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Autore: Illunis    06/10/2010    2 recensioni
A volte basta avere un minimo d’intuito per comprendere il comune denominatore di dati eventi, e Sam ne disponeva a sufficienza per giungere alla soluzione di quel piccolo mistero che lo tormenta da giorni.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Destiel: Al mondo esiste solamente l'inevitabile u.u'
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Note: Scritta in un momento di pazzia in cui avevo bisogno di qualcosa d'allegro, spero di essere riuscita nel intento di dare una leggera nota di comicità, il tutto ruota attorna ad un'unica frase della fic, la mia preferita. Provate ad indovinare quale è! Mi raccomando ditemi cosa ne pensate!

 

~•~

 

« Non controlli mai la segreteria? » Nemmeno il tempo di lasciargli posare i piedi a terra ed eccolo lì ad attaccarlo con impeto, lo sguardo accigliato rivolto verso l’angelo più umano fra le schiere dei cieli. Certe cose non le capirò mai. La prima fra tutte è il morboso - forse è un termine eccessivamente pesante per l’occasione - ed subitaneo attaccamento di Dean a Castiel. Un altro dilemma di cui non troverò mai la soluzione è l’incredibile bravura di quest’ultimo sopraccitato nell’impostare frasi brevi ed a effetto.
« No, quasi mai. Mi detesta ed il sentimento è reciproco. »
Come non detto: ha un talento naturale.
« Cosa?! Adesso ti metti a litigare con un elettrodomestico? »
In fin dei conti non è abitudine d’un angelo utilizzare simili apparecchi quindi mi è un po’ difficile comprendere la leggera nota di stress di cui è intrisa la sua voce. Dannazione, sembra un’adolescente alla prese con il fidanzatino che non chiama mai. Oh, se Dean mi potesse leggere nel pensiero mi garantirebbe una lunga e sofferta degenza in ospedale.
« È fin troppo logorroica, non arriva mai al dunque. » Protestò pacatamente l’angelo - mentre io mi guadagnai un occhiataccia da parte di Dean per aver dato il mio assenso - gli occhi ceruli incatenati alla terra di quest’ultimo.
Gli sguardi di Cass sono sempre stati particolari, quasi magnetici, specialmente se indirizzati a mio fratello: profondi e determinati, sembrano voler parlare al posto delle corde vocali, e poter scrutare i recessi dell’anima. Quelle iridi celesti paiono voler tener per sé ogni singolo elemento su cui si soffermano, e Dean non è esente da tale prassi.
« Non ti serve a niente discutere con la segreteria, » s’avvicina all’angelo iniziando a frugare nelle tasche dell'immancabile impermeabile, « soprattutto se devi solamente telefonare. » C’è qualcosa di diverso dal solito nel aere.
Dean è sempre stato infastidito da quei estranei - o quanto meno persone che non entrassero in una delle categorie ben accette quali “Sam”, “Bobby” e “amanti” - che invadevano il suo spazio vitale, e quanto meno non è mai stata sua abitudine attraversare la delimitazione d’un altro. È per questo che mi pare oltremodo inconsueta la naturalezza con cui gli sta così vicino: i loro corpi si possono quasi sfiorare, le ciocche, anche se corte, a tratti si mescolano fra loro, gli occhi fissi sul diabolico marchingegno per attimi s’incontrano. Ed ora che Castiel si riprende il cellulare sfiorando, quasi accarezzando, le dita dell’altro, ogni piccolo - ed ad una prima occhiata - insignificante parte del puzzle s’incastrano perfettamente nel loro ordine, donandomi la visione dell’insieme. Or ora ciascun particolare ha un senso: l’impennata della frequenza delle visite di Cass, 'improvvise sparizioni notturne di Dean e le ore passate al telefono (o al bagno), aggiungendo infine il crescente nervosismo di quell’idiota di mio fratello da lì a due settimane. Ogni singolo elemento, tutte quelle minuscole sfumature percepite negli ultimi mesi - portandomi a chiedermi quali fossero le cause di quei quasi impercettibili cambiamenti - ora hanno un comune denominatore, un’unica ed inaspettata causa. In fin dei conti per ricercare il comune denominatore fra dati elementi basta saper individuare la tonalità costantemente presente in ogni pennellata, ed ecco ad un più attento esame, l’arcano viene svelato!
Asserire che sono stato cieco è atto di clemenza nei miei confronti.

 

   
 
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