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Autore: Oxis    04/10/2010    4 recensioni
E se fossi invisibile?
Se potessi stare vicino alla persona che ami senza che lei lo sappia, senza farti vedere?
Te lo riesci a immaginare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'ONLY YOU AND ME'
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E se fossi invisibile?

Se potessi stare vicino alla persona che ami senza che lei lo sappia, senza farti vedere?

Accompagnarla, passando in osservato, in ogni sua azione?



Scendo dall'autobus e mi nascondo immediatamente dietro la tettoia della fermata.

Schiocco di dita.

Il mio corpo scompare. Invisibile, ma non incorporeo.

Nessuno mi ha vista, posso stare tranquilla.

E' strano camminare in mezzo alla gente senza essere squadrata dai ragazzi quando gli passi vicino.

E' liberatorio, mi piace.

Inizio a correre, dietro a un'alta figura nera, compresi i capelli, che poco a poco si fa sempre piu' vicina.

E' Lui, ovviamente. Chi pensavate che fosse?

Lo raggiungo e accordo il passo al suo. E' la prima volta che faccio una cosa del genere.

Non puo' vedermi, non puo' sentirmi.

E' come assistere ad un film, con la differenza che volendo potrei toccarlo.

Lo osservo, mente camminiamo. Ha lo sguardo assorto, non fisso in punto fuori fuoco, ma semplicemente vago.

Chissa' a cosa sta pensando, questo non posso saperlo.

Il suo passo e' veloce e fluido, e non c'e' il solito sorriso costante che accompagna, di solito, le nostre conversazioni.

Arriviamo a casa sua prima del previsto. Estrae le chiavi dalla tasca della giacca.

Mi devo affrettare a scivolare con lui oltre il cancello, per non rimanere bloccata fuori.

Non mi stancherei mai di stargli accanto, anche senza parlare, anche cosi'.

Voi no?

In casa sua non c'e' nessuno.

Si toglie la giacca, percorre il corridoio, lascia la cartella all'ingresso della sua camera e chiude la porta dietro di se'.

Gesti abituali, che io imprimo affascinata nella mia mente totalmente occupata da lui, senza smettere di sorridere.

Si butta sul letto chiude gli occhi.

Mi avvicino e sto per appoggiarmi allo stipite della porta quando faccio accidentalmente cadere la lampadina sul suo comodino.

Trasalisco, e mi tappo la bocca, anche se lui non puo' sentirmi.

Si alza di scatto e si mette a sedere sul letto.

La lampadina e' per terra, il vetro infranto, il filo su cui sono inciampata ancora teso.

I suoi occhi si stringono e lui punto il suo sguardo color cioccolato verso di me, trapassandomi, guardando qualcosa che non puo' vedere.


Mi e' venuto un colpo per la storia della lampadina.

Ho avuto paura che potesse scoprire che sono qua.

Ma io sono davvero qua. Come se fossi il suo angelo custode.

Ha aperto la cartella e adesso sta scrivendo qualcosa, credo un esercizio di matematica, sulla scrivania inondata di luce.

Ha una mano appoggiata alla fronte, come un uomo che sta risolvendo un rompicapo riguardante una complicata procedura d'affari nel suo ufficio.

La penna, nera, scrive guidata dalla sua mano sul foglio, con un grafia sottile, irta e spigolosa.

Veloce e quasi nervosa, rivela la sua personalita'.

Chiusa e a volte dura, ma nello stesso tempo sensibile.

Una suoneria squillante proveniente dal suo cellulare, spezza il silenzio tranquillo che si era creato ed entrambi sobbalziamo.

E' un messaggio. Abbandona la penna per prendere il telefono e io scivolo giu' dal suo letto sul quale mi ero acciambellata, senza saper resistere.

Mi avvicino e guardo lo schermo da dietro le sue spalle, sentendomi una bastarda per violare la sua privacy.

Ma e' davvero irresistibile.

Puo' non essere niente o tutto.

Appena leggo, un groppo amaro mi si forma in gola.

E' tutto.

La scrittura incolore del cellulare recita:


mi disp nn credo ke potrebbe funzionare.. xke' a me piace 1 altro

frs lo conosci si kiama


A questo punto volto la testa di scatto e cosi' fa lui, lasciando cadere il cellulare sul mare di fogli sparsi.

Non lo vedo in faccia, ma sento il suo dolore attraversarmi come una scarica elettrica.

No, ti prego, non fare cosi'. Ti prego.

Non posso vedere che stai male. Non posso.

La sua sagoma non si muove.

Vedo il braccio piegato abbandonato sulla scrivania, sopra i libri e l'altro appoggiato sulla gamba.

Il cellulare con lo schermo illuminato urla ancora il suo messaggio, come a sottolineare un fallimento.

Un istinto irrefrenabile che non posso fermare mi costringe ad alzare le mani e ad avvicinarle alle sue spalle.

Non posso fargli sentire che sono qui, ma mai come adesso vorrei abbracciarlo, stringerlo.

Fargli sentire che qualcuno, invece, troverebbe un posto per lui.

Anzi, l'ha gia' trovato.

Ha la testa china sul petto e sento l'ombra di un singhiozzo nell'aria.

Mi penetra il cuore e affonda come uno spillo rovente.

Dimentico tutto, e appoggio le mia mani sulle sue spalle, cercando con tutta me stessa di trasmettere quel calore che lui sta cercando.

Fa un salto, si dimena sulla sedia e si gira di scatto, spaventato.

Ma io non ci faccio caso.

Il suo sguardo si posa su di me.

Non puoi vedermi, lo so.

Ma sono qui lo stesso. Davanti a te. Ti sto offrendo quello che qualcun'altra ti ha rifiutato.

Vedo la paura, la sorpresa, lo stupore sul suo volto, ma vedo anche una sorta di stanchezza esasperata.

E' stanco, lo so, lo sono anch'io.

Lo sono stata anch'io.


Quella sera va a letto presto.

Entra nella camera, dove lo aspetto, dopo essere stato in bagno.

Non voglio violare la sua privacy piu' di quanto l'abbia gia' fatto.

Nella penombra si spoglia, si toglie la maglietta e mi mostra il so torace scolpito.

I muscoli guizzanti ma non esageratamente bombati sembrano brillare nel buio, o forse e' solo una mia suggestione.

Si infila sotto le coperte e io lo guardo.

Mi fa pensare a una pantera. I capelli corvini che accarezzano il cuscino, i suoi occhi scuri, privi della solita vitalita', puntati contro la parete opposta.

A poco a poco le palpebre gli si fanno pesanti e mi accovaccio accanto al letto.

Avvicino il mio viso al suo, solo per sentire il suo respiro, calmo e sereno, cosi' in disaccordo con il suo umore.

Come una gatta mi allungo sul suo letto, senza far rumore e mi sdraio con circospezione nel poco spazio che rimane contro il muro.

Mi da' le spalle.

Mi senti? Sono qui, vicino a te.

Osservo la sua sagoma, cosi' fragile e indifeso, sotto la dura corazza che si e' costruito.

Stanotte non mi interessa se non mi vuoi. Non mi interessa se sono solo la tua migliore amica.

Non mi interessa.

Stanotte c'e' solo questa stanza, e i nostri respiri che si intrecciano sopra i nostri corpi, bisognosi entrambi di un amore che per troppo tempo ci e' stato negato.

   
 
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