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Autore: isfinejustcarryon    12/10/2010    2 recensioni
Ecco, il seguito di Wer hätte das gedacht, spero vi piacerà sebbene sarà decisamente diversa e non la normale storia.
Alec e Steve incominciarono a baciarsi indisturbati tendendo le orecchie così da prevedere un possibile arrivo del padre del biondo, se Tom Kaulitz avesse scoperto l’omosessualità del figlio la sua pressione si sarebbe talmente abbassata da farlo sbiancare, sicuramente.
“ALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEC”
Il ragazzo si staccò improvvisamente dal suo nuovo amico e guardò in direzione della porta, dove il padre lo osservava con sguardo severo, oltraggiato e impaurito.
“Ciao papà” mormora agitato il figlio abbassando subito lo sguardo.
Joe alzò gli occhi dal giornale e si voltò a guardare il chitarrista in sincronia con Ray, entrambi fremevano dalla voglio di sapere come si sarebbe svolta la vicenda, una di quei momenti che nessuno dei due si sarebbe mai voluto perdere.
Cazzo, che sgamata in piena regola!
“Alec..” mormora Tom con la voce che gli tremava e lanciando occhiate furtive alla mano del figlio, ancora intrecciata a quella dell’altro ragazzo, che non aveva mai visto in vita sua “sei gay..?”
Ad Al per poco non venne un mancamento e tutti i presente poterono notare l’enorme sospiro...
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IDENTITA’ SVELATA.

Isaac Ray (pov)

 

All’inizio pensavo che essere il figlio di Joe Froliche e di Georg Listing mi avrebbe creato alcuni problemi.

Alla fine ha anche i suoi lati positivi, come ad esempio l’ampia scelta tra ragazze e ragazzi.

Avere due genitori del loro calibro non era stato certamente nei miei progetti, che a dire il vero ancora non ho.

Ebbene sì, sono figlio di due musicisti a livello mondiale e non ho ancora deciso cosa fare nella vita..seguire le loro orme?

Non lo so, non ho idea di quello che mi aspetta. Non so nemmeno se lo voglio conoscere.

Mamma dice che la mia voce ha qualcosa di speciale quando mi metto a cantare al piano forte, adoro quando le note della mia musica s’incastrano perfettamente con le note che produce la mia voce.

Papà è d’accordo con lei, ha detto che potrei avere una grande carriera nel campo della musica se solo io volessi, ma per l’appunto non so bene che cosa voglio.

Entrambi hanno cominciato fin da giovani, papà era più piccolo di mamma, anche se penso che come lei, come lei non ci sia nessuno.

Il suo modo di ragionare è uguale al mio, non si aspetta niente dalla vita tranne quello che le preserva la vita stessa. Lascia che sia la vita a decidere che cosa farle o non farle fare.

Farò così anch’io. Aspetterò che la vita decida che cosa farmi fare.

È la scelta giusta, lo so.

Lo sa anche la mamma.

Ed io voglio bene alla mia mamma.

 

“Ray”

“Ciao mamma”

“Come stai?” sorride Joe sedendosi al tavolo in cucina, erano a casa di Tom e Shay quel giorno, come tanti, e stavano aspettando l’arrivo del resto del gruppo, come sempre.

Sebbene ognuno possedesse la propria casa, alla fine si finiva per stare tutti insieme in una, senza sottolineare il fatto che nessuno abitava troppo distante dall’altro siccome avevano bloccato tutti i lavori in corso nella loro via perché volevano solo loro e nessun altro, almeno avrebbero potuto farsi dei tranquilli giri in campagna grazie al cancello all’inizio della strada e senza rischiare di essere assaliti da ragazzine e ragazzini. Anche se qualche volta quel problema persisteva comunque, la gente era davvero testarda.

“Tutto bene e tu?” domanda il ragazzo porgendole una tazza di caffè e accomodandosi al suo fianco, la ragazza che ormai aveva trentasette anni stava sfogliando una rivista che era già aperta sul piano di legno. Era passato davvero tanto tempo dal loro primo tour e continuavano ad andare in giro per il mondo, molto spesso erano costretti a lasciare a casa i propri figli, solo quando era strettamente necessario.

“Bene, bene” afferma “che programmi hai oggi?” chiede J osservando le figure davanti ai suoi occhi.

“A dire il vero nessuno, stavo aspettando di sentire Alec, Yana e Gabriel per vedere cosa fare” dichiara sorseggiando energia dalla tazza colorata che reggeva tra le mani, mentre un silenzio familiare scendeva nella stanza.

