E' la prima
volta che scrivo su questo pairing ed è la prima volta che
mi cimento con lo slash. Spero davvero di non aver fatto troppo male.
So bene che qui ci sono autrici bravissime e ben più dotate
di me ma ho voluto provare lo stesso a pubblicare questa piccola
storia. Spero vi piaccia,un bacio. S.
Passato,presente,futuro
Lo sento respirare
pesantemente mentre mi stringe ancora in quell'abbraccio. Sento le sue
mani cercare le mie,ancora strette saldamente al piano in ceramica
della cucina. Le mie dita stringono così forte quella
superficie che riesco a vedere le mie nocche assumere un colorito
bianco e posso percepire la sensibilità abbandonarmi. E' stato troppo,troppo
per quella sera. Uscirsene in quel modo,con quella frase buttata li
come se stessimo parlando di qualcosa di futile,come la lista della
spesa. "Questa storia non
può andare avanti" aveva detto,di punto in bianco,con quella
sua voce calma e profonda mentre eravamo sdraiati sul divano marrone
scuro che avevo acquistato la settimana scorsa. Lui lo odiava,mi
rinfacciava ogni volta di avere un enorme escremento di cane modellato
a sofa in salotto. Quello era solo uno
degli esempi su quanto fossimo diversi. Cazzo se è
vero che gli opposti si attraggono. E quella tra noi era un'attrazione
eccessiva,quasi morbosa. Vivevamo nel nostro mondo quando eravamo
insieme e non ci serviva nient'altro. Abbiamo sempre odiato quelle
smancerie stile 'due cuori e una capanna' oppure 'vivremo solo del nostro
amore e null'altro'. Dio ce ne scampi,ma ci eravamo troppo vicini.
Serviva una regolata. Ma con calma. Eravamo intenti a
guardare un film di dubbio gustoche avevo affittato,ma non ci facevamo
poi molto caso. Le nostre serate Cinema si concludevano quasi sempre
allo stesso modo,come uno strano rituale. Ci fingevamo interessati alle
immagini che si susseguivano su quello schermo enorme,discutevamo della
trama,delle scelte attoriali,della regia. Poi l'interesse cominciava a
calare,e concentravamo ogni attenzione sui nostri visi,sui particolari
più insignificanti dei nostri corpi. Robert prendeva quasi
sempre l'iniziativa. Con la punta delle dita sfiorava i miei capelli in
lunghi cerchi immaginari. Poi il tocco diveniva più profondo
e scendeva delineando il profilo della fronte,del naso,delle labbra. E
inevitabilmente,la tv rimaneva un ricordo lontano,in uno strano gioco
delle parti. Era lei ora spettatrice del nostro personale spettacolo. La mia mano
era poggiata sulla sua coscia e potei sentirlo irrigidirsi all'istante
dopo quelle parole. Mi voltai lentamente verso di lui,con un sorriso
beffardo sulle labbra,completamente sicuro,nel mio inconscio,che fosse
un'altra delle sue battute strambe. Lo amavo anche per quello.
Per quel suo lato stupido e superficiale,per quel suo modo di essere
infantile a volte,per il suo personale modo di prendere tutto
tremendamente alla leggera. "Certo Robert,come
vuoi" dissi stancamente "Domani ti lascio casa" aggiunsi,stando al
gioco. Lui
sospirò,ad occhi chiusi e lo vidi muovere le labbra come se
stesse mentalmente ripassando le parole da dire. Quasi mai lo avevo
visto comportarsi in quel modo,e di solito non presagiva nulla di
buono. La mia indifferenza iniziale comincio gradualmente a
trasformarsi in una strana tensione. "Dico... Dico sul
serio,Jude." sputò,con tono grave "Devo andare via da qui.
Da te. Da noi" Mi sistemai meglio sul
divano,la mia attenzione ora completamente rivolta verso di lui.
