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Autore: Rhye and Embrido    06/11/2005    41 recensioni
Questa è la prima fanfic che scriviamo insieme, e speriamo che vi piaccia...Riguarda i Green Day, che hanno una vita totalmente diversa dalla realtà: ci perdonino i fan della coppia Adrienne/Billie, ma qui Adrienne non è affatto presente...Ma non preoccupatevi, sarà divertente!! Gradiremmo anche che ci lasciaste un commentino, ne abbiamo bisogno, così vedremo se è proprio una cavolata...
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casa Armstrong

Casa Armstrong…ore 18:30…

“Andiamo,  Katie!” esclamò Billie, mentre davanti allo specchio si stava accertando che non mancasse nulla al suo abbigliamento “presto, o sennò faremo tardi!”

Una voce da donna, nitida e forte rispose dal bagno: “Un attimo, mi sto asciugando i capelli!”

“Sempre con questi capelli…uffa!” continuò a brontolare Billie “se tu te li tagliassi no?”

La donna preferì non rispondere, meglio lasciarlo perdere quando faceva così, sennò si sarebbe scatenata una lite memorabile. Era già successo una volta per lo stesso motivo e non aveva intenzione che capitasse ancora; soprattutto che dovevano uscire e dovevano essere di buon umore.

Katie aveva appena finito di asciugarsi i capelli, quando uscì dal grande bagno verde acqua, vestita della sola biancheria.

“Sei ancora in mutande?” chiese Billie, spazientito.

“Non ti preoccupare, sarò velocissima” rispose la donna “so già cosa mettermi”.

“Meno male, di questo sono felice…il problema è che ti dovrai anche truccare…va be…aspetteranno”.

Billie la guardò, mentre si dirigeva verso la camera da letto: era veramente una bella ragazza, relativamente alta, snella, con un fisico ben fatto, asciutto, ma con tutte le ciccette nei punti giusti.

I suoi capelli erano biondi dorato con moltissimi riflessi biondo chiaro, mossi e lunghi fino a metà schiena. Gli occhi erano bellissimi, e forse uno degli elementi più particolari del suo volto: furbi, vispi, di uno strano viola ametista, così difficile da trovare.

Le sopracciglia molto scure, quasi nere, formavano un’arcuata accentuata, perfetta, e facevano particolare risalto con i capelli e la pelle chiara. Il naso era piccolo e dritto e le labbra piccole anche loro, di color ciliegia erano molte carine: il labbro superiore era leggermente più piccolo di quello inferiore che era invece più carnoso.

La donna uscì dalla stanza, indossando un particolare vestito lungo dorato con lo spacco laterale.

“Pensavi che non ti si notasse?” chiese Billie scherzando.

“Già, e infatti ho rimediato” rispose lei, mostrando il suo bellissimo sorriso, con i denti bianchi e perfetti.

Dopo essere ritornata in bagno per il trucco e dopo aver fatto tutto quello che doveva fare, Billie esclamò, chiudendo la porta di casa: “Oh, finalmente ci siamo…”

***

Nel frattempo…casa Dirnt…ore 18:40…

“Allora Shirley, vuoi uscire dal bagno? Devo finire di vestirmi anch’io! Faremo tardi!”

“Macchè tardi e tardi! Billie e Katie sono costantemente in ritardo!”

“Questa non è una scusa però per non farmi entrare!!

L’uomo protestava inutilmente: tanto Shirley non si sarebbe certamente degnata di aprirgli finchè non avesse finito le sue “opere di restauro”.

“Shirley?? Shirley? Hai finito? Me la faccio addosso!”

Sei di una finezza…va bene, esco! Certo che però sei stressante…un po’ di calma, ti chiedevo tanto?”

“Calma?! Ce ne ho fin troppa con te”.

La ragazza, indignata se ne andò in camera sua, a cercare un giacchetto molto elegante da poter abbinare sul suo vestito corto, verde smeraldo.

Si guardò allo specchio: i capelli lisci, di un colore rosso cupo erano lunghi fino al fondoschiena, con qualche ciuffo più corto che incorniciava il viso dai lineamenti fini

Gli occhi erano bellissimi: grandi, pieni di vita di colore verde chiaro.

Il naso era piccolo e all’insù come quello dei francesi e conferiva alla ragazza una certa espressione infantile. Le labbra erano piccole e carine, con il labbro superiore maggiormente accentuato e carnoso di quello inferiore, e di colore decisamente più chiare rispetto alla carnagione piuttosto scura, cosa strana per un americana.

Era molto snella e proporzionata nelle sue forme; l’unico “difettuccio” era l’altezza…eh già, raggiungeva il metro e sessanta solo con un bel paio di tacchi.

Però tutto questo non impediva alla donna di essere un tipo molto carino ed attraente.

“Con quei tacchi farai sfigurare Billie” commentò Mike, entrando nella stanza e osservando con aria critica i sandali verdi a tacco vertiginoso che la ragazza indossa.

“No, non ci arrivo alla sua altezza con questi…” replicò Shirley.

“Già, sei troppo bassa…a parte questo, ti vedo alquanto instabile…sei sicura di saperci camminare???

Tsè!! Certo che ci so camminare: ricordati, Michael Ryan Pritchard, io non cado mai!!!

Le ultime parole famose…..

***

Casa Cool…ore 18: 45…

“E io non ci voglio venire!!!” urlò Ellen dalla camera.

