Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: veronica85    18/10/2010    4 recensioni
Una nascita tanto attesa...una festa...la gioia nei cuori di tutti...ma sarà davvero così? Davvero tutti attendevano con ansia questo momento? Tra amori palesi e proibiti, inimicizie, gioie, dolori e alleanze che sfociano in rapporti di amicizia, si dipana la storia di tre adolescenti il cui destino, forse, non è stato ancora veramente scritto
Storia temporaneamente sospesa
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Endymion, Serenity, Setsuna/Sidia
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Prima dell'inizio, Prima serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*me entra in punta di piedi*
Ciao ragazze, vi ricordate di me? Sono passati anni dal''ultima volta che vi ho tediato con la mia nuova storia riguardante questo fandom e in particolare la mia sailor preferita: Sailor Pluto! Alcuni di voi forse, ricorderanno l'ultima storia che postai due anni fa e magari vorrebbero vederla finita. Con enorme rammarico, sono costretta a dirvi che quella storia non finirà: resta sospesa e salvata sul server perché comunque mi è piaciuto scriverla (e del mio pc non mi fido) ma ho perso tutti gli appunti in proposito e una volta persi non ho avuto il tempo materiale per rimettermici. Se mai dovessi ritrovare l'ispirazione, prometto che la finirò. Intanto mi scuso con chi ne aspettava il continuo, in particolare con Moonlight_Girl che ha recensito ultimamente l'ultimo capitolo
La storia che voglio propinarvi stasera è completamente diversa: in questo periodo ho avuto modo di fare alcune ricerche e di scoprire un po' più cose: cercherò anche di rispondere ad alcune domande che la nostra Takeuchi-sensei ha lasciato (almeno a quanto ho visto) senza risposta.
Questa storia ha due ambientazioni: la prima, sul SIlver Millennium del passato, periodo durante il quale utilizzerò nomi italiani (in  fondo, il Silver Millennium non ha precise collocazioni spaziali) e una seconda ambientata in Giappone, durante la quale i nostri personaggi avranno normalissimi nomi giapponesi. Avrei voluto usare un'unica lingua...ma i nomi uscivano troppo brutti..ve ne renderete conto presto :).
Dedico questo primo capitolo e la storia intera a Chiara (la mia bambina) che mi ha betato e ha sopportato tutti i miei dubbi e le cose che non mi portavano...e che è stata l'ideatrice del titolo, e a Jessica, che ugualmente, ha sopportato tutti i miei scleri
Dopo avervi tediato con tutto questo papiro, vi lascio al primo capitolo :)

Prima però, i disclamer: i personaggi di Sailor Moon, Selene, Serenity, il Sailor Team e nemici vari, appartengono a Naoko Takeuchi e alla Toei Animation. Altri personaggi come Charon, Persefone, Anfitrite, ecc derivano soltanto dalla mia mente malata.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.








Il sole era appena calato, in quella tranquilla giornata di primavera, gli abitanti della Terra, da pochi minuti non potevano più godere dei suoi raggi e del suo calore. La stella più luminosa del Sistema Solare aveva lasciato il posto a sua sorella e la luna piena risplendeva quella sera più che mai colorando d’argento il paesaggio coi suoi raggi, rischiarando quella notte così buia, cullando molti nel sonno dei giusti e celando segreti che i più non avrebbero osato immaginare. Il più grande era custodito proprio sul suo suolo, oltre il Mare della Serenità: un enorme palazzo di splendente cristallo bianco si ergeva in tutta la sua magnificenza circondato da un immenso giardino  brulicante di fiori e di animali di ogni tipo.
La Terra, fece in quel momento capolino, mostrandosi a tutti gli abitanti del suo unico satellite, irradiando riflessi bluastri in tutto il luogo e facendo risplendere il maestoso maniero di ogni tonalità di blu.
Una voce, proveniente dall’interno del palazzo, giunse a spezzare l’incanto di quel momento: un grido strozzato e poi, poco dopo, il silenzio, rotto soltanto dal vagito di un neonato
“Maestà, è veramente incantevole”. La giovane regina sorrise a quelle parole, contemplando la bambina in braccio alla levatrice: era avvolta in un panno e doveva ancora essere lavata, ma era già la bambina più bella che avesse mai visto. Poco dopo, il pianto si placò e la piccola restò placidamente in braccio alla levatrice che, dopo averla lavata e vestita la riportò alla regina. La donna dai lunghi capelli lilla accolse la piccola tra le sue braccia, sorridendole dolcemente.
