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Autore: ErikhaTH    08/10/2010    3 recensioni
Lei. Una ragazza come tante altre, ma con una passione per una band tedesca. Tutto poteva immaginarsi ma non che il cantante fosse affetto da una grave malattia. Tra lacrime e dolore, vi è un dolce finale.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per sempre in Lui.

La pioggia cade intensa e scrosciante. Sto seduta su un gradino per la strada, la pioggia mi bagna. La pioggia nasconde le mie lacrime. Non sono una di quelle ragazze che ama la pioggia, ma in questo momento ha proprio ragione Jim Morrison: la pioggia permette di girare a testa alta con il viso coperto di lacrime.
Non riesco a smettere di piangere, non riesco a non pensarci!
Perché proprio a Lui? Perché?
Mi alzo e mi avvio verso casa. Entro e non saluto nessuno, vado in camera mia. I miei sanno che in questo momento non devono parlarmi, sanno che se parlo non finirebbe bene.
Mi spoglio e mi asciugo, metto il mio pigiama e, ancora con il viso rigato dalle lacrime, mi siedo alla scrivania, prendo foglio e penna e inizio a scrivere. Scrivo perché ho un carattere brutto: non riesco a parlare, tengo tutto dentro. Ma questo è troppo da tenere dentro, non ce la farei.
Mi asciugo per l’ennesima volta gli occhi ormai rossi dal troppo pianto.

“ Piove, anche il cielo piange per te, per quello che ti sta succedendo.
Mi sento così stupida a scrivere questa lettera che TU mai leggerai.
Tu sei qui in Italia, ma sei su un letto d’ospedale.
Eri li, su quel palco con il tuo splendido sorriso sulle labbra.
Ad un tratto sei caduto. Pensavamo non fosse niente di grave.
Ma non era una semplice caduta. Tu ti eri sentito male per quella malattia che portavi nel tuo corpo già da tempo, ma che mai avevi detto alle tue fans!
solo questo ho capito di quell’intervista fatta dal tg ad uno dei tuoi dottori.
Un cuore. Trovare un cuore non è di certo una cosa facile.
Sono passati due giorni ormai, ma ancora non è arrivato un cuore compatibile con te.
A pensare a questa storia mi sento morire, sento il mio cuore lacerarsi in mille pezzi.
Il mio cuore. Magari ti potessi dare il mio.
Io andrei via, ma almeno avrei fatto una cosa bella in vita mia: salvare una persona, asciugare le lacrime di migliaia di fans e vivere per sempre con te.”

Una lacrima cade sul foglio e fa sciogliere parte dell’inchiostro.
Riasciugo gli occhi e continuo a scrivere, anche se questo non aiuta a cancellare il mio dolore.

“Bill, tu devi farcela. Noi viviamo di T E.
Senza te saremmo solo insensati puntini su una terra troppo vuota.
Vuota perché mancheresti tu, il tuo sorriso, la tua voce, la tua perfezione.
Non puoi andartene Bill.
Resisti. Fatto per tuo fratello: quante volte gli hai promesso che non l’avresti mai lasciato?
Non puoi farlo ora!
Fallo per i tuoi genitori, per Georg, Gustav e tutto lo staff che ormai è la tua famiglia.
Fallo per i tuoi fans!”

Bussano alla porta. Piego la lettera e la butto nella mia borsa, asciugo le lacrime con la manica del pigiama e apro la porta.
Era mia madre che con un dolce sorriso mi avvisa che è pronta la cena.
“Non ho fame!” Rispondo.
“E’ due giorni che non mangi!” Ribatte lei.
“Ho mangiato un panino poco fa, quando sono uscita” Mento. Ma con lei non riesco a mentire.
“Ti porto il tuo piatto qui!” Dice questo e va via chiudendo la porta dietro di se.
Dopo pochi minuti ritorna con un piatto fumante di pasta. Lo poggia sulla scrivania e mi abbraccia.
“Mangiala, fallo per me!” Detto questo torna giù.
Guardo quel piatto, ne assaggio un po’, ma non ce la faccio.
Mi butto sul letto e mi addormento dopo poco con gli occhi pieni di lacrime, come ormai lo sono da due giorni.

