Soldatino d’ebano
Bambino perso nel deserto.
Bambino perso nel nulla.
Bambino dagli occhi vuoti.
Che guarda avanti e vede il niente.
Che guarda intorno e vede la morte.
Vita di odio.
..Non vissuta..
Vita di guerra.
Vita spezzata tra caldo e freddo.
Il caldo del sole che cuoce la pelle
quando cammini nel deserto
portando sulle spalle il simbolo dell’oppressione.
Costretto a uccidere per loro.
Costretto a uccidere te stesso.
L’uomo bianco venuto dal cielo ha detto
che era la cosa giusta.
Tu non ci credi.
Ma puoi soltanto ubbidire.
Abbassi lo sguardo e spari.
Ma il sole tramonta in fretta..
L’orizzonte lontano si tinge del rosso scarlatto
del sangue dei tuoi genitori..
Piangi Bambino della terra di mezzo.
Piangi per loro..
se puoi ancora piangerli forse non sono morti in vano.
Piangi per il mondo..
che ormai sta tramontando.
Piangi per tutti coloro che hai ucciso..
che forse troveranno la pace.
Piangi per te..
che se avrai fortuna domani ti sveglierai di nuovo.
Vivi! Ti diceva tuo padre.
Vivi per noi.
Vivi per vedere un giorno un mondo migliore.
Ma tu non sai cosa vuoi.
Tutto ciò che chiedi è un altro giorno
Forse domani non dovrai uccidere di nuovo..
Forse potrai tornare al tuo paese..
Si, domani forse sarà tutto finito.
Non ti resta che sperare.
Ma il sole tramonta in fretta..
La notte scura scende sulla terra di mezzo.
Odi lontano la morte che imperversa,
oscura signora delle tenebre più fitte..
E il freddo, fedele compagno, la segue.
Il freddo di un conflitto che mai si è concluso,
e mai si concluderà..
Se ci saranno solo parole sparse nel vento..
Il vento della sera spazza la terra di mezzo.
Sorvola l’orrore,
il sangue,
la paura della povera gente.
La tua paura.
Paura di uccidere.
La paura di un soldatino d’ebano.
E’ tardi ormai,
le prime stelle bucano il celo infinito.
Dormi bambino della terra di mezzo.
Se avrai fortuna domani ti sveglierai di nuovo.