Together
“La
porta era aperta e sono.. entrato.. Posso?” chiese
Arthur chiudendo la porta e facendo capolino in cucina.
“Questo lo vedo.. e anche se non potessi, ormai ci
sei.” Rispose Merlin. Arthur
lo guardò sorpreso. Non si aspettava di vederlo a casa. Era
anche casa sua, era
normale fosse lì, ma credeva se ne fosse davvero andato.
“Non
potevo andarmene senza salutare mia madre.” Disse come
se gli avesse letto il pensiero.
“Non
credevo che voi Maghi leggeste i pensieri altrui.”
Disse guardandolo
“Quando
vogliamo.” Rispose ricambiando lo sguardo.
“Posso
aiutarti, Arthur?” chiese Unith sorridendo. Il
ragazzo distolse lo sguardo dal moro.
“Ho
questa lettera per voi.. da mio padre.”
Unith
prese la lettera e la lesse. Poi guardò suo figlio con
le lacrime agli occhi e poi guardò Arthur e lo
abbracciò ringraziandolo tra le
lacrime. Il ragazzo imbarazzato dapprima rimase un po’
rigido, poi la strinse
dolcemente, come immaginava si stringesse una madre.
“Ehm..
mi dispiace interrompere questo bellissimo momento
ma.. posso sapere cosa c’è scritto su quella
lettera?”
“Indovina,
maghetto dei miei stivali!” disse Arthur
canzonatore. Poi gli porse la lettera.
Unith
intanto si era sciolta dall’abbraccio ed era andata in
bagno per sciacquarsi il viso.
Merlin
lesse la lettera più volte come se non volesse
credere a quello che c’era scritto. Poi guardò il
biondo.
“Mi
stai prendendo in giro.”
“No.”
“Uther
Pendragon che si scusa?! Ma sei sicuro che sia lui?!”
“Sì,
è lui.. ma.. non hai letto la seconda parte della
lettera?!”
Merlin
sorrise e gli si avvicinò, sfiorando le labbra di
Arthur in un bacio.
“Sì..
l’ho letta.” Arthur sorrise e si
appoggiò al piano
cottura circondando i fianchi di Merlin con le proprie braccia e
attirandolo a
sé. E lo baciò con amore e calma. Senza pretese,
come se il tempo fosse loro.
Merlin corrispose al bacio circondando con le proprie braccia il collo
di
Arthur. Rimasero in cucina per un po’ a baciarsi, poi si
staccarono.
“E
ora, che cosa vuoi fare?” gli chiese Arthur.
“Tu?”
“Tornerai
a Camelot prima o poi?” domandò serio.
“Sì,
ci tornerò con te, prima o poi.”
“Mio padre ha detto che sei libero.. dall’accusa di
stregoneria.”
“Lo so, ha scritto anche quello.”
“Quante
cose che ti ha scritto.. non dovrò forse essere
geloso, vero?” disse scherzando.
“Non
geloso.. gelosissimo!” rispose l’altro a tono,
fronte
contro fronte con Arthur.
“Buono
a sapersi.” Disse per poi baciarlo di nuovo.
“Ehm..
ragazzi.. io esco… solo.. non distruggetemi la casa,
va bene?”
“Ok.”
“D’accordo signora Unith.”
“Solo Unith.” Rispose lei. Lui sorrise e la donna
uscì.
E i due si
guardarono. Arthur lo guardò con amore carezzandogli
il viso. Poi gli sorrise.
“Ti
va di ricominciare?”
“Non..
non lo so.” Disse per poi chinare il capo e
appoggiarlo al petto d Arthur.
“Scusa..
forse sono io che corro troppo.. È presto.. è
solo
che ti amo alla follia e non vedo l’ora di poter stare con
te.” Merlin lo
guardò e gli diede un bacio.
“Se
non corressi troppo.. non saresti tu.” Disse per poi
dargli un bacio a stampo.
“Già,
hai ragione.” Rispose sorridendo.
“Ti
amo, Arthur Pendragon.” Lui sentì il proprio cuore
esplodergli dalla gioia.
“Ti
amo anch’io, Merlin Emrys.”
“Immagino
che tu debba andare..”
“Solo se vuoi.” Merlin sorrise.
“Non
andartene, ti prego.”
“No..
non me ne andrò.” Disse stringendolo dolcemente a
sé. Merlin
lo baciò. E Arthur corrispose pienamente.
“T
andrebbe di.. restare a dormire da me?”
“Mh..
Non so se a tua madre vada bene.”
“Oh,
le andrà benissimo.. stai tranquillo.”
“Beh,
allora.. Sì.. mi va.” Disse per poi baciarlo con
amore.
“Dormite
nella tua stanza?” chiese Unith quella sera a suo
figlio.
“Sì.”
Rispose il moretto. La donna sorrise e andò nella
propria stanza.
“Ti
va se ci guardiamo un film?” propose Arthur. Merlin
sorridendo annuì e lo baciò.
Si
sedettero sul divano e accesero la televisione. C’era
“Shining” su un canale, l’unico film
decente di tutta la serata. Lo guardarono
seriamente fino al momento in cui il bambino incontrava le gemelle la
prima
volta. Merlin a quel punto cercò di nascondere la sua paura.
Più che vera e
propria paura, la vista di tutto quel sangue gli faceva senso.
Arthur
allora sorrise e lo tirò vicino a sé.
“Non
credevo potessi aver paura di questo film.”
“Non ho paura infatti: mi fa senso solo tutto quel
sangue.” Lui sorrise.
“Allora
perché non guardi il bellissimo ragazzo che è
seduto
alla tua destra?”
“Non
so. È un po’ troppo presuntuoso per i miei
gusti.”
“Ah
sì, eh? Peccato.. a quanto ho saputo gli devi piacere
molto.”
“Dici?”
“Dico” Merlin gli sorrise. E lo baciò.
Arthur colse l’occasione. Lo baciò
stringendolo a sé. E il moretto corrispose.
Attirò Arthur a sé e questi lo fece
sdraiare sul divano. Senza smettere di baciarlo. Sulle labbra, sul
collo, sull’incavo.
Rimasero a baciarsi distesi sul divano a lungo. Poi, a un tratto,
Merlin si
tirò su. Aveva lasciato la finestra aperta, e ora faceva
freddo. Quando tornò, Arthur
era seduto sul divano. Gli circondò i fianchi con un braccio
e lo attirò a sé,
facendolo sedere sulle proprie gambe. E ripresero a baciarsi, senza
preoccuparsi di lasciare segni evidenti.
Ogni segno era un marchio di appartenenza. Ogni marchio
era la prova che
ciò che stavano vivendo era reale. Che non era un sogno. Che
ciò che avevano
sognato per un anno e mezzo, anche se non era un rapporto completo, era
vero.
Quando il
film terminò, Arthur spense la TV e lo prese in
braccio e lo portò in camera, trattenendo le risate ogni
volta che andava a
sbattere contro qualcosa.
“Fai
piano..”
“Scusa,
è che non vedo niente.” Merlin lo baciò
sulla punta
del naso, e dopo qualche minuto, arrivarono finalmente nella camera del
maghetto. Si sdraiò sotto le coperte, per poi stringere
Merlin a sé, in modo
tale che entrambi fossero comodi.
“Buonanotte,
Merlin”
“Buonanotte,
Arthur”
E si addormentarono così, l’uno stretto all’altro. Sorridendo. Quella sarebbe stata solo la prima di una lunga serie.