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Autore: buffy_91    30/09/2010    2 recensioni
E' una breve one shot su Sarah (e Chuck). I suoi pensieri durante una missione.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correva. Rapida tra i corridoi di quell'edificio svedese. Silenziosa per raggiungere la porta del magazzino nel quale avrebbe trovato ciò che la Beckman cercava: armi di contrabbando per il mercato nero cinese.

Davanti a lei un ascensore. Lo doveva raggiungere per spostarsi al piano interrato.

Sarah preparò il decodificatore e attese nervosa che lo strumento rilevasse il codice.

Ad un lieve rumore si voltò. Dietro di lei il corridoio era vuoto e tranquillo, ma la sua esperienza le diceva che qualcosa l'attendeva.

Beep.

“Perfetto” pensò Sarah varcando la soglia dell'ascensore.

Un proiettile le sfiorò un braccio. Un uomo correva attraverso il corridoio imbracciando una pistola.

Sarah si riparò allineandosi alla parete laterale dell'ascensore e attese il momento giusto per rispondere al fuoco.

Dal corridoio più lontano giungevano urla ed altri spari.

“Andiamo Casey, che diavolo fai laggiù!”

Allungando una mano premette il pulsante che contrassegnava il seminterrato. Le porte si chiusero, riparandola da una serie di proiettili che l'avrebbero colpita sicuramente. E lei non poteva permetterlo. Non poteva morire ora, non dopo ciò che era successo. Al pensiero si aggiunse un lieve sorriso tirato.

Preparò la pistola in caso qualcuno la stesse aspettando all'ascensore. Stranamente tutto era tranquillo. Rumori attutiti di ingranaggi. Si trovava dopotutto in una fabbrica di stufe.

Un suono all'auricolare la richiamò.

-Walker, mi trovo al terzo piano, negli uffici amministrativi. Il sistema del computer è criptato. Dannazione, ci vorrebbe quello sfigato di Bartowski.

-Andiamo Casey,lascia perdere. Elimina tutte le informazioni e scendi. Non ci rimane molto tempo.

Aveva accuratamente evitato di sembrare interessata al perchè Chuck non fosse in Svezia con loro. Da quel giorno non lo aveva più visto. Ed il suo telefono era staccato. E poi lei era una spia. No emozioni.

Quattro guardie del piano si scagliarono su di lei, ma riuscì a liberarsene facilmente, prendendo a calci tutto ciò che si frapponeva tra lei ed il suo obiettivo. Lei era una spia, questo era il suo compito. Raggiungere i propri obiettivi. Non innamorarsi follemente di uno di essi. E poi..no, lei non era innamorata di Chuck Bartowski. Continuava a ripeterselo, nella vaga speranza di convincersi.

-Agente Walker, è tutta una trappola. - Casey sussurrava trafelato all'auricolare. - Il vero magazzino è stato spostato mesi fa a sud della capitale. Il generale Beckman ci ha assegnato un altro incarico, dobbiamo raggiungere la vera base. Questa verrà smantellata da un attacco aereo tra 16 minuti. Sbrigati ad uscire.

-Ricevuto.

Sarah si voltò, pronta ad invertire il suo percorso. Il fatto che la fabbrica fosse così poco controllata doveva suggerirle che qualcosa non andava. Raggiunse le scale, voleva evitare l'ascensore.

Improvvisamente un dolore lancinante alla schiena. Era stata raggiunta da una spranga.

Voltandosi vide chi l'aveva colpita. L'uomo dell'ascensore.

Notò che era ben piazzato, molto alto con gli occhi più scuri che avesse mai visto.

Si spostò una ciocca dalla fronte e si preparò ad eliminare l'ennesimo ostacolo.

  • Sarah Walker.

La conosceva.

  • Butta a terra la pistola!

Sarah non mosse un muscolo, glaciale come sempre.

  • Come desideri..ti avevo avvertita dopotutto.

L'uomo sparò.

