IDENTITA’ SVELATA.
Isaac Ray (pov)
All’inizio pensavo che
essere il figlio di Joe Froliche e di Georg Listing mi
avrebbe creato alcuni problemi.
Alla
fine ha anche i suoi
lati positivi, come ad esempio l’ampia scelta tra ragazze e
ragazzi.
Avere
due genitori del loro
calibro non era stato certamente nei miei progetti, che a dire il vero
ancora
non ho.
Ebbene
sì, sono figlio di due
musicisti a livello mondiale e non ho ancora deciso cosa fare nella
vita..seguire le loro orme?
Non
lo so, non ho idea di
quello che mi aspetta. Non so nemmeno se lo voglio conoscere.
Mamma
dice che la mia voce ha
qualcosa di speciale quando mi metto a cantare al piano forte, adoro
quando le
note della mia musica s’incastrano perfettamente con le note
che produce la mia
voce.
Papà
è d’accordo con lei, ha
detto che potrei avere una grande carriera nel campo della musica se
solo io
volessi, ma per l’appunto non so bene che cosa voglio.
Entrambi
hanno cominciato fin
da giovani, papà era più piccolo di mamma, anche
se penso che come lei, come
lei non ci sia nessuno.
Il
suo modo di ragionare è
uguale al mio, non si aspetta niente dalla vita tranne quello che le
preserva
la vita stessa. Lascia che sia la vita a decidere che cosa farle o non
farle
fare.
Farò
così anch’io. Aspetterò
che la vita decida che cosa farmi fare.
È
la scelta giusta, lo so.
Lo
sa anche la mamma.
Ed
io voglio bene alla mia
mamma.
“Ray”
“Ciao
mamma”
“Come
stai?” sorride Joe sedendosi al
tavolo in cucina, erano a casa di Tom e Shay quel giorno, come tanti, e
stavano
aspettando l’arrivo del resto del gruppo, come sempre.
Sebbene ognuno
possedesse la propria casa,
alla fine si finiva per stare tutti insieme in una, senza sottolineare
il fatto
che nessuno abitava troppo distante dall’altro siccome
avevano bloccato tutti i
lavori in corso nella loro via perché volevano solo loro e
nessun altro, almeno
avrebbero potuto farsi dei tranquilli giri in campagna grazie al
cancello all’inizio
della strada e senza rischiare di essere assaliti da ragazzine e
ragazzini.
Anche se qualche volta quel problema persisteva comunque, la gente era
davvero
testarda.
“Tutto bene
e tu?” domanda il ragazzo
porgendole una tazza di caffè e accomodandosi al suo fianco,
la ragazza che
ormai aveva trentasette anni stava sfogliando una rivista che era
già aperta
sul piano di legno. Era passato davvero tanto tempo dal loro primo tour
e
continuavano ad andare in giro per il mondo, molto spesso erano
costretti a
lasciare a casa i propri figli, solo quando era strettamente
necessario.
“Bene,
bene” afferma “che programmi hai
oggi?” chiede J osservando le figure davanti ai suoi occhi.
“A dire il
vero nessuno, stavo aspettando
di sentire Alec, Yana e Gabriel per vedere cosa fare”
dichiara sorseggiando
energia dalla tazza colorata che reggeva tra le mani, mentre un
silenzio
familiare scendeva nella stanza.
La cucina era davvero
spaziosa, come al
solito avevano voluto fare le cose in grande e come dare torto a Shay e
a Tom,
avere due figli implica anche più spazio. La luce entrava
dalle persiane,
abbassate, delle finestre di fronte a loro. Una porta era situata
nell’angolo
destro della stanza per uscire e ritrovarsi in giardino,
un’ottima trovata per
quando si decideva di pranzare tutti insieme all’aperto e di
fare il barbecue.
La mora
alzò gli occhi dal giornale per
osservare suo figlio, era passato tanto tempo da quando aveva
conosciuto Georg
e non poteva mai immaginare che il loro amore le potesse donare una
cosa così
bella.
Il ragazzo era alto e
slanciato, aveva il
corpo ben sviluppato e dava l’idea di essere più
grande di quello che era. I
capelli corti neri gli ricadevano senza un ordine preciso andandogli un
po’
sugli occhi. Aveva gli zigomi pronunciati, la bocca leggermente carnosa
e il
naso uguale a quello di suo padre. Gli occhi avevano la forma a
mandorla ma le
loro iridi erano di un verde brillante.
“Qualcosa
non va?” domanda Ray alzando gli
occhi verdi e incontrando quelli scuri di lei.
