Anime & Manga > Full Metal Panic
Ricorda la storia  |      
Autore: Tomislav    02/11/2005    4 recensioni
Alle 4:30, per un solo minuto, il De Danaan emerge per recuperare Kaname Chidori ed il Sergente Sagara; nell'hangar di volo, poco dopo, il Maggiore Kalinin si sente rivolgere domande a cui non sa dare risposta: sarà premura di Gendo Ikari chiarirgli un po' le idee...
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Documento senza titolo

Premessa

Per una chiara comprensione della vicenda, affinché non sembri più “campata in aria” di quanto in realtà non sia, è bene dire fin da subito che la narrazione ha luogo dopo il sesto episodio di Full Metal Panic, quando ancora non era noto che fosse Tessa ad aver progettato, personalmente, il sottomarino Tuatha De Danaan. Ciò detto, resta inteso che i personaggi di questa fanfiction sono di proprietà dei rispettivi Autori e delle relative Case di Produzione. Io mi sono limitato a mischiarli un po', per scopi antitetici a quelli di lucro, nel pieno rispetto dei diritti che insistono su di essi. Essendo questa fanfiction un crossover tra Full Metal Panic e Neon Genesis Evangelion, immagino che tu, che la stai leggendo, conosca a grandi linee le vicende di questi due grandiosi anime . Se però ti sei dimenticato qualche dettaglio, ho provveduto ad aggiungere qualche nota che spieghi alcuni avvenimenti, le sigle ed i termini tecnici utilizzati, ma senza alcuna pretesa di completezza, note per il cui codice non ringrazierò mai abbastanza Lady Butterfly...

 

Prologo

 

“Vorrei dunque parlare liberamente, ed essere ascoltato da coloro che penetreranno le origini della conoscenza,

insieme a coloro che custodiranno stretti i meravigliosi misteri:

gli uomini non comprendono il segreto insito nel modo in cui le cose accadono,

e neppure comprendono le cose antiche e neppure comprendono ciò che sta per accadere loro,

così non comprenderanno loro stessi senza sapere il segreto insito nel modo in cui le cose accadono.”

[ Death Sea Scrolls, 4Q301 F1 – 1W027 C1]

* * * * *

“Senta Maggiore…” esitò il Sergente Sagara, “cos'è il Lambda Driver? Conosco le basi fondamentali della fisica, ma non ho mai saputo dell'esistenza di un dispositivo capace di generare un potere simile...”

Il Maggiore Kalinin sospirò.

“Per la tua generazione è difficile da comprendere, ma la tecnologia delle armi moderne è alquanto anomala”. Soppesò attentamente le parole, e continuò “Non parlo solo del Lambda Driver, ma anche dell' ECS e del sistema di propulsione di questo sottomarino. Sono tecnologie troppo avanzate… e – indicò l'ARX-7 Arbalest – quest'arma robotica degna di un romanzo di fantascienza, che si impone sul campo di battaglia… non ti è mai venuto in mente che possa essere innaturale?”

“Veramente - si schernì il sottoposto - mi sono posto il problema soltanto oggi”

“Sono domande che mi tormentano da tempo…” aggiunse l'altro uomo, con fare quasi paterno. “Queste macchine non dovrebbero esistere, eppure sono reali. La tecnologia che permette di costruirle… chi mai avrà inventato la Black Technology e, soprattutto, quali sono le sue origini?”

“Si riferisce a persone come Chidori; ovvero a coloro che vengono chiamati Whispered?”

“Purtroppo questo non posso rivelarlo però… cerca di tenerlo bene a mente”

Il Maggiore cambiò discorso, troppo rapidamente per non essere notato. Le sue risposte non avevano minimamente soddisfatto la curiosità di Sousuke, ma Kalinin non era solo un suo superiore, bensì il mentore a cui così tanto doveva: se non poteva rivelargli un'informazione, significava che questa non era vitale per il suo lavoro.