“Sei perfetta, mia piccola stella” sorrise, contemplando la neonata, non più lunga di cinquanta centimetri che, al sentire la sua voce aveva spalancato su di lei due splendidi occhi azzurri. In quel momento, un’altra figura fece il suo ingresso nella stanza: un uomo alto, dai corti capelli biondi e gli occhi azzurri come quelli della bambina si avvicinò lentamente al letto dove madre e figlia riposavano  e sorrise, passando due dita sulla fronte della piccola e sfiorando con un bacio quella della madre.
“Ti senti bene, mia adorata?” Hyperion, questo era il nome dell’uomo si rivolse alla donna distesa a letto che annuì, rivolgendogli un bellissimo, seppur stanco, sorriso, cullando piano la bambina e posandole la testolina sul suo petto. Due dita accarezzarono la fronte della neonata facendole aprire nuovamente gli occhi, che rivolse verso la madre. Selene non poté trattenere un sorriso gioioso.
“Mai stata meglio, amore mio. Sono così felice, la nostra bambina è meravigliosa… ed è così tranquilla… trasmette serenità e dolcezza al solo guardarla”.
Hyperion annuì, ricambiando il sorriso della moglie e soffermandosi a riflettere sulle sue ultime parole, quindi sollevò di nuovo lo sguardo sulla moglie.
“A questo proposito… che ne diresti di chiamarla… Serenity?” Un flash, un’idea venuta in quel momento che aveva colpito Hyperion osservando la piccola tranquilla tra le braccia della moglie, gli occhi chiusi e il volto disteso in un’espressione serena.
“Serenity….è bellissimo, sono d’accordo con te. Allora piccola mia” affermò Selene osservando la neonata “d’ora in poi il tuo nome sarà Serenity” sentenziò, dandole un bacio sulla fronte. Quasi a confermare la sua appartenenza al casato, Serenity accennò un sorriso muovendo le manine in direzione della madre mentre sulla sua fronte compariva la falce di luna caratteristica di tutte le principesse lunari.
“Dobbiamo festeggiare! Questo è un momento troppo importante per la nostra famiglia e il Sistema Solare. Organizzeremo una grande festa e inviteremo tutti i regnanti della Galassia, non appena sarai in grado di muoverti, mia cara. Vado subito a dare disposizioni!” esclamò Hyperion entusiasta uscendo dalla stanza andando a riferire la sua idea ai servitori e mettendo tutti al lavoro per preparare nel più breve tempo possibile la festa per la sua prima e unica figlia. Tutto doveva essere perfetto: Selene non poteva occuparsene, doveva riposare, quindi ci avrebbe pensato lui.
Raggiunta la sala del trono convocò immediatamente il mastro di corte col quale prese ad accordarsi perché tutto riuscisse al meglio e fossero spediti nel più breve tempo possibile tutti gli inviti a tutti i sovrani della Galassia: tutti dovevano prendere parte alla loro gioia. L’uomo, entusiasta al par suo, per la nascita dell’erede al trono, dopo essersi congratulato prese ad esporre come, a suo dire, sarebbe stato preferibile organizzare quella festa: doveva essere un evento memorabile per tutta la galassia e aveva già parecchie idee per renderlo il momento più speciale che qualsiasi essere vivente avrebbe ricordato di lì a molti anni. Iniziò quindi ad esporle una ad una: fiori in boccio di qualsiasi colore e fragranza, stelle cadenti che scendevano giù dal cielo come una vera e propria pioggia…e molte altre. Da parte sua, Hyperion si limitò ad annuire alle proposte del mastro di corte, osservando felice il Silver Crystal che quel giorno risplendeva di una luce ancora più abbagliante. La notizia della nascita dell’erede al trono si espanse velocemente per tutto il palazzo ed ogni abitante iniziò a darsi da fare per rendere quella festa la più meravigliosa che l’universo potesse ricordare di lì a molti anni sotto le implacabili direttive del mastro di corte. Detto fatto: tutto il castello lavorò alacremente e nel giro di due settimane tutto era pronto, anche gli inviti erano stati spediti: erano fioccate risposte affermative da ogni angolo della Galassia, tutti erano ansiosi di conoscere la nuova principessina lunare. Proprio quella sera si sarebbe tenuta la festa. Selene, dopo essersi rimessa, aveva preso parte all’organizzazione e quel giorno il palazzo di cristallo risplendeva più che mai. Tutto era pronto, si attendevano, ormai soltanto gli ospiti. Secondo le previsioni, sarebbero intervenuti non soltanto i sudditi del regno e i sovrani dei pianeti del Sistema Solare, che pure, erano gli ospiti d’onore, ma tutti gli abitanti delle costellazioni limitrofe, in particolare quelle zodiacali, Chronos in persona e molti altri ancora tra cui spiccavano le custodi dei tempi cosmici della Vita, della Morte, della Luce e dell’Oscurità.