Sarah non si fece cogliere impreparata e rispose al fuoco, prima di nascondersi dietro una colonna.

Ansimante si accorse di essere stata colpita alla spalla. Era stata fortunata, non aveva colpito il braccio usato per sparare.

Si sporse leggermente. Anche il suo colpo aveva fatto centro. Proprio centro. L'aveva colpito alla fronte. Un buco rosso scuro non lasciava dubbi. L'uomo era morto.

Lentamente la tensione accumulata lasciò spazio al dolore. E Sarah non potè che ritornare con la mente a quel pomeriggio. A quel bacio. Le mani di Chuck sui suoi fianchi, che le accarezzavano dolcemente la schiena, percorrendo un ideale sentiero.

- Ti amo- le aveva detto, prendendo il coraggio a due mani. Lei non aveva risposto. Si era limitata a fissarlo negli occhi, cercando di esprimere tutto ciò che non poteva dire. Lui le aveva sorriso. Uno di quei sorrisi che la lasciavano senza fiato.

Staccandosi da lei, ancora inerte tra le sue braccia le aveva sussurrato che andava tutto bene.

Salendo le scale del Castello si era voltato di nuovo. Poi era sparito.

Il giorno dopo lei era partita per la Svezia.

Tornando lucida si rese conto che le restavano pochi minuti prima che la fabbrica venisse rasa al suolo.

Prese le scale, uscì alla luce del sole.

Chiamò Casey all'auricolare: -Casey sono fuori. Attendo istruzioni per la zona di recupero.

-Segui il perimetro ad ovest. L'elicottero sta per arrivare. Muoviti Walker, hai 45 secondi.

In quell'istante Sarah percepì il lieve rumore prodotto da 2 aerei che sorvolavano la zona.

Correva. Rapida.



Burbank, 36 ore dopo.

  • Walker. Il generale Beckman ci aspetta per fare rapporto.

  • Si, eccomi.- ma lui non c'era.

-Complimenti a tutti e due. L'incarico di raggiungere la vera base è stato affidato ad altri agenti, per ovvi motivi.- Il generale fissò inequivocabilmente il braccio fasciato di Sarah, dopodichè chiuse la conversazione.

  • E' all'entrata della yougurteria- grugnì Casey indicando con il capo le scale del Castello.

  • Di chi parli? - Sarah finse di cadere dalle nuvole. In risposta ebbe un ulteriore grugnito.

Esitando solo un secondo decise di salire.

Lo trovò seduto sul bancone, a dondolare le sue All Star per ingannare il tempo.

  • Ciao – era solo un sussurro.

  • Ehi! Sarah!- Chuck si voltò di scatto, sopreso.

  • Ero in missione – stava temporeggiando, attendendo la mossa successiva di lui.

  • Oh, beh, certo. Sono una spia. Mi informano. - le strizzò l'occhio – sei ferita? Che è successo? - chiese saltando giù dal bancone ed avvicinandosi velocemente.

Sarah potè percepire il suo profumo. Sapeva di Chuck. D'istinto indietreggiò.

La sua mossa ebbe l'effetto sperato. Chuck si bloccò di colpo, incerto. Fu questione di un istante. La circondò in un abbraccio, posando i suoi riccioli neri sul capo di lei. La tensione di Sarah svanì di colpo. Rilassata appoggiò la testa sul suo petto.

  • Va tutto bene – disse sorridendo. Per una volta Sarah Walker ne era davvero convinta.







Ho scritto questa fic d'impulso. E' la prima che scrivo su Chuck& Sarah, ma i due si prestano perfettamente alla storia.

Gradirei qualsiasi tipo di critica, davvero. Vorrei sapere se ho rispettato il modo di essere dei personaggi, se la storia bene o male regge..insomma..gradirei sapere che ne pensate.

Questa one shot non è detto sia autoconclusiva..potrebbe esserci un seguito..ma non ne sono sicura. buffy_91/Silvia

  
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