O almeno Sousuke la pensava così.

 

Full Metal Panic: Geihrn

 

“Come fa ad essere sempre così freddo?”

Questo gli aveva chiesto il Sergente Mao poche ore prima. La stessa domanda se la stava nuovamente ponendo adesso, da solo, mentre percorreva a grandi falcate il corridoio che conduceva all'hangar di volo. In quel momento non poteva permettersi di parlare con nessuno, altrimenti la sua rabbia sarebbe esplosa. Se c'era una cosa che non tollerava , infatti, era la disonestà verso i subordinati. E nei confronti del Sergente Sagara era stato – per usare un eufemismo – piuttosto elusivo. Del resto, anche se avesse potuto rispondere con sincerità alle domande postegli ai piedi dell' Arbalest, non avrebbe potuto che formulare delle semplici ipotesi.

Il sacrificio di un soldato, qualche volta, è un male necessario.

“La vittoria è un bene più grande della vita di un individuo”, non perdeva occasione di sottolineare il suo Istruttore Capo quando, in piena Guerra Fredda, era entrato a far parte delle truppe Spetznaz. Questa certezza lo aveva accompagnato per l'intera sua vita lavorativa, sia ai tempi dell'Armata Rossa che attraverso le mille guerre tra Africa e Medio Oriente, a cui aveva partecipato in qualità di consulente.

Sorrise amaramente, accorgendosi di aver pensato a sé in termini così poeticamente naive . “Andrei, tu sei un assassino” bisbigliò a se stesso nella confusione dell'hangar, “E anche di quelli bravi: la tua età te lo conferma. Sei un professionista… resta solo da vedere se questa è davvero la scala sulla quale vuoi operare”.

Si avvicinò a un interfono e chiamò la sala comando, avvertendo il Comandante Testarossa che sarebbe salito a bordo del prossimo elicottero in partenza per Tokyo, al fine di sistemare la questione “dirottamento” con le autorità locali. Il superiore lo autorizzò al decollo; mentre ordinava che venisse comunicato a Gail McAllen di occuparsi dello SRT, durante l'assenza del Maggiore, si domandò perché Kalinin avesse tanta fretta di lasciare il De Danaan.

Una ragione c'era, ma non le sarebbe piaciuto conoscerla.

Ancora scuro in volto, Kalinin prese posto su di un sedile dell'elicottero da trasporto, indossò il casco di volo e confermò seccamente al pilota che poteva partire. Aveva con sé solo un porta abiti e la cartelletta da lavoro, dalla quale non si separava mai.

Ai piani più bassi della nave si sghignazzava, pensando che contenesse la collezione completa delle foto di Tessa. Era una di quelle sciocchezze che creavano cameratismo ma che era disposto, di buon grado, a tollerare.

Il contenuto della sua cartellina, però, era ben più scottante…

* * * * *

Uscì dalla sauna e si diresse, in accappatoio, verso la propria camera. La sauna lo aiutava sempre a pensare con chiarezza, era un'abitudine che portava con sé fin dalla Scuola Ufficiali : doveva essere il più lucido possibile nell'incontro che lo attendeva a breve.

Si rasò, e fece una doccia, uscendo dalla quale chiamò la reception per chiedere che gli venisse messa a disposizione un'automobile.

“No signorina, questa volta non credo mi servirà un conducente. Sì, una Honda Civic andrà benissimo. No, non mi servirà per più di qualche ora”. Soddisfatto, si vestì e scese nel garage del Park Hyatt, dove il responsabile dell'autonoleggio lo accolse con un profondo inchino.

“Volkov-san, che piacere rivederla qui a Tokyo. La sua auto sta arrivando, un inserviente la sta portando qui in questo momento…”

– Sono sempre molto teatrali con il signor Volkov – sorrise Kalinin tra sé e sé – Certo, il Signor Volkov è sempre così generoso… –

Firmò la ricevuta della carta di credito, senza dimenticare una cospicua mancia per il personale, e si avviò nel traffico, facendo bene attenzione a ricordare che in Giappone si guidava in senso opposto a quello a cui era abituato in Russia.

