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Autore: Little Fanny    10/10/2010    1 recensioni
L’orologio si aprì, riversando in quel corpo, così umano, ricordi sopiti da tempo. Un messaggio nascosto e serbato per così tanti anni all’interno di quel piccolo, ma prezioso orologio, che avrebbe dato nuova vita al suo possessore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Master - Altro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Here comes the drums
Fandom: Doctor Who
Beta: Alektos
Personaggi: Professor Yana, Master
Rating: PG
Genere: introspettivo
Conteggio parole: 1716
Avvertimenti: one-shot, missing moment 3x11 “Utopia”
Note: I dialoghi appartengono interamente a Russell T Davies e Simon Winstone.
Partecipante alla 1° fanfiction challenge indetta dal Torchwho Forum.
Disclaimer: La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.


Here comes the drums



“Il suo orologio… posso dare un’occhiata?” aveva sussurrato Martha Jones, portandosi subito dopo la mano alla bocca.
“Questo?” le rispose il professor Yana, mostrandoglielo. “È solo un vecchio cimelio… come me.” Aveva commentato lui, sorridendo appena. Sentiva nelle ossa tutto il peso dei suoi anni, i lunghi anni che aveva trascorso a studiare, nella speranza di dare al suo popolo un’alternativa, una prospettiva di vita, nonostante si trovassero alla fine dell’Universo.
“L’ha mai aperto?”
“Perché avrei dovuto? È rotto.” Aveva constatato con un velo di rassegnazione. Nonostante non avesse mai funzionato, era affezionato a quell’aggeggio in un modo del tutto particolare. Lo teneva sempre ben assicurato tramite una corta catenina all’interno della sua giacca; a volte lo tirava fuori dalla tasca e lo accarezzava sovra pensiero, quasi fosse un prezioso gioiello, più che un antico cipollotto che non era mai riuscito ad aprire.
“Ha mai provato ad aprirlo?” chiese di nuovo la giovane, allungando il collo per cercare di esaminare più da vicino quel vecchio orologio da taschino. Il professor Yana aveva scosso la testa, negando.
“Come sa se è rotto se non l’ha mai aperto?” aveva continuato a domandare Martha, con un pizzico di curiosità ed euforia nella voce.
“È incastrato. È vecchio. Non dovrebbe nemmeno esistere. Almeno credo.” Aveva risposto risoluto, anche se il seme del dubbio iniziava a instillarsi in lui.
Non funzionava, ma in tutti quegli anni non gli era mai venuta la tentazione di aprirlo. Lo strinse più forte in mano, avvertendo le incisioni lasciare un leggero solco sulla sua carne. Era curioso ma, al contempo, provava anche una paura insensata di scoprire cosa fosse contenuto al suo interno.
Notò con la coda dell’occhio la giovane umana correre dai suoi compagni di viaggio, ma non vi badò, i suoi pensieri erano fissi su quel misero orologio, che sentiva pesare come la pietra stretto nella sua presa.

Aprimi.

Il professor Yana alzò la testa di scatto, guardandosi attorno per capire da dove provenisse quella voce spezzata e autoritaria. Vide solo Chantho lavorare alacremente e dalla radio sentiva i mezzi discorsi di quello strano Dottore e dell’incredibile compagno che aveva portato con sé. Un uomo che non poteva morire: probabilmente era vittima di una maledizione.
“Chan, Professore, va tutto bene, tho?” lo richiamò Chantho dolcemente, posandogli apprensiva una mano sul braccio. L’uomo le sorrise rincuorante, tornando a dedicarsi al suo lavoro. Avevano un razzo carico di umani da mettere in moto: Utopia li stava aspettando. Ci sarebbe stato tempo dopo per scoprire i segreti del suo orologio da taschino.
Si rimise velocemente all’opera, seguendo le indicazioni di quell’alieno: Signore del Tempo.
Signore del Tempo.
Signore del Tempo. TARDIS. Dalek. Vortice del Tempo. Guerra del Tempo.
Quelle parole senza senso si rincorrevano nella sua mente, mescolandosi tra loro, confondendosi con quella strana voce che si faceva sempre più forte alle sue orecchie.
Il professor Yana estrasse veloce l’orologio dal taschino, portandolo al livello del volto per studiarlo più attentamente. Era stato trovato nudo, sulla Costa della Devastazione d’Argento, in una notte di tanti anni fa. Un orfano nella tempesta, completamente solo e l’unica cosa che aveva con sé era quell’orologio. Un orologio di cui non ricordava la provenienza, ma da cui non voleva separarsi.

Aprimi. Ordinò nuovamente quella voce con tono aspro.

