Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Little Fanny    03/10/2010    3 recensioni
“Quel potere, il potere che stavi cercando era sempre stato davanti ai tuoi occhi. Così vicino, eppure così lontano.
Chiudi gli occhi al pensiero del Dottore e del suo infinito potere.
Doveva essere stata una sensazione meravigliosa poter sentire l’onda di quella forza inarrestabile avvolgere ogni fibra del proprio corpo, guidarne movimenti mentre l’intero creato seguiva i suoi comandi. Puoi raffigurarti i suoi occhi brillanti posarsi cupi e distruttivi su qualsiasi cosa, con l’unico obiettivo di riportare ordine in quell’universo sconvolto dal caos.”
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Doctor - 10, Master - Simm
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Phone call
Fandom: Doctor Who
Beta: Slayer 87
Personaggi: Master, Tenth Doctor
Rating: R
Genere: erotico
Avvertimenti: slash, one-shot, missing moment 3x12 “The Sound of Drums”
Conteggio parole: 1789
Note: I dialoghi appartengono interamente a Russell T Davies e Simon Winstone.
Partecipante alla 1° fanfiction challenge indetta dal Torchwho Forum.
Disclaimer: La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.


Phone call


Stai giocando con Martha Jones. La vostra è una partita dove c’è in palio molto di più che la vita stessa; stai giocando con l’universo intero e sei tu che ne reggi i fili.
Ti piace avere in mano le redini della situazione: decidere della vita e della morte di tutti quegli insignificanti insetti, godere della loro disperazione, della loro paura.
Comandare è la tua natura, essere un passo avanti al Dottore fa ribollire di felicità il sangue nelle tue vene.

“Sono qui.”

Sussulti al sentire il suono di quella voce e sorridi. Ora hai la sua attenzione tutta per te.
Togli il vivavoce e ti porti il cellulare all’orecchio, quella conversazione deve essere solo vostra.

“Dottore.” Mormori solenne, gustando il suo nome sulle tue labbra. Lo senti scivolare graffiante sul palato, tracciare un percorso conosciuto sulla tua lingua, ma da troppo tempo dimenticato.

“Master.” Risponde lui in un ansimo e puoi avvertire quel nome scorrere sulla tua pelle. Lo puoi sentire vibrare tra voi, mentre antichi ricordi si riaffacciano prepotenti alla tua mente. Ti lascia per un attimo senza fiato e sei costretto a socchiudere appena gli occhi. Hai l’impressione che lui si trovi qui, in questa stanza, in questo esatto momento ed è come se sentissi la punta della sua lingua sfiorarti appena, lasciando dietro di sé una scia umida che ti fa rabbrividire.

“Mi piace quando usi il mio nome.” Riesci a ribattere con tono suadente.
Registri a malapena il vostro scambio di battute taglienti. Tutto come ai vecchi tempi: la vostra rivalità non avrà mai fine. Fino a che non sarai tu il vincitore.
Il vincitore sopra il Dottore.
Quale soddisfazione per il suono di tamburi nella tua testa che battono, battono, battono, battono sempre più forti. Li puoi udire distintamente, scandire il ritmo della tua vita. Quattro semplici tocchi, come il suono infinito dei tuoi cuori, ma i tuoi tamburi… loro nascondono qualcosa di più profondo, qualcosa di più sinistro e minaccioso.

“La nostra casa… che fine ha fatto?” domandi accomodandoti sulla tua poltrona da Primo Ministro della Gran Bretagna. Ti senti potente a pensare a quanto in alto sei riuscito ad arrivare sull’amata Terra del tuo Dottore. In soli diciotto mesi hai scalato i vertici del potere, riuscendo a crearti una vita con un passato glorioso, un presente, accanto a una moglie obbediente, e un futuro che ti vede a governare l’intera razza umana. Ti distendi su quella comoda poltrona, mentre una mano sale ad allentare il nodo della cravatta. Inspiri a pieni polmoni l’atmosfera del Gabinetto del Primo Ministro, assaporando il potere che permea quelle sottili e invalicabili pareti in legno.
“Sparita.” Ribatte il Dottore all’altro capo del telefono e senti l’euforia scivolare via dal tuo corpo, come una doccia fredda.
“Anche Gallifrey è sparito?” lo incalzi con un filo di voce, fermando i movimenti della tua mano che aveva preso a scorrere verso il basso, desiderosa di afferrare il rigonfiamento nascosto nei tuoi pantaloni. Ti blocchi, concentrandoti sulle parole del Signore del Tempo, terrorizzato dalla risposta che potresti ottenere. Avvicini ancora di più il cellulare all’orecchio, stringendolo in mano, quando il Dottore ti conferma, con inaudita calma, ciò che non avresti mai voluto sentire.
“Bruciato.”

