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Autore: giraffetta    06/10/2010    4 recensioni
Per Rose la danza è tutto. Dopo molti sacrifici è riuscita a diventare prima ballerina in un'importante compagnia di balletto.
Ma un infortunio sembra far crollare il suo sogno. Rose però grazie all'amore riuscirà a trovare la forza per non mollare!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!

Questa è la prima storia che pubblico su questo sito, anche se ero già iscritta da tempo!

finalmente ho trovato anche io il coraggio di pubblicare, visto che adoro scrivere!

ringrazio in anticipo chi vorrà leggere e chi vorrà lasciare una recensione o critica!

baci, giraffetta *____*

 

Fine di un sogno ?

 

<< Non puoi ballare! >>

La sua voce mi arrivò ferma e decisa, come la lama di un coltello.

Non replicai e rimasi immobile, le mani appoggiate alla sbarra e gli occhi umidi fissi sul muro.

<< Non puoi ballare! >>

Di nuovo la sua voce fredda, di nuovo quelle parole, che risuonavano come una condanna a morte.

Tremai violentemente e mi voltai di scatto verso Leonard.

<< Come osi… >> biascicai con rabbia. << Come osi dirmi questo! Tu sai cosa significa per me ballare, sai quanti sacrifici ho fatto per arrivare dove sono adesso, sai le umiliazioni subite, le invidie e le cattiverie. >> terminai con voce stridula.

Ero sull’orlo di una crisi di pianto e non riuscivo a calmarmi.

<< Proprio perché so tutto questo te lo dico:non puoi ballare Rose. La tua caviglia… >> ricominciò Leonard.

<< La mia caviglia è a posto! >> urlai feroce.

Non era vero:dopo una brutta caduta si era gonfiata e mi faceva malissimo, ma non potevo fermarmi, non potevo smettere proprio ora.

Dopo anni di sacrifici e di duro lavoro ero stata presa in un’importante compagnia di balletto e a fatica ero riuscita ad ottenere la parte di prima ballerina per il nuovo balletto in programma. Non potevo rinunciare, non adesso.

<< Rifletti, così peggiorerai solo le cose. >> ripetè Leonard, venendomi vicino.

<< Puoi curarti, così per il prossimo balletto sarai in forma e tornerai a ballare. >> mi sussurrò calmo, prendendomi la mano.

Mi scostai brusca, scuotendo la testa.

<< No, non posso, non voglio! Io devo ballare adesso, fosse l’ultimo ballo che faccio, dovessi anche morire su quel maledetto palcoscenico, io ballerò, costi qualche costi! >> urlai, fissando la mia immagine allo specchio.

<< Non ti sto dicendo di rinunciare alla danza, ti sto dicendo di fermarti per tornare in forma, più forte e bella di prima. >>

Leonard tentava ancora di convincermi, ma non potevo ascoltarlo.

Ero arrivata in alto e prima ancora di assaggiare il successo mi stava chiedendo di rinunciarci. Non potevo farlo adesso. Forse dopo…

<< Non riuscirai a ballare, capisci? Vuoi stroncare la tua carriera ancor prima di cominciare? >>

<< Proprio per la mia carriera devo fare questo spettacolo. O non verrò più chiamata. Il direttore è stato chiaro: se faccio bene questo balletto, sarò io la prima ballerina per tutta la stagione. Mi offrirà un contratto, capisci??? >> tentai di spiegargli.

Perché non capiva? Perché voleva ostacolarmi?

<< Fai come vuoi Rose, ci rinuncio. Ma sappi che non condivido la tua scelta. Perciò io non ci sarò ad applaudirti, mi dispiace. >> mormorò Leonard.

Alzai lo sguardo.

Mi stava fissando triste, ma non potevo cedere.

Sospirai e gli voltai la faccia, mentre lui abbandonava la sala, sbattendo la porta.

Rimasi immobile al centro della sala, con le lacrime che mi annebbiavano la vista, sicura che la mia scelta era quella giusta.

 

Nei giorni seguenti continuai ad allenarmi e a preparami. Ormai la caviglia mi faceva malissimo, ma stringevo i denti e continuavo imperterrita a ballare.