– Effettivamente – rammentò il Maggiore con un ghigno – In Russia si guidava in un solo senso, quello stabilito da lui e dai sui uomini : non ricordava di aver mai incontrato del traffico ad ostacolare l'incedere della sua unità. Un osservatore casuale non avrebbe notato nulla di particolare nel suo modo di condurre l'automobile. Prestandovi maggiore attenzione, però, si sarebbe forse potuto dire che il “Signor Volkov” non conoscesse le strade di Tokyo con particolare perizia, viste alcune repentine svolte ed inversioni di marcia. Kalinin chiamava tutto questo controspionaggio: doveva essere certo, senza alcun margine di dubbio, di non essere seguito da nessuno.

Guidò così per tutto il pomeriggio spaziando dai quartieri residenziali vicino ai giardini Sankeyen, dove visitò un vecchio compagno d'armi che ora si occupava della sicurezza dei Mitsubishi, a Marunouchi , dove ne approfittò per un controllo alle finanze della sua falsa identità, fino al porto, dove doveva verificare un indirizzo; quando la sera iniziò a calare, decise di procedere.

– Per prima cosa – pensò – salutiamo il signor Volkov –

Si diresse verso una filiale Hertz che aveva notato alcuni minuti prima e restituì, mortificato e dispiaciuto, l'auto alla compagnia, pregando l'impiegato di riportarla al suo hotel. Chiese anche di poter telefonare all'albergo, a cui comunicò che sarebbe partito di lì a poco: avrebbero dovuto addebitare il costo della camera sulla sua carta di credito, oltre a recapitare le poche cose che aveva lasciato a un determinato indirizzo che comunicò. Domandò all'inserviente la cortesia di prenotargli un taxi; uscì ad attenderlo.

* * * * *

Kalinin era ormai sicuro che nessuno lo seguisse. Pedinare un Ufficiale Superiore era troppo anche per la Mithril, in effetti, sebbene ne avrebbero avuto tutte le ragioni.

Si fece lasciare dal taxi nei pressi di una fermata della metropolitana e scese per una passeggiata, durante la quale comprò una scheda telefonica che estrasse personalmente dal mazzo. Nessun satellite e nessuna telecamera avrebbe così potuto notare il suo numero di serie. Colpito dal suo giapponese forbito, il negoziante non fece obiezione al vezzo del gaijin.

Raggiunta la stazione, dopo aver cambiato linea per alcune volte, il Maggiore si avvicinò ad un telefono pubblico. Attese la linea e compose un numero di Tokyo. La voce che rispose dall'altra parte non era quella che si attendeva, ma la riconobbe subito.

“Professor Fuyuzuki. Non immaginavo di trovarla lì.” La linea trasmise alcuni secondi carichi di silenzio “Lui è lì? E' necessario che io gli parli, subito.”

Finalmente, Kouzou rispose. “Andrei Sergievich, non posso dire che mi stupisca sentire la sua voce. No, lui non c'è, ma sarà presto di ritorno. E sono sicuro che sarà molto interessato a ciò che avrà da dire”.

La conversazione si interruppe. Da una parte, Kouzou Fuyuzuki e Gendo Ikari si guardarono l'un l'altro e sorrisero con un cenno di assenso. Dall'altra, Andrei Sergievich Kalinin fissò la folla degli impiegati che rincasavano senza vederne nessuno; si domandò, ancora una volta, se avesse fatto la cosa giusta e se fosse ancora in tempo per tornare indietro.

