Mayuri Kurotsuchi appoggiò le punte delle dita sul vetro.
Dietro di esso, un corpo si muoveva aggraziato. I corti capelli ondeggiavano in lente ciocche, la colorazione così strana che non accennava a cambiare neppure in acqua. Le mani si piegavano, sottili e femminee, in ampi gesti, rallentate dalla densità del liquido.
Kurotsuchi trattenne il respiro.
Eccoli, gli occhi! Iridi rosate che non vedevano che lui, il capitano della dodicesima divisione.
E Mayuri non poté che sciogliersi di felicità nell'osservare tali quarzi rosa ammiccargli, scivolando lentamente sotto le palpebre.
Sospirò, staccandosi dalla sottile superficie che li divideva. “Aumentate le dosi di conservante” disse con un sorriso ad un suo sottoposto che passava di lì “Non voglio che mi si rovini un cadavere così bello.”