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Autore: LadyVergil    15/10/2010    2 recensioni
Un semplce insieme di fogli, una vita, che nessuno ha mai vissuto con i suoi occhi. Il semplice e puro di diario di Vergil
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dante, Un po' tutti, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La vostra Vergil si è data da fare, oggi teoricamente non è il compleanno di Vergil, ma di Virgilio stesso, io invece sono nata domani e reputandomi una Vergil beh.. ho scritto questa fic.. la iniziai l'anno scorso ma la lasciai incompiuta e tuttora lo è XD spero di finirla entro stasera , Grazie a tutte/i. Sempre la vostra Vergil.


Questo giorno, è questo il giorno in cui sono nato, avrei desiderato che non accadesse,
ma a quel tempo non avevo il potere di decidere per la mia vita.
Ricordo naturalmente poco della mia infanzia , soprattutto i primi anni di vita,
solamente delle immagini che sono rimaste stampate nella mia mente e nei miei occhi immaturi di infante.
Non posso dimenticare il viso di mia madre, dipinto in quel suo dolce sorriso malinconico e quei suoi occhi color del cielo, che guardavano dall’alto come la volta celeste stessa.
Altra immagine che non posso scordare è mio fratello gemello, nella culla accanto a me tra quelle coperte morbide,
che sicuramente ci ricordavano il calore materno;
forse posso ricordarmi ancora il suo viso di neonato , quindi il mio.

La mia infanzia, la mia innocenza ;
forse è stata felice, forse no; a quell’età non si ha la capacità di giudicare, i genitori hanno il permesso di farlo per te .
Riesco a ricordarmi la nostra casa, era bella, in mezzo alla natura, avevamo un piccolo stagno vicino e l’entrata di un boschetto,
a noi da piccoli sembrava un enorme foresta ma sarà stato grande pochi metri.
La merenda che ci dava nostra madre Eva ogni pomeriggio,
ricordo solo il sapore così appagante e che ci rendeva energici
seppur fino a quel momento io e Dante avevamo messo in atto la fine del mondo nel giardino.

Nostro padre, ricordo solamente la sua espressione nella sua veste umana,
calma e seria, forse era un tipo responsabile , forse no, forse era un tipo antipatico , forse no...
purtroppo nascondeva tanto.

Il nostro nascondiglio segreto Dante, in questo momento mi sembra di parlarti come quando ci nascondevamo lì,
dopo il nostro solito guaio;
non riuscivamo a controllarci, i nostri poteri erano troppo potenti e fuori controllo per noi che avevamo corpo gracile e menti immature.

Passavano gli anni,
che forse saranno stati un poco monotoni ma noi mezzi-demoni sentivamo il bisogno di guerra,sangue come istinto primario e inconscio.
Forse nostro padre non aveva pensato per niente al nostro futuro,
ai nostri problemi generati dai suoi soli desideri di vivere una vita tranquilla da umano,
o forse li aveva previsti , ma sapeva che saremmo stati forti ognuno a modo proprio e li avremmo affrontati.
Anche questo rimarrà un mistero per la mia mente.

Il primo a sparire dalla nostra vita fu proprio lui,
nostra madre ci disse che era morto, ma noi sapevamo benissimo che non era possibile,
Dante ricordi?
Noi di nascosto leggevamo i libri sulla leggenda di nostro padre che i venditori ambulanti portavano al mercato,
noi veloci li rubavamo e ci documentavamo sulla razza demoniaca allo stesso modo.
Sapevamo che Sparda non poteva aver finito la sua vita e volevamo scoprire cosa saremmo diventati:
mostri?
semplici umani?
Avremmo ucciso?
L'idea un tempo ci spaventava un po, lo ricordo bene, ma l'affogavamo nei nostri giochi pericolosi.

Ci mettemmo in testa da quel momento di diventare ancor più bravi di lui nell’arte del combattimento,
anzi da quando ci aveva lasciato due spade in eredità ,
mi ricordo che presi subito la Yamato;
a Dante non piaceva, io invece ne ero affascinato forse già per la sua eleganza nelle forme , oppure dato che ero ancora piccolo fu solo puro istinto.
Dante, prese la Rebellion, quello spadone enorme,
io ridevo sempre quando provava ad impugnarlo cadeva sempre in faccia avanti.