* * * * *

Era uno di quei palazzi che, pur essendo vicini al porto, si era salvato dallo tsunami del 2000. Tra le tante targhe nell'ingresso quella della Gehirn non spiccava; Kalinin dovette chiedere assistenza al portiere che lo indirizzò verso il seminterrato. Suonò alla porta, la quale si aprì automaticamente. Una giovane ragazza di nome Yui – o almeno così recitava la targhetta sul suo camice immacolato – gli venne incontro e lo introdusse in una delle stanze di destra che si affacciavano sul lungo corridoio. Al suo interno nient'altro che un armadio e una scala, che gli fu detto di scendere interamente.

Dopo quattro rampe, il Maggiore si trovò in una enorme sala, occupata solo da un tavolo da riunione con dodici posti, attrezzato per le olo-conferenze, e una scrivania. L'unico rumore era quello di un vecchio pendolo, assordante per l'eco che produceva nel suo incessante ticchettare. Due uomini, uno sprofondato dietro lo scrittoio, e l'altro in piedi ma appoggiato a questo, lo fissarono, e gli fecero cenno di avvicinarsi. Kalinin fu perquisito gentilmente ma con fermezza; la sua valigetta, dopo che ne ebbe estratto alcuni fascicoli, fu chiusa, assieme alla sua giacca, dentro un armadio a muro.

L'uomo seduto smise di premere i polpastrelli delle dita gli uni contro gli altri, indossò gli occhiali dalle lenti rettangolari, poggiati sopra a un libro, e fissò il Maggiore per alcuni secondi.

“Immagino, Andrei, che lei sia qui per complimentarsi per il nostro lavoro” esclamò infine “Mi è stato riportato che ha funzionato oltre ogni aspettativa, in special modo su un soggetto vergine”.

“Già”, rispose Kalinin “Il Lambda Driver ha funzionato perfettamente. Peccato non ci aveste detto di aver venduto questo dannato apparecchio anche ai terroristi!”

“Freni la lingua, signor Kalinin” lo apostrofò Kouzou. “Non abbiamo mai pensato di cedere la Black Technology solo a lei e ai suoi mercenari. È stato sciocco a pensarlo, se l'ha fatto. Anzi, dovrebbe ringraziarci: non ne abbiamo fatto una questione di numeri, ma di strategia. Vendendo diversi ritrovati a voi, ad Amalgam, e ad altri gruppi in giro per il mondo, abbiamo accordato alle persone come lei, Andrei Sergievich, di trarre un enorme lustro dalle battaglie che verranno.

La vittoria non sarà di chi avrà le armi migliori, ma di chi le saprà utilizzare nella maniera migliore. In pratica, il soldato più astuto, più capace di adattarsi e di accettare nuove sfide, vincerà. E se lei, Andrei, non pensasse di essere quel soldato… beh, non avrebbe senso per lei continuare a vestire l'uniforme, no?”

Kalinin si sentì in trappola. Aveva acconsentito a portare la scena bellica mondiale su un piano completamente nuovo e più letale: aveva accettato di acquistare il Lambda Driver, e altre soluzioni definitive, per essere la più potente forza mercenaria sul pianeta. E nel fare questo, aveva coperto d'oro Fuyuzuki ed Ikari che lo fissavano con lo sguardo del cacciatore quando incrocia gli occhi della preda intrappolata. Del resto, le conseguenze del cataclisma di pochi anni prima avevano reso necessario che la Mithril assumesse un ruolo preminente nella gestione dei conflitti mondiali: nessun altro, ormai, sarebbe stato più in grado di farlo.

“Mi dica, Andrei” intervenne Ikari interrompendo i pensieri del Maggiore “Come si è comportato il ragazzo?”

Il ragazzo era Sousuke, il sergente a cui, negli ambienti della Gehirn , ci si riferiva come lo Zero Children . Sousuke , infatti, era stato , poche ore prima, la prima persona della storia che, pur essendo parte e pilota di un sistema biomeccanico da battaglia, non aveva assunto quei medicinali che, sebbene lo avrebbero aiutato, avrebbero reso la parte biologica del meccanismo assolutamente instabile ed inaffidabile.

Kalinin sospirò.

