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Autore: rospina    29/09/2010    2 recensioni
è una piccola visione del dolore di Flor dopo la morte di fede ...
Perchè mi hai lasciata sola?
Sono qui.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era inginocchiata sul pavimento, con la testa poggiata sul suo letto. I capelli sciolti e arruffati avevano invaso la coperta tutta colorata. Flor piangeva disperatamente, e sopra di lei vigilava attento il ramo dell’albero della mamma cresciuto in un attimo a dismisura. Alzò gli occhi grandi e verdi.

 Sempre lo stesso colore intenso e indelebile, che lascia senza fiato chi lo incontra, ma ora erano velati dal dolore e pieni di lacrime che scendevano al cuore come stille di dolore.

Un dolore acceso.

Forte.

Cocente.

Di quelli che straziano l’anima, il cuore il corpo e la mente. Dolore che vaga nell’ anima accoltellandola, stringendola e facendola contorcere in continuazione, senza tregua, senza respiro, e senza una via d’uscita. Una sensazione di impotenza e malessere che non andava via. Ma restava con lei sempre e comunque. Il suo pianto era un singhiozzo ininterrotto. Non riusciva più a trattenere dentro tutto quel veleno massacrante e iniziò ad urlare contro l’aria:

“perché mi hai lasciato sola?”

Sono qui.

“Come faccio a vivere senza di te”

Sono qui.

“non riesco neanche a  respirare senza di te”

Sono qui.

Le arrivarono quelle parole come un alito di vento. Quella voce che conosceva bene, che era in grado di scaldarle il cuore.

La voce di Federico.

E chiese sempre piangendo ma smettendo di urlare:

“Sei qui?”

Si.

Era Federico, che camminava nella sua stanza lei non lo poteva vedere, e neppure sentire.

 Solo quel

 sono qui

 le era arrivato flebile al cuore. Ed ora anche se non poteva più sentire le sue risposte continuò:

“freezer, mio freezer… non posso vivere senza di te”

Ma io sono con te.

“Fede, perché sei morto? ora muoio anche io”

Tu, non puoi morire. Io vivo in te.

“Amore mio … non potrò più guardare, sorridere, parlare, scherzare amare …”

Tu dovrai guardare il mondo e i miei fratelli, perché solo attraverso i tuoi occhi  potrò vederli.

Tu dovrai sorridere, così anche io potrò sorridere.

 Dovrai parlare per farmi stare con te. Perché solo con le tue parole potrò vivere con te.

 Dovrai scherzare perché solo con la tua pazza follia potrò vivere.

E sopratutto dovrai amare … perché se tu amerai io amerò … sarò sempre con te, per sempre.

Nuovamente un soffio nel portò quella voce nel cuore e quelle, parole …

E gridando disse:

“NO! NO! Dammi un solo gesto per farmi capire che tutto questo non è pazzia! Che non sono pazza di dolore che c’è ancora un motivo per cui vivere, qualcosa a cui aggrapparmi …”

La porta bianca della sua stanza si spalancò all’improvviso:

Flor! Smettila!” un uomo la sovrastava, con gli occhi del cuore Flor vide il suo biondino, capelli lisci e dorati e grandi occhi imploranti castanti, le sue mani le presero il volto e disse:

“Sono qui …”

“Federico! Amore mio! Ti amo. Ti amo ti amo” disse mille volte ti amo in un soffio di fiato.

Quell’uomo la strinse forte e le disse:

“calmati Flor, in questo momento i ragazzi hanno bisogno di te! Lo so che soffri, ma prima o poi imparerai a convivere con il dolore te lo prometto, io ti sarò sempre accanto”

Flor lo guardò.

Si passò una mano sul volto.

Grandi occhi azzurri e capelli mossi neri.

Era il conte Massimo.

Li a consolarla. Lo aveva confuso con Federico? Non era possibile … e lo disse a voce alta

“Freezer perdonami ti ho confuso … pensavo che Massimo fossi tu …”

Questa volta più forte, e chiaramente arrivò la voce del suo Federico:

“Non mi hai confuso … io sono qui! Ti amo mia piccola grande amata Florencia

Lui era li. Non era follia e non era pazzia. Lui era sempre presente. Ed il pianto di Flor, stretta al conte Massimo divenne laconico e lento, come una dolce nenia, aggrappata a quel filo di speranza per andare avanti nella vita.

   
 
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