“Credo che
tu sia la cosa più bella che
abbia mai visto” sorride la sua mamma voltandosi poi a
sfogliare le pagine
noiosamente.
Non
ti scambierei con
nessun’altra mamma al mondo.
Sei
mia, la mia mamma.
E
so che a volte pensi di non
essere adatta a questo ruolo e credi di complicarmi la vita.
Non
è così, io sono felice.
Il ragazzo dopo averla
guardata e osservata
per qualche minuto, cosa che faceva sempre quando erano in compagnia,
si
avvicinò lentamente a lei e la abbracciò.
Joe sorrise per quel
contatto che
trasmetteva tutto l’affetto di cui aveva bisogno e gli
scompigliò leggermente i
capelli neri corti, a loro due non serviva dirsi reciprocamente che si
volevano
bene, lo sapevano già e solamente un abbraccio, uno sguardo
poteva significare
tutto.
Ray si
staccò dalla mora e riprese a bere la sua tazza di
caffè
appena fatto con il sorriso sulle labbra.
La porta si
aprì poco dopo facendo sollevare le teste dei due,
Alec e un ragazzo erano appena entrati in cucina tenendosi per mano
sotto lo
sguardo attento di Joe e Ray.
Questo è
tutto pazzo.
Entrare in casa mano
nella mano con un
ragazzo sapendo di essere il figlio di Tom Kaulitz, ignaro della palese
omosessualità del figlio, a volte
mi
chiedo se abbia il cervello.
Che cosa stupida.
“Ciao zia
Joe!” esclama Alec fiondandosi ad abbracciare la ragazza
che rise e ricambiò la stretta.
“Ciao
Al!”
Il ragazzo si
staccò con il sorriso sulle labbra poi portò il
suo
viso su Isaac Ray e s’immobilizzò a guardare il
ragazzo che sorseggiava
l’espresso allungato senza degnarlo di uno sguardo.
“Ciao
R-Ray” mormora imbarazzato il biondino diventando rosso in
viso.
“Ciao”
La smetterà
mai di fare così?
Solo perché
abbiamo scopato due o tre volte,
non vuol dire che si deve imbarazzare, avevamo deciso anche che non ci
sarebbe
stato niente di più e allora mi chiedo: è
così difficile fare finta di niente?
O sono solo io che ci
riesco o sono l’unico
idiota che lo fa!
“Chi
è il tuo amico?” domanda curiosa J lanciando
un’occhiata al
ragazzo moro appoggiato al lavello che li guardava interessato e
distogliendo
Alec da Ray.
“Lui è Steve!” afferma Alec trascinando
il diretto interessato davanti a Joe
per presentargliela.
“Piacere
mio” sorride il moro allungando la mano.
“Piacere”
afferma la donna stringendogliela calorosamente “complimenti
Al è davvero bello”.
“Lo
so” dichiara annuendo con la testa e facendo ridere tutti
tranne Ray che li osservava.
Aveva i capelli neri e
un sorriso smagliante, s’intravedevano i
muscoli sotto la canottiera aderente che gli legava il busto, indossava
dei
jeans leggermente larghi e i suoi occhi, di un colore simile al grigio,
saettavano da una persona all’altra come se stesse cercando
di focalizzarla per
bene nella mente, più volte si fermavano su Isaac Ray come
per scoprire chi si
celasse dietro quell’aria indifferente che aveva il ragazzo.
Secondo me
è la volta buona che Tom..
La chitarrista delle
The Spoiler riprese a sfogliare la rivista
mentre suo figlio stava trafficando con il cellulare.
Alec e Steve
incominciarono a baciarsi indisturbati tendendo le
orecchie così da prevedere un possibile arrivo del padre del
biondo, se Tom
Kaulitz avesse scoperto l’omosessualità del
figlio, la sua pressione si sarebbe
talmente abbassata da farlo sbiancare, sicuramente.
“ALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEC”
Il ragazzo si
staccò improvvisamente dal suo nuovo amico e
guardò in
direzione della porta, dove il padre lo osservava con sguardo severo,
oltraggiato e impaurito.
“Ciao
papà” mormora agitato il figlio abbassando subito
lo sguardo.
Joe alzò
gli occhi dal giornale e si voltò a guardare il
chitarrista in sincronia con Ray, entrambi fremevano dalla voglia di
sapere
come si sarebbe svolta la vicenda, una di quei momenti che nessuno dei
due avrebbe
mai voluto perdere.
