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Autore: Blu Notte    08/10/2010    8 recensioni
Rin si ricorda ancora quel giorno in cui Sesshomaru la lasciò, senza una spiegazione, con quello sguardo impassibile, come se lei fosse soltanto un oggetto. Era una bambina allora. Adesso Rin è cresciuta, è maturata, ma non passa giorno in cui non si senta fuori posto nel mondo. Ormai sa di essere cambiata, sa di non essere più quella bambina che seguiva ovunque il suo Sesshomaru. Ma cosa succede se il suo passato torna a farle visita?
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti =) Kagomina Innamorata: dopo questo capitolo manca ancora l'epilogo, poi la storia si concluderà. Allura.. prima di lasciarvi in pace a leggere questo 10° cap vi devo dire alcune cosette =) Intanto questo è un capitolo che contiene informazioni fondamentali non per questa ff ma per la mia prossima storia (se qualcuno avrà la pazienza di leggerla.)  Poi.. premetto che tra poco avrete l'onore di vedere gli eredi di sesshomaru xD  Anche loro saranno indispensabili per la mia prossima storia.. Spero di avervi incuriosito almeno un pochino =) Un bacio!
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Capitolo 10


Un petalo di ciliegio mi sfiora la guancia, ancora dolorante.

Quel tocco mi dona serenità..

Lo afferro prima che cada terra, e lo uso per accarezzarmi il viso.

Sfioro la fronte, le palpebre chiuse, il naso, le labbra, il mento..

Quanto tempo è passato?

Una settimana? Due? Un mese?

Ho smesso da un po' di contare i giorni.. Perché ogni giorno che passa senza sue notizie equivale ad una pugnalata in pieno cuore.

Cerco di respirare, confortata da quel dolce profumo.

Le parole di Jaken mi riempiono la testa..

Sacrificio. Ferite gravi. Curare. Nichihostu.

Chi è poi questo tizio? è davvero in grado di curare Sesshomaru?

Non sapere nulla mi fa star male..

Non mi sono ancora arrivate notizie.. Forse perché non c'è nulla da sapere.

O forse perché hanno paura di darmi un dispiacere dicendomi che..

Scuoto la testa. No! Non ci voglio nemmeno pensare.

Non devo dimenticare che Sesshomaru è pur sempre Sesshomaru. Anche se mi ha svelato quel suo lato.. diverso.. rimane lui!

Lui freddo, glaciale, impassibile.. Lui, disposto a sacrificare la sua vita per la mia.

-Rin.- Il petalo mi sfugge di mano, colpito da una folata di vento. Galleggia sinuoso nell'aria, per poi posarsi dolcemente sul terreno.

Apro gli occhi e volto la testa verso il ragazzo. è qualche hanno più grande di me. è una brava persona.

Lo saluto, sforzandomi di sorridere.

Gli sono grata per avermi ospitata, qui mi trattano bene..

Ma perché non ho potuto andare con lui? Mi sento come se l'avessi tradito..

Dovevo insistere.. Dovevo convincere Jaken a portarmi. Dovevo fargli in qualche modo capire che sarei impazzita, restandomene in attesa in un villaggio umano!

Sento gli occhi farsi umidi. Non ci posso fare niente, ma mi sforzo di non piangere.

Il ragazzo si precipita al mio fianco, si siede su quella panchina naturale, formata dalle radici di un albero di ciliegio.

Leggermente imbarazzato, mi cinge le spalle e spinge delicatamente la testa sulla sua spalla.

Chissà quanto gli è costato quel gesto, non ho bisogno di guardarlo per sapere che è rosso come un peperone.

Ma io non posso dargli ciò che cerca.. Potrebbe quella ragazza, che lo guarda da lontano, sospirando. Potrebbe quella smorfiosetta della figlia del capo villaggio, che si è messa in testa di conquistarlo.. Si, anche lei potrebbe.

Ma non io. Perché io appartengo già a qualcun altro.

Me ne sono resa conto quando è quasi morto. Il dolore che ho sentito vedendolo disteso a terra, pieno di sangue.. Rabbrividisco.. Nessuna sensazione che ho mai provato è stata tanto intensa.

