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Autore: esmeralda92    04/10/2010    2 recensioni
e se Arthur non vivesse a Camelot e non fosse più il principe? e se Merlin non fosse più il suo servitore ma un compagno di classe? e se la storia si svolgesse nei giorni nostri? Arthur sarebbe ancora orgoglioso? e Merlin farebbe tutto ciò che dice Arthur? ps: ho fatto diventare Arthur e Gwen fratelli, altrimenti il triangolo amoroso sarebbe diventato troppo evidente. pps: le scene "hot" tra i due, bisogna aspettare qualche capitolo... ppps: è la mia prima ff... commentate e siate clementi!please.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Together

 

“La porta era aperta e sono.. entrato.. Posso?” chiese Arthur chiudendo la porta e facendo capolino in cucina.
“Questo lo vedo.. e anche se non potessi, ormai ci sei.” Rispose Merlin. Arthur lo guardò sorpreso. Non si aspettava di vederlo a casa. Era anche casa sua, era normale fosse lì, ma credeva se ne fosse davvero andato.

“Non potevo andarmene senza salutare mia madre.” Disse come se gli avesse letto il pensiero.

“Non credevo che voi Maghi leggeste i pensieri altrui.” Disse guardandolo

“Quando vogliamo.” Rispose ricambiando lo sguardo.

“Posso aiutarti, Arthur?” chiese Unith sorridendo. Il ragazzo distolse lo sguardo dal moro.

“Ho questa lettera per voi.. da mio padre.”

Unith prese la lettera e la lesse. Poi guardò suo figlio con le lacrime agli occhi e poi guardò Arthur e lo abbracciò ringraziandolo tra le lacrime. Il ragazzo imbarazzato dapprima rimase un po’ rigido, poi la strinse dolcemente, come immaginava si stringesse una madre.

“Ehm.. mi dispiace interrompere questo bellissimo momento ma.. posso sapere cosa c’è scritto su quella lettera?”

“Indovina, maghetto dei miei stivali!” disse Arthur canzonatore. Poi gli porse la lettera.

Unith intanto si era sciolta dall’abbraccio ed era andata in bagno per sciacquarsi il viso.

Merlin lesse la lettera più volte come se non volesse credere a quello che c’era scritto. Poi guardò il biondo.

“Mi stai prendendo in giro.”

“No.”

“Uther Pendragon che si scusa?! Ma sei sicuro che sia lui?!”

“Sì, è lui.. ma.. non hai letto la seconda parte della lettera?!”

Merlin sorrise e gli si avvicinò, sfiorando le labbra di Arthur in un bacio.

“Sì.. l’ho letta.” Arthur sorrise e si appoggiò al piano cottura circondando i fianchi di Merlin con le proprie braccia e attirandolo a sé. E lo baciò con amore e calma. Senza pretese, come se il tempo fosse loro. Merlin corrispose al bacio circondando con le proprie braccia il collo di Arthur. Rimasero in cucina per un po’ a baciarsi, poi si staccarono.

“E ora, che cosa vuoi fare?” gli chiese Arthur.

“Tu?”

“Tornerai a Camelot prima o poi?” domandò serio.

“Sì, ci tornerò con te, prima o poi.”
“Mio padre ha detto che sei libero.. dall’accusa di stregoneria.”
“Lo so, ha scritto anche quello.”

“Quante cose che ti ha scritto.. non dovrò forse essere geloso, vero?” disse scherzando.

“Non geloso.. gelosissimo!” rispose l’altro a tono, fronte contro fronte con Arthur.

“Buono a sapersi.” Disse per poi baciarlo di nuovo.

“Ehm.. ragazzi.. io esco… solo.. non distruggetemi la casa, va bene?”
“Ok.”
“D’accordo signora Unith.”
“Solo Unith.” Rispose lei. Lui sorrise e la donna uscì.

E i due si guardarono. Arthur lo guardò con amore carezzandogli il viso. Poi gli sorrise.