Pendevo letteralmente dalle sue labbra,mentre lui era sprofondato nel
silenzio,evidentemente in attesa che replicassi. La terribile
consapevolezza che tutto quello che stava dicendo fosse vero stava
letteralmente prendendo possesso del mio cervello. "Che cazzo stai
dicendo,Rob? E' uno scherzo?" cercai conferma,cercando di mantenere un
tono di voce normale. Mi sentivo stringere lo stomaco,come se un pugno
invisibile me lo stesse strappando via. Lui si alzò
e andò alla finestra,dandomi le spalle. Dal riflesso nei
vetri potevo vedere la sua espressione,mesta e confusa quasi quanto la
mia. Toccò la superficie del vetro lasciando una sbiadita
impronta della sua mano. "Non sto
scherzando,Jude. Non posso più continuare tutto questo"
sussurrò,con voce rotta senza ancora guardarmi. Ogni sillaba
era una letale stilettata al cuore. E non aveva il coraggio di fissarmi
negli occhi,il bastardo. Mi avvicinai
violentemente a lui,a passi strascicati raccogliendo tutta la forza che
avevo e afferrandolo per un braccio,con veemenza. Lo sentii imprecare
sottovoce mentre finalmente,costretto da me,incrociava il suo sguardo
con il mio. "Dimmi
perchè,figlio di puttana,dimmi perchè! Voglio
sapere cosa ti ho fatto,cosa cazzo ho fatto per rovinare una serata
come questa! Cosa cazzo ho fatto di male?" urlai con tutta la forza che
avevo. Sentii i passi concitati dei vicini avvicinarsi alla parete,ma
in quel momento non poteva fregarmene di meno. Lui non
parlò,nonostante la mia stretta. Fuori di me,lo spinsi
contro la parete più vicina,stringendogli il collo. Lui mi
fissava con occhi sgranati,leggevo la paura nel suo sguardo,mista al
senso di colpa. "Susan"
riuscì a biascicare,confuso, e allentai la presa. "Ha
scoperto di noi,non chiedermi come" disse,massaggiandosi il collo e
guardandomi sottecchi,di nuovo quella maledetta maschera disperata
sulla faccia. Trovavo odioso che lui,lui soffrisse dopo che
così, di punto in bianco,stava mandando al diavolo mesi e
mesi insieme. Lui soffriva,e io? Secondo lui io come cazzo mi sentivo? E non mi sorprendeva
più di tanto il fatto che sua moglie fosse venuta a sapere
di noi,me lo aspettavo in un certo senso. Negli ultimi tempi non
avevamo proprio fatto molto per nasconderci dal mondo. Tanto non
sospetta nulla aveva detto Robert tempo prima ci crede buoni
amici,nient'altro. Appunto. "E allora? Ci speravi
quasi vero? Lo hai detto tante volte" affermai,tormentandomi le
mani,nervosamente,nel tentativo di non gettargliele addosso. "Mi ha chiesto di
scegliere" biascicò,come una confessione estorta contro la
propria volontà. Rimasi basito e immobile sul posto. Una
sensazione orribile si impadronì di me. Come un glaciale
velo freddo che mi fasciava completamente le membra facendomi
dimenticare completamente come ci si muoveva. Non riuscivo a muovere un
muscolo e per un po' non riuscii nemmeno a emettere un suono. Tutte
parole al vento,quelle degli ultimi tempi. Tutte parole vane e vuote
quelle che tante volte ci eravamo scambiati,nudi e abbracciati su quel
divano o sul mio letto. Il nostro letto. Sapevo che amava Susan
perdutamente prima di incontrare me. Ne avevamo parlato tante di quelle
volte. Mi parlava spesso di quanto il loro rapporto si stava
trasformando pian piano in un affetto quasi fraterno,nulla a che vedere
con quello che li aveva spinti ad unirsi in matrimonio,anni prima. E
quando l'ascoltavo mi sentivo suo,suo soltanto. E lui mi si avvicinava
e mi sussurrava quel suo timido "Ti Amo" all'orecchio,come se avesse
paura che qualcuno lo sentisse,come se ancora si stupisse di tutto
quello che ci stava accadendo. E ora cedeva al suo
ricatto. "E tu hai scelto lei."
dissi in un bisbiglio,vicinissimo al suo viso. "Dopo tutto quello che
ci siamo detti,dopo che mi sono annullato completamente per te,dopo
tutto quello che abbiamo passato insieme" continuai "tu...hai scelto
lei" Ero egoista e lo sapevo
ma non m'importava,ero pronto a diventare la persona più
meschina dell'Universo. Lui, che era ancora
appoggiato alla parete scivolò pian piano lungo la sua
superficie accasciandosi a terra,affondando il viso tra le ginocchia.
Per la prima volta da quando lo conoscevo lo vidi piangere. Le lacrime
gli solcavano il viso insitenti e lo vidi disperarsi e umiliarsi come
mai avrei pensato fosse capace un uomo. Si strinse la testa tra le mani
come volesse spaccarla in due,come se volesse scacciar via ogni
pensiero. Batteva i pugni sul pavimento di marmo facendosi quasi
sanguinare i dorsi delle mani. Non mi muovevo,ero li immobile a fissare
l'uomo che amavo in quel pietoso spettacolo. "Cosa cazzo vuoi che ti
dica Jude! Avrei voluto che tu ci fossi stato in altri momenti della
mia vita! Avrei voluto che ci fossi stato tu al posto suo! Lei mi ha
aiutato,lei ha salvato la mia anima! Lei mi ha impedito di distruggere
la mia vita! Lei mi ha portato via da quella merda,e per quanto io non
voglia,per quanto io cazzo ti ami,non posso dimenticare di essere
legato a lei più di quanto lo sia con te!" gridò
con quanto più fiato poteva. Stringeva i capelli,cercando di
asciugare le lacrime con i polsi della camicia che erano oramai zuppi e
logori. Non parlavo,e non so se
avrei potuto replicare ad una cosa simile. Per quanto mi sforzassi di
pensare quanto anche io avevo fatto per lui,di quanti momenti splendidi
e indimenticabili gli avessi regalato non riuscii a non sentirmi
insignificante se paragonato a lei. A lei che lo aveva reso l'uomo che
era,l'uomo che avevo imparato ad amare visceralmente.
