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Autore: Mikaeru    29/09/2010    2 recensioni
Nessuno si è mai soffermato su ciò che ci accomunava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti hanno sempre notato le nostre differenze: il mio viso più dolce rispetto al tuo, perché io l’ho preso dalla mamma e tu dal papà (dopo un po’ era quasi divertente la rabbia isterica che ti prendeva quando ti dicevano quanto gli assomigliavi e che da grande saresti diventato proprio identico a lui, di sicuro); la mia altezza di poco superiore alla tua (anche quella differenza, fievole al tempo, si sarebbe, anche quella di sicuro, si sarebbe moltiplicata in pochissimo tempo); i miei occhi più grandi ed ingenui dei tuoi, che piacevano di più proprio per questo. Quanto tu odiassi il latte e quanto io lo bevessi più che volentieri, come tutti i bambini normali, e per questo sarei stato premiato in una vera crescita, non come te. Il mio corpo sarebbe di sicuro diventato più dolce del tuo, dove le tue linee fossero diventato spezzate, dure, appuntite, io le avrei ammorbidite. Mi piaceva da matti l’idea di poterti completare là dove mancavi di qualcosa, mi sentivo importante ed indispensabile, e la mia vita che ruotava (e tuttora lo fa) intorno a te continuava ad avere un senso.

Nessuno, però, si è mai soffermato su ciò che ci accomuna – o forse erano, e sono, particolari talmente piccoli che solo la mia visione particolare del mondo poteva permettermi di notarle: abbiamo sempre sorriso allo stesso modo, scoppiato a ridere assieme, anche le lacrime ci pizzicavano gli occhi nello stesso istante (le nostre anime sempre collegate, siamesi); hai aspettato me per farti cadere il primo dente, e siamo andati in giro per un pezzo con la stessa finestrella, a fischiettare canzoni senza senso con quel bello spazio in bocca. La prima parola di entrambi non è stata mamma, o zia Pinako, ma alchimia, seguita immediatamente dal nome dell’altro. Quando faccio un passo col piede destro, ecco che anche tu lo fai, come per non perdere nemmeno un mio battito di ciglia, ed è così sin da quando camminiamo. Abbiamo la stessa cicatrice lunghissima nell’interno della coscia sinistra, e lo stesso identico neo nella piega tra il pollice e la mano destra. Lo bacio, lo sfioro appena ogni volta che ti penso.

(ma mi limito tantissimo, perché altrimenti starei tutto il giorno con le labbra sulla pelle come uno scemo)
  
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