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Autore: Lory91    06/11/2005    0 recensioni
ho chiamato chingy luqqui xke me lo ha ispirato il rapper chingy...leggete!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ivy dimostra di sapere il fatto suo - Sono io, Ivy - dissi, o meglio urlai quando ebbi suonato alla porta. Tracy era un po' sorda ed aveva sempre la musica accesa, a tutto volume, che fossero le quattro di mattina o le due di pomeriggio.
Aprì la porta, tutta scarmigliata e coi capelli tirati su, stile ballerina classica. Oh che orrore! Per di più era sempre in mutande e aveva addosso un'orribile maglia a quadri gialla e viola.
- Ehi sorella, che cavolo ti prende? Non vorrai mica venir fuori conciata così? - proruppi,indignata.
- Cos'è? Hai cambiato spacciatore? - Rispose Tracy, quasi urlando. - No, no, non mi sono bevuta io cervello! Non esco così vestita!
Intanto ero avanzata dentro casa ed entrata in camera sua subii un vero shock. Appesa alla porta c'era una maglietta bianca piena di squarci sul davanti.
- Senti... non vuoi metterti quella, vero? - Chiesi a Tracy, indicando la maglietta appesa. - Sai... non hai un grammo di tette da infilare lì dentro.
- Sì, sì lo so. Non ricordarmelo. - Rispose in tono falsamente demoralizzato.
- Oh guarda chi si vede - mi sentii toccare il culo. Mi girai, sapevo già chi mi aspettava di vedere dietro di me... niente di meno che il fratello quattordicenne di Tracy, Brad.
- Ehi Brad, gira al largo dalla mia camera, quante volte devo ripetertelo scarafaggio?
Tracy afferrò la prima cosa che le capitò a tiro, in questo caso una ciabatta infradito, e la scagliò con successo versò Brad, che smammò da dietro le mie chiappe e si rinchiuse in camera sua.
- Su Tracy vestiti e andiamo! - la esortai.
- Un attimo. - mi assicurò.
Cominciò a tirare roba fuori dall'armadio. Selezionò con cura un paio di jeans piuttosto aderenti ed un delizioso top color ciclamino. Sciolse i moderatamente lunghi capelli biondi, che a star legati si erano riempiti di ondicelle ed infilò le scarpe, facendomi segno di precederla in soggiorno.
- Prendo qualche dollaro e andiamo. - disse.
Sul piccolo divano del soggiorno stava stesa sua madre profondamente addormentata. Aveva in mano una bottiglia di Black Cherry inclinata in modo pericoloso.
Tracy aprì la borsa di finta pelle di sua madre e ne tolse il portafogli. Svuotatolo lo rimise dentro.

Arrivammo davanti al Cheery-oh che erano le undici passate. Andavo molto d'accordo con Tracy, ma proprio non riuscivo a sopportare alcuni dei suoi amici più petulanti. Mi aveva detto che quella sera me ne avrebbe presentato uno nuovo, speravo per il meglio.
- Uno tosto. - mi aveva assicurato, ma finchè non lo vidi avevo stentato a crederle. Era un cantante, mi aveva detto, uno che era a tanto così dall'avere un contratto con una casa discografica locale, la Sub Pop.
- Hola. - Esordì l'angelo, baciando Tracy sulle guance.
Io salutai i soliti due, Mike e Curtis. Poi mi rivolsi all'angelo.
- Ciao, io sono Ivy - gli dissi, porgendogli la mano.
- Chingy. - a stento mi rispose, cha faccia tosta! Si rimise a parlare con Curtis.
- Ascolta bello, io sono uno famoso qui, non ho tempo per queste stronzate. Cinquanta dollari per quella merda non te li mollo nemmeno se ti fotti mia sorella.
Flesciato il ragazzo, pensai, ed anche spocchioso. Lanciai di sbieco uno sguardo a Tracy, che si strinse nelle spalle.
- Se cerchi roba buona a basso costo, posso aiutarti io. - Feci a Chingy, in tono malizioso. Lui mi guardò come se avessi detto chissà cosa.
- Ecco un'altra ragazzina che mi rompe le palle! - proruppe quasi urlando - Ascolta bimba, se volevo sentir dire cazzate non avrei portato la faccia qui! Quanti anni hai? Quattordici? Beh, non m'interessa. dammi retta, torna da mammina e lascia stare la roba!
- Ehi!!! - urlarono in coro Curtis e Tracy.
- Scusalo, scusalo... E' che si è fatto troppo hashish, questo... - cercò di spiegare Mike, scansando Chingy e allontanandolo da me.
- Sì, brutto negro! - acconsentì Chingy - E se quella non fosse stata roba da schifo, a quest'ora non sarei qui a farti il culo. - finì poi, in tono minaccioso.
- Calma, calma! - Curtis cercò con scarsi risultati di allontanare Chingy da Mike.