Il ragazzo, che peraltro non ne ricordo il nome, stringe l'abbraccio pensando che abbia freddo.

Non voglio che fraintenda, ma non riesco a spezzare anche il suo cuore. Per oggi basta il mio..

-Mi puoi dire perché sei tanto triste?- Mi chiede con voce dolce.

Alzo le spalle.

-Da quando sei arrivata hai aperto bocca poche volte.- Mi fa notare.

-Già.-

Perché? Perché si sente attratto da me?

Proprio io, che sono riuscita a fare scappare tutti quelli che hanno cercato di attaccare bottone con il mio sguardo disanimato.

Ho bisogno di solitudine. Ma sono troppo stanca perché la sua presenza riesca a irritarmi.

Esita un secondo, forse i miei pensieri sono fin troppo chiari -Vuoi che ti lascio sola?-

-Si, per favore.-

Lui sospira. Scioglie l'abbraccio e si alza. Prima di andarsene mi sorride, un sorriso di incoraggiamento.

Già.. è una brava persona..

Chiudo di nuovo gli occhi, e assaporo l'aria. Il silenzio assoluto è proprio quello che ci vuole.

Mi piacerebbe addormentarmi, per sfuggire a quest'angoscia. Ma anche il mondo dei sogni non mi lascia tregua..

Soffia una folata di vento. Sento i miei capelli scompigliarsi.

Un'altra folata, e l'aria mi schiaffeggia in pieno viso.. C'è qualcosa nell'aria. Qualcosa di diverso.. Un qualche profumo, una qualche presenza.

Sobbalzo e apro gli occhi.

Il battito cardiaco accelera..

Sesshomaru è a qualche passo da me. E sta bene.

Mi sta guardando, e non riesco proprio a immaginarmi quello che stia pensando.

Per qualche momento sto zitta, travolta dal sollievo.

-Respira, Rin.- Mi ordina.

Io cerco di obbedire. Non mi sono nemmeno resa conto di avere trattenuto il fiato, vedendolo.

Avanza lentamente, e si siede vicino a me. Io abbasso la testa.

-Come stai?- Mi chiede.

-Tu piuttosto.- Rispondo, sempre senza guardarlo negli occhi. Codarda.

Percepisco il suo sguardo indagatore, e chiedo piano -Perché l'hai fatto?- Mi costringo a guardarlo -Ti sei comportato da idiota.-

Il suo sguardo mi pietrifica prima che possa dire altro.

-Dovresti ringraziarmi.- Dice, nella sua voce non è presente nessun tono d'accusa -Sei viva.-

-Pensi davvero che mi sarebbe importato qualcosa di essere viva, se tu fossi morto?-

Mi continua a fissare per alcuni istanti, poi porta lo sguardo sul cielo -Questa è una delle cose che avrei voluto non si verificassero.-

Capisco immediatamente a cosa si riferisce.

Deglutisco, per rendere la voce un po' meno roca -Ma ormai non ci puoi fare più niente. è successo. Ti amo.-

-Già, anche io.- Il suo sguardo è sereno, sempre perso nell'orizzonte.

Poi, a mia sorpresa, si alza così velocemente che i miei occhi umani non riescono a metterlo a fuoco.

-Ti voglio mostrare una cosa.- Mi tende una mano -Ma faremo prima viaggiando a velocità demoniaca.-

L'afferro, leggermente stupita. Quel contatto mi da una sensazione strana..

Poche volte ho avuto un contatto fisico con lui. Non ama essere toccato.

Eppure la sua mano si chiude delicata intorno alla mia.. Come se stringere un'immonda e inferiore mano umana fosse per lui la cosa più naturale al mondo.

Lo vedo tenere gli artigli ben distanti dalla mia pelle.

-Dove andiamo?- Riesco finalmente a chiedere.

Evita la risposta, -Chiudi gli occhi.- Mi dice.

Sospiro e obbedisco. La curiosità ha preso il sopravvento..

Sento qualcosa di terribilmente.. strano. Non doloroso, ma strano.

Come se venissi risucchiata in avanti ad una velocità mostruosa, rinchiusa in un barattolo senz'aria e avvolta da un accecante fascio di luce.