La Terra sorse, irradiando il suolo lunare di bagliori azzurrini che rendevano piacevolmente scintillante la maestosa dimora dei sovrani e presto i primi invitati cominciarono ad affollare il palazzo. Innanzi tutto i sudditi del Silver Millennium, poi gli abitanti appartenenti ad altre costellazioni o a pianeti del Sistema Solare. Il giardino brulicava di carrozze trainate da splendenti cavalli che, in onore della principessina, erano in tutto e per tutto bianchi, candidi come la neve, fatta eccezione per la criniera che invece era stata personalizzata richiamando il colore dell’abito della loro regina e quello del gifo planetario rappresentato sulla parte destra delle carrozze. Lentamente, ogni famiglia fece il suo ingresso, chi tenendo per mano i propri figli, chi portandoli in braccio.
Selene osservò tutte le sue più care amiche fare il loro ingresso al braccio dei mariti: c’erano Atena, la regina di Mercurio, con  suo marito Hermes, Afrodite ed Eros, sovrani di Venere, Cerere e Dolico, reali di Giove, il re e la regina di Urano Eolo e Gea. Questi ultimi erano giunti contemporaneamente alla famiglia reale di Nettuno, il cui sovrano, al momento dell’incoronazione aveva scelto di assumere lo stesso nome del suo pianeta. Era accompagnato da sua moglie Anfitrite, che teneva per mano una graziosa bambina dai capelli color del mare: la piccola si guardava intorno incuriosita, esattamente come stava facendo la sua coetanea, figlia dei reali di Urano, una bimba con i capelli corti, di un biondo più scuro di quello del re lunareche sembrava incespicare nel lungo vestito color del cielo senza stelle.
Anche Selene stava osservando intorno a sé e questo le permise di vedere le ultime coppie arrivate, facendo allargare il suo sorriso: dalla porta stava entrando una donna in un elegante vestito rosso che aveva abbandonato il braccio del marito per spingere una carrozzina dai paramenti color del fuoco. Non fu difficile per Selene riconoscere in quella donna e nel di lei consorte Vesta ed Ares, sovrani di Marte. L’amica aveva da poco dato alla luce una bambina e quella era la prima volta che Selene aveva occasione di vederla al di fuori del suo palazzo. Le andò incontro, sorridendole felice
“Vesta, Ares, non sapete che gioia avervi qui! E questa deve essere la piccola Mars!” esclamò osservando la bambina dentro la carrozzina portata dalla madre. Fu proprio lei la prima a sollevare lo sguardo e a rispondere al saluto della sovrana della Luna
“Selene, è sempre una gioia vederti. Sì, lei è mia figlia Mars e cresce a vista d’occhio. Ma oggi, se non sbaglio, si festeggia la tua bambina! Dov’è la piccola Serenity?” chiese la donna, curiosa di vedere, finalmente, la figlia di quella che era sempre stata una delle sue migliori amiche. Selene stava per rispondere, ma un nuovo squillo di tromba la interruppe: gli ultimi ospiti stavano arrivando. Rivolse un sorriso di scusa ai due voltandosi verso l’ingresso. Proprio in quel momento, infatti, una donna dai lunghi capelli castani raccolti in un’elaborata acconciatura stava facendo il suo ingresso al braccio del marito. Dietro di loro un bambino, uno dei pochi maschi presenti a quella festa, ma, forse proprio per quello, uno degli ospiti più attesi. A quel punto anche Hyperion si era avvicinato alla moglie, per accogliere i sovrani della Terra, Gaea e Gustav e il loro figliolo di quattro anni, Endymion
“Spero vorrete perdonare il ritardo” sorrise Gaea, mentre, col marito e il figlio si avvicinava ai sovrani della Luna “ma Endymion, oggi non ne voleva proprio sapere di essere pronto in tempi brevi, vero?” chiese, retoricamente la donna, arruffando i capelli del figlio che sbuffò, annoiato A riportarlo all’ordine ci pensò suo padre, con un’occhiataccia. Il bambino colse il messaggio implicito e chinò la testa, insegno di rispetto
“Sì, madre. Buonasera vostre maestà” salutò rivolto ad Hyperion e Selene. I lunari sorrisero al piccolo
“Buonasera a voi, amici miei. Endymion, ascolta” continuò poi Selene rivolta al bambino “tra poco dovrebbero arrivare altri due miei amici, con le loro figlie che hanno circa la tua età. Poi potrete andare a giocare in giardino, se i tuoi genitori sono d’accordo…. così magari non ti annoierai, che ne dici?”