“Andiamo Ellie, non morirai mica, per una volta che siamo tutti a cena insieme! E poi io adoro stare con loro!!” ribattè Trè, supplichevole. “Per l’appunto, quale cravatta ci sta meglio?” chiese, mostrandone cinque, una di un colore più acceso dell’altra. Ellen si era ormai rassegnata ai gusti alquanto discutibili del marito in fatto di cravatte, e rispose: “Mah, metti quella color salmone”

“Stai bene vestita così…sembri un confettino…” constatò Trè, ammaliato dalla moglie. Purtoppo la donna non era proprio quel che si dice una ‘gran bellezza’: era piuttosto alta e un po’ troppo magra e spigolosa, con la carnagione chiarissima e delicata. Aveva però un viso abbastanza carino, non era niente di speciale, ma in un certo senso attirava l’attenzione:  il naso a patata e gli zigomi erano spruzzati di efelidi, e aveva gli occhi un po’ piccoli di un colore nocciola molto caldo. I capelli erano riccioluti e nerissimi, e scendevano in pesanti boccoli fino a sfiorarle le spalle.

Indossava un vestito rosa chiaro, lungo che faceva un particolare risalto con i capelli.

“Allora, siamo pronti?” esclamò Trè, tutto baldanzoso.

“Sì, se proprio dobbiamo andare…” rispose Ellie, che decisamente non condivideva l’entusiasmo di suo marito. “Hai detto a Sarah di mandare Henry a letto alle 9?”

“Sì , non ti preoccupare”

Chissà come mai, ma ad Ellen pareva che quelsì’ fosse stato un po’ troppo poco convinto…magari era solo una sua impressione…o almeno così sperava.

Trè era gia sulla porta di casa, ed esclamò: “Ellie, ma vuoi venire?”

“Arrivo, arrivo!” rispose Ellen, dirigendosi in salotto, dove il figlio stava guardando i cartoni animati, e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, si decise finalmente a seguire il marito.

***

Ristorante….ore 19:05..

“Sono in ritardo..affermò caustica Ellen, chiaramente scocciata, riferendosi alle altre due coppie che dovevano ancora arrivare.

, solo di 5 minuti..per loro è un record” replicò Trè. “Oh, ecco Mike e Shirley!”

I due erano appena scesi dal taxi, e si avviavano a fatica tra i paparazzi che ostacolavano il passaggio, entrambi con un identica espressione sul volto che stava a significare: “Ora li ammazzo tutti”

“Salve! Finalmente siamo riusciti ad arrivare…tutta colpa di Mike: il signorino doveva stare in bagno” esclamò scusandosi Shirley.

“Io?!? Ma se eri te che non mi facevi entrare!” protestò scandalizzato il diretto interessato.

“Non tentare di scaricare le tue colpe su di me, fidanzato degenere!”

“Ma veramente sei tu che le scarichi su di me..”

Il dibattito fu interrotto da trè, che disse: “Sono spiacente di interrompere quest’amorevole discussione, ma stanno arrivando anche quegli altri sbandati”

“Non osare darmi dello sbandato!” esclamò Billie, fingendosi offeso.

“Tanto ha ragione…allora, ci sediamo al nostro tavolo?” si interpose Katie, riportando tutti alla realtà.

Si sedettero ad un tavolo e, mentre aspettavano le portate (Katie e Shirley avevano anche parecchia fame) si misero tranquillamente a chiacchierare.

“Non mi avete mai raccontato come vi siete conosciuti..disse Ellen in tono molto formale: era evidente che le ragazze non le andavano molto a genio.

“E’ stato un incontro voluto dal destino..dichiarò in tono sognante Billie.

“Ma che destino...mi hai pedinato per quattro giorni!” esclamò  Katie ridendo.

E poi ti ho conosciuto proprio l’unico giorno che non ti avevo pedinato”

“Ah, che commozione…peccato che come primo incontro non sia andato proprio benissimo…io ho litigato con Mike e alla fine ci siamo presi anche una bella sbronza!” commentò sarcastica Shirley.

“Effettivamente Shirley ha ragione…” commento Trè “non si può certo definire uno dei vostri incontri migliori…”

“Beh, però alla fine ha funzionato…” constatò pratico Mike.

“Eeeeh, già…purtroppo ha funzionato…” disse Katie, fingendo di lamentarsi.

Ma dai, che io sono un marito esemplare!” rispose Billie, dando mostra di sé.

“Questa poi…” commentò poco convinta Shirley, che sinceramente non reputava Billie un marito modello.

“Mio caro Billie…ti fai offendere in un tal modo?” chiese Mike scandalizzato.

“Si vede che forse anche lui sa di non essere un marito perfetto…” esclamò ironica Ellie.

“I ragli degli asini non giungono al cielo” profetizzò Billie.

“Ah, e tu saresti l’asino?” chiese ironicamente Katie.

Ma no! Io sarei il cielo!” rispose lui, ancora più convinto di quello che stava dicendo.

“Ma insomma…per ritornare al discorso di prima…mi avete proprio incuriosito…” esclamò Ellie, per l’unica volta in tutta la sua vita interessata a qualcosa “perché non mi raccontate meglio nei particolari?”

Eeeeeh, è una storia lunga…” disse Shirley appoggiandosi allo schienale della sedia e preparandosi ad un lungo racconto.

“Si, e di certo non la racconterai tu perché sennò ci stiamo fino a domani…” tentò di bloccarla Mike, ma senza riuscita.

“Ricordati Michael Ryan Pritchard, io sono sempre breve…dunque…quella era una notte buia e tempestosa…”

 

To be continued…!

  
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