Mi sento tutta indolenzita quando, alcuni minuti dopo, percepisco di nuovo la terra sotto i piedi.

Apro gli occhi esitante. Noi due siamo ancora mano nella mano, ma il posto è diverso.

-Cos'era?- Chiedo, e mi esce una voce buffa.

-Il mio modo di percorrere le grandi distanze.- Lascia la mia mano -Da qui in poi dovremmo proseguire a piedi.-

Ci troviamo in una foresta poco fitta. Il sole filtra con facilità attraverso i rami.

Vicino a noi scorre un piccolo ruscello.. Lo scrosciare dell'acqua è famigliare e rassicurante.

Camminando avverto il piacevole tepore del sole sulla pelle.

Ora che so che sta bene, ora che è vicino a me.. il dolore si attenua.

Per qualche istante, durante questi giorni, ho davvero temuto al peggio..

-Chi è Nichihostu?- Chiedo ad un certo punto, per spezzare il silenzio.

Non che mi importi veramente. Sta bene, è questo l'importante.

Tutto il resto viene dopo.

-è il re dei demoni.-

Quelle cinque parole mi prendono in contro piede. -A questa domanda non ti è concesso rispondere con due parole.-

Esiste un re dei demoni? Mi stupisco per la curiosità che provo..

-Vuoi sentire tutta la storia?-

Annuisco.

-Anche noi demoni siamo governati.- Spiega, inespressivo -E abbiamo delle regole d' onore.

Le regole furono stipulate dai demoni più potenti del periodo, prima ancora che mio padre nascesse. Ma esseri di particolare infimità non ne tennero conto.

Così nel periodo antico fu scelto un demone come re e fu stabilito che i suoi discendenti avrebbero preso il suo posto, per stabilire un po' di controllo su tutti i demoni che si spartivano il territorio.

Ma presto incominciarono a sorgere dei problemi. Nel resto del mondo i demoni maggiori aumentarono sempre di numero, e non conoscendo nessuna autorità si comportavano come meglio credevano..

Inoltre molti demoni di qui cominciarono a considerare troppo piccola l'isola. Volevano ampliare i loro territori.

Ci fu un emigrazione di massa.

Dopo di che, la situazione nel resto del mondo si aggravò sempre di più. Si scatenarono violente guerre, si crearono clan di soli mezzo demoni. Senza contare poi delle violente sommosse dei freddi presenti già da prima nella zona.-

Vorrei chiedere chi fossero i freddi, ma non ho alcuna intenzione di interrompere la storia. Non pensavo che il mondo demoniaco fosse così organizzato..

-La famiglia reale decise così di trasferirsi fuori dall'isola. Confidarono nel fatto che i vari clan rimasti in Giappone avrebbero mantenuto i loro territori, impedendo ai nemici di ampliarli. Per un po' fu così, come ad esempio tra il clan di mio padre e quello delle pantere. Ma poi la situazione degenerò..-

-Con la comparsa della sfera dei quattro spiriti.- Concludo io.

La storia mi ha veramente affascinata, ho tante domande da fargli.. Chissà se mi è permesso sapere più di tanto.

-Nichihostu è il re?-

Annuisce.

-Quindi tu sei stato nel suo palazzo?-

-Suo padre e il mio si conoscevano. è stato.. contento di vedermi.- La sua voce continua a essere totalmente inespressiva, tanto che mi chiedo se lui invece non nutra sentimenti diversi da quelli di Nichihostu.

Poi capisco, e mi scappa un sorriso.

Ma certo.. Sesshomaru inferiore a qualcuno? Sesshomaru non al gradino più alto della scala?

Gli darebbe troppo fastidio. Del resto è un tipo ambizioso..

Decido che è meglio lasciar perdere il discorso Nichihostu, anche se mi incuriosisce tanto. Di sicuro mi risponderebbe, ma non con particolare entusiasmo.

-è ancora distante il luogo in cui dobbiamo andare?- Chiedo.

-Non molto.-

Continuiamo a camminare per qualche minuto, in silenzio.

Non è imbarazzante stare in silenzio con lui..

Nel mio petto batte un cuore caldo e umano, nel suo uno freddo e demoniaco.

