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Autore: LyndaWeasley    29/09/2010    11 recensioni
Spoiler 3x03
«E comunque, giusto per essere pignolo, io ve l’ho sempre detto che siete un Asino Reale!» disse il mago in tono pratico e per niente sarcastico. «Non ho fatto altro che ripetervelo Dio solo sa per quanto tempo. E voi che nemmeno mi credevate! Ora ne avete una prova schiacciante».
Ho provato a fantasticare su di una scena che mi ha fatto particolarmente ridere per un buon quarto d'ora e ne è uscita questa Flash.
Attenzione: sono stati riportati cambiamenti notevoli riguardo alla trama. Chiarimenti all'interno.
Buona lettura,
Lin.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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~ Io ve l’ho sempre detto che siete un Asino Reale

 

 

 

 

 

 

Non poteva.
Non poteva davvero.
Non poteva, o meglio, non doveva starsene lì a fissarlo in quel modo.
Eppure era una sensazione così strana, così irreale e così... divertente; ce la stava mettendo tutta per cercare di non scoppiare a ridergli in faccia, ma era parecchio complicato. Diciamo pure impossibile. Solitamente riusciva a trattenersi, ma questa volta era diverso.
No, Merlin, no.
Prima o poi era sicuro che non sarebbe più riuscito a contenersi ed era altrettanto sicuro dei guai che lo attendevano dopo che le cose si sarebbero sistemate.
Soffiò, emettendo uno sbuffo così somigliante ad una risata repressa... Chissà se Arthur se n’era accorto: di certo non nel modo in cui avrebbe fatto solitamente, ma con quelle orecchie da asino che gli erano spuntate, non ne era poi così tanto sicuro.
La cosa più divertente era che il principe non era in grado di ribattere perché ad ogni parola emessa ne usciva fuori un ragliato. Altro motivo per cercare di non ridergli in faccia.
Arthur se ne stava bellamente accasciato a terra, braccia incrociate ed espressione a cavallo tra l’indignato e l’arrabbiato. Ogni tanto lanciava a Merlin qualche sguardo fulminante che il giovane mago ignorava prontamente: insomma, almeno una volta che era lui ad avere un vantaggio non poteva lasciarselo scappare!
Il moro si mise composto, dato che il pavimento freddo sul quale era seduto gli stava rendendo il sedere tutt’uno.
Arthur si grattò frettolosamente un orecchio decisamente troppo grande per essere il suo.
«Ah, stanno cominciando a farsi avanti le pulci?» lo punzecchiò Merlin, non riuscendo più a trattenersi da dire qualcosa. «Dovevate aspettarvelo con tutto quel pelo».
Il principe gli riservò a dir poco con un’occhiata agghiacciante, che suonava maledettamente come “la gogna sarà la tua dimora per il resto dei tuoi giorni”; d’altronde Merlin era sicuro che il biondo non ci avrebbe più badato una volta risolti tutti i problemi con quel Goblin. Sarebbe stato talmente occupato a compiacersi e a domandarsi come fosse stato possibile che lui, Arthur Pendragon figlio di re Uther, improvvisamente era stato provvisto di un bel paio d’orecchie d’asino e il dono di una voce del tutto non umana.
Merlin ridacchiò al sol pensiero di lui che tentava di enunciare un discorso ad un padre totalmente allibito e impossibilitato nel credere di aver un Asinfiglio.
«Suvvia, sire» continuò facendo finta di nulla e gesticolando a casaccio, «magari quelle orecchie funzionano più di quelle umane... Però, a dirvela tutta, la voce sarebbe un problema: e tutti i vostri discorsi? Le vostre prediche? I vostri ordini? Come farete a dirmi di lucidare gli stivali, pulire il pavimento, radunare i Cavalieri per l’addestramento, insultarmi, rendermi noto di quanto io sia inutile e goffo, rammendare i vostri vestiti, fare la biancheria, sellare i cavalli e potrei andare avanti con l’elenco fino alla fine dei tempi».
Sembrava che Arthur stesse facendo uno sforzo disumano per non saltargli addosso e strappargli la lingua: un nuovo ragliato risuonò nella stanza.
«E comunque, giusto per essere pignolo, io ve l’ho sempre detto che siete un Asino Reale!» disse il mago in tono pratico e per niente sarcastico. «Non ho fatto altro che ripetervelo Dio solo sa per quanto tempo. E voi che nemmeno mi credevate! Ora ne avete una prova schiacciante».
Ad un certo punto Merlin si ritrovò a fissare intensamente il volto incrinato del suo principe: forse stava esagerando, forse non doveva dire tutte quelle cose.
Lui con te lo fa sempre.
Sì, era vero, la considerava una sottospecie di vendetta personale; ma era anche vero che nel momento del bisogno il giovane principe c’era quasi sempre stato. Il fatto era che la situazione era terribilmente comica! Insomma, quante altre volte sarebbe capitato di vedere Arthur con delle orecchie d’asino?
Mai.
Meglio così, si ritrovò a pensare.
A lui, Merlin, non era mai capitato di cambiare aspetto in quel modo: Arthur si sarebbe comportato come stava facendo lui in quel momento?
Forse... rispose una vocina sconosciuta nella testa.
Gli faceva un po’ di tenerezza il suo imbarazzo nell’essere un semi-umano e tutto ciò stava complicando le cose. Non pensava di provare tutti quei sentimenti contrastanti nel vederselo lì conciato a quel modo... Scosse con foga la testa.
Si alzò in piedi, deciso a non rimanere lì seduto perché non sapeva quanto sarebbe riuscito a trattenersi dal commentare un’altra volta il suo aspetto.
«Beh, dovrei andare ora» disse rivolto al biondo, «Quel Goblin sta seminando il panico per tutta la città».
E si avviò verso la porta, ignorando lo sguardo da cagnetto bastonato che gli rivolse in quell’istante Arthur poi, maledicendo sé stesso per quello che stava per dire, si voltò di nuovo con un sorriso smagliante dipinto in volto.
Giurò a sé stesso che non sarebbe mai più successo.
«Se volete, magari, vi potrei portare del fieno... da quant’è che non mangiate?».
In quel momento l’ennesimo ragliato esplose nella stanza e Arthur si alzò bruscamente in piedi, afferrò la prima cosa che trovò sul comò e la lanciò in direzione di Merlin, che parò il colpo prontamente senza riuscire a smetterla di ridere.
In un baleno il mago fu fuori, non curandosi di togliersi dal volto quell’espressione compiaciuta e divertita al tempo stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Me.

