Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Yoshiko    15/10/2010    1 recensioni
"Uno scalpiccio di passi affrettati che si avvicinavano e i due si volsero all’unisono verso l’ingresso in penombra. Una sagoma si stagliò contro la porta, poi piombò a terra come un sacco di patate. La pietra che Tom aveva scagliato rimbalzò sull’impiantito e si fermò in un angolo.
-Che hai fatto?- Evelyn crollò in ginocchio accanto al corpo privo di sensi.
-È Benji!-
-Certo che è Benji!-
-Non l’avevo riconosciuto! Questa me la farà pagare cara! Non mi perdonerà mai!-"
In un mondo virtuale e nelle situazioni più improbabili, un pericoloso inseguimento, un rapimento e una tempesta creeranno situazioni impreviste e imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Virtual Story'
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Mark si avvicinò guardingo a Jenny mentre facevano il bagno nella baia in cui si erano rifugiati dopo che Philip aveva acceso la radio di bordo per ascoltare le previsioni meteo, cosa che nessuno, nonostante la brutta esperienza appena passata, si era preoccupato di fare. Avevano così appreso da Radio Nautica che un’altra tempesta stava per scatenarsi a poca distanza da dove erano loro. A quel punto il panico li aveva spinti ad alzare in tutta fretta le vele e approfittare del vento che spirava dal largo per accostarsi alla terraferma, in cerca di un rifugio che li avrebbe tenuti al riparo e al sicuro.
Lo yacht galleggiava all’ancora nelle acque calme di quell’isolotto e, se anche il maltempo in arrivo si fosse scatenato, non avrebbero corso pericoli. Il cielo si era un po’ rannuvolato e il vento soffiava più consistente, ma faceva ancora caldo e l’acqua era gradevolissima anche se mossa dalle onde che provenivano dal mare aperto.
-Jenny, sai che Benji ha una pistola?-
Philip, che galleggiava lì attorno, lanciò un’occhiataccia a Landers. Avrebbe preferito nascondere la verità alla fidanzata per non metterla in ansia. Patty ammutolì ma lei no, chiaro segnale che la notizia non rappresentava una novità.
-L’ho vista, perché?-
-L’abbiamo vista anche noi.-
-Per quanto mi riguarda, preferirei non vederla più.-
Tom annuì convinto, voltandosi a cercare il portiere. Lo trovò sulla spiaggia, molto lontano da loro. Insieme a  Bruce ed Evelyn stava radunando della legna per fare un falò con cui cuocere gli spiedini e le bistecche che avevano trovato nel congelatore. Un fuoco avrebbe, inoltre, ravvivato la loro serata.
-Bisogna togliergliela.- Holly guardò Jenny e lei intuì che sotto la sua constatazione c’era qualcos’altro che non aveva ancora palesato.
-Sono d’accordo con te, quell’aggeggio non mi piace.-
-Devi obbligarlo a liberarsene, Jenny. Tu sei l’unica a cui potrebbe dar retta ma se non ti ascolterà dovrai trovare comunque il modo di sottrargliela.-
-Ce l’ha sempre con sé, Holly. Se cerco di sfilargliela se ne accorgerà sicuramente.-  
-Seducilo.-
-No!- si intromise Philip categorico.
-Stai zitto Callaghan.- intervenne Mark -Lo facciamo soprattutto per te.-
Jenny fu d’accordo con Philip.
-Non ci penso proprio.-
-Sii ragionevole, è l’unico modo. E se non se la toglie da solo, se la toglierà se sarai tu a spogliarlo.-
Jenny arrossì.
-Scordatelo, Tom.-
-Tu l’hai visto usare quella pistola. Non è un giocattolo!-
-Lo so! Io l’ho visto meglio di te che guidavi.- si portò le mani alle labbra -Ah! La macchina!- gli occhi le si riempirono di lacrime -Oddio la macchina!-
-Jenny, questo non è proprio il momento di pensare alla macchina!- cercò di distrarla Tom.
-Cos’è successo alla macchina?-
Lei si volse a guardare il fidanzato.
-È finita in mare!-
Lui sbiancò.