Improvvisamente, fu come se un macigno si fosse spostato dalle spalle di Endymion per andare altrove. Bambine della sua età! Era una specie di sogno! Va bene erano femmine, non avrebbe potuto giocarci alla guerra come faceva con Kunzite e Jadeite… ma almeno non sarebbe stato costretto a stare in mezzo a tutti quegli adulti… e suo padre non avrebbe auto nulla da ridire, visto che, se aveva capito bene, parlava comunque di principesse come lui. Una nuova fanfara annunciò l’arrivo di altri ospiti: stavolta si trattava dei reali di Plutone, il re Chronos e la regina Persefone, entrambi in vesti nere come la notte accompagnati dalle loro figlie: Charon la maggiore, che aveva sei anni e Pluto, la minore, della stessa età di Endymion. La famiglia reale si avvicinò ai sovrani lunari e terresti salutando tutti cortesemente. Le due bambine si profusero in un’elegante riverenza, afferrando i bordi della lunga veste nera, gemella a quella della loro madre, quindi Selene riprese a parlare:
“Ben arrivati anche a voi Chronos, Persefone, sono felice di rivedervi. Immagino conosciate già Gaea e Gustav, i reali della Terra”. I due annuirono rivolgendo un cenno di saluto ai sovrani terresti, i quali risposero allo stesso modo. Gaea, quindi si fece avanti osservando le due bambine
“Queste devono essere le vostre bambine… Charon e Pluto se non sbaglio… come sono cresciute!”esclamò sorridendo. In effetti, rifletté, l’ultima volta che le aveva viste era stato in occasione della nascita dell’erede al trono di Nettuno, tre anni prima dato che, quando Vesta aveva organizzato la festa in occasione della nascita di Mars lei e suo marito erano stati costretti a declinare l’invito a causa di problemi diplomatici in alcune province del loro regno.
“Ti ringrazio, Gaea, anche tuo figlio è molto cresciuto dall’ultima volta che ci siamo visti… saranno passati ormai tre anni, giusto?” chiese la regina di Plutone facendo un rapido calcolo. La sua interlocutrice annuì, mentre una nuova fanfara annunciava l’arrivo di nuovi ospiti: i sovrani di Saturno, Opi ed Hades. Selene stava per andare ad accogliere anche questi ultimi, quando, voltandosi, rammentò un particolare:
“Prima che mi dimentichi… ho chiesto a Stella di intrattenere i bambini” disse, volgendo lo sguardo verso una ragazza dai lunghi capelli biondi che arrivano esattamente fino al fondoschiena, lasciati sciolti e due occhi di un verde intenso, la carnagione pallida tipica di qualsiasi lunare “Anche Charon…sono ancora troppo piccoli in fondo, per trovare divertente una festa del genere… quindi se volete potete portarli da lei” sorrise, facendo cenno alla donna di avvicinarsi. I quattro sovrani osservarono la donna perplessi, quindi fu Chronos il primo a  decidere:
“Come sempre, Selene ha trovato la soluzione migliore..andate pure, bambine mie, ma cercate di comportarvi come si deve” Le due bambine annuirono sorridendo e, dopo essersi congedate dai presenti con una nuova riverenza,  si avvicinarono alla ragazza. Endymion le guardava allibito, desideroso anche lui di seguirle, ma non osando muoversi. Ad un tratto, sentì una mano sopra la testa, una carezza: era sua madre:
“Vuoi andare anche tu?” chiese Gaea, sorridendo. Il bambino osservò la madre, perplesso, non sapendo cosa rispondere: guardò prima lei, poi il padre, poi di nuovo Charon e Pluto e di nuovo i genitori… infine decise:
“Io… sì, madre, vorrei” rispose, facendo appello a tutto il suo coraggio
“Allora vai… e comportati bene, mi raccomando” fu il commento della regina. Endymion rimase immobile
per un istante, non sicuro di quello che aveva appena udito. Sua madre gli aveva appena dato il permesso di…? E suo padre non diceva nulla? Volse lo sguardo in direzione dell’uomo che lo scrutò con cipiglio severo
“Beh?! Non hai sentito tua madre? Muoviti, potrei sempre cambiare idea” Quelle parole riscossero il piccolo che, rapido, rivolto un cenno di assenso al genitore, si diresse nella direzione verso la quale si erano allontanate le altre due coetanee. Sua madre lo osservò allontanarsi con un sorriso, poi chiuse gli occhi e scosse la testa, rivolta al marito: non sarebbe  mai cambiato, non c’era nulla da fare. Nel frattempo, anche la regina di Saturno e il suo consorte si erano uniti al gruppo e avevano iniziato a conversare, mentre nuove fanfare continuavano a suonare annunciando l’arrivo di famiglie reali provenienti da stelle più o meno lontane: Mau, la Stella Zero del Sagittario e tante altre, così tante che era impossibile contarle.
