Era una mattina di Dicembre, stava
piovendo, Ryo alzò il volto verso il cielo « Alcuni dicono che la pioggia è
brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto
dalle lacrime.»
Erano passatti solo due giorni, da quando il mondo era collassato, non
esistevano più governi, non c’era più la polizia che controllava era la più
assoluta anarchia, e Kaori era scomparsa.
Ryo si diresse verso le scale, scendendo si
chiese il perché fosse successo tutto questo, ma la cosa che più lo preoccupava
era, dove fosse Kaori e i suoi amici.
Salì in macchina e raggiunse il Cat’s eye, entrò dentro era deserto come la
città, si sedette sul suo solito sgabello, ad un certo punto senti Kaori
chiamarlo, si girò di scatto e disse «Kaori sei qui» ma la speranza che fosse
lei svanì subito era solo la sua immaginazione.
Si prese una birra e la versò in un bicchiere, pensò hai bellissimi momenti
passati qui insieme a tutti i suoi amici, dentro di lui pensò non posso
restarmene qui a non fare nulla, non posso arrendermi qui, ho promesso a
Hideyuki di proteggerla, nella sua mente non riusciva a capire perché tutti
fossero spariti tranne lui, cadde in ginocchio a terra, le lacrime irrigavano
il suo viso «amici miei come posso trovarvi se non c’è nessun indizio».
Camminando per strada, vide che era la più deserta desolazione, tutto era stato
lasciato com’era prima di scomparire, possibile che non ci fosse un indizio.
Saeba si sedette su una panchina, sentì il
pianto di una bambina provinere da un condominio, corse subito dentro, salì di
fretta le scale e andò da dove proveniva il pianto, aprì la porta e si trovò di
fronte ad una bambina di sette anni, Ryo gli si avvicinò lentamente la guardò e
gli disse «non avere paura, adesso non sei più sola» la bambina allungò la mano
e Saeba la prese « Come ti chiami.
Mi chiamo Sophie Morel.
Io sono Ryo Saeba, vieni con me
troveremo i tuoi genitori.
I miei genitori sono morti in un incidente stradale quando ero piccola, abitavo
qui con i nonni.
Mi dispiace, troveremo i nonni te lo
prometto.
Grazie.
Ryo e la bambina si incamminarono per le strade, tutto era cosi tranquillo che
faceva paura, un silenzio irreale, arrivati alla abitazione di Saeba,
prepararono il pranzo insieme.
Reuccio è davvero tutto buono.
Grazie Sophie.
Con chi vivevi qui.
Con una mia cara amica, che si chiama
Kaori.
Guarda sta nevicando, andiamo fuori.
Si usciamo.
Uscirono sul terrazzo, ad ammirare i fiocchi di neve che scendevano, le guance
si Sophie diventarono tutte rosse dal freddo.
E’ bellissima Ryo, vero.
Si è bellissima.
Costruirono un pupazzo di neve, Sophie l’ho chiamò Reuccio.
Ti assomiglia Ryo.
Come ho il viso cosi tondo, aaaah le ragazze non mi guarderanno più.
Sophie si mise a ridere, scendendo le scale per ritornare in casa ryo si
accorse che Sophie era stanchissima, la prese in braccio, lei appoggiò la testa
sul petto e si addormentò.
La distese sul letto e la coprì con la coperta.
Buonanotte dolce Sophie.