 

Salve gente!

Ebbene, sono tornata con una nuova storia su questi due screanzati, che mi stanno particolarmente a cuore: per la cronaca è l’unica coppia slash che tollero xD

Dunque, volevo fare qualche appunto.

Proprio ieri nell’altra Flash ho detto che non vedevo l’ora che arrivasse dicembre per vedere la terza stagione di Merlin e, grazie a Giulia, mi sono già cuccata i primi tre episodi uno dietro l’altro *ride malvagiamente* perché la mia pazienza ha un limite e questo limite non è di certo tra qualche mese .__.

Devo ammettere che il terzo è stato uno dei più divertenti episodi mai visti: ho riso per tutta la durata! Ho perfino dimenticato di odiare Morgana e questo è tutto dire u_ù

Allora, come la maggior parte di voi già saprà, nel vero episodio è Ginevra che trova il povero Artù ridotto ad un piccolo asinello indifeso; così ho pensato, e se fosse stato Merlino a trovarlo? Sarebbe stato di certo più divertente visto che era sempre lui a chiamarlo Asino reale!

Ed è nata questa shot *-*

Ne approfitto per ringraziare tutte coloro che hanno commentato la Flash precedente, ovvero GiulyB (considerati onorata del fatto che ti dedico il font minuscolo u.u), elfin emrys (mi piace troppo il tuo nick**), _Diane_(grazie per avermi inserito tra i preferiti ♥), elyxyz ( ho amato la tua recensione xd) e LaTum. Mi hanno fatto molto piacere le vostre recensioni e, devo ammetterlo, mi avete quasi convinta a scriverci un seguito D:

Ringrazio anche chi continua ad inserirmi tra gli autori preferiti, non sapete quanto mi faccia piacere!

Ed ora vi lascio, sperando che questa mini storiella vi abbia strappato almeno un sorriso (:

Un bacio a tutti!

 

 

   
 
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