Mi diressi
verso il lavabo,in cucina,cercando di rinfrescarmi la faccia,per
riacquistare un pò di lucidità. Senza che nemmeno
me ne accorgessi esplosi anche io,silenziosamente,le lacrime che
scivolavano via veloci a intervalli sempre minori mischiandosi
all'acqua che scorreva. Ed eccomi qui,con lui
dietro di me,che mi stringe,mi abbraccia,cerca le mie mani che a
malincuore si sottraggono,ormai consapevoli che non lo toccheranno mai
più. "Jude" sussurra,premuto
contro di me. Sento le sue guance umide bagnarmi la maglietta. "Jude" ripete,senza
ancora ottenere una mia risposta. "Ti amo". dice.
Dopo
quelle due semplici parole, senza controllo alcuno,faccio qualcosa che
mai avrei pensato di riuscire a fare in una situazione come quella.
Rido. Rido fino a perdere il fiato,rido fino a farmi scoppiare i
polmoni,rido fino a quando le mascelle cominciano a dolermi,ma non mi
frega,io continuo,mi tengo la pancia,mi accascio a terra e sento le
lacrime scendere ancora,senza più ritegno,e graffio il marmo
sotto di me mentre continuo a ridere a ridere a ridere mentre prego
prego che lui metta fine alla mia sofferenza,mentre prego di morire. "Jude" grida
stringendomi nel tentativo di farmi smettere,mentre io mi divincolo.
L'ultima cosa che voglio sono ancora le sue mani addosso,l'ultima cosa
che voglio è che lui mi dica mi dispiace. Ha ragione ma lo
odio lo stesso,lo odio più di quanto sia umanamente
possibile e vorrei solo prenderlo a pugni,vedere il suo sangue scorrere
e dirgli "ecco,il tuo piccolo, tenero Jude!"
Lui
è sopra di me,ancora tentando di fermarmi. Con
abilità riesco a ribaltare le posizioni senza che lui se ne
accorga. Con tutta la rabbia che sento addosso sferro un pugno ben
assestato che lo colpisce dritto nello stomaco. Lui sbarra gli occhi
mentre il respiro viene a mancargli e boccheggia alla disperata ricerca
d'aria. Lo colpisco ancora,sulla mascella,vicino a quelle labbra che
fino al giorno prima avevaìo tanto agognato. Lui cerca di
fermarmi ma nonostante la sua abilità nel combattere,i suoi
allenamenti di cui va tanto fiero,non riesce a placare quella
forza,quella mia energia dettata solo da quella rabbia che mi corrodeva
come acido e veleno. Lo colpisco
nuovamente,questa volta sul naso e lui geme e rimane fermo,senza tentar
più di parare i colpi. Rimane li,a guardarmi e quasi mi
sorride,mentre rivoli di sangue scivolano sul suo volto. Con quella
stessa manica intrisa di saliva e lacrime pulisce come può
le ferite,che però continuano a sanguinare. Lui ancora
sorride,inspiegabilmente mentre la collera mi abbandona,mi lascia
sfinito sul duro e freddo pavimento della cucina. Dalla Tv ancora
accesa provengono spari insistenti. Quanto vorrei che
qualcuno di quei colpi potesse realmente materializzarsi in casa mia e
colpirmi. Si,lo voglio.
"Sei pieno
di risorse,Judesie" dice fissandomi,oscillando pericolosamente,debole.
Io non gli rispondo ma lo fisso a mia volta,sbigottito da tutta quella
situazione. Cosa ero diventato? Poi si avvicinò al mio
viso,con sguardo colmo di pena e rimorso. "Ti amo Jude. E mi odio
per tutto questo. Ti darei tutto se tu me lo chiedessi,ma tutto
questo,la mia famiglia,la società,ogni cosa è
troppo grande per me" singhiozzo "tutto questo mi spaventa e mi
confonde" dice,con voce rotta,stringendo il collo della mia
camicia,anch'ezza sporca del suo sangue. "sei tutto quello che
ho,insieme a mio figlio" continua "e non so più cosa
è giusto fare. Non so più nulla" si accascia su
di me,cercando di afferrare convulsamente ogni parte di me gli
capitasse a tiro. Mi sentivo svuotato da
qualcosa mentre lo ascoltavo,come se il Jude di poco prima fosse
un'entità che con la stessa facilità con cui mi
aveva posseduto così era scivolata via. Lo avevo odiato con
tutto me stesso e adesso,pochi secondi dopo aver cercato quasi di
ucciderlo,sento di amarlo nuovamente, come mai avevo fatto. Lo stringo a me con
esigenza,in una morsa quasi soffocante,ma lui non pare accorgersene.
Cerco le sue labbra e le trovo. Un bacio colmo di
passione,paura,calore. Un bacio violento e liberatorio. "Qualunque cosa
succederà,saremo in due ad affrontarla" soffio sulle sue
labbra "Ti amo anche io". Lui mi sorride e credo
sia il sorriso più che bello che io abbia mai visto. Non so
cosa il futuro riserverà a noi due,ma è
adesso,è questo stesso presente che scopro essere per me
fondamentale. E in questo presente,in
questo perfetto presente Robert è l'uomo che amo
follemente,e per cui farei tutto. Oggi,adesso ... Robert
è mio.