-E come c’è finita in mare?-
-Ce l’hanno spinta Benji, Evelyn e Tom!-
Il ragazzo si volse furioso verso Becker.
-Che significa?-
-Philip!- Jenny gli si aggrappò al braccio -Non avevo neppure finito di pagarla!-
-Basta! Stop!- intervenne Holly -Smettiamo di pensare alle cose negative e concentriamoci su quelle positive.-
-Tipo che è finito il carburante e sta per arrivare il maltempo?-
-Hai uno strano modo di valutare gli eventi, Philip.-
-Possiamo tornare al problema più urgente?-
-Il maltempo o il carburante?-
-Far sparire la pistola di Benji.-
-Tom, ti si è incantato il disco?-
-Philip, Tom ha ragione.- lo appoggiò Mark -Io sono totalmente contro il porto d’armi.-
-Bene, Landers. Allora falla sparire tu, quella maledetta pistola!-
-Nemmeno ce l’avrà, il porto d’armi...- borbottò Jenny -Io torno a riva.- disse e nuotò pigramente verso la spiaggia finché i suoi piedi non sfiorarono la sabbia fine del fondale. Continuando a parlare i ragazzi la seguirono perché tenersi a galla con tutte quelle onde cominciava a sfiancarli.
-Motivo in più per farla sparire, non credi, Jenny?-
Lei si stancò di tanta insistenza. Si fermò e attese che la raggiungessero.
-Quindi Tom? Cosa dovrei fare secondo te?-
-Ma niente!- saltò su Philip.
Mark gli schizzò dell’acqua in faccia.
-Stai zitto una buona volta!-
-Su Jenny, non devi mica farci niente.- le sorrise Patty incoraggiante -Fingi di sedurlo e gli togli la pistola.-
Philip si sentì addolorato solo per il fatto che Jenny sembrava cominciare e a valutare seriamente la proposta. Intervenne di nuovo, mentre accanto a lui Landers sbuffava.
-Il vostro piano non sta in piedi! Ci avete pensato bene? No, vero? Fingere di sedurre Price? E poi fermarsi sul più bello? E dove nasconderà Jenny la pistola mentre gli dice “no guarda, ci ho ripensato”? Siete scemi o cosa?-
-Certo è un piano che deve essere perfezionato.- ammise Holly -Per esempio, se Benji fosse un po’ brillo, Jenny riuscirebbe a circuirlo più facilmente.-
Philip era sempre più contrario.
-Non basterebbe tutto l’alcol che è sullo yacht a farlo ubriacare.-
-Potremmo preparare un cocktail appositamente per lui mischiando tutto ciò che c’è. Una bomba che lo stenderebbe in cinque minuti.- Tom, mentre riordinava gli oggetti scagliati qua e là dalla burrasca, aveva avuto modo di fare un inventario delle provviste presenti a bordo.
-E se Benji fosse ubriaco, potrebbe non accorgersi se qualcuno di noi si nasconde in cabina e gliela sottrae mentre Jenny lo distrae.- convenne Holly.
-Non Philip.- decretò Mark -Si farebbe senz’altro scoprire prima del tempo.-
-Io potrei chiudermi nel bagno.- Patty guardò Jenny seria -Interrompervi sul più bello, prendere la pistola e scappar via.-
Lei sollevò un sopracciglio. Mentre il piano degli amici si faceva man mano più dettagliato e lei si figurava la scena in modo sempre più realistico, la voglia di parteciparvi le scivolava via di dosso e veniva dispersa in mare aperto dalle onde. Guardò Philip e riconobbe sul suo viso l’identica espressione scontenta che immaginava di avere lei stessa.
-Troppo rischioso.- intervenne Holly.
Philip fremette.
-Ah, per Patty è troppo rischioso? Se è Jenny che deve fare tutto sei d’accordo e mi dici di star zitto. Però se è Patty che deve agire allora il piano diventa troppo rischioso. Bravo!-
Holly s’impettì.
-Certo che è troppo rischioso! Benji si è invaghito di Jenny, non di Patty. E se le facesse del male per riprendersi la pistola?-
-Sai che ti dico, allora? Nel bagno mi ci nascondo io.-
-Vedi Philip? Sei convinto anche tu che il piano “seduzione” sia l’unico possibile.- gli fece notare Tom sollevato.