Avvicinò una mano tremante al meccanismo di apertura, trattenendo inconsciamente il fiato. Non si era mai aperto, – perché avrebbe dovuto farlo ora? – si chiese nervosamente.
Non aveva senso. Tutte quelle parole, quei mezzi discorsi non avevano nulla a che fare con lui.

Sono i tamburi. I tamburi. I tamburi. Il battito di tamburi infinito.
Aprimi idiota umano. Apri la luce, evocami e rigenerami.
Distruggilo e poi darai il tuo potere a me
.

Con uno scatto l’orologio si aprì, riversando in quel corpo, così umano, ricordi sopiti da tempo. Un messaggio nascosto e serbato per così tanti anni all’interno di quel piccolo, ma prezioso orologio.

Tum.

Eri un bambino di soli otto anni e, come voleva la tradizione della tua gente, eri stato portato come novizio all’iniziazione. Il primo passo per accedere all’Accademia. Così giovane, così inesperto, eri stato costretto a fissare l’eternità davanti allo Scisma Incontrollato. Dovevi guardare in quella piccola apertura nel tessuto della realtà e saggiare la potenza dell’intero Vortice.
Un piccolo Signore del Tempo davanti alla grandezza del tempo e dello spazio.
Fu allora che sentisti i tamburi per la prima volta.
Quel battito infinito di tamburi che da allora non ti hanno più abbandonato, facendoti impazzire.

Tum.

Sei morto. Sei morto così tante volte che le tue rigenerazioni non sono più sufficienti a soddisfare i tuoi bisogni.
Vuoi essere il più forte dell’universo. Sei un Signore del Tempo e credi che il solo appartenere a questa potente razza ti dia il diritto di governare sulle altre genti.
Ami il Dottore e lo odi con la stessa intensità.
Ma è l’odio nei suoi confronti che senti ribollire nelle tue vene, la rivalità che accende ogni fibra del tuo essere spingendoti a dare di più, sempre di più.
Hai elaborato piani sempre più atroci e complicati per non morire, per appropriarti delle sue rigenerazioni residue, ma lui, lui con la sua banda di Figli del Tempo, è sempre riuscito a sconfiggerti. Senti bruciare la disfatta sulla tua pelle, disegnare intricate scie di fuoco, che ti rammentano, in ogni momento, quanto scottante sia perdere contro di lui.

Tum.

Ti hanno fatto rinascere quando l’ora era stata propizia.
Eri l’ultima speranza di vittoria per il tuo popolo. Il guerriero perfetto per la Guerra del Tempo: così ti avevano definito.
Avresti voluto essere presente all’acceso dibattito che aveva portato al tuo ritorno alla vita. Ti sarebbe davvero piaciuto vedere i volti di quelle persone che per lungo tempo ti avevano screditato, doversi rassegnare al fatto di doverti dare la vita per assicurarsi una vittoria contro i loro più acerrimi nemici.
Avresti riso, senza ombra di dubbio. Ti saresti sicuramente burlato delle loro scelte e il tuo nome, Master, a quel tempo era suonato come musica alla tue orecchie. Finalmente avevi messo sotto scacco il Dottore: eri tu l’unica speranza di vittoria.
Ti eri presentato tronfio di orgoglio e avido di potere sul campo di battaglia, spavaldo e irrequieto di dimostrare alla tua onnipotente razza chi fosse il più forte.
Hai partecipato alle battaglie minori, godendo alla sconfitta dei tuoi avversari che perivano sotto la potenza delle tue armi. Ti piaceva vederli scappare via e ti dilettava la caccia, giocare con loro a nascondino, fino a che non li stanavi. Uno ad uno. Un Dalek per volta.
La guerra si era fatta sempre più atroce e sanguinaria ogni giorno che passava.
La tua fiorente cittadella era ormai irriconoscibile, un cumulo di rovine sotto l’attacco delle forze nemiche.
Gli ultimi ricordi chiari che si affacciano alla tua mente in subbuglio sono quelli della tua ultima battaglia. Eri stato presente quando l’Imperatore Dalek aveva preso il controllo del Cruciforme e qualcosa dentro di te si era spezzato.
Ricordi con rabbia le sensazioni che hai provato: furia, devastazione e paura.
Avevi avvertito una paura incontrollabile farsi strada nei tuoi occhi che fissavano impotenti l’avanzata nemica. Ricordi di aver fatto un impercettibile passo indietro, incapace di staccare lo sguardo dalla forza dei Dalek. Il freddo ti aveva avvolto completamente, impedendoti di pensare con la giusta razionalità. Il battito dei tuoi cuori era salito di un’ottava; li hai sentiti pompare il sangue così forte nelle tue vene che per un attimo il suono dei tamburi era giunto ovattato alla tue orecchie e un secondo dopo ti eri ritrovato a dare le spalle al campo di battaglia.
Ti eri liberato delle mani che cercavano di bloccarti, le tue gambe erano state mosse da una forza esterna che ti aveva spinto a correre, a correre sempre più veloce e fino farti compiere una scelta che ti aveva salvato la vita.
Eri terrorizzato, l’aria nei polmoni non era stata sufficiente per consentirti di fare una scelta calibrata, che ti avrebbe portato il massimo del vantaggio.
Hai dovuto agire di impulso e, cavalcando l’onda del terrore, ti sei spinto quanto più in là la tua mente potesse immaginare. Sei scappato e ti sei nascosto alla fine dell’universo. Hai afferrato con mano sicura il dispositivo camaleonte: avresti riscritto la tua intera biologia di Signore del Tempo fino a diventare un misero umano. La tecnologia avanzata ti avrebbe fornito una personalità di copertura, saresti stato al sicuro dalla loro furia, da qualsiasi altra ritorsione. Loro non ti avrebbero mai trovato e tu saresti tornato al momento opportuno. Ti sei nascosto per tutto questo tempo tra questi miseri esseri costruendoti una vita tra loro.

