gocce d'acqua che scendevano fastidiosamente giù per gli spessi occhiali.
Continuò a correre, inciampando qualche volta di troppo, finchè la sua attenzione non fu attirata da un'ombra che, furtiva, attraversava la strada facendo cadere di mano dei documenti ad un passante.
Si fermò.
Nonostante si trovasse a pochi metri dalla meta, non potè ignorare le imprecazioni urlate a perdifiato e senza ritegno dalla vittima.
Lenta, ma con decisione, si diresse verso i fogli sbiaditi dalle pozzanghere e cominciò a raccoglierli uno ad uno.
   -"Cosa stai facendo ragazzina?!"
Il tono della voce tradiva nervosismo.
La ragazza si alzò di scatto, con un mazzo di fogli che era riuscita a salvare dal degrado dell'umidità.
   -"Questi credo siano tuoi", mormorò col viso in fiamme.
Lo sconosciuto prese ciò che gli apparteneva, senza badare allo spavento della ragazza, e con uno sguardo di disapprovazione constatò che la maggior parte delle informazioni, che aveva duramente raccolto in quella documentazione, era ormai persa.
   -"Dannazione", mormorò passandosi una mano sul viso.
   -"Scusami non sono riuscita a salvarne degli altri", disse tutto d'un fiato la verde mentre faceva retrofont.
Solo allora il ragazzo volse uno sguardo a colei che velocemente si allontanava riprendendo l'originaria strada.
Una ragazzina goffa, la quale lunga chioma color bosco era intrappolata da delle treccie che, furiose, sventolavano avanti e indietro lungo la schiena.
Il passo, troppo svelto, era tuttavia stanco e poco composto.
"Possibile che ovunque vada faccia sempre brutta figura?", si rimproverò la ragazza.
Avrebbe preferito ignorare la gente in difficoltà, ma la sua natura cordiale e schiva la portava a compiere gesti di grande gentilezza che spesso la etichettavano come "ragazza buona".
Ma lei sapeva di non essere così "buona".
Combatteva sotto le vesti di Mew Mew, facendo soffrire in primo luogo la famiglia -che molto spesso all'ora di cena si ritrovava sul tavolo un biglietto scritto velocemente, nella quale la ragazza spiegava di avere questioni importanti da sbrigare- e in secondo luogo i suoi nemici, desiderosi semplicemente di un luogo dove trasferire la propria gente.
Si sentiva un mostro, un essere ignobile e poco normale.
La normalità non le apparteneva minimamente, e forse non le era mai appartenuta.
Il rumore di un tuono pervase la frenesia dei suoi pensieri.

  -"Ti sei fatta male?"
La ragazza aprì gli occhi, guardandosi intorno confusa.
  -"Sto bene grazie", rispose con un filo di voce poco convincente.
Si sedette sull'asfalto, notando che la pioggia ormai le aveva inzuppato anche gli occhiali.
Li sfilò dal viso, riponendoli accuratamente dentro la carpetta che teneva in mano.
   -"Va bene allora io vado"
La voce proveniva da un bambino in bicicletta che velocemente si allontanava.
   -"G-Grazie!", urlò lei ancora confusa.
Non ricordava precisamente cosa fosse successo, ma probabilmente aveva inciampato su qualcosa per l'ennesima volta e aveva sbattuto la testa.

   -"Una caduta singolare, non c'è che dire"
La ragazza si voltò di scatto riconoscendo la voce del ragazzo al quale, poco prima, aveva raccolto i documenti.
Il viso di lui le apparì familiare, ma non immediatamente riconoscibile.
I capelli violacei, completamente bagnati dalla pioggia, scendevano composti lungo la fronte; gli occhi, profondi e misteriosi, la scrutavano attentamente.
Solo allora si accorse di avere di fronte uno dei suoi più acerrimi nemici: Pai.
Come aveva fatto a non riconoscerlo prima?
Forse la foga di sbrigarsi a raccogliere quelle carte, aveva distolto l'attenzione dal viso dell'assisitito.
Forse la mancanza delle orecchie caratteristiche della sua specie l'aveva reso quasi umano.
Divenne pallida.
   -"Pai...", mormorò alzadosi meccanicamente.
L'alieno aggrottò le sopracciglia.
  -"Come fai a conoscere il mio nome?", disse con calma apparente.
La verde si portò le mani al petto, cercando di indietreggiare il più lentamente possibile.
"Forse non mi ha riconosciuto nella versione umana", pensò con un lieve sospiro di sollievo.
  -"Avanti rispondi", insistè quello, spazientito dall'attesa.
  -"Ho tirato ad indovinare", mormorò agitata.
L'alieno rimase impassibile, continuando a scrutare la ragazza.
  -"Ah...", disse con poca convinzione.
Si mosse con uno strano sguardo verso la poverina che, presa dallo sconforto, si  aspettava un attacco a sorpresa.
Ebbe paura, davvero tanta.
Le mancò quasi il respiro; chiuse gli occhi aspettandosi il peggio.
   -"Grazie", disse lui in modo sbrigativo, porgendole un ombrello preso da chissà dove.
La ragazza aprì gli occhi acquosi, mostrando un'espressione del tutto sorpresa.
   -"Per quei fogli...Intendo", le spiegò in modo noncurante.
Un sorriso dipinse il volto di lei, facendola apparire molto più serena.
Pai le lasciò l'ombrello, allontanandosi con espressione seria.
  -"No aspetta, questo è tuo!", balbettò lei cercando di raggiungerlo.
Nulla.
Svoltato l'angolo non c'era più nessuno.
"Sapevo che non eri cattivo"

