Partendo dal presupposto che questa cosa non ha un suo senso
vero e proprio, ho deciso semplicemente di provare a seguire un buon consiglio ♥ e lanciarmi in qualcosa di
ancora più semplice di una shot .
Il posto che descrivo - con una piccola licenza poetica xD - esiste davvero, in un paesino sul lago di Como ed
effettivamente è stato "le mie estati" per molto, molto tempo.x3 Ho
ambientato la shot lì non a caso.*shh*
(*)"Kiss the Rain"
- che cito nella flash - è un brano per pianoforte di Yiruma,
immagino che molte di voi già lo conoscano.
Una flash-fic senza grandi
pretese. se non quella di farmi tirar fuori un po' di cose e soddisfare la mia
voglia di scrivere e leggere jarta.♥
Buona lettura a voi, sperando come al solito di trasmettervi un
po' di ciò che ci ho messo nello scriverla.:3 Commenti graditissimi.♥
Grazie a chi mi ha spinta a scrivere e mi è stata vicina durante la
stesura,
sperando di poter leggere presto anche una certa altra fic.♥
~ Waiting
~ I'm waiting for
the world to fall,
I'm waiting for the scene to change.
I'm waiting when the colors come.
Continuai
a camminare, il naso ostinatamente puntato all'insù. Non volevo guardare
l'asfalto umido sotto i miei piedi, preferivo fissare il manto plumbeo, fino a
quando il grigio perlaceo delle nubi non si fosse fuso con quello dei miei
occhi. Il mio cielo interiore vibrava, mutava le sue sfumature all'unisono con
quello reale: quel giorno pioveva. Pioveva
a dirotto. Attraversai veloce la provinciale e superai un cancello
riverniciato di fresco. Delimitava un declivio erboso che si tuffava a
costeggiare il vecchio torrente. Era un percorso che avevo ripetuto tante e
tante volte, negli anni, fin da quando ero bambina.
- Perchè sei voluta venire...? - Il tono di Joe era
circospetto, come se volesse sondare un terreno che sapeva minato.
-
Ci sono cresciuta qui. - Mormorai. - Questo lago, questo posto... Erano le mie
estati, fino a otto o nove anni fa. -
Mi
incamminai sul sentiero, le gambe che tremavano impercettibilmente. A lato un
muretto di liscia calce bianca, non più alto di un metro, scendeva obliquo fino
al pelo dell'acqua. In quel punto il corso del fiume era regolare, quasi privo
di sassi e al di là della strada - dopo il ponte - confluiva nel lago, sotto
una fila di muffosi trespoli per i pescatori.
-
Vorrei solo sapere. - Si lasciò sfuggire un sospiro. Si passò una mano fra i
capelli, sospirando profondamente.
-
Avevo bisogno di un posto dove camminare e stare in pace, senza nessuno.
Nessuno... tranne te. - Mi inumidii
le labbra.
-
Hai dei parenti, qui? Qualcuno che potrebbe pensare di cercarti? - Chiese,
mentre mi raggiungeva. - Siamo praticamente scappati dalla città, si faranno
delle domande. -
-
Nessuno sa che siamo venuti, comunque. Tranquillo. - Frugai nella borsa e
sfilai gli auricolari bianchi dell'i-phone. - Ti
dispiace? -
Sorrise
e piegò leggermente il capo in quello che capii essere un gesto d'assenso. Un
momento dopo l'aria si muoveva sul suono limpido e morbido di un pianoforte. Kiss The Rain(*),
bacia la pioggia. Sentii il battito cardiaco aumentare e mi affrettai lungo
l'argine, nonostante la vista leggermente annebbiata. Mi ritrovai a sbattere
gli occhi e sentii il sale sulle labbra: due lacrime perfettamente simmetriche
si erano rincorse lungo il profilo della mia guancia, fino a morire all'angolo
della bocca.
-
Mar...? - Scansai la sua mano e, per nascondermi, scattai in avanti. Troppo. -MAR! -
L'erba
umida scombinò totalmente il mio equilibrio. A onore della mia solita
goffaggine, scivolai e mi ritrovai a sfregare i palmi sulla superficie sbieca
del muro per rallentare la caduta, finii praticamente con le ginocchia
sommerse. L'acqua fredda inzuppò i miei jeans fin troppo velocemente,
nell'impatto ebbi il solo riflesso di sfilare il cellulare dalla borsa di tela,
prima che si bagnasse irrimediabilmente anche quella. Joe mi fu accanto in un
attimo.