Ricordo benissimo anche il giorno del nostro compleanno,
quello in cui nostra madre , con quel suo lungo vestito rosse e i capelli biondi ,
per quell’occasione raccolti da una rosa del medesimo colore dell’abito,
ci regalò gli amuleti, ora so che sono le chiavi dell’inferno,
quel mondo che cominciai a sognare e desiderare in pubertà nei miei sogni più segreti lo vedevo già, eredità del mio sangue?

E poi ci fu quell’attacco dei demoni...
avvenne quando noi avevamo appena fatto ingresso nella nostra adolescenza,
un giorno che vorrei cancellare dalla mia mente, eppure è l’unica cosa che non riesco a far svanire eliminando il più possibile la mia parte umana dall’animo.

Nostra madre urlava di metterci in salvo,
io vedevo solo oscurità ovunque e sangue, il sangue di nostra madre in pochi secondi schizzare sul pavimento.
Vedevo Dante correre in un nascondiglio ,
io rimasi senza difese, i demoni mi attaccarono, svenni a terra
e le lacrime che grondavano dai miei occhi si mischiarono al sangue mio e di nostra madre.

Pensai che la mia vita fosse finita, Dante era svanito dal mio campo visivo,
ero a terra semicoscente, ero morto come mia madre;
ero arrabbiato con me stesso, mi ripetevo che era tutta colpa mia, che non ero riuscito a proteggere ne nostra madre ne il mio gemello;
tutta colpa della mia debolezza umana, i sentimenti;
se la paura non mi avesse attanagliato il cuore in quel momento avrei potuto disfarmi di quei demoni con la Yamato,
freddo e deciso,
guidato dal mio potere demoniaco e da quel momento decisi che quella era la mia strada.

Non sarei stato più un debole umano, ma solamente un potente demone.

Non rincontrai più Dante per diversi anni, anzi pensavo fosse morto a quel tempo,
ma cominciai a darmi da fare.
Per prima cosa sarei migliorato nell’arte della katana ,l'arma che avevo prescelto per le mie mani,
poi avrei risvegliato i poteri più arcani dormienti in me.
Scappai dalla nostra casa, dopotutto era ridotta in macerie,
presi i miei ultimi averi e corsi via a rifarmi una vita,
cambiai nome: Gilver.
Il mio aspetto ne completamente umano ne completamente demone mi disgustava e per diventare anonimo mi fasciai volto e mani,
l’abito copriva tutto ciò che poteva distinguermi.
Divenni un mercenario e mi facevo pagare per i lavori sporchi.
Incontrai Tony in quel periodo, il ragazzo Redgrave,
lavorammo sia contro che assieme, ma in quel momento non potevo conoscere la sua vera identità,
ora invece so che era proprio Dante,
aveva cambiato nome anche lui e aveva problemi anche tu ad affrontare cosa siamo veramente in questo mondo noi meticci.

Anche a quel tempo i miei scopi erano molto poco puliti, rubai il lavoro e la stima dei colleghi al mio giovanissimo fratello,
ma loro non erano che delle pedine per me di lì a poco li avrei trasformati tutti in demoni per formare la mia armata.
Uno solo non stette al mio gioco, fu l'unico a non fidarsi di me,
e per poco non mi fece fuori con una fottutissima bomba a mano, peccato sia trapassato prima lui.

Il mio secondo obiettivo fu proprio Tony , e si il mio giovane fratello già mi intralciava i piani eliminando i miei scagnozzi,
non ci fu niente da fare neanche con un fucile , sporcandomi le mani di una vile arma da fuoco,
riuscii ad eliminarlo.

Spariì per un bel po di tempo, vero,
ma l’avevo già scritto che dopo aver affinato la mia forza e tecnica di combattimento avrei svegliato il demone era in me.
Cominciai i miei studi sulla storia di mio padre e non la semplice leggenda che conoscevo e leggevo da bambino;
cominciai a conoscere i lati più oscuri,
la vera natura del male che risiedeva in me.
Sapevo già della Temen-Ni-Gru: la torre del destino,
canale tra il mondo umano e quello degli inferi, di tutti gli uomini che avevano seguito la via oscura ,
di mio padre Sparda e soprattutto del suo potere, che aveva sigillato dall’altra parte del portale;
l’unico problema che mi rimaneva era raggiungerlo.

