Ricordo tutto. E' come guardare una finestra rigata di pioggia dall'interno dell'edificio. Ricordo tutto, ma quando provo a ripensarci è un po' sfocato e lacrimante.
Ricordo come la sua testa trovava un posto perfetto sulla mia spalla, ricordo quella volta che ha provato ad insegnarmi di nuovo a suonare il pianoforte (era vero, mia madre mi aveva fatto prendere lezioni. Mi piaceva, ma non ce la facevo più; non mi sono mai piaciuti i "Tony fai questo e quest'altro"), ricordo quando si è lasciata sfuggire quella frase in israeliano sottovoce, e quanto ho dovuto pregare e lavorare di lima perchè lei mi dicesse cosa significava, e ricordo le sue guance che si tingevano di rosso mentre me lo ripeteva in inglese, sottovoce, lasciando che il suo profilo venisse coperto dai capelli, ed il mio cuore che sobbalzava come non aveva mai fatto quando l'aveva detto:
"Credo di amarti, Anthony DiNozzo. E Dio, credimi quando ti dico che è imbarazzante"


<< Tony, a volte mi preoccupo per te >>
<< Non ne vedo il motivo, Abby >>
<< Tanto per cominciare, stai bevendo un caffè, ma Gibbs è in perfetta salute e al comando della squadra. Come seconda cosa sei in piedi a guardare la pioggia e non sei stravaccato da nessuna parte nè stai mangiando deli cibo spazzatura. Be', è allarmante >>
<< Sto solo pensando >>
Abby lo guardò stranita, come McGee. Solo Gibbs non aveva fatto domande. Doveva capire, lui. Anche lui aveva perso la donna che amava. Anzi, due. Solo che Ziva non era morta. Era semplicemente andata via. Con quel "Ci rivedremo, Tony".
Almeno il cielo sembrava capirlo. Le lacrime che lui non versava cadevano giù dal cielo.
"Razza di femminuccia"
<< Sai che ti dico? Vado a prendermi un panino >>
Almeno il suo sorriso da Casanova sembrava funzionare ancora come scudo che gli permetteva di non sorridere davvero.

Be'. Sì. Già. E va bene, ho scritto una cosa patetica! Vado a chiedere a Silas se mi presta il gatto a nove code per fustigarmi.
Però, per favore, lasciate almeno un commentino *occhioni afflitti*