- Non preoccuparti, - mi intromisi - li conosco i tipi come lui. Si credono tanto forti, ma poi se la fanno sotto se li si avvicina qualcuno di più grosso di loro... o una che ci sta, il che succede raramente.
Curtis e Tracy scoppiarono a ridere, Mike arrivò perfino a darmi una pacca sulla spalla. Chingy era rimasto a bocca aperta, ma non sembrava voler continuare quella conversazione. Cambiò argomento ad una velocità impressionante.
- Come hai detto di chiamarti tu? Eva? - disse, rivolgendosi a me.
- No cazzo, Ivy. Mi chiamo Ivy, guarda di mettertelo bene in testa.
- Sì, sì come vuoi... E allora, quanti anni hai, Ivy?
- Sedici. - Oh, che bugia, ne avevo appena quindici, ma chi se ne frega. Speravo solo che Tracy, Curt e Mike mi tenessero il gioco.
- Mmmm, sì - disse Chingy, pensieroso - Che ne diresti se ti facessi vedere dov'è che registro le mie stupende canzoni?
Tralasciando lo "stupende", non è che quello ci stava provando con me? Tra le altre cose, mentre parlava non faceva altro che passarsi la lingua sulle labbra. - E dove sarebbe questo posto? Alla discarica? - allora si che Tracy,Curt e Mike risero di gusto. Ma chingy non perse posizione.
- No, veramente è proprio dietro l'angolo. A cinque minuti da qui.
- Sì, sono proprio curiosa di vedere che razza di catapecchia sia questo posto.
- Ragazzi, torniamo tra dieci minuti, non ve ne andate - infine aggiunse rivolto a Mike e Curtis - Io e voi due abbiamo sempre una questione in sospeso.
- Attenzione, eh! - mi intimò Tracy con un sorrisetto cospiratore sulla bocca. Aveva capito tutto, che brava la mia Tracy!
Ci avviamo giù per Broad Street.
- E tu quanti anni hai, grande uomo? - chiesi Chingy quando fummo moderatamente lontani dagli altri.
- Diciotto suonati.
- Oooh! - feci falsamente intimorita.
Chingy si fermò tutto d'un colpo ed io mi ritrovai a camminare da sola.
- Ehi, che succede? - dissi.
- Nulla, nulla, continua. - mi raggiunse e ricominciammo a camminare; ebbi un lampo geniale.
- Ah ah! - proruppi con tono trionfale - Mi stavi guardando il culo! Ammettilo dai, grande uomo!
- Ok, ok mi hai scoperto. - ammise lui, per niente imbarazzato.
- Mmm, quanto mi stai antipatico. Sei così spocchioso!
Chingy mi guardò male; la strada era deserte, ma piena di luci, lucine e lampioni. Ci fermammo e abbassando la voce disse:
-Ehi, abbassa la cresta bambina! - mi si avvicinò con cautela.
- Bambina a chi!? - stavo ormai sussurrando. Chingy mi si avvicinò ancora ed io indietreggiai. Mi stava spingendo verso un muro. Mi appoggiai alla parete, ed avvertii le sue braccia cingermi la vita. Sentivo il suo respiro caldo sul collo; ormai mi si era tanto avvicinato che quasi i nostri nasi si sfioravano.
Mi baciò, e rimasi piuttosto pietrificata. Ero abituata a ragazzi sempre entusiasti, che ti baciavano con falsa passione e ti infilavano letteralmente la lingua in gola.
Il suo bacio era stato invece insolitamente dolce, come non ci si aspetterebbe da uno così burbero e presuntuoso. Forse non era poi così pieno di sè come voleva far credere. Forse quella era solo una specie di copertura, forse sotto di essa si celava un ragazzo buona, dolce e sincero.
- Non infilarmi la lingua in gola. - mi sussurrò in un orecchio.
Sentii la rabbia che mi si espandeva dentro. Come avevo potuto creder, anche solo per un momento, che quell'individuo potesse essere diverso da come appariva?
Lo allontanai da me e mi misi a sbraitare.
- Oh mio dio, sei proprio uguale a tutti gli altri. Quando mi hai baciata, ho pensato per un momento che tu non fossi come vuoi invece apparire. Ma tu sei proprio come appari a primo impatto, sicuro di sè al punto di sentirsi superiore. - aggiunsi infine la frase più sprezzante che mi riuscì di formulare in una frazione di secondo - Spero tu fallisca come cantante.
Non aspettai che replicasse. Mi voltai e mi diressi verso la svolta di Broad Street, per tornare da Tracy, Mike e Curt. Chingy rimase impalato dove lo avevo lasciato.
Dopo pochi passi mi girai e vidi che mi guardava.
- E smettila di guardarmi il culo! - lui fece una faccia come se gli avessero appena dato uno schiaffo, poi abbassò lo sguardo, sconfitto.
  
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