Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Arthur Jeevas    01/10/2010    3 recensioni
" - E’ passato troppo tempo, Mello. "
Alcuni sentimenti quando nascono non possono più essere riportati all'oscurità.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lips of an angel

Il telefono squillava. Ma come? Erano appena le 4:30 di mattina. Di solito la gente normale dorme quest’ora. “Normale”. Glie venne da ridere; Lui stesso era sveglio. Quella notte gli mancava qualcosa, qualcosa che aveva perso qualche mese fa. Qualcosa che faceva parte di lui, della sua vita, della sua storia. Un qualcosa che era scappato da lui e lui non si era mai perdonato per averglielo permesso.

  Si dovette sbrigare per rispondere al telefono, la sua ragazza dormiva in camera. Anche lei questi ultimi giorni aveva dormito male, si sentiva collegata in un qualche mistico modo a Matt, gli voleva molto bene, ed era riuscita a capire che qualcosa disturbava la sua serenità. Matt non gliel’ho avrebbe mai detto la natura della sua inquietudine; non era da lui aprirsi, fidarsi a tal punto. Si era fidato in passato, e lo avevano abbandonato. Non voleva essere lasciato solo ancora una volta, le sue ferite non si erano del tutto cicatrizzate, questa volta non ce l’avrebbe fatta. Prese il telefono e si stupì nel vedere il numero di Mello sul visore. Esitò per un attimo ma si decise a rispondere.

-          Why are you calling me so late? I’ve got to whisperer because I can’t be too loud…

-          Matt… Scusami per l’ora. Non so che mi è preso, volevo solo sentirti.

  Matt sospirò. Ci aveva messo tanto tempo per riuscire a “dimenticare” Mello, o almeno per alleviare ciò che provava per lui.  Non era giusto che adesso che si era abituato alle ferite, che era disposto a lasciar che le cicatrici si chiudessero, Mello lo chiamasse così, dal nulla…

-          E’ passato troppo tempo, Mello.

  Doveva essere, anzi, almeno sembrare forte. Le sue gambe tramavano e il ricordo di ogni momento passato insieme a Mello gli sfiorava dolcemente la mente, gli solleticava il cuore. Doveva essere bello, no? Sì, doveva. Però era brutto. Era brutto perché era finito. Perché Mello stesso ha voluto che finisse.

-          Lo so.

  La solita freddezza di Mello era tornata. Ma Matt sapeva che lui gli stava solo rispondendo all’altezza. Lo conosceva fin troppo bene.

-          Perché mi chiami Mello?

  Anche se gli aveva detto che non sapeva cosa gli fosse preso Matt sapeva benissimo che quella chiamata aveva uno scopo.

  1° Perché Mello sapeva sempre esattamente cosa fare.

  2° Perché Matt voleva che ci fosse uno scopo.

  Mello rimase in silenzio per un po’. Forse non aveva calcolato quella domanda. Forse aveva sottovalutato Matt.

-          Volevo sentirti, te l’ho già detto.

 -          E perché io? 

  Sentiva che Mello lo diceva con sincerità e voleva approfittarsi di quel momento piuttosto raro; Neanche quando stavano insieme Mello si era mai mostrato sentimentale, Matt aveva persino creduto che fosse privo di sentimenti.  Ma se lo aveva chiamato significa che anche Matt aveva sottovalutato Mello.

-          Perché sei l’unica persona che io abbia mai amato, Matt…

  Il volto di Matt si illuminò. C’era un briciolo di speranza dentro di lui. Un piccolo semine che aveva piantato dentro sé un paio di anni fa, la prima volta che si erano baciati, e che l’ha conservato comunque anche dopo che Mello lo lasciò. Era come se l’avesse annaffiato per la prima volta. Lui era sicuro di conoscere l’amore, non aveva mai avuto il timore di amare; La paura di vivere senza amore era molto più grande. Ma e Mello? Era capace di amare pure lui? Matt lo sperava, ma non ne era molto sicuro.

-          Forse non capisci cos…

-          … cos’è l’amore? – Ribatté velocemente Mello. – Oh, Matt. Il mio incubo comincia ogni notte quando apro gli occhi e mi rendo conto che accanto a me non ci sei più. Avevo rinunciato a dormire per non illudermi di averti accanto. Ma mi cominciarono a mancare, quei sogni… E allora ho cominciato a prendere tanti sonniferi per non svegliarmi più, ma finivo sempre per riaprire gli occhi e trovarmi ancora un’altra volta da solo a letto. Per tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a te. A noi. A me. A questo stupido… Perché io sono uno stupido. Ci ho messo esattamente un anno per riuscire a darmi una mossa… E tu sai che giorno è oggi, Matt?

   Si, lo sapeva. L’11 aprile 2005. Esattamente un anno prima si erano mollati.