-No! Non sono d’accordo nel modo più assoluto!-
-Neanch’io.- concordò Jenny, poi si rivolse al fidanzato -E se questo fosse davvero l’unico modo per togliere a Benji la pistola, tu sarai l’unico che non parteciperà al piano e starai alla larga, anzi alla larghissima, dalla cabina. O Benji farà secco te prima di tutti.-
Patty annuì.
-Jenny ha ragione. Lasciate che me ne occupi io.-
-è fuori discussione.- risposero all’unisono Holly e Philip e poi si guardarono, stupiti di trovarsi per una volta d’accordo.
-Io DEVO esserci.- s’intestardì Philip -Perché VOGLIO sapere quello che succede.-
-Allora non se ne fa niente.- concluse Jenny scuotendo la testa -Di tutto ciò non voglio più ascoltare neppure una parola.- si spinse verso la riva, un po’ nuotando e un po’ camminando, finché non poté sedersi sulla sabbia, l’acqua che le arrivava alle spalle e la corrente che la cullava. Era uscito un barlume di sole e le onde luccicavano sotto i suoi raggi.
Philip la raggiunse e si sedette al suo fianco.
-Non starli ad ascoltare. Troveremo un altro modo.-
-Non voglio più parlare né di Benji né della pistola.-
-Neanch’io se è per questo.-
-Perché siete due incoscienti.- borbottò Mark fermandosi poco distante. Gli occhi di Benji erano fissi sulla coppia e scrutavano Callaghan con un velo di minaccia. E Landers se n’era accorto.

-Amy, ti prego! Ti scongiuro, ti supplico!-
Seduto a terra davanti alla porta del bagno, schiacciato tra il letto e la parete, Julian si rese conto che le sue implorazioni stavano cominciando a ripetersi e che la sua voce usciva intrisa di una sfumatura di noia. Stava scomodo, aveva una fame del diavolo e si era stancato di far ragionare la ragazza. Non sapeva più da quanto tempo fosse lì in quell’impossibile posizione, su quell’improbabile barca per di più in mezzo all’oceano, ma sicuramente da molto perché si sentiva incriccato e i muscoli della schiena gli dolevano.
Da quando era tornato in cabina a stomaco vuoto, dopo aver preso atto che per lui i compagni non avevano lasciato neppure una briciola (per Amy sì, invece! i bastardi!) non aveva più udito la voce della ragazza. E la sensazione che ormai aveva da un tempo indefinibile, era quella di supplicare una porta di legno marrone. Ne stava uscendo pazzo, non ne poteva più.
-Per favore vieni fuori!- cercò di metterci tutta l’enfasi che gli rimaneva, ma la frase venne troncata a metà da uno sbadiglio -Amy, ti giuro che non ho fatto nulla! Stai sbagliando, non è come pensi!-
Trascorsero svariati secondi, ma dal bagno non provenne alcun rumore.
-Amy! Sai benissimo che ti amo!-
Un minuto.
-Non potrei mai fare una cosa simile!-
Due minuti e neanche un cenno che gli confermasse che la ragazza lo stesse ascoltando.
-Amy, per favore!-
Niente.
-Esci così ne parliamo!-
Dall’oblò aperto per far circolare aria fresca in una cabina che con il passare del tempo era diventata un forno, udiva le voci degli amici che sguazzavano in acqua. Le loro grida divertite erano un sottofondo canzonatorio alla sua situazione e, se da una parte lo innervosivano, dall’altra lo cullavano insieme al dondolio dello yacht, facendolo sbadigliare a ripetizione. Si alzò per chiudere la finestra e si sedette sul letto, rinunciando ad occupare di nuovo quello spazio angusto davanti la porta.
-Amy, ti supplico… Esci.-
Non aveva più la forza di continuare così, non sapeva cosa altro dire né cosa fare per convincerla della sua innocenza.
Si appisolò senza accorgersene e quando riaprì gli occhi la luce nella cabina era cambiata. Il chiarore bianco del giorno si era trasformato in un bagliore giallo arancio. Si alzò e si affacciò all’oblò. Il sole era basso all’orizzonte, doveva aver dormito per ore. Spostò gli occhi sulla porta del bagno e la trovò spalancata. Amy non c’era.