Eppure ci intendiamo alla perfezione.. Chissà, forse insieme ci sentiamo completi.


Ci mettiamo circa un quarto d'ora per arrivare.

è una specie di radura scavata nel cuore della foresta.. Come su un'impronta di un enorme bestia, ci troviamo più in basso del livello terreno su cui abbiamo camminato sino a poco fa.

Nel lato est della radura scorre un ruscelletto. Prende velocità nel tratto in discesa.. insinuandosi agilmente fra le rocce.. Poi si addentra nella foresta, nel punto dove il dislivello è più basso.

Al centro della radura torreggia un'enorme quercia.

C'è un senso di pace in quel luogo. Un non so che di magico..

Sesshomaru punta verso la quercia, io lo seguo.

Ci fermiamo a pochi metri dall'albero. Quella vicinanza mi è sufficiente per coglierne parecchi particolari..

Dev'essere antico.. La corteccia è scalfita e rugosa, come la pelle decadente di un anziano.

I rami però sembrano non percepire la sua vecchiaia, e si innalzano fino a toccare il cielo..

Due rami robusti si intrecciano, formando una piattaforma naturale..non riesco a scorgerla bene però.. è protetta da troppe foglie.

Senza pensarci, allungo una mano fino a sfiorare la corteccia.

Calda.

Poggio la mano e trattengo il respiro per alcuni istanti.

-Questa quercia è viva.. non è vero?-

Come risposta, da quello che si può definire il centro del tronco, le rughe della corteccia si fanno via via più calcate.. Fino a formare una sagoma.

Il volto di una vecchia donna.

Lo spirito non sembra minimamente infastidito dal mio contatto..

Guarda Sesshomaru, e gli indica con gli occhi la piattaforma naturale che ho notato prima.

Lui annuisce, poi si rivolge a me -Questa è Furora, la quercia secolare che protegge i figli di chi non può prendersene cura.-

La mano mi cade lungo un fianco. Perché? Perché mi fa questo?

Alzo uno sguardo implorante sul suo volto.

-Mi hai portata dai figli di Ksunade.- La mia voce sa più di una debole constatazione, che di un'accusa.

Esita.. -Non vedrai lei riflessa nei loro occhi.-

Non rispondo e avanzo lentamente verso la piattaforma creata dai rami. Non sono realmente sicura di quello che sto facendo.. Sesshomaru mi segue.

Scosto le foglie.

Sui rami ci sono due angeli.

L'angelo più piccolo è addormentato.. Il suo petto si muove a intervalli di un secondo.

Ha una minuscola mezza luna sulla fronte, come quella del padre. I capelli argentei curiosamente sparati all' insù.

Il volto è dolce, come quello di ogni bambino di pochi mesi.. Ma ha allo stesso tempo qualcosa di affascinante che mi colpisce..

Le orecchie sono lunghe, una caratteristica che accomuna la maggior parte dei demoni. Le manine infantili, incurvate sulla corteccia, possiedono già artigli affilati.. A ogni respiro dischiude leggermente le labbra rosee, permettendomi così di intravedere i canini.

Il bambino è coperto da un tessuto che sembra seta azzurra..

Un angelo distruttore.

L'altro angelo è seduto, appoggiato alla corteccia.

Dimostra al massimo tre anni..

La prima cosa che mi colpisce di lui è lo sguardo.. Gli occhi del bel marroncino chiaro del padre, della stessa forma di quelli di Ksunade.

Ma Sesshomaru aveva ragione. Lei non c'è.

Gli occhi sono attenti, intelligenti.. quasi umani. Non c'è traccia di disprezzo, o cattiveria.

-Ciao..- Gli dico, improvvisamente colta da un attacco di felicità.

L'insicurezza di prima di scioglie davanti a quello sguardo.

-Ciao.- Risponde, incurvando le labbra all'insù.

La sua voce ha un timbro infantile, ma qualcosa di indefinibile me la fa sembrare già adulta..

Sento il bisogno irresistibile di allungare la mano e di toccare la sua.

Lo faccio, e allo stesso tempo, l'angelo allunga anche il suo braccio.

La sua manina si poggia delicatamente sulla mia. Gli artigli sono già tanto affilati da potermi uccidere senza sforzo..

