tu vas finir par me plaire.
La sua risata era bella. Era la cosa che più amava di lei,malgrado non avesse,oggettivamente,un suono cristallino; era roca,profonda,leggermente buffa. E la sua profondità,lo sapeva,era dovuta al luogo di provenienza. Quella risata la sentiva nascere sul petto,precisamente dal cuore,risalire per la gola e uscire dalle sue labbra rosee,carnose,e confondersi con l'aria.
A pensarci bene non aveva niente di bello,per quanto riguarda l'estetica (se si può definire estetico un rumore,un suono!) ma era la risata più sincera e vera che le sue orecchie avessero mai udito. E poi solo per il fatto che appartenesse a lei,e che fosse prodotta dal suo sorriso,che le facesse brillare i suoi occhi scuri,la rendeva splendida.
Per questo,ogni volta che era nei paraggi,tentava in tutti i modi di farla ridere,o sorridere -gli bastava,era così bella...- rendendosi anche ridicolo,sparando stronzate,facendosi notare,ad ogni modo.
Perché aveva scoperto anche che il valore della sua risata era data dalla sua costante serietà. Quando era concentrata,o semplicemente pensierosa,seria,aveva un che di sbagliato. Aveva un viso troppo giovane per aggrottare le sopracciglia,per far diventare solchi le sue espressioni.  A volte poteva vedere le sue labbra sorridere e la sua gola ridere,ma non sempre come piaceva a lui; aveva imparato a cogliere piccoli messaggi profondi se mentiva o meno e,successivamente,aveva scoperto di avere il potere di farla felice per davvero,anche solo per aver sparato la prima stronzata gli passava per la testa.
E sapeva che lei aveva un potere ancora più grande: una risata contagiosa.


Note dell'autrice
Piuttosto banale,ma ne avevo bisogno. E mi convinceva abbastanza da postarla. Spero vi trasmetta qualcosa di buono..