Doveva averne approfittato per tagliare la corda. Il suo stomaco brontolò e mentre percorreva il corridoio si affacciò in cucina in cerca di qualcosa con cui calmare i morsi della fame. I piatti che Jenny aveva tenuto da parte per Amy erano vuoti. La ragazza se l’era presa comoda, dandosi il tempo persino di mangiare il proprio pranzo. Julian si avvicinò al frigorifero e lo aprì. Trovò dei pomodori. Ne afferrò un paio, se li ficcò in tasca e ne agguantò altri due. Prendendone a morsi uno salì sul ponte.
Sullo yacht non c’era nessuno, il casino proveniva tutto dalla spiaggia dove i compagni avevano acceso un gran falò. Il cielo a occidente era un tripudio di nuvole tinte di rosso, arancio e oro, a oriente invece si ammassavano minacciose, scure e portatrici di brutto tempo. Da qualche parte oltre l’isola si stava scatenando un temporale, il mare al largo era agitato da enormi cavalloni. La baia teneva al sicuro lo yacht e lì il ribollire delle onde arrivava solo in parte, facendo danzare l’imbarcazione come se fosse in movimento e non all’ancora.
Mandando giù il secondo pomodoro Julian guardò di nuovo la spiaggia. Per raggiungere gli amici non gli restava che gettarsi in acqua. Ma non gli andava di fare un altro bagno. E poi, una volta a riva, i suoi vestiti sarebbero stati di nuovo bagnati. Non poteva trascorrere tutta la serata così, o mezzo nudo in attesa che gli abiti si asciugassero. Si sarebbe buscato un malanno. Finì l’ultimo pomodoro, tornò sottocoperta e trovò una busta di plastica. Poi, appoggiandosi al parapetto, si spogliò e infilò i propri abiti nel sacchetto. Infine si tuffò, dall’acqua si sporse sul ponte, recuperò il fagotto e nuotò verso riva, tenendo con una mano i vestiti sulla testa, all’asciutto.
-Bentornato tra noi, Ross!- lo accolse Benji con un sogghigno ironico.
Julian non gli rispose. Tirò fuori dalla busta l’asciugamano che si era premurato di infilarci e se lo passò sulla pelle bagnata. Poi piano piano si rivestì.
-È uno spogliarello al contrario?- gli domandò Bruce con il suo solito umorismo da quattro soldi.
Julian ignorò anche lui. Quando ebbe indossato i vestiti, si guardò intorno e cercò Amy.  
La ragazza non era molto distante, sedeva sulla sabbia e osservava con le amiche le conchiglie che avevano appena finito di raccogliere per passare il tempo mentre i compagni ravvivavano il fuoco e preparavano la brace. Non appena i loro sguardi si incrociarono, lei saltò in piedi e prese a correre sul bagnasciuga, cercando un posto dove nascondersi in modo che Julian non tornasse ad affliggerla con le sue stupide scuse e le sue menzogne.
-Sembra la scena di un film.- commentò Evelyn guardandoli allontanarsi -Due innamorati che si rincorrono su una spiaggia tropicale alle luci del tramonto, poi lei cade a terra, lui la raggiunge, la prende tra le braccia e si baciano. Sullo sfondo le onde scintillanti e il sole che si tuffa nelle immensità oceaniche.-
Mentre parlava estasiata, accadeva esattamente ciò che Evelyn stava scrivendo su quel suo copione immaginario. Amy inciampò e cadde, Julian le arrivò addosso. Non si baciarono. Amy cominciò a gridare, a riempirlo di calci, a tirargli addosso intere manciate di sabbia.
-Così è molto più interessante dei tuoi film strappalacrime.- si sganasciò Bruce.
-Alla fine si stancheranno.-
-Speriamo.-
Mezzo accecato dalla sabbia, Julian rimase in ginocchio a sputacchiare una miriade di granelli e Amy, che nella direzione che aveva preso non scorgeva nessun rifugio, fece marcia indietro e corse tra i compagni mentre lui cercava più volte di afferrarla senza riuscirci. Almeno, che ci fossero dei testimoni!
