Altra veloce shot sui pensieri di
Caroline – sì, sono fissata u.ù
– ambientata sempre nell’episodio 2x02. Questa volta però
è un missing-moment, ciò che secondo la mia fantasia sia accaduto
da quando Caroline esce all’ospedale al suo “scontro” con
Damon a scuola. Insomma, perché va da Damon. Idea venuta in mente mentre
Hope mi commentava in diretta
l’episodio. Insomma, ci è venuto questo flash e dopo settimane di
silenzio stampa per la scrittura, sono riuscita a realizzare qualcosa!
Ringrazio chi ha recensito “It’s too late to
apologize”: chloe_
(darling! Grazie infinite per la recensione e per i complimenti x3 eccoti
accontentata, visto che non sei riuscita ad avere il flash prima che lo
pubblicassi xD), giraffetta (il tuo
commento su Caroline è esattamente ciò che mi sono immaginata io
mentre scrivevo, quindi tranquilla. Abbiamo avuto lo stesso flash su quella
frase xD grazie! Per quanto riguarda la Delena, penso arriverà!), juju210 (altra recensione molto gradita!
Grazie, davvero, mi fa piacere ti sia piaciuto il modo in cui ho descritto
Caroline e il suo modo contorto di pensare xD), Mystique (nuovo nickname, stessa persona! xD Grazie mille, tata,
per il supporto, per la recensione blu elettrico e per l’idea!
Arriverà anche la nostra VD,
promesso! *glompa*)
Vi lascio alla shot – le note
sono sempre più lunghe della storia, mannaggia. Cercherò di
scrivere qualcosa di meno corto, la prossima volta ;)
In corsivo trovate i ricordi di
Caroline, tratti dagli episodi della prima stagione. In corsivo colorato i
versi del ritornello di “Everytime you lie” di Demi Lovato, con cui
sono riuscita a tirare fuori le parole, dopo settimane, finalmente.
Fatemi sapere che ne pensate, ci
conto eh!
Maria. ♥
Everytime you
lie ~
Varcai l’entrata della fiera,stranamente
sicura di me. Essere a capo del comitato delle attività scolastiche
comportava responsabilità enormi, ed ero sempre abbastanza certa di
ciò che progettavo. Per non parlare del fatto che non mi sentivo mai in
soggezione quando percorrevo i corridoi della scuola. Tuttavia quella sera mi
aspettavo di sentirmi osservata, per via dell’incidente in macchina, e
quindi mi ritrovai ad aumentare il passo per cercare Matt, Elena o Bonnie. Chiunque potesse togliermi
dall’impiccio di quegli sguardi puntati addosso.
Non accadde.
Passai tra le bancarelle a testa
alta, lentamente, lasciandomi scivolare addosso ogni tipo di sguardo ansioso,
preoccupato o sorpreso. Vedermi dimessa così presto doveva apparire
sorprendente, constatai.
Se solo avessero saputo come ero stata dimessa.
Scossi la testa, scacciando il
pensiero dell’infermiera dalla mia mente il più velocemente
possibile. È vero, avevo promesso a me stessa che mi sarei dimenticata
quel “piccolo” incidente. Ma non era così semplice. Nell’allontanare
quel ricordo incrociai con lo sguardo due ragazzi, che parlavano vicini. Erano
Stefan e Damon Salvatore. Feci un passo verso di loro, quando qualcosa mi
bloccò. Era un dolore alla testa, che non riuscii ad ignorare in alcun
modo. Chiusi gli occhi d’istinto, mentre una luce bianca cancellava ogni
rumore intorno a me.
Il suo respiro sul mio ventre. Il silenzio della camera. E infine il mio
grido.
“Don't say you're sorry ‘cause I'm not
even breaking
You're not worth the time that this is taking”
Mi portai una mano al cuore, senza
sentirlo battere sotto alla mia pelle. Le lacrime pungevano agli angoli degli
occhi. Quel debole flash mi costrinse ad appoggiarmi contro un palo della luce
e a stringere gli occhi, per non riavere davanti quelli pieni di sangue di
Damon mentre il suo viso si trasformava in quello di un mostro.
Presi un grosso respiro, cercando di
staccarmi dal palo, ma non appena tentai di avvicinarmi nuovamente ai due
fratelli Salvatore, qualcosa mi trattenne sul posto. Un secondo flash, più
potente del primo.
-Hai intenzione di uccidermi?- un mugolio di assenso e la paura nei miei
occhi. Uno sguardo di Damon e la paura diventò eccitazione.
Alzai lo sguardo, ora più
infiammato al ricordo di come aveva trasformato le mie emozioni con un solo
sguardo. Mi aveva manipolata. Un
altro passo e mi fermai, colpita dalla risata di Bonnie, che sfilò
davanti ai miei occhi senza notarmi.
-Volevi strapparmelo dal collo?- Bonnie mi fissò, decisamente
sconvolta, mentre il contatto col ciondolo di Emily mi bruciava ancora sulle
dita, -Ma che cosa ti succede?-
Un altro flash, un altro ricordo che
riaffiorava, più vivido che mai. La nostra discussione, il cristallo che
Damon rivoleva indietro. La sua domanda su cosa mi stesse accadendo in quei
giorni.
Assottigliai lo sguardo, ormai priva
di qualunque lacrima, e non persi di vista Damon nemmeno per un secondo, quando
diede le spalle a Stefan e si diresse verso l’entrata della scuola.
Accelerai il passo, mentre un altro flash faceva crescere la mia rabbia. Ma non
mi fermai quella volta, continuai imperterrita a seguirlo, camminando dentro ai
ricordi.
-No, tu sei l’unica cosa stupida qui. E superficiale. E completamente
inutile.- il disprezzo nella sua voce. Mi aveva soltanto usata.
“I knew better than to let you break my heart
This soul you'll never see againwon't be showing
scars”
Mi ritrovai a sorridere,
inconsapevolmente. Se lui quella sera non mi avesse disprezzata così
tanto, a quest’ora io non starei con Matt. L’unica parte buona
della mia, ormai, non-vita.
Lo vidi entrare a scuola e diminuii
il passo, mentre il mio sorriso si allargava. Imboccai il corridoio, più
silenziosamente di ciò che mi aspettavo. Damon, ovviamente, se ne
accorse.
-Ciao,
biondina.-
Mi fermai, sollevando un
sopracciglio. Per la prima volta da quando ero diventata una vampira, mi sentii
riconoscente verso Katherine. Aveva ragione, constatai, mentre con una sola
spinta Damon cadde all’indietro, sul liscio pavimento del corridoio della
scuola. La sua espressione stupita, mentre atterrava a pochi metri da me.
“[…]The truth is all that I can hear everytime you lie”
Che i giochi abbiano inizio.