Leonard era sparito.

Non si era più presentato a teatro, né mi aveva chiamato.

Avevo provato a telefonarlo, ma non rispondeva mai.

Forse doveva solo sbollire la sua rabbia.

Dopo il mio debutto avrei cercato di rintracciarlo e gli avrei parlato.

 

Finalmente, il giorno tanto atteso arrivò.

Ero al settimo cielo, nonostante il dolore incessante alla caviglia.

Mancavano poche ore al debutto, e avevo deciso di ritirarmi nel mio camerino per concentrarmi e prepararmi.

Mi stavo truccando, quando mi squillò il cellulare.

<< Pronto? >>

<< Rose, sono Leonard. >>

La sua voce era mogia, ma non ci feci troppo caso.

<< Leonard! Finalmente. Allora mi perdoni? Dai raggiungimi al teatro e… >>

<< Parto. >>

Rimasi senza fiato. Era come se avessi ricevuto un pugno dritto alla bocca dello stomaco.

<< Che significa? >> chiesi allarmata.

<< Ho deciso di cambiare aria, città… >>

<< Non dirmi sciocchezze! Voglio sapere perché parti! >> urlai.

<< Ti amo Rose, ti ho sempre amato, ma per te non conta. Tua ami solo la danza, anzi no, ora nemmeno quella. Tu vuoi successo, fama e gloria, non balli più solo per il piacere di ballare, ma per ottenere vantaggi e popolarità. Non sei più la Rose di un tempo. >>

Le sue parole mi lasciarono basita. Era davvero così che stavano le cose?

E lui mi amava? Non me ne ero accorta.

Ero accecata dalla voglia di emergere, ma mi sembrava giusto. Dopo tutta la fatica, i sacrifici, volevo anche io il mio posto al sole, la mia rivincita.

<< Non puoi andartene per me, Leonard. >> mormorai in lacrime.

Non capivo: mi amava anche se me ne ero mai resa conto, ma ero così cambiata da fargli prendere la decisione di allontanarsi da me? Era assurdo!

E poi io lo amavo?

Certo non potevo nascondere che con lui stavo bene, mi piaceva, mi faceva ridere, ma  addirittura amarlo.

L’amore mi aveva accecata tante volte che ora a stento lo cercavo.

Ed anche se forse provavo qualcosa per lui, non potevo dargliela vinta solo per farlo restare. Dovevo percorrere la mia strada!

<< Invece, me ne vado Rose. Tu non mi ami, e francamente non so se io posso ancora amare la donna che sei diventata. >>

La voce di Leonard mi riportò alla realtà.

Era duro, feroce…o forse solo realista.

Non riuscivo più a pensare razionalmente, stavo agitandomi come una bambina.

Guardai l’orologio, mancava poco al debutto.

<< Senti Leonard, non possiamo parlarne dopo lo spettacolo? Ti prego. >> cercai di prendere tempo. Forse avrebbe cambiato idea, forse.

<< Scusa non volevo trattenerti. In fondo hai un pubblico da conquistare. Ma non preoccuparti, tra poco prenderò il treno e sparirò dalla tua vita. Auguri! >>

<< Aspetta… >> urlai.

Aveva già riattaccato.

Sospirai e mi allacciai le scarpette.

Uscii dal camerino e mi recai dietro le quinte.

Erano già tutti in posizione.

<< Rose, eccoti! Mancavi solo tu. >>

Sorrisi debolmente e mi preparai.

Da dietro la tenda potevo vedere la sala gremita di gente. Il direttore era in prima fila, insieme ai giornalisti e ai fotografi.

Finalmente si stava realizzando quello che avevo sempre sognato.

Mi chiesi se l’amore di Leonard era il prezzo da aggiungere all’infinita lista di sacrifici che avevo dovuto fare,ma non volli rispondermi.

Nel frattempo, avevo quasi dimenticato la mia caviglia, ma quando provai a piegare il piede il dolore mi fece sobbalzare.

Abbassai lo sguardo sconsolata e mi risuonarono in mente le parole di Leonard: << Non puoi ballare! >>

Strinsi i denti e sorrisi nervosa.