“Il ragazzo non ha compreso assolutamente ciò che è accaduto, e non sarebbe stato in grado di far funzionare il Lambda Driver senza l'aiuto di Kaname Chidori. Egli crede che l'Arbalest, per quanto potente, sia solo un AS meccanico, e che il Lambda Driver serva per commutare in energia il forte impulso di difendersi o di attaccare del pilota. Altro non pensa, né tanto meno gli è stato comunicato.”

“Quindi” continuò Gendo Ikari “Sembra che tutto inizi a funzionare secondo il nostro scenario.” Si rivolse più a Fuyuzuki, che sorrise, che non al Maggiore Kalinin, che fu costretto a domandarsi quale fosse, in realtà, il loro scenario.

Per tredici, lunghi anni, non comprese la risposta che ricevette.

“Andrei, mentre tu combatti la tua guerra da quattro soldi in favore di persone che valgono meno di niente, qui sta iniziando il progetto per il perfezionamento dell'uomo.

Si parla di cose molto più vaste dei miei conti cifrati a Hong Kong, che voi stessi della Mithril avete provveduto a rimpinguare.

Si parla della storia del genere umano: se accettarla così com'è o se prenderla in mano e provare a darle un senso. Non mi aspetto che tu capisca.

Mi aspetto che tu continui a fare il tuo dovere di pedina in una partita nella quale neppure a me, che sono un giocatore, è chiaro se io abbia davvero un ruolo oppure se stia solo muovendo i pezzi per qualcuno a un livello superiore al mio. E tieni presente, Andrei, che il mio livello è piuttosto alto.”

Il maggiore Kalinin rimase sconcertato alle parole di Ikari; trascorse i successivi istanti riordinando le carte che aveva appoggiato sulla scrivania, come a voler dare forma ai propri pensieri.

Non trovava, in realtà, che ci fosse altro da dire: nonostante avesse acquistato la tecnologia messa a punto dalla Geihrn con le migliori intenzioni, non poteva ormai evitare che Gendo e Kouzou tirassero le fila delle sue azioni.

“Per quanto concerne le ragazze Whispered…” aggiunse d'un tratto Ikari “Abbiamo terminato di elaborare il materiale proveniente da Tessa, per cui potremo dedicare a Kaname Chidori tutta l'attenzione che merita. Nel frattempo,” aggiunse con fare beffardo, “le raccomandiamo, caro Andrei, di proteggerla al meglio delle sue possibilità. Dai primi accertamenti, sembra che con lei potremo finalmente quadrare il cerchio… il che non la riguarda.

Ciò che la riguarda, e anche molto da vicino, è che questa Kaname sarà l'ago della bilancia nella guerra in cui non vi siete ancora accorti di esservi impantanati.

Non che questo mi dispiaccia, in fondo.”

Gendo si accese un sigaro, e spinse voluttuosamente il fumo che aveva appena inalato verso il Maggiore Kalinin, il quale considerò il gesto come un invito ad allontanarsi. Raccolse le proprie scartoffie, vi accluse un dossier che prese dalle mani di Fuyuzuki, ritirò la valigetta e la giacca dall'armadio, e se ne andò senza proferire verbo. Risalì le scale con passo stanco, curvo sotto il fardello di responsabilità che gravavano sulle sue spalle. Uscì dal palazzo e si diresse verso il porto, accarezzando l'idea di aprire la sua ventiquattrore schermata, estrarne il telefono satellitare ed ordinare allo SRT di radere al suolo la zona. Probabilmente non sarebbe servito a molto, considerò… se non a placargli i nervi.

* * * * *

“Quell'uomo sta iniziando ad intuire qualcosa, Ikari…” fece Fuyuzuki quando la porta d'accesso al salone fu chiusa dietro alle spalle del Maggiore Kalinin, “Forse dovremmo prendere dei provvedimenti”.

Gendo Ikari aspirò il fumo acre del sigaro, e sorrise.

