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Autore: DadaOttantotto    03/10/2010    2 recensioni
Matthew Beeman. La vita gli è passata addosso come un uragano, portandogli via tutto quello che aveva. E ora? Come andare avanti? Come convivere con il dolore di una perdita troppo grande per un ragazzo di soli ventisei anni? Il suo inseparabile amico Brian cercherà di aiutarlo in ogni modo, anche quando Matt decide di cambiare città e incominciare tutto da zero...
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seize the day prologo
Seize the day or die regretting the time you lost
(Seize the day - Avenged Sevenfold)
  • Prologo

Brian si passò una mano tra i lunghi capelli neri, pregando chiunque potesse sentirlo di dargli la forza di fare quello per cui era uscito di casa in fretta e furia.
- Merda, merda, merda! - esclamò, battendo il palmo sul volante della sua auto.
Guardò la vetrina della pizzeria. Doveva entrare, non aveva altra scelta. Doveva affrontare Matt, spiegargli quello che era successo e sperare che la notizia non lo uccidesse. Sì, lo doveva fare. Per lui, per se stesso, per Alice.
Quando scese dalla macchina, la pioggia lo investì, rendendolo più zuppo di un biscotto pucciato nel latte.
Dio, che paragone del cazzo. Sei un genio, Sanderson, davvero.
Eppure Alice amava fare certe similitudini senza senso, che avevano come unico risultato quello di far ridere tutti i presenti. Alice amava ridere. Alice amava un sacco di cose.
Scosse la testa, come a voler far uscire qualunque cosa vi fosse all'interno.
Entrò nel piccolo locale con la stessa faccia di chi sta varcando la soglia dell'inferno. Nemmeno il calore che quelle pareti bianche gli avevano sempre trasmesso sembrava fare effetto.
- Ehi, Brian! - lo salutò il proprietario, un omone italiano di circa sessant'anni.
- Salve, signor Tacconi - replicò senza entusiasmo - Ho bisogno del nostro pizzaiolo preferito, posso distoglierlo un attimo dal suo importantissimo lavoro?
L'altro annuì, serio. Aveva capito che qualcosa non andava. Lo aveva capito appena aveva visto il volto del ragazzo.
- Sì, certo. Ma vedi di non sgocciolarmi in cucina, altrimenti diventerai il condimento per la prossima pizza!
Brian non gli diede risposta, considerando addirittura fastidiosa la leggera nota di sarcasmo che aveva avvertito nella frase di Tacconi.
La prima cosa che notò entrando in cucina fu il sorriso di Matt. Lui era nel suo mondo: farina, pomodori e tutto quello che poteva mettere su quell'affare rotondo. Un mondo che lui stava per distruggere.
Perche è successo? Perchè? Perchè noi e non qualcun altro?
- Terra chiama Brian, Terra chiama Brian... rispondi, Brian!
Si riscosse dai suoi pensieri e riaprì gli occhi, trovandosi davanti il viso dell'amico.
- Oh, ciao, Matt.
- Oh, ciao? Tutto qui? - chiese il ragazzo, perplesso - Sei venuto per salutarmi? Va bene l'amicizia, ma mi sarebbe bastato anche una telefonata...
- No... cioè, scusa... volevo dire...
Come faceva a dargli una notizia così pesante se non riusciva nemmeno a trovare le parole per introdurre l'argomento?
Sussultò quando Matt posò le mani sulle sue spalle.
- B, ascolta... mi sembri piuttosto agitato. Va tutto bene?
No, non va bene niente. E' tutto così ingiusto, così sbagliato, così... irreale.
- C'è un posto dove possiamo parlare in privato? - chiese, gettando un'occhiata alle altre persone presenti.
Matt lo condusse nel retro, in una piccola stanza adibita a magazzino. Brian si sentiva soffocare tra quegli scaffali altissimi, pieni di scatolette che sembravano venirgli sempre più vicine. Trasse un profondo respiro.
- Forse è meglio che ti siedi.
- No - replicò Matt - Prima mi dici che è successo. Non ti ho mai visto così!
- Beeman, fidati. E' meglio che ti siedi.
Quando l'amico lo accontentò, Brian gli si inginocchiò davanti, portando i loro visi alla stessa altezza. Cercò di raccogliere tutto il coraggio che pensava di possedere, ma probabilmente non era molto, visto il tremore che lo aveva preso alle mani. Per quanto quel compito fosse gravoso, però, lui si era preso la responsabilità di portarlo a termine. E lo avrebbe fatto, a qualunque costo.
- Ti ricordi di Chris? - fece.
Matthew annuì.
- E' il tuo amico, quello che lavora all'obitorio, giusto?
- Già. Stamattina mi ha chiamato.
La sua mano passò di nuovo tra i capelli, spettinandoli più di quanto già non fossero.
- E?
Ok, era il momento. Il primo passo è sempre il più difficile, ma lui ormai lo aveva fatto. Ora doveva trovare il coraggio per andare avanti.
- Matt, promettimi che non farei niente di avventato.
Eh, no! Non ne poteva proprio più! Il comportamento dell'amico si faceva sempre più strano, e Matt non sarebbe riuscito a sopportare oltre.
Si alzò di scatto, prendendo Brian per il colletto della camicia e piantando lo sguardo nel suo.
- B, cazzo! Ti decidi a dirmi cosa è successo?
Sentì il corpo dell'amico irrigidirsi, gli occhi presero a fissare un punto indefinito del pavimento.
- Si tratta di Alice... lei è... è...
- Lei è cosa?
Finalmente ritrovò le forze per sostenere lo sguardo del ragazzo moro che aveva davanti.
- E' morta, Matthew. Alice se n'è andata.

Eh, sì... sono di nuovo io. So di avere una quantità assurda di storie aperte, ma quando il Prologo Compulsivo chiama, è impossibile non rispondere! Allora, questa storia nasce grazie al video di Seize the day, canzone degli Avenged Sevenfold. Questo, mischiato al mio cervello bacato, ha fatto uscire questa schifezzuola...
Non vi assicuro aggiornamenti rapidi, con me bisogna avere parecchia pazienza...
Che dire, spero che il prologo vi abbia incuriosito!! :)
Alla prossima!
Baci8
   
 
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