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Autore: _Claud_    19/10/2010    2 recensioni
Il giorno del tuo matrimonio non sei mai sicura al 100% della tua scelta.. c'è sempre qualche aspetto della tua vita futura che non ti quadra. E se oltre a tutti questi dubbi ci fosse anche una ragione in più per scappare e mollare tutto??...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Driiiiiiin Driiiiiiin
L’aggeggio infernale sulla scrivania prese a suonare insistentemente fino a quando, con un colpo secco, non la buttai a terra. Emisi un lamento svogliato prima di appoggiare i piedi sul pavimento e alzarmi dal letto.
“Nicoooole! Dai muoviti è tardi!” urlò mia sorella Samantha e io, premendo i palmi delle mani sulle tempie, sbuffai.
Molto lentamente mi trascinai al piano di sotto e mi sedetti su uno sgabello, davanti alla cucina ad isola.
“Certo che farti svegliare diventa ogni mattina più difficile! Hai 24 anni ormai! Non posso farti da mamma!” disse Samantha, decisamente più sveglia di me, sorseggiando caffè. Me ne porse una tazza enorme e mi sorrise.
“Lo sai che non devi urlare quando mi svegli.. in questo modo rimango nervosa per tutta la giornata!” le dissi con la bocca impastata da un biscotto al cioccolato.
Lei rise, scuotendo lentamente la testa, rassegnata.
“Ricordi che giorno è oggi?” mi chiese incrociando le braccia al petto Feci una piccola smorfia “Uhm.. no..”
“Immaginavo.. se non ci fossi io!” disse voltando gli occhi al cielo “Oggi hai l’appuntamento da ‘Vermont’ per il Tuo vestito da sposa! Almeno il fatto che ti sposi te lo ricordi??”
Appena concluse la frase sgranai gli occhi.
Un lampo mi percosse la testa. Il giorno del matrimonio era tra poco più di un mese e i preparativi erano ancora in alto mare. Mi alzai di scatto dallo sgabello e, correndo in camera per vestirmi, urlai a Samantha
“Veloce! Prendi le chiavi della macchina e metti in moto! Due secondi e sono pronta!”
Lei scoppiò a ridere e iniziò a sistemare la cucina.
Mi fiondai in camera e, aprendo l’armadio, presi i primi vestiti che mi capitarono davanti. Mi pettinai velocemente i capelli, scuri e lisci, davanti allo specchio e dopo aver preso la borsa corsi fuori di casa. Bella figuraccia fare tardi alla prova del vestito da sposa! Appena chiusi la portiera della macchina, Samantha partì a tutto gas. Dovevo ammetterlo.. per fortuna che c’era lei.
“Forza, chiama Robert. Gli ho detto che l’avremmo avvisato quando partivamo”. Annuii velocemente e presi il cellulare
Pronto?
“Ciao amore.. “
Niki amore!.. non dirmi che siete partite ora da casa!”. Rimasi in silenzio per qualche secondo
“Uhm.. si..” risposi con un filo di voce. Lui scoppiò a ridere
Solita ritardataria! Vedi di non farmi aspettare troppo anche all’altare!
“ Robert Pattinson, smettila di prendermi in giro!”
Non cambierai mai.. ma io ti amo così come sei!” sorrisi dolcemente
“Anch’io amore.. ti avviso quando ho finito. Ciao”
Riattaccai e nel giro di pochi minuti arrivammo al negozio ‘Vermont’ in centro.
Era uno dei più celebri negozi da sposa nei dintorni di Los Angeles e, dal momento che il giorno del mio matrimonio doveva essere più che perfetto, Robert aveva deciso di regalarmi uno di quei vestiti da sposa decisamente costosi e stupendi.
Entrammo di tutta fretta e una signora bionda composta ed elegante , ci accolse
“Buongiorno! Avete preso appuntamento?”
“Si, scusi il ritardo” dissi sorridendo e porgendole la mano “Piacere, Nicole Cohen”. Lei mi sorrise
“Piacere, signorina Cohen! La stavamo aspettando..Venga, le mostro subito la postazione di prova”.
Il negozio era perfettamente arredato e decorato con oggetti di lusso: lampadari di cristallo, vasi pieni di fiori e quadri d’epoca. Samantha si girò verso di me e, mentre la signora ci scortava fino alla stanza di prova, mi disse
“Ma questo posto è stupendo!”. Io annuii distratta da tutta l’eleganza che ci circondava. Mi sentivo quasi a disagio con i miei jeans e t-shirt.
Arrivammo davanti ad una porta ,e appena la commessa la aprii, rimasi a bocca aperta. All’interno, la stanza era arredata da grandi specchi, perfettamente lucidati e davanti ad essi un leggero rialzo procurato da un gradino.
“Accomodatevi pure, le manderò al più presto una commessa per le sue richieste”.
Nell’attesa io e Samantha ci sedemmo sulle poltrone accanto agli specchi
“Certo che Robert deve essere impazzito per volerti regalare un vestito da sposa in questo negozio.. costeranno un occhio della testa!” disse mia sorella ridendo. Anch’io sorrisi
“Non avevo idea fosse così.. così.. di lusso”. Mi alzai lentamente e con un balzo salii sul rialzo. Iniziai come mio solito a fare la scema, ballando e facendo morire dalle risate Samantha
“Non riesci a trattenerti nemmeno in un posto così?!” mi chiese lei ancora ridendo.
“Questi sono i posti migliori per queste scemate!”
Improvvisamente sentimmo la porta aprirsi e cercai di ricompormi nel minor tempo possibile per evitare la figuraccia. Troppo tardi.. mi avevano vista.
Scesi dal gradino e mi schiarii la voce con la testa bassa
“Mi dispiace di aver rovinato il divertimento” disse la persona che entrò nella stanza. Non era una donna.. era una voce maschile. Giurai di averlo sentito ridere.
Alzai lentamente il viso e il ragazzo che mi si parò davanti, vestito estremamente elegante con giacca e camicia, disse
“Dopo tanto tempo ci si rivede, Nicole Cohen”
Lo fissai per qualche secondo, non riuscendo a capire chi fosse, ma appena mi sorrise tutto fu chiaro.
“Taylor.. Taylor Lautner.. dimmi che è uno scherzo..”