La cucina era davvero spaziosa, come al solito avevano voluto fare le cose in grande e come dare torto a Shay e a Tom, avere due figli implica anche più spazio. La luce entrava dalle persiane, abbassate, delle finestre di fronte a loro. Una porta era situata nell’angolo destro della stanza per uscire e ritrovarsi in giardino, un’ottima trovata per quando si decideva di pranzare tutti insieme all’aperto e di fare il barbecue.

La mora alzò gli occhi dal giornale per osservare suo figlio, era passato tanto tempo da quando aveva conosciuto Georg e non poteva mai immaginare che il loro amore le potesse donare una cosa così bella.

Il ragazzo era alto e slanciato, aveva il corpo ben sviluppato e dava l’idea di essere più grande di quello che era. I capelli corti neri gli ricadevano senza un ordine preciso andandogli un po’ sugli occhi. Aveva gli zigomi pronunciati, la bocca leggermente carnosa e il naso uguale a quello di suo padre. Gli occhi avevano la forma a mandorla ma le loro iridi erano di un verde brillante.

“Qualcosa non va?” domanda Ray alzando gli occhi verdi e incontrando quelli scuri di lei.

“Credo che tu sia la cosa più bella che abbia mai visto” sorride la sua mamma voltandosi poi a sfogliare le pagine noiosamente.

 

Non ti scambierei con nessun’altra mamma al mondo.

Sei mia, la mia mamma.

E so che a volte pensi di non essere adatta a questo ruolo e credi di complicarmi la vita.

Non è così, io sono felice.

 

Il ragazzo dopo averla guardata e osservata per qualche minuto, cosa che faceva sempre quando erano in compagnia, si avvicinò lentamente a lei e la abbracciò.

Joe sorrise per quel contatto che trasmetteva tutto l’affetto di cui aveva bisogno e gli scompigliò leggermente i capelli neri corti, a loro due non serviva dirsi reciprocamente che si volevano bene, lo sapevano già e solamente un abbraccio, uno sguardo poteva significare tutto.  

Ray si staccò dalla mora e riprese a bere la sua tazza di caffè appena fatto con il sorriso sulle labbra.

La porta si aprì poco dopo facendo sollevare le teste dei due, Alec e un ragazzo erano appena entrati in cucina tenendosi per mano sotto lo sguardo attento di Joe e Ray.

 

Questo è tutto pazzo.

Entrare in casa mano nella mano con un ragazzo sapendo di essere il figlio di Tom Kaulitz, ignaro della palese omosessualità del figlio, a  volte mi chiedo se abbia il cervello.

Che cosa stupida.

 

“Ciao zia Joe!” esclama Alec fiondandosi ad abbracciare la ragazza che rise e ricambiò la stretta.

“Ciao Al!”

Il ragazzo si staccò con il sorriso sulle labbra poi portò il suo viso su Isaac Ray e s’immobilizzò a guardare il ragazzo che sorseggiava l’espresso allungato senza degnarlo di uno sguardo.

“Ciao R-Ray” mormora imbarazzato il biondino diventando rosso in viso.

“Ciao”

 

La smetterà mai di fare così?

Solo perché abbiamo scopato due o tre volte, non vuol dire che si deve imbarazzare, avevamo deciso anche che non ci sarebbe stato niente di più e allora mi chiedo: è così difficile fare finta di niente?

O sono solo io che ci riesco o sono l’unico idiota che lo fa!

 

“Chi è il tuo amico?” domanda curiosa J lanciando un’occhiata al ragazzo moro appoggiato al lavello che li guardava interessato e distogliendo Alec da Ray.
“Lui è Steve!” afferma Alec trascinando il diretto interessato davanti a Joe per presentargliela.

“Piacere mio” sorride il moro allungando la mano.

“Piacere” afferma la donna stringendogliela calorosamente “complimenti Al è davvero bello”.

“Lo so” dichiara annuendo con la testa e facendo ridere tutti tranne Ray che li osservava.

Aveva i capelli neri e un sorriso smagliante, s’intravedevano i muscoli sotto la canottiera aderente che gli legava il busto, indossava dei jeans leggermente larghi e i suoi occhi, di un colore simile al grigio, saettavano da una persona all’altra come se stesse cercando di focalizzarla per bene nella mente, più volte si fermavano su Isaac Ray come per scoprire chi si celasse dietro quell’aria indifferente che aveva il ragazzo.

 

Secondo me è la volta buona che Tom..

 

La chitarrista delle The Spoiler riprese a sfogliare la rivista mentre suo figlio stava trafficando con il cellulare.

Alec e Steve incominciarono a baciarsi indisturbati tendendo le orecchie così da prevedere un possibile arrivo del padre del biondo, se Tom Kaulitz avesse scoperto l’omosessualità del figlio, la sua pressione si sarebbe talmente abbassata da farlo sbiancare, sicuramente.

“ALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEC”

Il ragazzo si staccò improvvisamente dal suo nuovo amico e guardò in direzione della porta, dove il padre lo osservava con sguardo severo, oltraggiato e impaurito.

“Ciao papà” mormora agitato il figlio abbassando subito lo sguardo.

Joe alzò gli occhi dal giornale e si voltò a guardare il chitarrista in sincronia con Ray, entrambi fremevano dalla voglia di sapere come si sarebbe svolta la vicenda, una di quei momenti che nessuno dei due avrebbe mai voluto perdere.

 

Cazzo, che sgamata in piena regola!

 

“Alec..” mormora Tom con la voce che gli tremava e lanciando occhiate furtive alla mano del figlio, ancora intrecciata a quella dell’altro ragazzo, che non aveva mai visto in vita sua “sei gay..?”

Ad Al per poco non venne un mancamento e tutti i presente poterono notare l’enorme sospiro prima di raccogliere le forze e dire “Si, papà sono gay..”.

Tom sembrò pensarci un po’ su come se stesse esaminando, dentro la sua testa, le parole del figlio che continuavano a ripetersi come un disco rotto all’interno del suo cervello, guardò con un minimo di speranza il figlio, aspettandosi un no come risposta e enunciò la domanda“Vuoi dire che non ti piace la figa?”

“No, papà, mi piace il pene” afferma il ragazzo tutto in un fiato mentre il chitarrista sbancava lentamente e assumeva un colore simile a uno strofinaccio per pavimenti “e non ho certamente intenzione di fare gli stessi errori che hai fatto tu con mamma”

Tom restò fermo sul posto a fissare suo figlio che teneva la mano intrecciata a quella di Steve, l’altro ragazzo dal canto suo restava fermo lì di fianco senza proferire parola, intimorito dalla situazione e dal padre di Alec.

“SHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAY” urla all’improvviso il chitarrista facendo sobbalzare tutti.

Qualcosa al piano di sopra cadde e dei passi stavano scendendo a grande velocità al primo piano, quando comparve la rossa alla porta con due guanti in mano sporchi di rosso.

“Che succede?” domanda allarmata guardando prima Tom e poi Alec.

“Nostro figlio è gay” sussurra lui guardandola allibito e cercando appoggiò nella sua compagna.  

“Tu mi hai fatto venire qua per questo?” chiede leggermente irritata la donna, illudendo per un attimo Tom di avere qualcuno con cui condividere lo sdegno “Sei l’unico che ne era all’oscuro signorino e ora torno di sopra a fare la tinta a tua figlia”

La cantante sparì e un Tom ancora più scioccato si voltò a guardare Joe che stava ridendo sotto i baffi, le ultime parole di Shadow furono come una martellata sul piede, ora però che ci pensava più volte J aveva aperto l’argomento omosessualità facendo esempi e riferendosi ad Alec, ma con tutta onestà dovette ammettere che non la voleva nemmeno ascoltare, l’argomento lo infastidiva parecchio.

“Ray, fammi sedere..”

Il ragazzo dagli occhi verdi si alzò ridacchiando e andò ad appoggiare la tazza dentro il lavandino lasciando che il chitarrista si sedesse di fianco a sua madre.

“Suvvia Tom, sono cose che capitano” afferma la mora appoggiando una mano sulla spalla del chitarrista e finendo il caffè.

“Queste cose, o meglio QUESTA cosa non doveva certamente capitare a MIO figlio” dichiara lasciando cadere la testa sul tavolo e ricevendosi un’occhiataccia da Alec in piena regola.

“Che cosa vorresti dire?” domanda alterandosi il biondino e poggiando le mani sul tavolo.

“Voglio dire che MIO figlio non doveva certamente essere gay, insomma sono Tom Kaulitz, non doveva succedere!” afferma senza alzare la testa e ciondolandosi avanti e indietro, era davvero abbattuto e in fase catalitica.

“Guarda che ho lo stesso successo che hai te con le ragazze, solo che io l’ho sui ragazzi” proclama indignato il figlio.

 

Qua la vedo brutta..

 

“Ma non poteva essere Yana quella deviata, proprio il figlio maschio? Ho fatto qualcosa di male?” chiede alzando la testa e guardando la sua migliore amica che si limitò ad annuire “Fanculo” piagnucola l’uomo ributtandosi con la testa sul tavolo.

“Senti io vado in camera con Steve a scopare quando ti passa fammi sapere” sibila il biondino vedendo il padre irrigidirsi e andando via con la soddisfazione tra le mani.