La musica partì e le tende si aprirono.

Ero al centro della scena e al segnale cominciai a ballare.

La caviglia pulsava e doleva, ma continuai a stringere i denti e a farmi forza, finchè ad una piroette caddi rovinosamente al suolo.

Calò un silenzio di tomba.

Non riuscivo a rimettermi in piedi, piangevo per il dolore e per la disperazione.

Leonard aveva ragione, non potevo ballare!

Mi rialzai a fatica e corsi fuori scena, nel mio camerino.

Sbattei un pugno sul tavolo. La mia carriera era rovinata!

Se solo avessi ascoltato Leonard, non avrei ballato in quelle condizioni e avrei soltanto posticipato il mio debutto.

Che sciocca ero stata, così accecata dalla mia sete di rivalsa che non avevo mai capito che Leonard voleva solo il mio bene.

Voleva il mio bene perché mi amava!

Guardai l’orologio.

Era passata poco più di mezz’ora dalla nostra telefonata, forse ero ancora in tempo.

Mi tolsi con rabbia tutù e scarpette e mi rivestii velocemente.

Corsi alla fermata ma l’autobus era già passato.

Non sarei riuscita ad arrivare in tempo alla stazione se avessi aspettato il successivo.

Cominciai a correre.

La caviglia cominciò a farmi male, ma questa volta non sarei caduta, non mi sarei fermata fino a quando non avessi raggiunto la mia meta.

Arrivai in stazione pochi minuti prima delle dieci.

Non sapevo quale binario seguire, in fondo Leonard non mi aveva detto la sua destinazione.

In quel momento annunciarono un treno diretto per Londra. Era la sua città natale, forse sarebbe andato là.

Corsi al binario, e vidi il treno partire sotto i miei occhi.

<< Leonard! >> urlai correndogli dietro.

Niente, il treno sparì, inghiottito dall’oscurità.

Mi accasai al suolo, in lacrime.

<< Leonard, io ti amo,perdonami… >> singhiozzai.

<< In fondo l’ho sempre saputo. >>

Due braccia forti mi rialzarono.

Mi voltai.

Leonard era dinanzi a me, non era partito.

<< Leonard, scusami, scusami! Io… >>

<< Shhh, va tutto bene Rose. >>

Mi abbracciò stretto.

Solo in quel momento mi ricordai del dolore alla caviglia e gemetti.

Leonard mi guardò preoccupato.

<< Avevi ragione, sono caduta in scena e sono fuggita. >> spiegai.

<< Ma non dirmi che hai fatto tutta la strada di corsa con la caviglia in quelle condizioni! >> mi rimproverò.

<< L’autobus era già passato e non sapevo come fare per fermarti. >>

<< Oh, Rose. >> sorrise.

<< Ti amo Leonard, scusa se prima non l’avevo capito. Ero troppo impegnata a cercare il successo. >> ammisi triste.

<< Non importa, ora siamo insieme e questo basta. >>

Lo guardai negli occhi e ci baciammo.

Fu un bacio magico, sentito e dolce. Il bacio che avevo sempre voluto.

Ci staccammo sorridendo e Leonard mi prese in braccio.

<< Ma che fai? >> mormorai imbarazzata.

<< Vorresti sforzare ancora la tua caviglia? >> mi riprese.

<< Che importa, non ballerò più, il sogno è finito. >> mi rattristai.

<< Invece il sogno è appena iniziato! Ti curerai e tornerai in forma, perché ballare è quello che più ami e dovrai continuare a farlo. >> mi rassicurò.

Sorrisi, appoggiandomi al suo petto.

In fondo, ballare era davvero il mio sogno e quando sarei tornata in forma avrei ripreso di novo i miei adorati balletti. Era troppo presto per appendere le scarpette al chiodo!

Ma,la prossima volta non avrei più ballato per fotografi e giornalisti in cerca del mio successo personale!

No, la prossima volta avrei danzato per Leonard e soltanto per il puro piacere di farlo.

La prossima volta avrei danzato libera, perché non avevo più bisogno della fama e della gloria, avevo già tutto quello di cui avevo bisogno: la danza e l’amore. Tutto!

 

 

 

  
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