Sento la voce di Sesshomaru dietro di me -Ha la stessa abilità di Ksunade.- Pronuncia il suo nome con freddezza -Spinge gli altri a fare quello che lui desidera. Non la sa ancora controllare.-

Ora capisco. L'angelo desiderava toccarmi.

Sorrido.

Anche lui ha le orecchie appuntite, e i capelli argentei. Le ciocche cresciute sopra le orecchie cadono elegantemente sulle spalle, mentre gli altri capelli rimangono curiosamente corti, come quelli del fratello.

Il suo viso è spoglio da ogni simbolo.. Anche le labbra sottili sono quelle della madre.

Porta già una piccola veste, di color smeraldo. Come il padre, ha avvolto intorno al corpo quello che si può definire un pellicciotto.

Mi sono sempre chiesta cosa sia. Forse una coda?

Non ha nulla da invidiare al fratello, in fatto di artigli o zanne. Però su di lui fanno un effetto diverso..

Un angelo gentile.

Mi ricordo solo dopo qualche istante che dietro di me c'è ancora Sesshomaru.

-Non ho mai visto niente di tanto meraviglioso.- Rispondo alla sua domanda silenziosa.

Lui non risponde. Chissà a cosa sta pensando.. Impossibile dirlo.

Comunque io non mi sforzo di capirlo, sono totalmente rapita dal quel piccolo essere angelico che mi continua a guardare.

Leggo curiosità nei suoi occhi..

Cosa avrò poi di tanto interessante? Sono l'unica cosa banale in questo luogo.

-Perché mi hai portata qui?- Chiedo, senza staccare gli occhi dal piccolo.

Quanto vorrei poterlo prendere in braccio, e stringerlo forte a me.

Potrei farlo?

Con la coda dell'occhio, vedo Sesshomaru voltarsi.

-Insegna loro quello che hai insegnato a me.- Mi dice.

Sento il battito del mio cuore rimbombare nella cassa toracica.

-Mi stai chiedendo di..-

-Esatto.- Risponde, senza aspettare che finisca di parlare.

Una sensazione di ardente felicità mi invade. La sento bruciare in ogni singola parte del corpo.

Non riesco a rispondere. Come potrei definire a parole quello che sto provando? Non capirebbe..

-Non sei obbligata a fare niente, Rin.- Evidentemente ha preso il mio silenzio come un rifiuto. -Se te ne vuoi andare sei libera di farlo.-

Inizia a camminare, e io lo seguo.

-Non capisco che vuoi dire con.. insegna loro quello che hai insegnato a me.- Dico, con voce calma -Io non ti ho insegnato niente. Quello che adesso vedi era già dentro di te..-

Passo le mani sull'erba bagnata dal sole, che mi sta iniziando a sfiorare il bacino.

I miei passi provocano un fruscio leggero..Che in qualche modo va ad inserirsi allo scrosciare del ruscello e al canto degli uccellini in quest'attimo di pace assoluta.

-E allora fallo capire anche a loro.-

-Perché?- è pura curiosità.

-Perché non voglio che commettano i miei stessi errori.-

Mai, e dico mai, prima d'ora ho sentito Sesshomaru ammettere di aver sbagliato in qualcosa.

-..Va bene.- Accetto.

Lui si ferma, ma non mi guarda.

Non credo che abbia intenzione di parlare.. Un passero fischia ripetutamente su un albero, vicino a noi.

Non servono a granché le parole in attimi come questo.

-Come si chiamano?- Chiedo. Sento trasparire nella mia voce un po' della felicità che sta rischiando di accecarmi.

Vorrei urlarlo al mondo intero: sono tremendamente felice!

Felice per aver trovato finalmente il mio posto. Felice perché d'ora in poi non dovrò mai più fingere.

-Non lo so.-

Ci metto qualche secondo per realizzare -Non hai dato un nome ai tuoi figli?-

-Daglielo tu.- Mi risponde.

Questo è un bel dilemma.

Come si possono chiamare i figli di un demone elegante, silenzioso e solitario?

Di sicuro non Shiro. Ci vorrebbe qualcosa di sofisticato. Di diverso, che renda l'idea.

