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Autore: Chiara_Chiara    16/10/2010    1 recensioni
Flashfiction basata sul tema dei suoni. Royai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il telefono squilla, ma non sai se rispondere. L’incontro con l’homunculus ti ha spaventata, molto più di quanto vorresti ammettere.

Ti sembra ancora di sentire la voce da bambino parlare affettuosamente con la madre per poi, pochi minuti dopo, sbucare minacciosa dall’oscurità assalendoti. Hai avuto paura, e tanta anche, mentre quel mostro ti spiegava a chiare parole che se avessi provato a parlare con qualcuno della scoperta che avevi fatto, lo avresti rimpianto. Amaramente.

Questa però potrebbe essere una chiamata importante. Il tuo cervello vaglia velocemente tutte le possibilità, mentre stai in piedi di fronte al tavolo e Buraha ti guarda incuriosito, le dita che sfiorano la cornetta senza decidersi ad afferrarla. Potrebbe essere Breda. O Fuery. Falman, anche. Potrebbero avere notizie, informazioni. Potrebbero sapere qualcosa su una possibile minaccia per il colonnello, per tutti loro. Potrebbe essere proprio il colonnello. Forse è in pericolo. A quel pensiero le dita si avvicinano ma ancora non rispondi. Temi siano cattive notizie, che sia King Bradley, che sia l’esercito a chiamarti per dirti qualcosa di orribile. Alla fine però cedi, non sai se per il timore, il senso del dovere o il voler sapere chi è che ti cerca così insistentemente. Le dita si avvolgono sulla cornetta e la portano lentamente all’orecchio, mentre con una voce così esitante e insicura da non sembrare neanche la tua rispondi. Pronto. La sua voce arriva, un po’ ovattata, ma inequivocabilmente la sua. Sta blaterando qualcosa a proposito di un fioraio di fiducia, e di come si sia ubriacato e abbia comprato un gran mucchio di fiori che adesso ti vuole dare, ma tu neanche lo ascolti, troppo impegnata ad accorgerti di come quel suono sia riuscito immediatamente a tranquillizzarti. È come se fosse passato direttamente dalle orecchie al cuore, avvolgendolo, scacciando il ricordo della paura.

Il sospiro di sollievo è istintivo e naturale. È vivo, sta bene ed è riuscito a far stare bene anche te. Ma come al solito, lui non si fa scappare niente. Subito intercetta il lieve rumore e chiede spiegazioni. Dietro quel “È successo qualcosa?” c’è un mondo di altre domande nascoste: “Stai bene? C’è qualcuno? Hai delle novità? È veramente successo qualcosa? Devo venire da te?” Tu esiti, prendi tempo. Sì, è tutto a posto. Non hai vasi. Decidi di non rivelargli niente, almeno per adesso, con l’angoscia della minaccia così recente, anche se sai che glielo dirai appena possibile, una notizia così importante non la puoi tenere per te solo perché hai paura. Sfidate la morte praticamente ogni giorno solo andando in ufficio e lavorando a stretto contatto con gli homunculus, ormai sanno per certo che complottando qualcosa.

Lui si sincera che tu stia bene davvero. Tu temi un suo colpo di testa e speri che il fatto di averti sentita dubbiosa nel tono di voce non lo porti ad arrivare a rotta di collo sotto casa sua, non ve lo potete proprio permettere. Devi troncare la conversazione. Lo ringrazi ancora e metti giù, senza aspettare la sua risposta, sperando che riceva il messaggio. Sospiri più forte mentre te lo immagini dentro la cabina di un telefono pubblico che medita sul da farsi. Ha capito sicuramente, pensi. Vi conoscete da tanto, è stato certamente in grado di capire che ci sono cose che non gli hai detto, ma che avevi un buon motivo per non farlo. Il cuore ti batte fortissimo, a questo punto però non è più la paura, non solo quella almeno. Hayate si avvicina e finalmente lo accarezzi, mentre con il corpicino caldo si adagia vicino a te. Devi iniziare a pensare a come passargli le nuove informazioni. Certo che però ha sempre un gran tempismo. Sorridi. Ce la potete fare.








Allora, prima di tutto grazie a tutti quelli che hanno letto.
La fanfiction è basata sui suoni che ho immaginato ci fossero durante la tanto famigerata telefonata fra Roy e Riza. In ogni paragrafo ce ne è uno diverso: il rumore del telefono, della voce di Selim, di quella di Roy, il sospiro di Riza e infine il battito del suo cuore.
Ho anche sperimentato l'utilizzo della seconda persona singolare e del presente, per fare pratica con la scrittura :)
Infine, la parte finale è un richiamo al meraviglioso capitolo 101, in cui Roy dice che ha riconosciuto la sua occhiata perchè si conoscono da tanto.

Grazie mille anche a quelli che recensiranno, sia in bene che in male, le critiche costruttive sono le più utili!
  
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