Ti ripieghi su te stesso, assimilando le nuove informazioni, la tua nuova condizione di vita.
Gallifrey. I Signori del Tempo. E i Dalek.
Tutti morti.

Avverti le tue labbra piegarsi in un mezzo sorriso di scherno al pensiero dei Dalek, distrutti dal pacifico Dottore. Colui che fa stare meglio le persone. Quanto ipocrita da parte sua.
Il tuo nome, invece… oh, il tuo nome è quanto di più appropriato tu potessi scegliere.
Master: colui che impera sui popoli.
Sorridi al pensiero della follia che aveva sconvolto i Signori del Tempo: ti avevano resuscitato perché saresti stato il guerriero perfetto per la Guerra del Tempo.
Ed era vero.
Era maledettamente vero.
Saresti stato il combattente ideale, assetato di potere, ma non avevano calcolato la tua paura.
La paura folle e irrazionale che ti aveva invaso la mente, costretto il corpo a fuggire quanto più lontano possibile. Fino alla fine dell’Universo. Avresti fatto di tutto pur di non tornare in quell’inferno di fiamme e distruzione. Eri diventato umano, ti sei fatto umano, costringendo la tua mente in un minuscolo dispositivo camaleonte. Ti sei creato un travestimento perfetto, così perfetto che sarebbe potuto durare per sempre se non fosse stato per il Dottore.
Il Dottore.
Sempre il Dottore.
Era una costante nella tua vita.
Tu invece non sei mai andato a tempo, sempre in ritardo, sempre l’ultimo in tutto.
Sempre secondo al Dottore.

“Ero terrorizzato.” Ti lasci scappare, portandoti una mano a coprire il volto, come a nascondere una colpa. Ti senti debole a pronunciare quelle parole e la voce del Dottore, quel suo comprenderti, perdonarti per la tua scelta è quanto di più umiliante tu possa sopportare.
“Tutti morti.” Ripeti, sentendo incredulità nel tono della tua voce.
“Ma tu no. Questo allora significa…” Ti zittisci improvvisamente, comprendendo solo in quel momento il significato delle antiche scritture. Smetti di aggirarti come una bestia ferita per la stanza, la tua mente è illuminata dalla rivelazione. Quel potere, il potere che stavi cercando era sempre stato davanti ai tuoi occhi. Così vicino, eppure così lontano.
Chiudi gli occhi al pensiero del Dottore e del suo infinito potere. Ti passi la lingua sulle labbra, umettandole e rendendole lucide, mentre la tua mente si abitua all’idea che ora quella forza inarrestabile sia così vicina, così a portata di mano che ti fa annaspare alla ricerca di più aria.
Avverti un brivido freddo scivolare lungo la tua schiena che ti fa inarcare leggermente, come a ricercare un qualsivoglia contatto con quella forza invisibile. Desideri sentirla scorrere sulla tua pelle, premere su ogni parte del tuo corpo, fino a lasciare un segno indelebile.

Ami il potere e ami sentirne ogni sua più piccola sfumatura sulla tua pelle.
Vuoi saggiare la consistenza di quella forza stringendola tra le tue mani, per vedere quanto a lungo riesci a racchiuderla nei tuoi palmi prima che questa si ribelli al tuo volere.
Vuoi annusarla lentamente, fino a riempirti i polmoni di quel suo profumo unico e inebriante.
Vuoi sentirla nelle orecchie, fino a quando il suo clangore non coprirà il suono dei tuoi tamburi.
Ma più di tutto desideri assaporarla con la bocca.
Vuoi passare la punta della tua lingua su quel corpo che racchiude quel potere inebriante. Lo desideri così tanto che il solo pensiero ti fa fremere d’eccitazione. Agogni il momento in cui avrai la possibilità di tracciare intricati percorsi sulla sua pelle, lasciando una scia umida al tuo passaggio. Desideri sentirlo tremare sotto all’assalto delle tue labbra, vederlo inarcarsi per ricercare un maggiore contatto. Le tue orecchie saranno tese, pronte a cogliere ogni più piccolo ansimo che lascerà impudente la sua bocca, lasciando che il suo odore pungente invada le tue narici.