Tum.

L’ironia della sorte ha però voluto punirti ulteriormente. Sei scappato perché eri spaventato, avevi paura di quella forza più grande di te e, guardandoti attorno, scopri che questa tua condizione non è cambiata. La paura ti ha seguito come una fedele compagna e il peso delle responsabilità verso la vita di tanta altra gente è ancora stretto tra le tue mani.
Solo che ora scivola via come la sabbia, lasciando dietro di sé dei minuscoli granelli che fai in fretta a dimenticare.
Ora, davanti a te vedi un futuro diverso.
Il TARDIS del Dottore è a portata di mano, una speranza di salvezza che supera di gran lunga ogni tua più rosea previsione. Sorridi sotto ai baffi, assaporando già il dolce profumo della vittoria. Non potevi chiedere di meglio alla sorte.
Ti riappropri del tuo corpo da Signore del Tempo, lasciando che il nuovo potere prenda possesso delle tue membra, spezzando il velo di paura che ti ha sempre accompagnato.

“Chan, Professor Yana, tho?”
Il Signore del Tempo sentì quel nome, ma questa volta non si girò col suo confortante sorriso sulle labbra.
Rimase per un ultimo attimo a fissare la porta aperta del TARDIS, accarezzando l’idea di fuggire da lì, semplicemente. Tuttavia si fermò: il Dottore stava arrivando e avrebbe dovuto salutarlo in un degno modo.
“Io sono il Master.” Proclamò fissando la femmina, l’insetto che gli era stato accanto per tutti quegli anni vissuti sottoforma umana. Il Signore del Tempo rigettò il suo vecchio nome, con cui lei continua ad apostrofarlo: di Yana e della sua paura non era rimasto nulla. Adesso avrebbe avuto inizio l’era del Master e il Dottore l’avrebbe trovato pronto ad accoglierlo.


FINE.


Note finali: Con calma sto riprendendo possesso delle mie bimbe e posso tornare a coccolarle!
E poi abbiamo la nostra lista personaggi. Certo, manca il mio 10.5 - e sto seriamente impazzendo in sua assenza - e mancano anche due o tre personaggi che mi servono, ma wow! Il fandom si sta ampliando e finalmente abbiamo avuto diritto anche noi alla lista personaggi.
Un ringraziamento particolare a:
MaddyTheDoctor perché sì! ^^
KillerQueen86: Eheheh! Il mio stile si nota... e poi chi se non il Master poteva occuparsi di lui?? Anche se giocare con Simm!Master è molto più divertente.
Quella telefonata è il mio pezzo preferito in assoluto, c'è così tanta UST che è impossibile non slashare Ten e Master. Beh, sono felice che con calma tu stia passando al lato slasher del fandom, ma - se la cosa ti può consolare - rimango ancora ancorata alle Ten/Rose!
LaTum: Grazie per i commenti sparsi in giro e anche per i commenti che mi hai lasciato alle miei vecchie storie sul Dottore!
Il Tencest è una cosa meravigliosa. Mi meraviglio ancora che nessuno sia andato ad indagare più a fondo in questo contesto! XD
Sono felice che la mia Ten/Master ti sia piaciuta. Era una delle mie preferite e ci ho speso su un bel po' di tempo, perché entrare nella mente del Master non è proprio semplice, con tutti quei tamburi che gli martellano in testa! XD

A presto con la prossima storia. Magari, se proprio siete buone, vedrò di pubblicare qualcosa di inedito nei prossimi giorni. Leggasi anche: lo farei se solo trovassi un'anima pia che si immola per la betatura! XD
   
 
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