-
Ehi... Ti sei fatta male? - A quel punto fui costretta a guardarlo negli occhi.
Si era lanciato nel torrente, senza preoccuparsi dei suoi costosissimi levi's ormai
fradici alle caviglie, o delle scarpe firmate.
-
No. - Sussurrai, mentre mi torturavo le labbra umide.
-
Vedi cosa succede, a piangere per chi non lo merita...? - Sorrise e mi sfiorò
le guancie arrossate, cercando di asciugarle. Afferrò gli auricolari e dopo
aver riparato l'-iphone nella tasca della felpa, la
sistemò al sicuro e all'asciutto, in cima al muretto. - Ti prego. - Mormorò
contro la mia fronte, dopo avervi posato un bacio.
-
Lo so, io- - Un singhiozzò sfuggì impertinente e mi bloccò le parole in gola.
Sbattei violentemente il pugno sulla superficie dell'acqua e schizzai tutto
intorno. Lo centrai in pieno.
-
EHI! - Si alzò troppo velocemente per poter rimanere stabile sul fondo sassoso.
Fui io quella investita dall'onda anomala, quando ripiombò sonoramente a terra.
Un
attimo dopo ci rincorrevamo, sollevando una nuvola di gocce fredde tutto
intorno. Le nostre voci scoppiarono nell'aria immobile e presero a destare
l'attenzione dei pochi che si erano spinti fino al lungolago, nonostante i
tuoni rimbombassero in lontananza: due fratellini - che giocavano rumorosamente
a poca distanza dai genitori - si fermarono a guardarci per qualche momento,
quando Joe mi immobilizzò e mi strinse a sè con tanta
foga, che perdemmo entrambi l'equilibrio un'ennesima volta. Dovevamo essere uno
spettacolo curioso, abbracciati come due bambini. Già fradici, sotto la pioggia
che iniziava a cadere leggera, ridevamo senza riuscire a fermarci.
-
Meglio? - Sentii il suo respiro sul collo e rabbrividii impercettibilmente. Le
risate si spensero a poco a poco e mi ritrovai a tremare contro di lui,
soffocando un mugolio quando le sue dita mi scostarono i capelli per offrire
alle labbra bollenti uno scampolo di pelle in più, all'attaccatura della
spalla.
-
Sì. - Sussurrai. - E' solo che... sono stanca di aspettare. - Strinsi la sua
t-shirt, fradicia quanto la mia e arrossii leggermente, nel rendermi conto di
quanto poco lasciassero all'immaginazione, così.
-
Lo so. - Sospirò. Si allontanò appena e tornò a stringermi il viso fra le mani.
Era come se, fino a quel momento, la sensazione di freddo e di bagnato dei
vestiti appiccicati al corpo... o dei capelli gocciolanti fosse rimasto sopita,
per lasciare spazio a tutto il resto. Ritornò prepotente appena mi obbligò a
guardarlo e io potei seguire precisamente il percorso delle gocce di pioggia
sul suo viso, fino alle labbra arrossate e leggermente socchiuse. - Devi avere
pazienza. -
-
Forse sto esaurendo le scorte...! - Ringhiai. Mi asciugai stizzosamente gli
occhi, senza nemmeno sapere bene se fossero lacrime o che altro.
-
Non mi freghi. - Sogghignò, per tutta risposta. - Io conosco bene la ragazza di
cui mi sono innamorato... Ed è forte, sai? Molto più di quello che pensa. -
L'abbracciai,
me lo strinsi contro più che potevo - quasi mi mancava il fiato per respirare -
e questa volta fui io a sfiorargli il collo con una scia di baci leggeri. I
suoi mormorii silenziosi mi scatenarono un brivido, diretto lungo la schiena,
in tutta la sua lunghezza. Non opposi la minima resistenza quando si chinò a
premere la sua bocca sulla mia. Non so quanto durò, mi allontanai solamente
quando entrambi sentimmo il bisogno di fermarci a riprendere fiato. La pioggia
ormai scendeva fitta e scrosciante: mi piegai leggermente all'indietro - senza
smettere di fissarlo negli occhi - e puntellai le mani sul fondo sassoso.
-
Potrebbe essere un'attesa infinita...! - Sorrisi. Lui scrollò le spalle e volse
per un momento lo sguardo d'ambra al cielo.
-
Non importa, aspetteremo insieme. -
~ I'm waiting.
( Waiting for the World to Fall - Jars of
Clay )