13/10/ ore 23.02

Me ne stavo fermo nel letto, a girarmi tra le mani il Vongola Rings.
Fermo per forza, con quelle stupide corde e cordine che mi tenevano legato a stella marina. - "Domani vengo io a slegarti" -. Dannato Shamal. Stupido Yamamoto, corruttore dei miei stivali.
Usare il Decimo come oggetto di ricatto e leva del senso di colpa: - "Sai, se vai a trovarlo si prenderà la febbre il giorno del suo compleanno e sarà tutta colpa tua!" - avrei voluto contraddirlo, ma non potevo.
Che cavolo.
Che cavolo.
Che cavolo.
58 minuti e sarebbe stato il compleanno del Decimo.
Dannazione. Come avrei voluto potermi alzare da quel letto e cominciare a proggettare per la mattina seguente.
Soffiai il naso.
Dannazione, avevo fallito come guardiano della Tempesta. Se per un tantino di pioggia (e per questo donavo buona parte della colpa a Yamamoto) mi ero preso l'influenza. Altro che Braccio Destro.
Forse al Decimo non importava neanche che io non venissi domani. Anzi, probabilmente sarebbe stato sollevato, di non dover passare guai. Sollevato, di poter passare del tempo solo con Kyoko.
Dannazione, dannazione.

La mattina dopo, decisi: tagliai tutte le corde con i denti.
Faceva male ed era un'impresa alquanto ardua, ma andava fatto. Finalmente mi alzai, e una volta vestito di tutto punto, con tanto di piumone invernale, sciarpa e guanti, mi avvicinai alla porta.
In quel momento, suonò il campanello.
Mi trovai davanti il Decimo, con il dito a un centimetro dal campanello e un paio di forbici che somigliavano ad un trincipollo strette nell'altra, probabilmente l'arnese che avrebbe dovuto liberarmi. Al seguito, tutta la Family.
C'era Reborn, sulla spalla di Yamamoto, che sorrideva come uno stupido.
Dietro di loro, c'erano Kyoko ed Haru, che chiacchieravano allegre. Lambo, Fuuta ed I-pin, che erano schizzati dentro casa senza neanche chiedere il permesso. Chrome, Chikusa e Ken se ne stavano dietro alla folla. Colonello tra le braccia di Kyoko, Basil tutto sorridente dietro a Yamamoto, Dino con Romario e Hibari che aveva l'espressività di...della Namimori. Ed infine Ryohei, che continuava a sorridere e Bianchi, con un paio di occhiali da sole, nonostante piovesse e ci fosse una gran nebbia.
- J-juudaime... - spalancai occhi, bocca e braccia.
- Possiamo entrare...? - chiese timidamente, sorridendo.
Annuii, semplicemente. Dopo averci riflettuto per alcuni secondi, lo abbracciai.
Era l'abbraccio più sincero che avessi mai ricevuto, dalla scomparsa di mia madre. Yamamoto aveva ragione: probabilmente era stata una delle uniche persone a cui avevo aperto il cuore, nonostante fose sbagliato, nonostante l'essere ingiusto verso gli altri. Però stare con lui, mi aveva fatto imparare a tollerare gli altri: per questo il merito andava in gran parte a lui, a Reborn, e forse poco allo scemo del Baseball, a Testa a Prato e alla Scemucca.
All'abbraccio si aggiunse anche Yamamoto, a cui ringhiai, per poi sorridere rassegnato, abbracciando anche lui.
Alla visione della scena, anche Ryohei si appolpò al gruppetto, urlando come al solito "KYOKUGEN".
Fissai il Decimo che soffocava fra l'abbraccio spaccaossa del "fratellone" e le risate. Mimai un "Grazie" con le labbra, e anche se non parve capire interamente il perchè di quel gesto, lui mi sorrise di ricambio.

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Ore 22.01

"Ciao Decimo,
ieri sera quasi non ci speravo più. Cioè, non credevo avresti fatto quello che hai fatto.
Pensavo che nonostante tutto, non fossi soddisfatto di me, che pensassi che io sono solo uno che è buono solo a combinare guai..." - Tsuna sospirò, e scosse la testa, tornando a leggere la lettera - "...Nonostante ciò, avevo deciso di dimostrarti la mia lealtà. Nonostante Shamal e Yamamoto avessero perso tempo a legarmi al letto, in un modo o nell'altro sarei venuto. Sarei venuto per te.
Tu non ti rendi conto di quanto hai fatto per me: sei stato il mio primo amico, il primo a cui sono stato leale. Ricordo ancora il nostro imbarazzante primo incontro - e mi scuso anche di come mi sono comportato quella volta -. La cosa che mi ha sconvolto di più, e che probabilmente mi ha cambiato, fu il fatto che tu spengesti anche la dinamite che era caduta intorno a me. Nonostante io stesso avessi povato a farti saltare in aria (Scusa!).
Grazie di avermi concesso di essere parte della tua bellissima famiglia.
Grazie di avermi concesso di essere parte dei tuoi amici.
Grazie di tutto, Juudaime.
Hayato Gokudera" e poi in piccolo sotto, un azzardatissimo "b.d." che fece sorridere Tsuna.
"Le persone ostinate sono le migliori" diceva sempre Nana. Poi aggiungeva "Ma anche quelli che nella vita non hanno ambizioni, sai Tsukkun?" per non scoraggiarlo, anche se Tsuna puntualmente accumulava la consapevolezza di essere un incapace.
"DRIIIIN"
- Tsukkun vai tu ad aprire? - Tsuna posò la lettera sul letto.
Scese i gradini due a due e spalancò la porta. Si trovò faccia a faccia con Mukuro, e il cuore gli sobbalzò. Le guancie, un po' per il freddo e un po' per il guardiano della Nebbia, si tinsero di un rosso acceso.
- Io - sussurrò - Devo farti almeno gli auguri, kufufu - disse sorridendo.
Si chinò verso di lui
- Dunque...- Tsuna arrossì ancora di più - buon compleanno, Tsunayoshi -
Gli sussurrò in un orecchio.
La sera del 14 Ottobre del 2010: i regali migliori furono la lettera di Gokudera e le labbra di Mukuro.
Fine.