Cazzo, che sgamata in
piena regola!
“Alec..”
mormora Tom con la voce che gli tremava e lanciando
occhiate furtive alla mano del figlio, ancora intrecciata a quella
dell’altro
ragazzo, che non aveva mai visto in vita sua “sei
gay..?”
Ad Al per poco non
venne un mancamento e tutti i presente poterono
notare l’enorme sospiro prima di raccogliere le forze e dire
“Si, papà sono
gay..”.
Tom sembrò
pensarci un po’ su come se stesse esaminando, dentro la
sua testa, le parole del figlio che continuavano a ripetersi come un
disco
rotto all’interno del suo cervello, guardò con un
minimo di speranza il figlio,
aspettandosi un no come risposta e enunciò la
domanda“Vuoi dire che non ti
piace la figa?”
“No,
papà, mi piace il pene” afferma il ragazzo tutto
in un fiato
mentre il chitarrista sbancava lentamente e assumeva un colore simile a
uno
strofinaccio per pavimenti “e non ho certamente intenzione di
fare gli stessi
errori che hai fatto tu con mamma”
Tom restò
fermo sul posto a fissare suo figlio che teneva la mano
intrecciata a quella di Steve, l’altro ragazzo dal canto suo
restava fermo lì
di fianco senza proferire parola, intimorito dalla situazione e dal
padre di
Alec.
“SHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAY”
urla all’improvviso il chitarrista
facendo sobbalzare tutti.
Qualcosa al piano di
sopra cadde e dei passi stavano scendendo a
grande velocità al primo piano, quando comparve la rossa
alla porta con due
guanti in mano sporchi di rosso.
“Che
succede?” domanda allarmata guardando prima Tom e poi Alec.
“Nostro
figlio è gay” sussurra lui guardandola allibito e
cercando
appoggiò nella sua compagna.
“Tu mi hai
fatto venire qua per questo?” chiede leggermente
irritata la donna, illudendo per un attimo Tom di avere qualcuno con
cui
condividere lo sdegno “Sei l’unico che ne era
all’oscuro signorino e ora torno
di sopra a fare la tinta a tua figlia”
La cantante
sparì e un Tom ancora più scioccato si
voltò a
guardare Joe che stava ridendo sotto i baffi, le ultime parole di
Shadow furono
come una martellata sul piede, ora però che ci pensava
più volte J aveva aperto
l’argomento omosessualità facendo esempi e
riferendosi ad Alec, ma con tutta
onestà dovette ammettere che non la voleva nemmeno
ascoltare, l’argomento lo
infastidiva parecchio.
“Ray, fammi
sedere..”
Il ragazzo dagli occhi
verdi si alzò ridacchiando e andò ad
appoggiare la tazza dentro il lavandino lasciando che il chitarrista si
sedesse
di fianco a sua madre.
“Suvvia Tom,
sono cose che capitano” afferma la mora appoggiando
una mano sulla spalla del chitarrista e finendo il caffè.
“Queste
cose, o meglio QUESTA cosa non doveva certamente capitare
a MIO figlio” dichiara lasciando cadere la testa sul tavolo e
ricevendosi
un’occhiataccia da Alec in piena regola.
“Che cosa
vorresti dire?” domanda alterandosi il biondino e
poggiando le mani sul tavolo.
“Voglio dire
che MIO figlio non doveva certamente essere gay,
insomma sono Tom Kaulitz, non doveva succedere!” afferma
senza alzare la testa
e ciondolandosi avanti e indietro, era davvero abbattuto e in fase
catalitica.
“Guarda che
ho lo stesso successo che hai te con le ragazze, solo
che io l’ho sui ragazzi” proclama indignato il
figlio.
Qua la vedo brutta..
“Ma non
poteva essere Yana quella deviata, proprio il figlio
maschio? Ho fatto qualcosa di male?” chiede alzando la testa
e guardando la sua
migliore amica che si limitò ad annuire
“Fanculo” piagnucola l’uomo
ributtandosi con la testa sul tavolo.
“Senti io
vado in camera con Steve a scopare quando ti passa fammi
sapere” sibila il biondino vedendo il padre irrigidirsi e
andando via con la
soddisfazione tra le mani.
Questa però
è stata carina, devo
ammetterlo.
Ray continuava a
godersi la scena da un angolo quando entrò Georg
in cucina, con un sorriso a trecentosessanta gradi.
“Che
è successo a Tom? Qualcuno ha abbattuto il suo ego? Non
dirmi
che lo hai fatto di nuovo J!” afferma il bassista osservando
l’amico in trance
e punzecchiandolo con un dito per assicurarsi che fosse ancora vivo.