Mi sveglio la mattina seguente sperando che tutto quello che è successo sia solo un brutto sogno.
Mi guardo intorno. No. Non era un sogno.
Mi lavo, mi vesto, prendo la mia borsa ed esco di casa. Spero di non pensare a Lui almeno per qualche ora.
Prendo il motorino e vado.
Pioviggina ancora.
Guido senza una meta. Forse cerco qualcosa che non potrò trovare.
Quindici, venti, trenta minuti. Il tempo passa ma non me ne accorgo.
Sento un forte rumore. Una frenata.
Mi sento frastornata, sento della gente gridare. Non riesco a muovermi. Cerco di aprire gli occhi ma non riesco.
Riesco a capire solo qualche parola sfusa: asfalto, auto, incidente.
Ad un tratto tutto diventa bianco.


“Signori, siamo dispiaciuti. Vostra figlia in seguito ad un incidente non ce l’ha fatta. Abbiamo provato a rianimarla ma non c’è stato niente da fare.”
Adesso erano loro a piangere. Loro che avevano asciugato le mie lacrime.
Non riuscivano a credere a quello che era accaduto. Un’auto era scivolata a causa della pioggia ed era finita su quel motorino.
“So che questo non è il momento più adatto, ma se volete, alcuni organi di vostra figlia sono ancora vitali. Potete decide di donarli. Questi sono gli effetti personali di vostra figlia.” Detto questo consegna una busta con la mia borsa ai miei genitori. Loro la aprono. Tirano fuori la borsa e frugano tra le mie cose. Trovano quella lettera. La leggono. La dottoressa stava per andare via. La richiamano e tutto d’un fiato mio padre dice “Vogliamo donare gli organi, in particolare il suo cuore. Ma vorremmo che venga trapiantato a Bill Kaulitz!”
L a dottoressa sorride “Signori, ci sarebbe una lista d’attesa per i trapianti e poi il cuore deve essere compatibile.”
“Faccia tutti gli esami che servono, tutti gli accertamenti. Questo ragazzo ha bisogno di questo cuore. Glielo dobbiamo per tutte le volte che ha reso felice nostra figlia!” Risponde mia madre singhiozzando.
“Bene signori. Farò tutto il possibile. Questo è il modulo da firmare.”

Qualche ora dopo la notizia: “Signori, il cuore di vostra figlia è compatibile con il cuore del ragazzo. E’ tutto pronto per l’asportazione dell’organo.” Disse sorridendo la dottoressa.
“Possiamo vederla prima dell’operazione?” Chiese mio padre.
“Certo!” Rispose la signora facendo strada.
Una volta arrivati videro me. Su un tavolo dell’obitorio, con un cartellino attaccato al piede. Il viso sciupato, i segni dell’incidente.
“Tesoro mio, “ disse mia madre “ quanto avrei voluto far realizzare il tuo sogno. Volevi tanto incontrarli, ringraziarli per tutto quello che ti avevano dato, ma io non capivo. E adesso realizzeremo il tuo ultimo desiderio: farai vivere ancora il tuo amore.” Riuscì a completare appena la frase che scoppiò in lacrime e si buttò fra le braccia di mio padre.
“Ti vorremo sempre bene amore mio!” Continuò quest’ultimo.

Mentre su un letto d’ospedale di Milano, un ragazzo piangeva di gioia abbracciando suo fratello.
“Mi hanno detto che la donatrice è una fan. I genitori hanno assolutamente voluto che fossi tu a ricevere il suo cuore.” Disse Tom.
Le lacrime scivolavano libere sulle guance di Bill.
Il cuore arrivò presto insieme ai miei genitori. Prima dell’intervento si incontrarono.
“Bill, vorremmo che tu leggessi questa lettera. L’ha scritta Alice ieri sera. Stava molto male per te. Forse è stato il destino a far succedere questa tragedia.” Disse mio padre, porgendo quel foglio bianco con i segni delle mie lacrime.
“Io.. io non so veramente cosa dire. Che sia stato il destino, o qualcuno li Sopra, non smetterò mai di ringraziare voi e vostra figlia!” Le lacrime iniziarono di nuovo a rigargli il viso. Lesse la lettera e fu come se conoscesse quella ragazza da tempo. Fu come se quella ragazza era sempre stata parte di Lui. Poggiò la lettera sul cuore e sussurrò: “Grazie, Alice.”
Cinque ore dopo l’intervento era finito e tutto era andato bene.
Il sorriso tornò sul volto di tutti i fans. Erano tutti felici.
Alice aveva realizzato il suo sogno: vivere per sempre con Bill.
   
 
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