Mi parlarono di una città e grazie a fonti dalla razza che apprezzavo di più ,
scoprìi che vi era un cacciatore albino di creature oscure.
Ne approfittai,
inoltre che in quella cittadina esisteva un enorme biblioteca con annessa una sezione proibita ricca di documenti preziosi per chi anela il lato oscuro.
Quel giorno feci conoscenza di Arkham,
uomo che desiderava il potere oscuro quasi quanto me,
voleva diventare uno di noi e aveva moltissime informazioni sul potere di Sparda , per questo mi misi in accordo con lui.
Mi svelò che la Temen-ni-gru si trovava proprio al di sotto dei nostri piedi e con la sua conoscenza dei testi antichi
e la mia forza ibrida avremmo portato a termine i nostri rispettivi scopi.

Uno ad uno tolsi i sigilli che imprigionavano la leggendaria torre.
Arkham nelle sembianze di un inquietante cappellaio matto e altri due demoni mi diedero man forte nel torturare il mio delicato gemello,
Alice e il coniglio: si veramente di cattivo gusto.

Arkham ebbe un idea furba lo ammetto ,
l'ultimo sigillo lo fece aprire involontariamente a Dante per poi farmi entrare in scena .
Cobattemmo uno contro l’altro dopo tanto tempo,
ora lui riusciva ad alzare il suo spadone, la Rebellion
e l' accompagnava a due sciocche pistole, Ebony & Ivory, decisamente il suo stile.
Naturalmente la mia superiorità era scontata:
presi il suo amuleto,
l’altra metà della chiave dell’inferno che ci era stata lasciata in eredità,
ma subito glielo ridiedi ,
sapevo che l’avrei ripreso facilmente al mio caro fratellino, era troppo debole rispetto a me e non aveva ancora svegliato il demone in lui.
Con Arkham risvegliammo la torre,
io ero in cima ad essa
sopra tutta la città e vidi i demoni cibarsi degli umani uscendo dalla costruzione,
avevo portato l'inferno sulla terra;
Notai Dante che era lì in basso e sapevamo già entrambi che quella sarebbe stata la resa dei conti.
Pensavo che l'unico sopravvissuto fosse proprio Dante ma mi sbagliavo,
anche la prole del mio subdolo collega faceva parte dello scenario,
una ragazza di nome Mary ma che a quanto capii aveva rinnegato quel nome schifata del padre..
Purtroppo i parenti non si scelgono..
Dante arrivò alla cima, anche se quando era calata la notte cominciavo a dubitare veramente delle sue capacità.
Fu un combattimento ad armi pari, non mi trasformai in demone ,
non sono meschino e comunque lo sconfissi lo stesso in poco tempo .

Si era impegnato ma non era abbastanza, il suo amuleto argenteo brillava tra le mie mani bagnate di pioggia ,
lui era steso sul pavimento marmoreo circondato da una pozza di sangue
ma non era morto.

Sorprendendo anche me la Rebellion ebbe un effetto collaterale con il sangue del suo padrone e si risvegliò ,
Dante mi attaccò subito alle spalle ma non fu abbastanza veloce,
mi parai con la Yamato e lui se la ritrovò nel pieno palmo.

Lo guardai negli occhi,
aveva la stessa luce che avevo avuto non molto tempo fa io:
il suo potere si stava risvegliando.

Non potevo perder tempo però,
Arkham era già disceso e io dovetti solo che seguirlo, avrei lasciato Dante al suo nuovo potere,
sicuro che la sfida che ci aspettava più tardi sarebbe stata molto più appagante della precedente.
Ora eravamo nei sotterranei, sfarzosi;
quasi come tutto l'edificio: una invocazione al male;
ma molto probabilmente tutti i costruttori ora che bruciavano negli inferi maledicevano questa costruzione in quel momento.
Cominciavo a sospettare di Arkham, gli avevo già ordinato di liberarsi di Lady,
si ora così si faceva chiamare la ragazza,
ma lui non portava a termine questa missione; solo una cosa poteva significare:
era debole,
non meritava di vivere.
Davanti al portone finale lo eliminai,
la lama nel corpo e non si sarebbe più alzato.