“Questa
volta mamma non c’entra niente” ridacchia il
ragazzo “Ha
scoperto che suo figlio è…”
“..gay? Lo
hai saputo solo ora Tom?” chiede Georg stupito mentre
Joe e Ray guardavano male il bassista che come al solito non aveva
tatto,
specialmente quando si trattava del chitarrista.
T produsse un ringhio
al quale Joe rispose levando la mano dalla
sua spalla, sapendo che le cose non sarebbero finite bene.
“Su Tom,
mettiti l’anima in pace, Alec è gay”
afferma l’uomo con i
capelli lunghi annuendo convinto.
“Prova a
ripeterlo” mormora Tom alzando la testa e guardando
malissimo il bassista.
Papà.
Scappa..
“Cosa? Che
tuo figlio è o-mo-ses-su-a-le” scandisce bene
Georg con
tono di sfida.
“Io ti
ammazzo” sibila Tom alzandosi e buttandosi addosso
all’amico che schivò prontamente
l’attacco e cominciò a correre per sfuggirgli,
dando inizio a una corsa chilometrica all’interno della casa.
“TUO FIGLIO
E’ GAY” urla ridendo il bassista correndo da una
parte
all’altra.
“SE TI
PRENDO SEI MORTO” sbraita dietro di lui Tom.
Joe sbuffò
sonoramente e si stiracchio lanciando un’occhiata
divertita a Ray il quale gli rispose ridendo.
Non potevo capitare in
una famiglia più
disastrata!
E dire che il
papà ci ride tanto su sta
cosa, ma forse non aveva capito bene che io sono bisex e non sdegno il
corpo
maschile.
Dubito fortemente, di
certo, che lui abbia
una mente così aperta da lasciare scorrere. Al momento
meglio adattarsi.
“Hey gente,
che succede qui?”
“Ciao
Bill” sorride Georg fermandosi davanti alla porta
“ciao
Andy, Gabriel” poi continuò a scappare.
“TU! TU LO
SAPEVI E NON MI HAI DETTO NIENTE, NON TI PREOCCUPARE
CHE DOPO CE NE’ ANCHE PER TE!” esclama Tom
comparendogli di fronte e indicando
malignamente il gemello che
indietreggiò, intanto il chitarrista aveva ripreso
l’inseguimento dell’altro
componente della band che ogni volta gli sgusciava via dalle mani.
“Ok, che
è successo?”
“Tom ha appena ricevuto la notizia, suo figlio è
gay” afferma Joe con
nonchalance.
“Ah,
fantastico, Andy, Gabriel, vi ho sempre amato, ricordatevi di
me” mugugna il vocalist entrando nella stanza e sedendosi in
una sedia.
“Smettila
Bibi che non ti succederà niente” ridacchia Andrea
prendendo dal frigo una birra e imitando il marito si mise a chicchi
arare con
Joe sulle ultime notizie.
“Ciao
Ray” sorride Gabriel avvicinando al ragazzo “come
stai?”
“Gabriel,
tutto bene e tu?”
“Tutto
ok” afferma guardandolo, i due restarono a studiarsi per un
paio di secondi, non si vedevano da quattro mesi per via della scuola,
entrambi
erano alla fine e stavano dando gli ultimi esami, sebbene avessero
diciotto anni,
gli era stato concesso di finirla prima siccome tutte le volte che un
genitore
per forza di cose li andava a prendere dovevano fuggire a gambe levate.
Devo dire che
è sempre bello, non mi
meraviglio, i genitori fanno il loro dovere in questi casi.
E sono passati quattro
mesi, dall’ultima
volta che lo sono riuscito a vedere per bene.
“Che
vogliamo fare?” domanda Gabriel passando un dito sul dorso
della mano di Ray appoggiata al ripiano.
“Quello che
vuoi tu” mormora l’altro incastrando gli occhi
nelle
iridi azzurre del ragazzo che si trovava di fronte.
“Andiamo a
fare un giro” dichiara il biondo voltandosi e andando
verso la porta, lasciando in bella mostra il suo fondo schiena cosa che
non
sfuggì a Ray.
L’altro lo
seguì scambiando un’occhiata con la madre che
annuì e
poi scomparve dietro la porta.
Fuori era una bella
giornata d’estate ed entrambi decisero che
stendersi in giardino sarebbe stata la cosa migliore da fare.
La sua compagnia
è speciale per me.