“Fuyuzuki, quell'uomo non ha la più pallida idea di che cosa stiamo facendo” – E neppure tu, temo – considerò tra sé e sé.

“Non di meno, potrebbe esserci d'imbarazzo.” Si alzò dalla poltrona dietro alla scrivania, si infilò un leggero soprabito e, spegnendo con accanimento il mozzicone dentro ad un immacolato portacenere di cristallo aggiunse: “E' ora che io vada. Fuyuzuki, lascio il resto a te.”

* * * * *

Era notte fonda quando il taxi di Gendo Ikari imboccò la strada di casa.

L'incontro con gli altri membri si era protratto più del previsto. Avevano riletto i Rotoli da capo, per assicurarsi di non essere sul punto di commettere qualche errore.

Il progetto per il perfezionamento dell'uomo era ormai in fase di definizione – che stupido che era stato a nominarlo a Kalinin!

Come previsto nei Rotoli, era bastato accedere alle menti di tre Whispered per completare la Black Technology. Ora restava solo da applicarla nella sua interezza, invertendo le proporzioni tra elemento biologico ed elemento meccanico.

Il Lambda Driver, che tanto scalpore aveva suscitato, sarebbe sembrato un pezzo d'antiquariato al confronto di ciò che aveva in mente: anche Fuyuzuki e Yui l'avrebbero preso per pazzo, se avesse rivelato loro le sue intenzioni.

Nemmeno a Yui – a lei che era dannatamente brava – avrebbe mai potuto descrivere lo scenario per quello che era davvero: si sarebbe rifiutata di continuare il lavoro a causa delle assurde ragioni morali che le ingessavano la mente. Che sciocca che era!

Infilò la chiave nella toppa, la girò ed entrò in casa.

Yui e Shinji dormivano in camera, come al solito.

Gendo si accasciò nella sua poltrona in salotto, si versò due dita di whisky in un bicchiere e chiuse gli occhi, strizzandosi con due dita l'attaccatura del naso. Mentre combatteva contro il sonno , per rifuggire gli incubi ormai quotidiani, ricapitolò tra sé e sé la situazione.

“Prototipo del Magi System, quasi completato… è in fase di collaudo a bordo del De Danaan…

Morte di Yui in conseguenza del test di attivazione prevista in venti, massimo ventidue mesi…

Prototipo di sistema di guida Entry Plug completato, testato ieri notte a bordo dell'Arx-7 Arbalest…

Zero Children operativo: con le limitazioni dovute all'età è stato in grado di generare un primo AT-Field grezzo…”

D'un tratto sentì il pianto di un bimbo, vide una luce accendersi e udì la voce di sua moglie Yui chiamarlo con la voce impastata di sonno. Sorrise sardonico.

Third Children nato al momento opportuno… avrà l'età adatta quando necessario, come previsto dal mio scenario.”

 

On air: “Canta per me” – Yuki Kajiura

 

Nota dell'Autore

La frase che compare all'inizio è l'insieme di due frammenti dei Rotoli del Mar Morto, che ho tradotto dall'inglese con il solo scopo di fare da introduzione a questa fanfiction … chi conosce sia Neon Genesis Evangelion che Full Metal Panic non potrà che concordare quanto quelle poche righe dicano, sorprendentemente, delle serie che amiamo. Poco dopo, ho riportato il dialogo tra Sagara e Kalinin così come avviene verso la fine dell'episodio sei della prima serie di FMP, a parte le correzioni della mia “betareader” sopraffina, che ha avuto da ridire anche sui testi della ShinVision… Grazie cara, se non scrivo il tuo nome sappi che è solo per rispetto, affinché non venga associato a questa “cosa” ^_^

Il senso di questa nota è per lo più quello di puntualizzare il mio sommo rispetto per il Maggiore Kalinin, che desidero non venga visto né come un traditore, né tanto meno come un personaggio negativo. Semplicemente, qualche sua “ line ”, nel corso delle varie serie e dei romanzi, è piuttosto ambigua e mi ha lasciato lo spazio per inventarmi una assurda connessione tra Full Metal Panic e Neon Genesis Evangelion, i miei anime preferiti.