Mentre la festa iniziava ad entrare nel vivo, Endymion era riuscito ad uscire dalla sala da ballo e a raggiungere il giardino. Poco distante intravide una fontana intorno alla quale stavano correndo due bambine, con le gonne sollevate rincorse da quella che, avvicinandosi un po’, riconobbe come la ragazza che Selene aveva chiamato “Stella”. Evidentemente avevano deciso di farla faticare un po’… e chi era lui per impedirlo? Sorrise vedendo un turbine dai lunghi capelli scuri correre verso di lui, nascondendosi dietro la sua schiena ridacchiando. Si voltò perplesso, osservando la coetanea ridere giocosa, quindi si voltò di nuovo, osservando la loro ipotetica tutrice correre dietro all’altra bambina: a quanto sembra non riusciva a stare dietro ad entrambe e poco dopo, la bambina glielo confermò:
“O seguiva Charon o me… e ha scelto Charon… così sono scappata” sussurrò la bambina, rispondendo alla muta domanda di Endymion che, in quel modo, ebbe anche la possibilità di ricordare il nome della sua interlocutrice: se la sorella era Charon, lei era… Pluto. Nel frattempo, però Stella era riuscita ad afferrare Charon e stava puntando verso di loro, con una faccia che non prometteva nulla di buono
“Oh-oh” esclamarono a bassa voce entrambi i piccoli, guardandosi rapidamente intorno in cerca di una via di fuga, quindi Endymion afferrò Pluto per un polso, trascinandola con sé, di corsa, verso l’unica macchia di colore che avrebbe permesso ad entrambi di mimetizzarsi. Se dovevano giocare… quel gioco sarebbe stato davvero divertente, decise. Guardandosi intorno i due bambini poterono notare fiori, fiori e fiori di ogni genere e colore. Curiosi e attenti a non farsi scoprire iniziarono ad esplorare quel luogo, senza sapere di essere finiti nei giardini privati della regina Selene. La voce di Stella e le risate di Charon a quel punto erano ormai distanti ed entrambi si sedettero a terra, guardandosi incuriositi e incerti su cosa fare. Endymion guardava di sottecchi la coetanea, tormentando un filo d’erba e Pluto faceva altrettanto. Fu lei, alla fine, a rompere il silenzio che li aveva avvolti
“Scusami” un’unica parola, che fece sollevare ad Endymion gli occhi dalla sua occupazione per puntarli in quelli di Pluto che, notò per la prima volta, li aveva rossi. Che strano, non aveva mai visto qualcuno con gli occhi rossi… ma in fondo lei gli aveva impedito di annoiarsi e bastò quel pensiero a scacciare ogni altra considerazione e a fargli scuotere la testa
“Sono contento invece… lì dentro è una noia…. avevo chiesto a mia madre e mio padre se potevo venire a giocare fuori…” confessò il principe della Terra accennando al palazzo. Quindi tornò a voltarsi verso l’erede di Plutone mentre gli usciva forse l’ultima frase che avrebbe dovuto dire
“Sei… strana” A quelle parole, la piccola si guardò, poi sollevò di nuovo lo sguardo sul principe terreste: che aveva di strano? Non era come lui? A lei sembrava di sì… forse avevano gli occhi di un colore diverso… Prima che potesse chiedere qualsiasi cosa, Endymion continuò:
“I tuoi capelli..e i tuoi occhi sono..strani..da dove vengo io nessuno li ha così”
Ecco.. allora aveva pensato bene. Stette in silenzio per un po’, non sapendo cosa rispondere, poi ebbe un’idea
“Beh… anche tu per il mio pianeta saresti strano… non c’è nessuno lì con gli occhi azzurri… ma la mamma mi ha spiegato che siamo così diversi soprattutto perché la luce del Sole non arriva diretta come da voi… e poi… solo i capelli e gli occhi sono diversi…” concluse, titubante. Endymion l’ascoltava attento, riflettendo… se fosse stato più lontano dal Sole sarebbe stato anche lui come lei? A quel punto, incuriosito, si decise a porre una domanda forse insolita
“Come… sì, come è il tuo pianeta?” Gli era sembrato il modo migliore di avere informazioni su quella strana bambina