*..*--*..*___*..*--*..*
L'alieno raggiunse la base, bagnato fradicio.
   -"Guarda un po' chi si rivede", sghignazzò un altro alieno dai capelli verdi.
Pai ignorò l'altro e tolse il maglione che portava.
   -"Se non ti conoscessi direi che sei un comune umano", continuò stuzzicandolo.
Il ragazzo ignorò nuovamente il compagno, dirigendosi verso la base dei computer.
   -"Si può sapere cosa hai fatto tutto questo tempo?", chiese una nuova voce.
Pai si voltò stanco di tutte quelle domande.
   -"Tart, perchè non sei al Cafè Mew Mew?", chiese secco.
Il ragazzino deglutì pallido.
Era stato incaricato dal maggiore di portare a termine una piccola ricerca, ma fermato dagli abbracci calorosi di una certa ragazzina scimmia aveva deciso di tornare alla base.
   -"Beh, perchè... Non c'era nulla da scoprire", disse tutto d'un fiato con una risata di circostanza.
Quiche mise le mani dietro la nuca.
   -"Guarda che quella Mew Scimmia la potrei disintegrare in meno di un secondo...se solo me lo permettessi", sbadigliò quest'ultimo provocando l'imbarazzo del minore.
   -"Smettila! Anch'io se voglio posso sbarazzarmene!", rispose infuocato dalla rabbia.
   -"Voglio, infatti... Ma tu non vuoi proprio", ammiccò Quiche.
Pai scosse le spalle.
   -"Smettetela voi due, e datemi una mano a preparare il mio prossimo piano"
I due smisero immediatamente, guardandolo storditi.
   -"Pai che non interviene in modo brusco e tagliente?! Questa sì che è una sorpresa", rise Quiche.
Tart cominciò a lievitare avvicinandosi al maggiore.
   -"Questa volta devo dare ragione a lui..", mormorò esaminando i fogli sbattuti poco prima sul tavolo da Pai.
Erano bagnati fradici.
   -"Cos'è successo a queste ricerche?", continuò.
Pai scosse le spalle.
   -"Tart, lascialo stare è meglio"
Quiche brontolò qualcosa e uscì dalla dimensione.
Il minore snervato dall'atteggiamento dei ragazzi decise di seguire le orme di Quiche.
Lui rimase solo.
Soltanto allora sospirò rumorosamente passandosi una mano tra i capelli ormai umidi.
Ripensò alle ultime ore.
Si odiava.
"Sono diventato debole"
Scosse la testa nervosamente, guardando quei fogli stropicciati che fino a poco prima erano stati nelle mani della ragazza dai capelli color smeraldo.
Ne prese uno, avvicinandolo al viso.
Inspirò profondamente.
Brezza marina.
"Mew Lory, la prossima volta non te la caverai così facilmente", pensò poco convinto.
Quelle ormai erano diventate parole meccaniche, frasi senza alcun senso.
Il ragazzo aveva riconosciuto subito la nemica, tuttavia aveva preferito tacere.
Nemmeno lui sapeva cosa l'aveva spinto ad essere persino "gentile", ma questa sensazione di arresa di fronte ad un'occasione così propizia lo stava annientando.
Raccolse le sue cose e andò in branda.
Il turbine di pensieri focalizzati sulla ragazza si ripresentò immediatamente.

"Forse se fossimo nati in un'epoca diversa..."

Il sonno lo colse prima che finisse la frase.












Ciao a tutti ragazzi ^___^
Mi fa davvero piacere esser tornata su queste pagine dopo moltissimo tempo!! XD
Molti di voi sicuramente non si ricorderanno della sottoscritta, ma vi assicuro che "al tempo" scrivevo molto ^^'
Non ho più potuto postare perchè ho avuto vari problemi col pc,
perciò in attesa di continuare le mie "vecchie e abbandonate storie" (ç________ç) ho deciso di proporvi una piccola "short" (chiamiamola così XD) che mi frullava in testa da un po' ^^

Spero vi piaccia :-)
aspetto numerosi commenti!!!!  ^OOOOOOO^ ahahah
Bacioni cari vi adoro *___*
-Vale
  
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