Raggiunsero il falò più o meno insieme, lacrime che scorrevano sulle guance della giovane, altre abbondanti che rigavano quelle del ragazzo, gli occhi arrossati, irritati dalla sabbia che Amy gli aveva gettato in faccia senza remore o pentimento.
-Per favore, dammi retta! Non è come pensi, ti stai sbagliando!- fissò la fidanzata, o era la sua ex?, con un’espressione supplicante che lei non riuscì a tollerare.
-Stammi lontano!- gridò con voce rotta.
Benji li guardò, continuando a smuovere scintille con un bastoncino tra la legna che bruciava.
-Per farla incazzare così, come minimo devi averla tradita, Ross.-
-Non mettertici anche tu! Io non ho tradito proprio nessuno!-
-Ecco, mi pareva. E con chi? Con una delle tue fan? Con due? Tre?-
-’fanculo Price!-
Bruce spalancò gli occhi.
-Diavolo! Quante?-
-Basta!-
Stavolta non fu lui a gridare ma Amy, che si era coperta le orecchie con le mani per non dover udire né le menzogne di Julian né le insinuazioni dei compagni, del tutto fuori luogo in quel momento.
Jenny le si avvicinò e le tolse le mani dal viso.
-Amy, Julian ti ha tradita?-
Lei scoppiò a piangere e si fiondò tra le braccia dell’amica, singhiozzando disperata.
-Julian! Come hai potuto?- Patty lo trafisse con uno sguardo che avrebbe potuto arderlo sul posto, se lui non fosse stato più che convinto di essere innocente.
-Ma io non l’ho mai fatto! Amy, per favore, parliamone!-
La ragazza si staccò da Jenny e alzò su di lui uno sguardo stravolto.
-Non ho niente da dirti, traditore!-
Quell’accusa lo colpì in petto con una forza tale che Ross sussultò e fece un passo indietro.
-Ti sbagli!-
-Tu mi hai tradita Julian!-
-Va bene, Amy.- intervenne Benji cominciando a stancarsi di quel noioso teatrino -Julian ti ha tradita ma…-
-Ma non l’ho fatto!-
Il portiere lo ignorò, come del resto fece anche Amy.
-Ma sono cose che succedono! Le persone si tradiscono, anche quelle che si amano. È una cosa che può accadere, anzi che accade spessissimo. Il mondo è bello perché è vario, le situazioni cambiano, le persone ci ripensano, i matrimoni saltano all’ultimo momento…- si prese del tempo per guardare Philip sogghignante, poi sorrise a Jenny -Ma non bisogna farne una tragedia! Julian ti ha tradita? Fallo anche tu! Oppure perdonalo, oppure ancora lascialo! Dove sta scritto che dovete stare per forza insieme...- e stavolta mentre parlava guardò prima Jenny e poi Philip in successione -Dove sta scritto che lui è il ragazzo giusto per te?- i suoi occhi si spostarono di nuovo su Jenny. Poi, dopo tanto vagare, si fissarono finalmente su Amy -La tua anima gemella potrebbe essere Callaghan e neppure lo sai e continui a perdere i tuoi anni migliori dietro a Julian che, tra l’altro, ti tradisce. Non ti senti stupida?-
Amy ammutolì, le parole di Benji le incasinarono la mente. L’unica certezza, vale a dire che Julian l’aveva tradita, si stava dissolvendo in un milione di altre incertezze. Era normale che le coppie si tradissero così spesso come voleva darle a intendere lui? Era normale che i matrimoni saltassero all’ultimo momento? Era normale perdonare Julian dopo il tradimento? Era normale credere, anzi essere convinta, che la sua anima gemella fosse Julian e nessun altro? Cadde seduta sulla sabbia, spinta giù dall’enorme peso dei dubbi che in mezzo minuto Benji le aveva gettato addosso senza andarci per niente leggero. Guardò Philip, che stentava ancora a riprendersi, anche lui, dalle frecciate non troppo sottintese che il portiere gli aveva gettato addosso a raffica e incrociò per un attimo il suo sguardo. La sua anima gemella poteva davvero essere lui e non Julian?
   
 
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