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Autore: N i s h e    15/10/2010    7 recensioni
" Un'altra lacrima.
La testa gli scoppiava.
Asciugò quella traditrice con impazienza e rimase a fissare il buio, premendosi le tempie per cercare di attuire quel maledetto fastidio.
Erano tutti quei cavolo di pensieri che gli vorticavano dentro.
Aveva bisogno di uscire. Anzi, no. Sarebbe stato solo peggio.
Lasciò fuggire un sospiro dalle sue esili labbra, rassegnato, e prese da qualche parte un foglio e una penna.
Voleva scrivere? Non sarebbe stata la prima volta.
Fissò il foglio, disperato.
- Sto cadendo giù. "
E' come immagino sia stata scritta la mia canzone preferita :3
Qui è un Matt che non ha ancora incontrato Dom e Chris, un Matt che pensa al far parte di una band come se fosse uno dei suoi soliti sogni e nulla di più.
Buona lettura! ;) N.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fallingdown;             
Stava di nuovo succendendo, maledizione.

Era arrivato di nuovo l'autunno.
Le mattine erano di nuovo coperte di quello strato di cielo grigio che malediceva, sconsolato, mentre si incamminava verso scuola e per giunta il freddo gelo faceva si che Teignmouth sembrasse la depressione suicida fatta città.
Ogni anno così.
Non sopportava di dover stare lì, in quel porto di droga a guardare quel cazzo di tempo senza poter essere dove avrebbe voluto, a fare tutt'altro invece di starsene chiuso in casa a suonare quella vecchia chitarra ormai consumata dal tempo e oggetto di ripetuti litigi tra lui e Paul.
Di solito, quando era costretto dai suoi - preoccupati per lui- a uscire un pò dalle scatole, i posti in cui poteva andare per starsene da solo a strimpellare maledizioni senza parole, erano ben pochi.
La panchina isolata che dava su un piccolo piazzale verde era il suo posto preferito, ma quel giorno non si sarebbe scollato dal letto per nessun motivo valido al mondo.
Detestava quello che c'era oltre la sua finestra. Detestava le persone che ci abitavano che, chiudendo gli occhi davanti alla droga che circolava sotto il loro naso, potente, credevano di vivere una tranquilla e normale esistenza.
Odiava tutta quella musica commerciale che quei ragazzini pompati, suoi coetanei, si assorbivano per mostrarsi fighi;
Tutte le mode che erano "costretti" seguire, per non essere considerati di serie B;
Tutti quegli atti di vandalismo che doveva trovarsi davanti agli occhi ogni giorno..
Nessuno voleva ascoltare, in quella città. Nessuno gli avrebbe mai dato la possibilità di esprimere la sua.
Ma tanto per iniziare, non faceva niente per cambiare le cose, se ne rendeva conto lui stesso.
Si limitava solo a spazzare via tutto quello che respirasse o meno,  con uno sguardo sprezzante. 
Persino allo specchio, doveva fare i conti col suo sguardo carico di rancore che gli restituiva il riflesso.
Ma amava suonare.
Era l'unica cosa che gli piaceva, praticamente. L'unica cosa che faceva volentieri e l'unica cosa che gli dava un po' di sollievo.
Sfornava pensieri del genere ogni giorno, quando riusciva a chiudersi in camera e a stare nel buio di quelle quattro mura.
Non ci provava nemmeno ad accendere la luce ma sapeva che non ci sarebbe voluto molto: bastava alzarsi, superare tutto il disordine
per terra e spingere sù l'interruttore. Un po' come con la sua vita.

Sapeva che qualcosa di buono doveva pur esserci nel mondo, ne era esempio la musica o le saporite torte di sua nonna, che non gli facevano pensare a nulla di oscuro.
Solo che non si trovava lì. Non a Teignmouth, la depressione fatta città.

Lui sarebbe riuscito a scappare da lì?
A sorridere vermente?
A suonare tutta la vita, magari in una band?
A realizzare i suoi più inconfessati sogni?

' dipende da te. '
' ma va. '

Nessuno sembrava condividere il disprezzo per quella fogna che aveva intorno. Era una delle cose che gli facevano ribollire il sangue fino a fargli rompere qualsiasi cosa avesse in mano.
Era tutto questo che lo faceva cadere in uno stato di alienazione permanente da costringerlo a non mettere il naso fuori.
Si sentiva solo, Matt.
In mezzo ad "amici" occasionali, si sentiva solo.