“Su Plutone dici? È molto diverso da qui… il nostro palazzo è circondato dal ghiaccio… e dicono che sia molto più freddo rispetto a qui, anche io non me ne sono mi accorta. È sempre notte e non ci sono tutte le belle cose che ci sono qui..non mi piace” Pluto sussurrò quelle ultime tre parole quasi avesse commesso un peccato gravissimo, ma Endymion sembrò non farci caso. Rasserenata, la principessa di Plutone pose a sua volta una domanda:
“E invece la Terra? Mamma mi racconta che il Golden Kingdom è bellissimo con luci, colori, fiori, acqua animali di ogni specie…” La piccola, però non poté mai finire quella domanda né ascoltarne la risposta perché, proprio in quel momento, la loro balia li raggiunse
“Finalmente vi ho trovati, bambini, ma dove eravate finiti? Avanti, torniamo dentro la parte ufficiale della festa sta per cominciare”. I bambini sospirarono e si alzarono in piedi, seguendo la donna. Raggiunsero le loro famiglie in silenzio e poco dopo ebbe inizio la parte per loro più noiosa in assoluto della festa.
La culla dove riposava la piccola Serenity era stata posta accanto ai genitori, in modo che i vari ospiti, avvicinandosi per presentare formalmente i loro omaggi ai sovrani potessero vederla e trasferirle il proprio dono. E questi furono i più svariati: la sovrana di Mercurio le donò il potere della conoscenza dei cuori, Anfritite le donò innata grazia e così via: ogni sovrana fece un dono alla piccola. Quando ogni sovrano del sistema solare ebbe concluso la cerimonia, un’altra figura si avvicinò: aveva lunghi capelli color del ghiaccio, iridi castane e pelle nivea. La tiara sul suo capo permise immediatamente a Selene di identificarla come Tsuki, la regina di Mau. La donna si inginocchiò, seguita da due dei suoi sudditi:
“Mia piccola cara, già tutti coloro che sono venuti prima di me ti hanno donato quanto di meglio potessi desiderare” sussurrò, carezzando rapita la testolina della piccola “Perciò ecco il mio dono: da questo momento, Luna ed Artemis, i miei due cortigiani più fidati, saranno al tuo servizio: saranno la tua guida in tutte le difficoltà della vita e non ti lasceranno mai” I due giovani annuirono, confermando in quel modo le parole della regina. Selene ed Hyperion erano commossi: la loro piccola era nata da appena una settimana eppure tutti l’amavano già.
Non si erano resi conto che, da un angolo della sala, una figura dai lunghi capelli scuri li osservava in silenzio con un perfido ghigno dipinto sulle labbra. Avrebbe atteso ancora, si disse, avrebbe atteso che tutti quegli sciocchi avessero terminato di elargire i loro insulsi doni… e poi… poi sarebbe stato il suo turno. Si sfregò le mani al pensiero del regalo che intendeva porgere alla neonata.
Sì, si disse, non avrebbe mai dimenticato quel giorno, né lei né i suoi genitori… e sarebbe stato tutto merito suo.








Prologo terminato! Spero che non vi abbia annoiato e che vi abbia lasciato la voglia di lasciarmi un commentino, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate. Ci ho lavorato un bel po', cercando di fare cose che avessero un po' di logica e di restare il più possibile attinente al manga e alla mitologia. Proprio per restare attinente al manga, però, in alcuni punti ho dovuto sacrificare la mitologia: ad esempio, Selene è sposata con Hyperion (Iperione, il cielo) anziché con Endymion (Endimione) per ovvi motivi e i sovrani di Plutone e Saturno sono invertiti per questioni relative proprio al manga. Non so quando metterò on line il prossimo capitolo: non è una questione di ispirazione, la storia è già tutta tracciata, ho materiale sufficiente anche per una seconda, volendo....è soltanto una questione di tempo...e di testa mia.... che voglio rendere certe scene perfette...ma non voglio spoilerare troppo :P
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: veronica85