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Autore: LittleKairi14    18/10/2010    2 recensioni
Otto persone trovate morte dissanguate la notte scorsa. Nessun segno di violenza sui corpi. Si presume sia l'opera di un Serial Killer. La polizia sta ancora indagando.
Due ragazzi. Due vite diverse. Due esistenze diverse. Ma il loro destino è uno solo.
[Pairing: AkuRoku, RiSo, Zemix]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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My Vampire

Otto persone trovate dissanguate la notte scorsa. Nessun segno di violenza sui corpi. Si presume sia l'opera di un Serial Killer. La polizia sta ancora indagando.
Piegai il giornale, mettendolo nello zaino. Da giorni leggevo notizie simili ovunque, sui gionali e nei notiziari in televisione. Si sentiva parlare di persone morte dissanguate, trovate spesso in vicoli bui o neil fondale del lago e del fiume che passava in città. La cosa più strana e inquitante era il fatto che venivano trovate tutte intere, quindi, come facevano ad essere morte dissanguate? La polizia di questo non ne parlava. Attraversai la strada, facendo poca attenzione alle auto che potevano da un momento all'altro investirmi. Quella mattina ero uscito presto da casa, forse anche troppo. Avevo deviato un pò la strada per andare a scuola, fermandomi solo quando in un'edicola avevo visto la grande scritta in nero su di un giornale, che annunciava l'ennesimo omicidio di quel mese. Lo avevo comprato e mi ero seduto sulla fontana della piazza a leggerlo. Il suono di un clacson mi fece arretrare di scatto, facendomi evitare per poco di finire sotto un auto. Un uomo mi urlò qualcosa, ma non ci feci caso, e passai la strada a passo spedito. Ormai dovevo trovarmi vicino la scuola, benchè avessi cambiato la strada che di solito facevo. Infatti svoltato l'angolo un enorme edificio bianco mi si presentò davanti, con tanto di bandiere con su disegnato lo stemma della scuola. Varcai il cancello, attraversando l'atrio ancora pieno di ragazzi, dirigendomi subito verso le scale. Salìì al terzo piano e percorrendo il corridoio mi fermai davanti alla quinta porta a destra, la 3° D. Entrai guardandomi intorno. La classe ancora non era piena, così individuai facilmente il gruppo di persone che mi interessava. Mi fiondai verso di loro.
"Buongiorno ragazzi" dissi con voce assonnata, sedendomi al mio banco.
"Roxas! Sei venuto presto oggi". Una Naminè sorridente, la mia migliore amica, mi guardava con sue occhi svegli e sereni come al solito.
"Si lo so è strano, ma ho mollato Sora a casa. Mi scocciava aspettarlo"
"Sempre il solito bambino dormiglione!" commentò Kairi, in piedi accanto a Naminè.
"Io non capisco ancora come fate voi due ad essere gemelli." disse Riku. Scrollai le spalle. In effetti aveva ragione, e anche io avevo seri dubbi sulla parenela tra me e Sora. Come gemelli, che in genere sono identici in tutto e per tutto, eravamo invece completamente gli opposti. Io calmo e riflessivo, lui energico e impulsivo. Io maturo, lui infantile. Due persone diverse.
"Roxas, cos'hai nello zaino?" Naminè sfilò dalla cartella rimasta mezza aperta il giornale di quella mattina. Si mise a leggere attenta, nascondendo il volto dietro al quotidiano, per poi posarlo sul banco, in modo da far legger anche gli altri.
"Ancora questi omicidi." disse la bionda sbuffando, ma con un tono nervoso e preoccupato.
"Ma è impossibile che la polizia non abbia ancora preso i colpevoli!"
"O il colpevole, Kairi. E' una faccenda molto strana. La gente non è uccisa da nessun'arma , a quanto dicono i giornali. Viene solo trovata senza neanche più una goccia di sangue nel corpo, senza la presenza di ferite. A meno che la polizia..." Riku lasciò la frase in sospeso, pensieroso.
"Vuoi dire che la polizia sta mentendo?" dissi io. Il mio cervello si era messo di nuovo in funzione. Quella faccenda mi incuriosiva e spaventava allo stesso tempo.
"Ma la polizia non può mentire! Che motivo avrebbe di farlo?" Naminè parlava con un tono allarmato. Tutti abbiamo paura degli assassini, ma lei ne aveva il terrore, da quando suo padre era stato ucciso davanti a lei quando aveva solo 6 anni.
"Io non sto dicendo che la polizia stia mentendo. Ma forse sta nascondendo la verità."
Restammo tutti in silenzio, guardandoci a vicenda. La faccenda ovviamente ci turbava tutti. Il respondabile di questi omicidi ovviamente non era un uomo normale.
"Roxaaaaaaas!"
Un ciclone con i piedi si fiondò in classe, sollevando in aria fogli e quaderni. L'arrivo di Sora ci fece sobbalzare tutti, Riku compreso.
"Perchè mi hai lasciato a casa, eh? Mi hai fatto venire da solo!"
"La Principessina ha bisogno di protezione?" chiese Riku, con un ghignosul volto. Le ragazze risero cercando di non farsi vedere, io inceve sghignazzai incurante se Sora mi vedesse o no.Il castano intanto si era colorato di rosso per la rabbia e l'imbarazzo.
"M-ma io dire questo! Siete tutti cattivi con me, tutti!" Mise uno dei suoi soliti bronci, gonfiando le guanciotte come un bimbo a cui si è appena rifiutato di dare una caramella. Ridemmo di nuovo tutti.
"Dai Sora, Riku stava scherz..." Kairi fu interrotta dall'arrivo della professoressa di matematica.
"Buongiorno ragazzi. Cominciamo con le interrogazioni." Tutti gli alunni sgranarono gli occhi, e nella classe cominciò ad aleggiare uno spesso strato di tensione. Solo Riku era calmo. Certo, quando hai il massimo dei voti in tutte le materie è normale.
"Vediamo, vediamo. Sora Toshiba, alla lavagna!". Vidi sul volto di mio fratello un'espressione di terrore. Prese quel poco di coraggio che gli era rimasto e si alzò, diretto verso il "patibolo".
  
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