Non piangeva mai ma quel giorno di Ottobre, quel cielo grigio e malinconio che sopportava a malapena, gli sembrò più simile a lui del solito che dovette fermare le dita sulle corde della chitarra, per asciugare una lacrima che, debole, era riuscita a sfuggire via.
Avrebbe mai smesso di sentirsi così?
Non ne vedeva via d'uscita, al momento.

Si rese conto che gli tremavano le mani, posò via la chitarra e si sedette sul letto scomposto, appoggiandosi la testa tra le mani.

Un'altra lacrima.
La testa gli scoppiava.
Asciugò quella traditrice con impazienza e rimase a fissare il buio, premendosi le tempie per cercare di attuire quel maledetto fastidio.
Erano tutti quei cavolo di pensieri che gli vorticavano dentro.
Aveva bisogno di uscire. Anzi, no. Sarebbe stato solo peggio.
Lasciò fuggire un sospiro dalle sue esili labbra, rassegnato, e prese da qualche parte un foglio e una penna.
Voleva scrivere? Non sarebbe stata la prima volta.
Fissò il foglio, disperato.
- Sto cadendo giù.

Si fermò e lesse quelle parole. Esprimevano ciò che provava in quel momento, decisamente...
Come scrivere il motivo della sua disperazione? Era forse troppo grande per essere riprodotto da una penna?
' No, provaci '
 TEIGNMOUTH TI ODIO. 
Era quello il motivo. Fece un rapido conto mentale e scrisse:

 - E quindici mila persone stanno urlando, stavano elemosinando il tuo sogno.


Tirò su col naso e proseguì.

- Sto cadendo e quindici mila case stanno bruciando. Nessuno salverà questa città.

Lesse le ultime parole . Dopo dieci battiti di cuore, le mani non gli tremavano più.
Che Teignmouth bruciasse era motivo alquanto consolante.
Immaginò se stesso oltre Teignmouth, oltre la grigia cortina di gelo e gli occhi si fecero più attenti e concentrati mentre scriveva ancora.

- Troppo tardi, ho già trovato quello che stavo cercando. Non era qui, no. Non era qui.

Scrisse tutto quello che gli vorticava dentro, Matt.
 ' non eravate voi quelli che mi hanno aiutato se mai riuscirò ad arrivare dove desidero. Non mi avete dato nessuna possibilità né a me, né a quei ragazzini che si sono ormai fottuti il cervello. '

- Non mi vorreste mai sentir cantare. Non mi fareste nemmeno iniziare

' e non sarà certo per merito vostro, ma io ce la farò brutti stronzi! Dovreste passare voi quello che sto passando io, adesso '
Si fermò solo un attimo, il respiro ansante per lo sforzo di trovare le parole giuste tra tanti pensieri. Il dolore alla testa stava scomparendo, si sentiva più lucido. Come un macigno sulle spalle che si dissolve. Doveva cambiare le cose. Per lui stesso.
Doveva muoversi verso i sogni che avrebbe voluto realizzare, senza piangersi addosso.
Magari non avrebbe dato fuoco alla sua città, pensò quando ebbe letto tutto quello che aveva sfornato il suo mal di testa, ma sicuramente sarebbe andato via da lì, era una promessa. L'aveva scritta con le lacrime, doveva essere mantenuta a tutti i costi.

Gli aveva spezzato il cuore, Teignmouth, ma non l'avrebbe mai dimenticata . 
Quello che non immaginava mai in quel momento, triste, abbattuto ma anche con una determinazione vera dentro, era il fatto che un giorno,  avrebbe dovuto ringraziare il cielo nuvoloso e grigio, i ragazzini bulli e pompati, la gente del luogo che non voleva vedere veramente, le giornate passate al buio della sua camera, per avergli dato la forza di reagire, di non accettare tutto quello che gli dava il voltastomaco e di combattere con le unghie per cambiare il corso della sua vita.

Fissò la sua chitarra, alla sua sinistra.
E le sorrise, dolcemente.



E' un po' come mi immagino sia stata l'origine della mia canzone preferita . Come ho scritto nella presentazione, qui è un Matt che non ha ancora incontrato Dom e Chris, un Matt che pensa al far parte di una band come se fosse uno dei suoi soliti sogni e nulla di più, anche se alla fine possiamo intuire cosa vorrà fare da grande .

N.

   
 
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