Avverti il rigonfiamento nei tuoi pantaloni farsi più pressante, il tessuto che stringe in una piacevole tortura. Basterebbe calare una mano e far uscire con calma il primo bottone dall’asola. Poi passare all’altro e infine al successivo. Ma non vuoi fare niente per liberarti di quella costrizione. Almeno per il momento preferisci giocare col tuo Dottore preferito.

“Solo io potevo fermare la guerra. E ci ho provato. Davvero. Ho fatto di tutto.” Ti rivela con rassegnazione nella voce. Riesci a percepire il suo bisogno di essere ascoltato, di essere compreso.
La sua necessità di essere perdonato.
Avverti il senso di colpa che ha gravato sul suo petto per tutti questi anni, la consapevolezza di essere stato lui l’artefice della sua stessa solitudine è un peso divenuto ormai insopportabile da portare sulle sue sole spalle.
Ma non ti interessa.
Tu brami quella forza, vuoi vederla bruciare di nuovo sotto i tuoi occhi, sentirla graffiare la tua pelle.
“Che cosa si prova a vedere due onnipotenti civiltà che bruciano.” Gli chiedi infine, eccitato dalla furia che avrebbe invaso l’altro Signore del Tempo.
“Ohhh… dimmi che cosa hai provato?” sussurri al telefono, avvertendo l’anticipazione farsi strada nelle tue vene. Le parole lasciano le tue labbra come fossero serpenti desiderosi di stringersi attorno alla propria preda. Puoi sentirli sibilare all’orecchio del Dottore, avvolgersi attorno al suo collo per un lungo interminabile momento prima che questo venga spezzato dal grido disperato dall’altro capo del telefono.
“Smettila!” ti implora rabbioso, facendoti sorridere malignamente.

“Dovevi essere come un dio.” Continui, sordo alle sue proteste, ruotando assente il mappamondo, ammirando il tuo ultimo nuovo giocattolo.
Vedi la figura del Dottore delinearsi chiara davanti ai tuoi occhi come doveva essere apparsa allora. Imponente e devastante, mentre tra le dita stringeva le fila del tempo e dello spazio. Così tanto potere nelle mani di un unico Signore del Tempo.
Doveva essere stata una sensazione meravigliosa poter sentire l’onda di quella forza inarrestabile avvolgere ogni fibra del proprio corpo, guidarne movimenti mentre l’intero creato seguiva i suoi comandi. Puoi raffigurarti i suoi occhi brillanti posarsi cupi e distruttivi su qualsiasi cosa, con l’unico obiettivo di riportare ordine in quell’universo sconvolto dal caos.

Ora desideri che vaghino sul tuo corpo, lasciando che il suo sguardo ti osservi nel profondo. Vuoi vederli socchiudersi dal piacere, quel piacere che solo tu sei in grado di strappargli.
Ogni fibra del tuo essere smania dalla voglia di ottenere quel potere, fino a sottometterlo alla tua volontà. Vuoi appropriartene rudemente, spingendo in quel corpo invitante, fino a sentire la sua voce implorarti per averne di più. Più forte. Più a fondo.
Il solo pensiero ti esalta. Sapere di essere tu l’unico che può dargli ciò di cui ha bisogno fa ribollire il sangue nelle tue vene. Senti le tue mani prudere dal bisogno di possederlo, la tua bocca farsi arida per la necessità di marchiarlo con i denti, reclamandone così il possesso.

“Sono solo da allora.” Bisbiglia, riportandoti alla realtà. “Ma non sarà più così. Ognuno di noi ora ha l’altro su cui contare.”
Senti la speranza avvolgere la sua voce e non puoi fare a meno di esternare il ghigno che si è dipinto sulle tue labbra.
“Che fai? Mi stai invitando a cena?” lo schernisci crudelmente.
Per un attimo l’idea ti balena in testa allettante e senti il tuo membro guizzare interessato dalla prospettiva.
Il Master e il Dottore.
Di nuovo uniti, di nuovo insieme.
Ti piacerebbe che quell’invito fosse reale e non intriso di rabbia e sarcasmo. Ma ormai è troppo tardi, ti sei spinto troppo in là perché l’intera faccenda possa risolversi così facilmente.
Inoltre non ti basterebbe.
Vuoi il Dottore, vuoi sentire tutta la sua potenza sotto ai tuoi palmi.
Desideri vederlo sconfitto. Lui e la sua piccola gang.
Tu sei il padrone di questo mondo ed è ora che il Dottore lo comprenda.
“Correte!”

FINE
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Little Fanny