“Ti va di ricominciare?”

“Non.. non lo so.” Disse per poi chinare il capo e appoggiarlo al petto d Arthur.

“Scusa.. forse sono io che corro troppo.. È presto.. è solo che ti amo alla follia e non vedo l’ora di poter stare con te.” Merlin lo guardò e gli diede un bacio.

“Se non corressi troppo.. non saresti tu.” Disse per poi dargli un bacio a stampo.

“Già, hai ragione.” Rispose sorridendo.

“Ti amo, Arthur Pendragon.” Lui sentì il proprio cuore esplodergli dalla gioia.

“Ti amo anch’io, Merlin Emrys.”

“Immagino che tu debba andare..”
“Solo se vuoi.” Merlin sorrise.

“Non andartene, ti prego.”

“No.. non me ne andrò.” Disse stringendolo dolcemente a sé. Merlin lo baciò. E Arthur corrispose pienamente.

“T andrebbe di.. restare a dormire da me?”

“Mh.. Non so se a tua madre vada bene.”

“Oh, le andrà benissimo.. stai tranquillo.”

“Beh, allora.. Sì.. mi va.” Disse per poi baciarlo con amore.

 

“Dormite nella tua stanza?” chiese Unith quella sera a suo figlio.

“Sì.” Rispose il moretto. La donna sorrise e andò nella propria stanza.

“Ti va se ci guardiamo un film?” propose Arthur. Merlin sorridendo annuì e lo baciò.

Si sedettero sul divano e accesero la televisione. C’era “Shining” su un canale, l’unico film decente di tutta la serata. Lo guardarono seriamente fino al momento in cui il bambino incontrava le gemelle la prima volta. Merlin a quel punto cercò di nascondere la sua paura. Più che vera e propria paura, la vista di tutto quel sangue gli faceva senso.

Arthur allora sorrise e lo tirò vicino a sé.

“Non credevo potessi aver paura di questo film.”
“Non ho paura infatti: mi fa senso solo tutto quel sangue.” Lui sorrise.

“Allora perché non guardi il bellissimo ragazzo che è seduto alla tua destra?”

“Non so. È un po’ troppo presuntuoso per i miei gusti.”

“Ah sì, eh? Peccato.. a quanto ho saputo gli devi piacere molto.”

“Dici?”
“Dico” Merlin gli sorrise. E lo baciò. Arthur colse l’occasione. Lo baciò stringendolo a sé. E il moretto corrispose. Attirò Arthur a sé e questi lo fece sdraiare sul divano. Senza smettere di baciarlo. Sulle labbra, sul collo, sull’incavo. Rimasero a baciarsi distesi sul divano a lungo. Poi, a un tratto, Merlin si tirò su. Aveva lasciato la finestra aperta, e ora faceva freddo. Quando tornò, Arthur era seduto sul divano. Gli circondò i fianchi con un braccio e lo attirò a sé, facendolo sedere sulle proprie gambe. E ripresero a baciarsi, senza preoccuparsi di lasciare segni evidenti.  Ogni segno era un marchio di appartenenza. Ogni marchio era la prova che ciò che stavano vivendo era reale. Che non era un sogno. Che ciò che avevano sognato per un anno e mezzo, anche se non era un rapporto completo, era vero.

Quando il film terminò, Arthur spense la TV e lo prese in braccio e lo portò in camera, trattenendo le risate ogni volta che andava a sbattere contro qualcosa.

“Fai piano..”

“Scusa, è che non vedo niente.” Merlin lo baciò sulla punta del naso, e dopo qualche minuto, arrivarono finalmente nella camera del maghetto. Si sdraiò sotto le coperte, per poi stringere Merlin a sé, in modo tale che entrambi fossero comodi.

“Buonanotte, Merlin”

“Buonanotte, Arthur”

E si addormentarono così, l’uno stretto all’altro. Sorridendo. Quella sarebbe stata solo la prima di una lunga serie.

  
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