-Che ne dici di.. Koori e Aisu?-

-Se proprio non hai niente di meglio..- Sembra divertito.

Ah, ma certo! Lui vuole dei nomi più maestosi. Più lunghi, e più difficili da ricordare.

Come.. Sesshomaru! O.. Inuyasha!

Non gli vanno bene nomi semplici, che ti saltano subito alla mente, come.. Rin!

Poi, dal nulla, ecco che mi viene un'illuminazione.

-Che ne dici se il primogenito lo chiamiamo Koori Houseki?- Mi rendo conto solo dopo aver parlato di cosa comportano queste parole.

-Va meglio.- Dice.

Houseki.. La figlia di Inuyasha si chiama Hi Houseki, che significa gemma di fuoco.

Mentre il figlio di Sesshomaru, si chiamerebbe Koori Houseki. Ovvero, gemma di ghiaccio.

Per rendere l'idea, la rende. Ma è giusto?

Chissà perché, l'uguaglianza fra questi due nomi mi suona come una profezia. Come un filo, che lega i figli di due fratelli che si detestano..

Quindi.. è giusto legarli? Oppure il loro destino non è fatto per incrociarsi?

I due cugini sono forse destinati ad odiarsi.. come i genitori?

Sento qualcuno che mi tira per il polso e sobbalzo. Non mi sono minimamente accorta che Sesshomaru si è avvicinato così tanto..

La sua stretta mi trascina verso il basso, e io non oppongo resistenza.

Sesshomaru si corica a terra, fra l'erba incolta. E io appoggio la testa al suo petto.

Mi azzardo a dare un'occhiata al suo volto. Sembra rilassato, in pace con se stesso.

Sospiro. -L'idea del nome non è stata la mia. Hai più visto Inuyasha ultimamente?-

-No.- La sua voce è perfettamente incolore.

Riesco a capire molte cose di lui. Ma non cosa prova esattamente nei confronti del fratello.

-Be', ha una figlia. È molto bella.. avrà più o meno l'età di Koori. Si chiama Hi.. Hi Houseki.-

Niente di lui, si muove. Né il suo corpo, né il suo viso fanno una piega..

In questo momento darei tutto quello che ho per sapere a cosa pensa..

-Quindi?- Chiede dopo un po'.

-Per te va bene? Hanno lo stesso nome.-

-Un nome non significa niente.-

Annuisco. So che razionalmente ha ragione. Però..

Però niente, mi dico. Ficcati in testa che Sesshomaru e Inuyasha non si possono vedere. E così sarà anche per la loro discendenza.

Ma è mai possibile che sia veramente così?

Cerco di riscuotermi da quei pensieri. Infondo, non sono affari che mi riguardano.

-E il secondogenito?-

-Va bene Aisu.- Capisco che vuole chiudere il discorso dei nomi.

Alzo gli occhi. Lo vedo pensieroso..

Il sole caldo brilla tra i suoi capelli.

Chiudo gli occhi, e assaporo quel momento di beatitudine.

Non so quanto tempo passa.. Mi sento piacevolmente assonnata. Il suo petto si alza, a intervalli di pochi secondi. La luce calda del sole mi coccola. Sento la sua mano accarezzarmi distrattamente i capelli..

Vorrei che durasse in eterno. Vorrei che questo momento si protendesse all'infinito.

Ad un certo punto sento la sua voce, bassa. È quasi un sussurro -Sono contento che tu abbia accettato di accudire Koori e Aisu.-

-Anche io.- Rispondo, senza aprire gli occhi -D'altronde sono sterile.-

Lo sento alzare la testa all'improvviso. Come se la rivelazione lo scioccasse.

Io invece non faccio una piega.

-Me l'ha detto il dottore. Avevo 13 anni.- Spiego.

Dopo quella rivelazione, avevo passato una settimana orribile. Ma adesso non mi sembra più poi tanto importante.

-Non me l'avevi detto.-

-Oh, andiamo.- Sorrido, malinconica -Non dirmi che ti sarebbe piaciuto avere un figlio da me. Tu odi i mezzo demoni.-

-.. Non credo che lo odierei, se fosse figlio mio.-

A quelle parole apro gli occhi, stupita.

  
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