-Meredith?-  Mi voltai lentamente.
i suoi capelli corti, biondi e i suoi occhioni da cerbiatto mi venivano incontro.
-Ciao Izzie-  dissi cercando di risultare il più normale possibile
-Sono scesa appena ho saputo. Come sta?-  chiese sedendosi al mio fianco accarezzandomi la testa.
-Non mi è concesso sapere-
-Va bene..vuoi che entri a dare un’occhiata?- Feci cenno di non con la testa –Cristina potrebbe agitarsi e sbagliare qualcosa,aspettiamo che abbia finito..-
Rimase in silenzio e ripete i -..aspettiamo che abbia finito-  e sentii nuove lacrime salire agli occhi, lungo tutto il loro percorso.
Mi guardava penseriosa, non ero del tutto certa che fosse realmente li con me, almeno con il pensiero. Ad un certo punto, dopo 5 minuti di silenzio riuscii a leggerle nello sguardo 
-So cosa vuoi chiedermi Izzie, Alex è già alla clinica, ho visto che lo portavano fuori-
Mi strinse i capelli e sospirò dandomi un bacio sulla fronte.
-Vai- le dissi convinta, Alex era tutto per lei..quasi come era Derek per me.
Ma quasi.. lei lo aveva lasciato ,se ne era andata per sempre. Io questo non lo avrei mai potuto fare. Nonostante cercassi di dire a me stessa che alla fine non avrei mai dato la vita per lui. Ma non sapete quanto preferirei esserci io su quel tavolo, al suo posto.
-Non ti lascio,sono qui..al tuo fianco-
-No invece,da amica ti devo dire di andare. Vai. Io starò bene.. ce la caveremo..tutti e due-
Mi guardò stranita come a cercare una spiegazione, ma non le dissi più niente, le avrei dato la lieta notizia in un’altra situazione.
Sempre se ci sarebbe stata ancora una lieta notizia da dare.
-Ti voglio bene- mi sussurrò all’orecchio e poi si allontanò correndo per raggiungere il suo Alex.
Mi alzai ed andai nella saletta, dove tenevamo tutti i farmaci, siringhe e bendaggi.
Presi una siringa e la riempii per un quarto di tranquillante, questo avrebbe protetto me e il bambino dal troppo stress? Tentar non nuoce.
Dopo dieci minuti ero distesa al centro del corridoio, la faccia rivolta a terra, come se mi avessero appena investito..in realtà non capivo più nulla.
Guarda cosa sto facendo per colpa tua. Pensai rivolgendomi a quel microscopico esserino.
Almeno tu, che dipendi da me, devi sopravvivere. E non si discute devi fare quello che dice tua madre capito?
Non ero abituata a fare Hitler, ma forse sarebbe servito anche quello..o forse ero semplicemente troppo rincoglionita dai farmaci.Uhm.
Nei miei ricordi balenò la figura di una donna.. dai capelli rosso fuoco.


 
Sesto mese con Derek
-Mi porta a cena fuori! Fuori..finalmente!- dissi a Cristina che stava compilando qualche cartella –Ero un po’ stanca di star sempre chiusa in camera.. non che mi dispiacesse ma a volte due passi.. un pasto.. fa bene-
-Cosa? A cena fuori? Che culo scusa..per Burke il massimo della serata è guardare i video dei suoi interventi, birra e sesso-
-e puoi lamentarti?- dissi ammiccando.
-No.. ehm.. certo ma sai anche l’aria fresca fa bene!-
Finii di cambiarmi e poi mi avviai all’ascensore per andare al piano di sotto, ed incontrare Lui.
Appena le porte si aprirono me lo trovai davanti, con una rossa in mano e un vestito blu, elegante ma non troppo, addosso. Glielo avrei strappato di dosso non appena fossimo arrivati a casa.
Non dissi nulla, gli andai incontro e mi aggrappai al suo collo non preoccupandomi di ciò che accadeva intorno a noi.
-Come è andata la giornata?-
-Ora va bene. È perfetta- dissi baciando le sue dolci e magnetiche labbra.
Sentii qualcuno schiarirsi la voce e mi sentii subito a disagio.. una strana sensazione crescermi dentro.
Mi appoggiò per terra e ci voltammo per vedere chi ci stava disturbando.
La gente gli affari suoi? –MAI- stupida vocina.
Una donna alta, dalla corporatura esile ma allo stesso tempo atletica, i capelli lunghi,color rosso vermiglio e il viso pallido ci si parava davanti.
-Ciao Derek- esordì, la sua voce era un po’ troppo alta per i miei gusti, ma forse era solo nervosa lo si vedeva da come tamburellava le dita sulla borsa..
-Ciao Addison- risposte il mio fidanzato alzando gli occhi al cielo.
-Conosci questa donna?- mi intromisi gelosamente, era troppo bella per poterlo conoscere.
-Scusa che scortese..tu devi essere quella che se la fa con mio marito?-  quelle parole gli uscirono come tanti spilli che mi si scagliarono dritti in faccia.
Derek..il mio Derek..era..
SPOSATO.


A quel ricordo un sorriso ebete si dipinse sul mio volto, perché stavo sorridendo?  Quel ricordo avrebbe dovuto farmi arrabbiare.. ah già dimenticavo i tranquillanti.
Passarono altri 40 minuti.
Ovvero 2400 secondi. E ogni secondo che trascorreva i farmaci smettevano di fare effetto.
Erano passati esattamente 1440 secondi da quando la mia mente aveva smesso di mandarmi ricordi o semplicemente immagini frammentate. E così mi ero anche spostata dal pavimento, ora ero di nuovo appoggiata alla porta della sala pre-operatoria inerme, a fissare il vuoto . 
 
Forse è proprio vero che non ti accorgi di amare con tutta te stessa qualcuna sino a quando non lo perdi.
E io lo stavo perdendo,
Lo sentivo dentro di me, sino alle ossa.









NOTE: Ciaoo :) sono Roby, l’autrice ovviamente xD volevo ringraziarvi per aver letto questa storia e chiedo scusa se gli aggiornamente non saranno serratissimi ma piuttosto lasceranno il tempo che trovano, la scuooooola impegna parecchio soprattutto nel periodo pre-pagellini -.- Grazie anche per chi ha recensito,davvero grazie tantiiiiissimo :)