Ero giunto al mio traguardo?
Non ancora...
una creatura di nome Beowulf mi importunò,
mi chiamava Dante, ma era cieca e vista la ferita fresca pensai subito che ci fosse proprio lo zampino del mio gemello.
Anche se poco importò dato che il demone si ritrovò senza testa e il suo potere spettò a me suo assassino.

Combinai gli amuleti,
versai il mio sangue.. il sangue di Sparda
e aspettai..
i momenti mi sembrarono eternità
solo Dante riuscì a distogliermi da quella delusione e da quella rabbia,
lo sfogo sarebbe ricaduto su di lui e ora che anche lui sapeva trasformarsi in demone ci sarebbe stato da divertirsi.

Il combattimento durò ore..
e ne sarebbe durate anche di più se non fosse stato per la ragazza umana;
il sangue di noi due figli di Sparda grondava sul pavimento della sala e il combattimento diventò a tre.

Lady mi voleva uccidere per vendicare il padre,
peccato che fosse stata la persona meno adatta per una vendetta fatta col cuore.

Niente da fare il combattimento per la supremazia tra me e Dante avrebbe dovuto aspettare ancora,
il tradimento si avvicinò sotto forma di un pagliaccio viola..
Jester lo chiamò Dante,
eppure io non l'avevo mai visto...
ci atterrò con pochi colpi tutti e tre..
eravamo deboli e lui si rivelò più furbo essendo se non altri lo stesso Arkham.

In quel momento mi sentii per la prima volta tradito,
ero sconcertato ma non tanto per la persona,
ma per me stesso:
come avevo fatto a fidarmi a quel modo?
Come avevo fatto a non accorgermi?
Ora quel dannato avrebbe preso il potere che mi spettava solo usando l'utile sangue umano della figlia.
Un attimo e caddi di sotto,
quel dannato aveva atterrato tutti e tre e io non feci in tempo ad aggrapparmi da qualche parte che mi ritrovai nelle fondamenta della torre,
non avrei mollato sarei arrivato in tempo per vendicarmi
e riprendermi il mio potere.

Come un fulmine sterminai i demoni che mi ostacolavano il cammino;
l'apertura al mondo demoniaco doveva esser avvenuta perchè l'ammontare di creature era aumentato a dismisura;
in pochi minuti ero già nella biblioteca della torre.

L'umana piangeva appoggiata ad uno scaffale..
Dante era passato di lì , i proiettili avevano bucato quei preziosi manoscritti.

La torre era cambiata, piani slivellati, si era innalzata e la cima era cambiata completamente:
un fascio di luce rossa copriva il centro della terrazza : l'altare delle anime oscure.

Mi precipitai nell'altro mondo ,
Dante contro quel viscido non ce l'avrebbe mai fatta e in quel momento mi chiesi anche:
perchè mi sto preoccupando per Dante??

Arkham..
quell'essere mi dava il voltastomaco..
non sapeva proprio che farsene di tutto quel potere ,
ora era un ammasso di oscurità fluttuante e Dante le stava prendendo di santa ragione.

Non potei far altro che abbassarmi al livello di aiutarlo,
purtroppo combattere a fianco con lui era e sarebbe stato per sempre piacevole.
Ci volle poco a finirlo,
mancava un colpo e Dante decise di terminarlo con le sue pistole..
niente ..
riusciva a farsi togliere dalle mani anche quelle.
Ricordo le sue parole: " ti ricordi cosa dicevamo?"
Come un flashback lo guardai e mi unì alla sua voce d'istinto:
“Jackpot!”
Gli amuleti, la spada di nostro padre precipitavano e non potei far altro che lanciarmi al recupero,
immaginavo che Dante mi avrebbe seguito così pronto all'atterraggio afferrai subito la Force Edge.
La spada di Sparda.
Era la resa dei conti ...


Spero fino qua vi sia piaciuta al più presto finirò con il combattimento e Nelo Angelo . E scusate qualche eventuale errore il vostro Vergil ha il cervello da tutt'altra parte XD. Grazie <3
   
 
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