Questi due capolavori si accomunano per una cosa fondamentale: entrambi hanno una cronologia piuttosto dettagliata e, per una certa parte, sovrapponibile – ciò che ho provato a fare, nonostante io abbia solo potuto fare una stima dell'effettiva data di alcuni eventi da me utilizzati, perché nelle serie in parola sono considerati minori e non viene loro prestata particolare attenzione. Che altro dire, se non “Grazie!” a te, lettore o lettrice che sei arrivato fin qui…

 

Note:

Lambda Driver: nella serie “Full Metal Panic”, il Lambda Driver è il fulcro della “Black Technology”, un insieme di conoscenze tecniche e scientifiche “dieci anni più avanti del loro tempo”. In particolare, si tratta di un dispositivo in grado di “convogliare il forte impulso di difendersi e contrattaccare” del pilota in un mezzo che ne sia equipaggiato.

ECS: ovvero Electonic Camouflage System , il sistema che consente, ai mezzi che ne sono equipaggiati, di passare inosservati sia alla vista che a radar e sonar.

Arx-7 Arbalest: un modello di Arm Slave equipaggiato con Lambda Driver, primo del genere nelle fila della Mithril.

Black Technology: la teoria applicata del Lambda Driver, contenuta nelle menti delle persone Whispered.

SRT: è lo Special Response Team , ovvero l'unità di risposta rapida della Mithril imbarcata sul De Danaan.

Tuatha de Danaan: il sottomarino della Mithril comandato dal Colonnello Teletha Testarossa, primo e unico battello varato della sua classe.

Mithril: l'esercito mercenario al quale appartengono Kalinin, Sagara, Mao e il Colonnello Testarossa.

Gaijin: termine giapponese che indica uno straniero. Si dice che originariamente significasse outsider o nemico. Altri dicono che sia invece la contrazione di gaikokujin , parola utilizzata per indicare stranieri di provenienza indoeuropea. In una società chiusa come quella giapponese, essere definito estraneo può essere motivo di risentimento, e i Giapponesi evitano di riferirsi agli stranieri usando gaijin , che è peraltro oggetto della censura nei confronti dei termini politically incorrect .

Tsunami del 2000: il riferimento è al Second Impact che, nella cronologia di Neon Genesis Evangelion, ha avuto luogo il 13 settembre 2000. All'epoca, uno strettissimo controllo dei mezzi di informazione fece si che, a parte pochissime persone, il fatto passasse come un cataclisma naturale.

Gehirn: l'organizzazione di cui Ikari e Fuyuzuki fanno parte, che prenderà poi il nome di Nerv.

Amalgam: l'organizzazione nemica della Mithril: nel momento degli eventi immaginati, si suppone che Kalinin fosse già a conoscenza della sua esistenza, anche se l'Amalgam non verrà nominata fino alla terza serie di Full Metal Panic.

AS: ovvero Arm Slave, un mezzo robotico dalle sembianze umanoidi, come quelli usati in Gundam.

Magi System: insieme di tre supercomputer elaborato dalla Dottoressa Akagi, che rispecchiano le personalità della donna come madre, come scienziata, e come donna.

Entry Plug: sistema di guida delle unità Evangelion: in pratica è una capsula che, riempita di liquido, consente al pilota di sincronizzarsi con l'Eva.

AT-Field: acronimo di Absolute Terror Field : lo scudo protettivo generato dalle unità Evangelion. È in grado di resistere a qualunque tipo di attacco, tranne che ad un altro AT-Field ed a speciali armi.

Children: sono i ragazzi quindicenni selezionati dall'Istituto Marduk come potenziali piloti di unità Eva. Il figlio di Gendo Ikari, Shinji, è uno di loro.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Panic / Vai alla pagina dell'autore: Tomislav