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Autore: _Umi_    07/11/2005    2 recensioni
Bè diciamo che è il mio delirio personale... a che punto ti portano amici e parenti quando non si fanno gli affari propri...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spiegami perché dovrei portare avanti questa tortura…

é meglio soffrire una volta per tutte che trascinarci in questo lungo rantolo.. il dolore sta soffoc ando tutto dentro di me. Si parla di un enorme fuoco inesauribile… si parl a di passione, tormento, di tatto e di sensazioni. A volte sgradevoli a volte sp lendide.

I problemi con te aumentano inesorabilmente… tu non te accorgi perchè quando siamo insieme ovviamen te cerco di non pensarci, ma quando sono sola, quando l’unico rumore che sento è il borbottio nemico… quando niente mi fa sentire più giù di un ricordo sfumato.. ci si mettono anche loro, que lli che consideravi amici o peggio ancora la tua famiglia, che ti dicono, "ma no… lui è buono, è tutto…sei tu che lo tratti male, finiscila, non fare niente, non fartelo scappare!!”, come se non lo s apessi cazzo!

Come se con le loro parole potessero cambiare il mio carattere.

Io sono così, se lui mi ha accettata per quello che sono, perchè voi non dovete farlo?

Ma la parte divertente è che con le loro critiche, invece che avvicinarmi, mi stanno allontanando a più non posso da te.

Non riesco

più a zittirli. Non riesco più ad ignorarli, qualsiasi cosa, cose che magari faccio da una vita , da quando ci sei tu non le posso più fare. Non posso nemmeno più parlare liberamente. Nemmeno questo. E poi figuriamoci s e posso prendere una decisione che non sia contestata da più voci ed

incatenata prima ancora che spicchi il volo.

Se con te mi sento bene, co n loro mi sento oppressa, mi stanno togliendo l’ossigeno.

Ora la decisione è semplice… o li lascio dire, litigo con te perchè stressata e faccio tutto ciò che vuoi, lasciandomi morire dentro, soffocando la me stessa più intima e lasc iando un automa a dirigere il mio corpo; o mi ribello, riprendo le redini della m ia vita e corro al galoppo via da tutto, da tutti… e via da te.

Per il mio strano e contorto carattere sarebbe meglio fuggire a più non posso con la brezza del mattino, ritornare a quell o stato brado che mi caratterizzava, essere accarezzata dalla pioggia… non

più dalle tue mani o dalle tue labbra.

Ma, per il mio cuore NO.

Mi ha assolutamente vietato di farlo, minacciandomi di smettere di galoppare e di

pompare emozioni e sentimen ti a tutto spiano.

Mi ha detto che se proprio volevo vivere senza di te, non mi rendevo conto di cosa mi sarebbe crollato addoss o. L’unica cosa che avrei sentito, secondo lui, era il sapore dell’amarezza prim a di andare a dormire.

Quindi mi concentro un atti mo sul mio bisogno di libertà, è condizionato solo dalle malelingue? Tu, il mio amore, sei in grado di farmi sentire vera? Di farmi vivere?

Due lettere si delineavano piano piano in quel mio io più intimo, due parole prendevano sempre più

consistenza e forma… da due divennero tre, poi quattro e una frase tanto temuta quanto anelata prese il controllo di tutto il mio essere.

Fuori pioveva…eppure la cosa non mi ha minimamen te turbata, presi il giubbotto, dissi a mamma che uscivo e che non sapevo quando sarei tornata a casa… o se sarei tornata a casa.

Mentre sentivo la sua voce che imp recava contro di me, presi le chiavi di casa e uscii dalla porta sbattendola dietro alle mie spalle.

Incominciai a correre… la sua casa non era molto lontana, ma sentivo che dovevo correre, se non glielo avessi detto subito, se non avessi aperto il mio cuore alle melodiose note della sua voce sarei scoppiata.

Corsi a perdifiato nell’atmosfera grigia e buia di città.

È novembre, quindi la sera è come un acquarello, in cui tutti i colori erano sfumati e rimestati dalla pioggia

Caddi pure… ma non era importante, non mi ero nemmeno fatta male, ero solo un sporca, alle mie spalle le nuvole sembravano correre insieme a me; liberando così la luna dalla sua morbida prigione.

Raggiunsi il suo cancello pochi secondi dopo, bagnata e piena di fango.

Suonai il campanello una, due… tremila volte.

Fino a quando lui, con sguardo preoccupato, mi raggiunse. Mi invitò ad entrare in casa, ma io scossi fortemente la testa, e con il poco fiato che mi rimaneva gli dissi che prima di tutto, prima di entrare in casa, dovevo dir gli una cosa.

E lui sorridendomi, con uno di quei sorrisi della serie “Tutto ciò che vuoi..”, mi chiese…:

-Cosa c’é?-

E per Dio quante cose mi ba lenarono nella mente, lui non lo sa, ma quel suo modo di chiedermi “cosa c’è”mi manda letteralmente in visibilio. Cercai di rimet tere in ordine i pensieri e provai a formare una frase sensata…

- Io… cioè... non ce la faccio più. Io sto morendo, mi stanno letteralmente distruggendo parola dopo parola… e non ci riesco più. Non riesco più a non ascoltarli, perciò per me… Ecco pe r me sarebbe meglio starmene senza di te.- mi fermai un attimo per riprendere il fiato, non avevo il coraggio di alzare lo sguardo. Fissavo ansimante le mie scarpe inzaccherate, che stavano sporcando tutto il pianerottolo di casa sua. Piccole gocce cadevano dalle ciocche dei miei cap elli e andava

no a morire sulle piastrelle marroni di fango.

- Ma cosa…?- disse lui a fil di voce, non sapeva come comportarsi, lo si capiva. Aveva notato le picco le gocce che incanalavano le mie guance, e si era accorto anche che non er ano pioggia, bensì lacrime.

- Aspetta!! Non ho finito!- urlai... -Ma tutto ciò che ti ho detto prima, non mi interessa, non mi fa più paura. Anzi ora sono più che intenzionata ad affrontarlo e a cambiar e se necessario! Perché è inutile menti re, senza di te sono il nulla. Senza il tuo amore rimane solamente una bambina viziata e apatica, sto cercando di spiegarti che non voglio farla finire, c he voglio sposarti, vivere con te in un futuro. Voglio chiederti scusa per tutto ciò che ti ho fatto passare, non volevo crearti disagi, farti soffrire o arrabbiare. E so anche che lo rifarò, ma ti prego, ti scongiuro… sopportami e non lasciarmi mai…Un ultima cosa… già che ci sei mi daresti

un bacio e un asciugamano caldo??-

Dissi tutto ciò senza fermarmi un attimo, e le ultime parole piangendo e ridendo allo stesso tempo, ero torna ta, ero di nuovo io e lo ero con lui al mio fianco.

  
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