In quella camera regnava la penombra. Entrammo ed io subito mi buttai sull'ampio letto. Era davvero immenso, doveva essere ad almeno due piazze e mezzo, se non addirittura a tre.
Jon fece per accendere la luce, lo fulminai con lo sguardo più malizioso che fossi mai riuscita a fare. Mi raggiunse sul letto e cominciò a slacciarmi la camicetta. Sentivo in lontananza i rumori della strada, deboli ed ovattati. Mi arresi completamente a Jon, che non faceva che ripetere << Oh Heidi, oh Heidi >>.

Circa un'ora dopo mi sono risvegliata ed era ormai l'alba. Mi sono alzata dal letto ed ho cominciato ad andare in giro per la casa. quant'era enorme.
Dopo un po' sentii che anche Jon si era svegliato. Avvertivo in suoi passi pesanti, stava andando a zonzo per la casa, mi stava cercando. Gli andai incontro e gli stampai un bacio sulla bocca.
<< Buongiorno. >> Disse raggiante. << Dormito bene? >>
<< Certamente. >> Risposi, ma non ne ero molto convinta, non riguardo l'aver dormito bene o meno,ma riguardo a quello che era successo prima. Avevo aspettato quel momento per così tanti mesi. Il momento di me e Jon, il ragazza della porta accanto, con gli occhi verdi ed il sorriso da divo.
Ma adesso che era successo ciò che avevo desiderato così a lungo, ed era già tutto finito, non mi sentivo per niente realizzata. Mi sentivo, anzi, più vuota di prima.
Perchè non siamo mai soddisfatti? mi chiesi. Mi sentivo male a fare questi pensieri, ma non potevo farci niente. Jon pareva così felice, mi sorrise in modo così dolce che gli brillarono gli occhi.
Quindi non me la sentii di condividere con lui questi miei lugubri pensieri, nonostante tutto tenevo troppo a lui e non volevo assolutamente farlo soffrire. Mentendo così a me stessa, ricambia il sorriso cercando di metterci il suo stesso entusiasmo, non raggiungendo però un risultato sufficiente.