-          L’ho calcolato – Continuò Mello – Io mi voglio scusare, Matt. Ho voluto allontanarti perché non sapevo cosa fare. Non volevo l’amore tra i piedi. Comprendimi, Matt, nessuno mi aveva mai insegnato l’amore ed io ho pensato che tu mi volessi uccidere. Era tutto fisicamente sbagliato: Il mio cuore; lo facevi danzare, mi mancava il fiato, le mie idee non erano mai chiare accanto a te, la gola mi seccava, le gambe tremavano… E tutto girava. Tranne te. Mi hai avvelenato Matt. L’amore è letale, mi sta uccidendo. Mi hai condannato. Con i tuoi baci mi hai firmato la pena di morte. Ci sono modi più veloci di uccidere, sai…?

-          Mello…

  Il cuore di Matt batteva forte, quasi come se volesse liberarsi, scappare via. Quello non sembrava neanche reale e Matt aveva paura che realmente non lo fosse, aveva paura di stare sognando… Non è che non si potesse sentire quelle cose, lui le aveva sentite, ma era Mello…

-          Non ho finito. – Ribatté ancora Mello. – Questa visiona negativa dell’amore, non l’avevo scelta io. Non ero abituato alle cose belle. Tutta la mia vita si era basata sulla miseria. Sono cresciuto da solo, sempre cercando di fare spazio tra la folla. Sono sempre stato invisibile, sempre secondo, e a nessuno importa del secondo… Tu sei stato quel “nessuno”. Mi hai notato. Mi hai voluto bene. Mi hai amato. Hai provato a insegnarmi l’amore ma io ero così sicuro che non ci fosse spazio per la luce nel mio mondo che ho vissuto l’amore come il colpo finale. Era troppo forte, non riuscivo a controllarlo. Odiavo il fato che ci fosse qualcosa che non potessi controllare, calcolare, giustificare…

  Si azzittì per un attimo, che sembrò troppo lungo per Matt.

-          Ma io avevo bisogno di te e l’ho capito solo un mese dopo che ci siamo lasciati. Quel vuoto? Quel dolore? Quella necessità? Si chiama mancanza. E tu sai cosa significa quando a una persona gli manca un'altra?

-          Significa che la ama. – Rispose Matt con fermezza. Ne era più che sicuro; Lo sentiva pure lui.

-          Sì.

  Matt sospirò, contento. Era da sempre che sognava di sentire quelle cose dalla bocca di Mello.

-          My girl’s in the next room, sometimes I wish she was you…

-          Matt…

-          It’s really good to hear your voice saying my name it sounds so sweet. Coming from the lips of an angel…

-          Io ti amo. Perché non mi apri la porta?

  Matt dovette riflettere un po’ prima di reagire alla richiesta. Pensò che Mello facesse uso di metafore per dire qualcosa del tipo “Perché non mi apri la porta del tuo cuore”, ma quello sarebbe davvero troppo per Mello! Chiuse la porta del corridoio che separava le camere dal resto della casa e si sbrigò ad aprire la porta.

  Il sole che pigro si alzava nel cielo, si intrufolava nelle piccole brecce della persiana e illuminava il sorriso sul viso di Mello, che aveva lo sguardo vibrante. Era felice. Si trovava davanti tutta la sua vita, colui che non si era spaventato dalla sua maledizione ma che si era donato a lui pur di aiutarlo a trovare un'altra strada. Una strada che non doveva per forza essere percorsa da soli, portandosi sulle spalle tutto il peso del mondo. Ma una che poteva essere percorsa accompagnati e con un sorriso sincero stampato sul viso.

  Matt avvolse le braccia intorno alla vita di Mello. Lo strinse con forza, aspirando il suo leggero profumo di cacao al latte. Si sdraiarono sul tappeto e lì, in mezzo a carezze e sorrisi, si consegnarono l’uno all’altro. Si erano ritrovati. Si completavano. Quella notte si sono amati fino a quando Mello, finalmente ritrovata la sua serenità, si addormentò.

  Il ragazzo guardò il suo amante che dormiva tra le sue braccia. La sua ragazza lo avrebbe perdonato? You make it hard to be faithful... Guardò ancora Mello: Che sembianze formose e delicate l’amore aveva assunto! Così perfettamente disegnate, sembrava dipinto a mano, ma era molto più bello della Gioconda o di qualsiasi altra cosa di cui Matt conoscesse l’esistenza. Ti amo anche io. Mormorò tra sé Matt. Appoggiò ancora un’altra volta le sue labbra su quelle di Mello, delicatamente per non svegliarlo, assaporandole ancora una volta quel delizioso aroma zuccherato. Labbra fresche, serene. Lips of an angel. Of HIS angel.



 

Per chi si è aspettato una scena più esplicita di sesso… Perdonatemi. Mi sa molto difficile descrivere una scena del genere.

 La canzone è una delle mie preferite e si chiama Lips of an angel, come il titolo. E’ dei Hinder. Potete ascoltarla qua:

http://www.youtube.com/watch?v=RiSfTyrvJlg&ob=av2e

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Arthur Jeevas