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Autore: soarez    12/10/2010    6 recensioni
Non è la sera adatta per lasciarsi andare
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Wayne Rigsby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pensieri di una bambola'
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Oggi non mi sento molto bene.

 

 

 

 

Uscì dalla palestra tirando su la zip della felpa per proteggersi dall’aria.

Era una serata fredda, considerando il fatto che era in California.

Sistemò il borsone sulla spalla, mentre due ragazze lo sorpassavano ammiccando.

Sorrise lievemente, incamminandosi poi nella direzione opposta.

Spiacente, ragazze, non quella sera.

Wayne non era in vena.

Camminava lentamente, mani in tasca, sguardo basso, pensieri senza freno.

Da quando Grace l’aveva lasciato andava in palestra quasi ogni sera.

Concentrarsi sull’allenamento aveva più lati positivi: si manteneva in forma, sfogava lo stress e la rabbia accumulati a lavoro, ed evitava di pensare.

In più rimorchiava. E molto.

Cinque volte su sei veniva avvicinato da una donna. A volte anche da due amiche insieme.

Una volta ci provò anche un uomo. Ma tralasciamo.

Quattro volte su cinque se le portava a letto.

Con un paio ci era pure uscito prima a cena.

All’inizio era divertente.

Insomma, stiamo parlando di sesso gratis e molto selvaggio con focose puledre vogliose.

I suoi compagni di palestra quasi lo odiavano.

Era un mito per loro. Già.

Poi la cosa cominciò a perdere interesse.

Tutto quel sesso cominciò a perdere di significato.

Voleva altro.

Voleva poter passare ore e ore a parlare di sciocchezze, voleva poter baciare

dolcemente un paio di labbra rosse come fragole e dolci come il miele, voleva poter

stare abbracciato ad un corpo morbido e profumato senza la necessità di trovare qualcosa da dire.

Voleva poter fare l’amore. Con Grace.

Gli mancava da morire.

Riusciva a non pensarci solo quando era a letto con altre donne.

Ma, puntualmente, ogni mattina le altre sparivano oltre la porta, e rimaneva lei.

Per tutta la giornata lei.

Non pensarci. Non pensarci, per favore.

Sospirò, allungando il passo.

I lampioni gettavano una luce giallognola sul marciapiede.

La sua attenzione venne attirata da un forte vociare dall’altro lato della strada.

Perché no? Avrebbe potuto entrare nel pub e ordinare da bere finché non fosse crollato a terra completamente ubriaco.

Non era poi una cattiva idea.

No, era pessima. Lisbon l’avrebbe ucciso se si fosse presentato in ufficio con i postumi di una sbronza.

Rimase ancora qualche attimo a contemplare le luci colorate del locale.

Poi riprese a camminare.

Spiacente, alcool, non quella sera.

 

 

-Buongiorno, ragazzi!-

-Buongiorno. Hai passato una buona serata,ieri?-

-Oh, si! Ho conosciuto due gemelle da paura!-

-Bene-

Van Pelt si allontanò verso il cucinino e Jane posò una mano sulla spalla dell’amico guardandolo confortante.

-Col tempo andrà meglio-

 

 

 

 

 

Buonasera. Non so cos’è successo.

Non so come sono arrivata a scrivere questo.

Ero in treno (come al solito) e da Firenze a Pisa ho dormito.

Da Pisa a Carrara ho acceso il portatile per scrivere il capitolo 7 di Dalla Cina con amore.

E invece ho scritto questa.

Non so come sia successo. Ma ero triste per Wayne.

Vabbè.

Povero.

 

POLVERE FOR PRESIDENT, LA SENSITIVA RESTI PURE COSI’, CHOvsJANE FOREVER W CHISBON, NICK WIN, LIN DOCET, LUNGA VITA ALLA STIRPE MICE.

Soarez

   
 
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