 

Questa però è stata carina, devo ammetterlo.

 

Ray continuava a godersi la scena da un angolo quando entrò Georg in cucina, con un sorriso a trecentosessanta gradi.

“Che è successo a Tom? Qualcuno ha abbattuto il suo ego? Non dirmi che lo hai fatto di nuovo J!” afferma il bassista osservando l’amico in trance e punzecchiandolo con un dito per assicurarsi che fosse ancora vivo.

“Questa volta mamma non c’entra niente” ridacchia il ragazzo “Ha scoperto che suo figlio è…”

“..gay? Lo hai saputo solo ora Tom?” chiede Georg stupito mentre Joe e Ray guardavano male il bassista che come al solito non aveva tatto, specialmente quando si trattava del chitarrista.

T produsse un ringhio al quale Joe rispose levando la mano dalla sua spalla, sapendo che le cose non sarebbero finite bene.

“Su Tom, mettiti l’anima in pace, Alec è gay” afferma l’uomo con i capelli lunghi annuendo convinto.

“Prova a ripeterlo” mormora Tom alzando la testa e guardando malissimo il bassista.

 

Papà. Scappa..

 

“Cosa? Che tuo figlio è o-mo-ses-su-a-le” scandisce bene Georg con tono di sfida.

“Io ti ammazzo” sibila Tom alzandosi e buttandosi addosso all’amico che schivò prontamente l’attacco e cominciò a correre per sfuggirgli, dando inizio a una corsa chilometrica all’interno della casa.

“TUO FIGLIO E’ GAY” urla ridendo il bassista correndo da una parte all’altra.

“SE TI PRENDO SEI MORTO” sbraita dietro di lui Tom.

Joe sbuffò sonoramente e si stiracchio lanciando un’occhiata divertita a Ray il quale gli rispose ridendo.

 

Non potevo capitare in una famiglia più disastrata!

E dire che il papà ci ride tanto su sta cosa, ma forse non aveva capito bene che io sono bisex e non sdegno il corpo maschile.

Dubito fortemente, di certo, che lui abbia una mente così aperta da lasciare scorrere. Al momento meglio adattarsi.

 

“Hey gente, che succede qui?”

“Ciao Bill” sorride Georg fermandosi davanti alla porta “ciao Andy, Gabriel” poi continuò a scappare.

“TU! TU LO SAPEVI E NON MI HAI DETTO NIENTE, NON TI PREOCCUPARE CHE DOPO CE NE’ ANCHE PER TE!” esclama Tom comparendogli di fronte e  indicando malignamente il gemello che indietreggiò, intanto il chitarrista aveva ripreso l’inseguimento dell’altro componente della band che ogni volta gli sgusciava via dalle mani.

“Ok, che è successo?”
“Tom ha appena ricevuto la notizia, suo figlio è gay” afferma Joe con nonchalance.

“Ah, fantastico, Andy, Gabriel, vi ho sempre amato, ricordatevi di me” mugugna il vocalist entrando nella stanza e sedendosi in una sedia.

“Smettila Bibi che non ti succederà niente” ridacchia Andrea prendendo dal frigo una birra e imitando il marito si mise a chicchi arare con Joe sulle ultime notizie.

“Ciao Ray” sorride Gabriel avvicinando al ragazzo “come stai?”

“Gabriel, tutto bene e tu?”

“Tutto ok” afferma guardandolo, i due restarono a studiarsi per un paio di secondi, non si vedevano da quattro mesi per via della scuola, entrambi erano alla fine e stavano dando gli ultimi esami, sebbene avessero diciotto anni, gli era stato concesso di finirla prima siccome tutte le volte che un genitore per forza di cose li andava a prendere dovevano fuggire a gambe levate.

 

Devo dire che è sempre bello, non mi meraviglio, i genitori fanno il loro dovere in questi casi.

E sono passati quattro mesi, dall’ultima volta che lo sono riuscito a vedere per bene.

 

“Che vogliamo fare?” domanda Gabriel passando un dito sul dorso della mano di Ray appoggiata al ripiano.

“Quello che vuoi tu” mormora l’altro incastrando gli occhi nelle iridi azzurre del ragazzo che si trovava di fronte.

“Andiamo a fare un giro” dichiara il biondo voltandosi e andando verso la porta, lasciando in bella mostra il suo fondo schiena cosa che non sfuggì a Ray.

L’altro lo seguì scambiando un’occhiata con la madre che annuì e poi scomparve dietro la porta.

Fuori era una bella giornata d’estate ed entrambi decisero che stendersi in giardino sarebbe stata la cosa migliore da fare.

 

La sua compagnia è speciale per me.

   
 
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