Bolle di vuoto.
Mai più
la luce sarà
la stessa, se solo per una
volta il
buio a sé l’avrà stretta.
Enormi crepe
minuscole, come invisibili ragnatele: di
luce decorate ma dalla paura mangiate.
“Mi
senti?”
Pioggia acida
cade nel cervello, vegetando in buche minuscole, crepitando lentamente
sciogliendo
tutto ciò che riesce a raggiungere.
“Mi
vedi?”
Bolle leggere di nulla
vestite, volano in alto,
scoppiando sul volto
regalando apatia
intrappolata dalle iridi, come tante
macchie che non si possono lavare,
come tanta acqua
marcia che vorrebbe evaporare
per dimenticare.
“Mi
sta uccidendo.”
Bolle di vuoto mi portano via,
scoppiando sulla pelle in
scricchiolii silenziosi che bruciano dentro.
Quale suadente
dolcezza c’è nel lasciarsi cadere!, con
occhi macchiati e pelle
bruciata.
Meravigliosa
solitudine.
Cadere senza nemmeno cercare
di rialzarsi di nuovo, schiavi
d’abitudine,
trascinati da
piaghe cementate nel silenzio
degli
anni.
Lasciar correre il
momento, perdere consistenza nello
spazio, inseguire la vita e riderle in
faccia,
lasciandola affogare in lacrime di rabbia.
Non esisto.
Io non esisto.
_________________________________________________
Un sentito grazie a missdark
per la sua bellissima recensione alla mia scorsa poesia.