Mi butto sul letto, sfinito. Ho la testa che gira, gli occhi pesanti, e i brividi di freddo. Mi infilo sotto le coperte calde dell’albergo, e comincio a tremare violentemente. Anche se ho i brividi, sento un caldo infernale.

Da quanto tempo non avevo la febbre? Saranno passati secoli… non mi piace avere la febbre, non mi piace dover dipendere da qualcuno. Ringrazio il cielo che ci sia Susan con me, l’unica che mi abbia mai visto malato. Malato davvero.

Chiudo gli occhi e respiro profondamente.
La sento avvicinarsi, con quei suoi passi cadenzati che la contraddistinguono, e poi avverto il materasso piegarsi un poco sotto il suo peso. È seduta vicino a me ora, e la sua mano fredda sulla fronte è confortevole.
“Te lo dico sempre di coprirti. Non siamo abituati al clima di Londra, non puoi andare in giro solo con la maglietta a mezze maniche a ottobre.”

Lo so che ha ragione, ma non riesco a parlare per dirle che ha ragione.
Da quando siamo arrivati qui cerco di essere il più dolce possibile con lei, cerco di tenerla su; ho come l’impressione che lei sappia. Di noi. Di me e Jude.
Non riesco a stare loro lontani, davvero, ci ho provato a prendere una decisione, ma sul serio, non ne sono in grado.
Si possono amare due persone contemporaneamente?
Ormai sono giunto alla conclusione che sì, si possono amare due persone contemporaneamente.

Sento bussare alla porta. Apro gli occhi.
Chi è?
“Ma chi è?” Susan si alza e si avvicina alla porta. “Sì?”

E poi, sento la sua voce.
“Sono Jude.”

Provo ad alzarmi, a darmi un contegno. Non voglio che Jude mi veda in questo stato, debole e da accudire. Susan mi rivolge una rapida occhiata, mentre vedo comparire una sottile ruga tra le pieghe della sua fronte.
“Posso entrare?” Jude continua, dall’altro lato della porta.

Ti prego Susan, di’ di no!
“Sì certo, entra.”
Stronza!

Jude entra nella stanza, getta un’occhiata veloce a Susan e poi si concentra su di me.
Io abbasso lo sguardo. Sono nel più totale imbarazzo, sia perché sono nella stessa stanza con le due persone che amo, e tutti e tre lo sappiamo, sia perché, ripeto, non voglio che Jude mi veda così; tuttavia non lo ammetterei mai, nemmeno sotto tortura, di essere imbarazzato.

Per fortuna Susan salva la situazione. “Ehm, io vado un attimo sotto a telefonare a Guy.” E se ne esce, chiudendo la porta alle sue spalle.

Mi sento in colpa verso Susan. Davvero è una santa quella donna, sa che c’è qualcosa tra me e Jude, però continua a voler stare con me. È anche per questo che la amo…
Ma il mio senso di colpa dura solo un attimo.
Jude si precipita su di me e mi abbraccia forte. Rispondo al suo abbraccio, anche se sono talmente stanco che non so da dove abbia tirato fuori le forze.

“Ehi Jude, che c’è?” gli passo una mano tra i capelli. Questo riesco ancora a farlo.
“Niente, volevo vederti.” Soffia lui sul mio collo.
“Beh, non è che io sia un bello spettacolo. Anzi, allontanati, che ancora ti prendi la febbre anche tu.”
Si stacca da me e mi sorride. “Ma va, che dici! Anzi, devo dire che ho fatto bene a venire.”

Mi allontano un po’ da lui, abbassando di nuovo lo sguardo.
Dio quanto mi da fastidio, sono io quello forte della coppia cavolo!

“Sei così tenero con gli occhi lucidi…sembra proprio che tu debba essere accudito Robert!”

Ecco appunto…

Si alza e si precipita in bagno. Sento il rumore di un mobile che viene aperto e poi richiuso, e l’acqua che scorre. Poi Jude rientra nella mia visuale, con un pezzo di stoffa bagnato in mano.
“Stenditi!” mi ordina, nel perfetto ruolo di mamma premurosa. Obbedisco, con il sorriso sulle labbra.
Sono ancora imbarazzato, ma devo dire che vederlo mi ha fatto davvero tanto piacere…e anche il fatto che si preoccupa per me.

Mi rimbocca le coperte e mi posa la stoffa bagnata sulla fronte. Chiudo gli occhi, e fatico un po’ a riaprirli. Sto crollando dal sonno.
Quando li riapro, a solo qualche centimetro da me, vedo due oceani striati di verde che mi fissano.

Sento improvvisamente caldo, anche se questo è un caldo diverso.
Oddio, ma perché penso anche a certe cose in un momento così? Ho a mala pena la forza per alzarmi dal letto, figuriamoci per fare quello.

Un sorriso gli increspa le labbra, che poi si posano delicate sulle mie.
“Dormi.”
La sua voce calda mi fa chiudere gli occhi. “Non voglio dormire.”

Sì che voglio, solo che non voglio che lui sparisca dalla mia visuale.
“Devi. Anche perché devi rimetterti in forze. Hai del lavoro da fare.”

Socchiudo un poco gli occhi, e lo vedo allontanarsi dal letto. Posa la mano sulla maniglia, ma la mia voce lo fa bloccare.
“Già…ci sono delle scene da girare.”
Un altro sorriso gli spunta sulle labbra. “Anche. Ma più che altro hai del lavoro da fare con me.”

Se fossi stato in condizioni normali gli sarei saltato al minimo addosso! Ma l’unica cosa che faccio è chiudere gli occhi e sprofondare nel mondo dei sogni, popolato di Jude amorevoli, con un sorriso sulle labbra.

NOTE:
Niente, è davvero una bazzecola nata durante l’ora di Tecnologie digitali di stamattina, anche se in realtà il prof stava tipo facendo una tirata su quanto sia scarsa l’università italiana…
Come naturalmente tutte saprete, Robert la scorsa settimana è stato male, ha avuto la febbre povero!! E da qui, questa one-shot!
Non so quando riuscirò a postare i capitoli di Love dancing e The man next door, ma state tranquille, non abbandonerò nulla! ^^ Baci!