FLASHBACK
…Asilo di South Pasadena, città vicino Los Angeles 20 anni prima…

“Forza tesoro, devi andare all’asilo con gli altri bambini..” disse mia mamma, spingendomi delicatamente verso l’entrata
“Mamy io no voglio..!” risposi, mettendo il broncio.
“Dai non fare storie.. ti divertirai.. la mamma deve andare a lavoro!”. Incrociai le braccia e sbattendo i piedini a terra dissi
“Io non mi divetto.. I bambini tono cattivi con me”
“Non dire sciocchezze!”
Una maestra venne verso di noi e prendendomi in braccio disse
“Su Nicole vieni con me, signora vada tranquilla”. Mi portò fino all’entrata mentre mia mamma, sorridente, correva verso la macchina, salutandomi. Odiavo l’asilo.
La stanza dei giochi era come sempre piena e la signorina mi posò a terra, accanto al solito bambino.
La tirai per i pantaloni e dissi a bassa voce “Io no voglio tare con quetto bambino..”. La signorina sorrise e nonostante fossi una bambina di solo 4 anni pensai –Cos’hai da ridere?-
“Taylor è un bambino molto simpatico! Giocherete benissimo insieme” e se ne andò.
Mi sedetti a terra e incrociai le braccia al petto, guardando quel bimbo che mi fissava.
“Cosa guaddi?” chiesi guardandolo male. Lui sbruffò e rispose
“Pecchè ti sto antipatico?”. Non volevo rispondere.. poi a bassa voce dissi
“Pecchè hai rotto la mia bambola..” Una lacrima quasi rigò la mia guancia paffuta.. era la mia bambola preferita e lui l’aveva rotta.
“Era butta..” disse lui continuando a giocare. Insopportabile.. ecco la parola giusta! Lo sentivo dire spesso dagli adulti.
“Tu sei butto!” dissi a tono, alzandomi in piedi. Camminai velocemente per scappare da quel bambino e inciampai su un cubo di gomma, cadendo a terra. Mi girai verso di lui e vidi che rideva.
Mi risollevai senza versare una lacrima.
Ripresi a camminare e a bassa voce dissi
“Io odio quel bambino..”


“Ci sei Nicole?” mi disse passandomi una mano davanti al volto e ritornai al presente “Non credevo di avere questo potere ipnotico!” concluse ridendo.
Spostai violentemente la sua mano e risposi scocciata
“Non ti illudere di avere poteri strani Lautner! Stavo solo pensando che non sei cambiato per niente in questi 20 anni...!”. In risposta lui sorrise.
Stesso pensiero di venti anni fa.. –Ma cosa ti ridi??-
“Nicole che succede?” mi chiese Samantha preoccupata
“Nulla Samy.. ho cambiato idea! Non voglio più un vestito di ‘Vermont’! Andiamo via!” La presi per un braccio e la portai verso l’uscita, tra le risate di Taylor.
Arrivate davanti alla porta, entrò un’altra signora che mi bloccò e disse
“Signorina Cohen, scusi il ritardo.. possiamo iniziare?” Cercai di spostarmi e dissi
“Mi scusi devo andare via, non p..” la signora non mi fece neanche finire la frase. Rise e rispose
“Ma no signorina! Venga, si divertirà!” Mi prese a braccetto e mi trascinò verso il rialzo. Mi sembrò di ritornare ai tempi dell’asilo, quando le maestre mi trascinavano verso la tortura.
Guardai verso Taylor ,che rideva sotto i baffi. Alzò le spalle e mi fece l’occhiolino.
-Odioso, odioso, odioso!-
“Mi sono permessa di sceglierle alcuni vestiti, secondo noi, adatti a lei. Anche in base alle istruzioni del signor Pattinson. Lui è Taylor, sarà il mio aiutante.. è nuovo tra noi e cerchiamo di insegnargli il mestiere. Ha chiesto espressamente di seguirla di persona, quando ha saputo il suo nome! Per caso vi conoscete?” Disse sorridente la signora. Guardai Taylor in cagnesco e dissi tra i denti
“Purtroppo..”
“Vado a prenderle il primo vestito, mi scusi due minuti”. Rimasi nuovamente sola con Taylor, mentre Samantha ci guardava perplessa. Dovevo ammettere che il ragazzino era diventato parecchio carino.. Pelle bronzea, capelli corti e spettinati, labbra carnose e occhi profondi. Cercai di cancellare il più veloce possibile quest’idea dalla mia mente. La sua voce mi fece quasi sobbalzare.
“Come si chiama il tuo futuro marito?” mi chiese lui sistemandosi la giacca. Lo guardai insospettita, ma decisi di rispondere
“Robert”
“Mi dovrò ricordare, quando lo vedo, di fargli i complimenti..” rimase in silenzio per alcuni secondi, e ammetto che mi aspettavo quasi un complimento.. “Deve avere un gran coraggio per sposarti”
Sgranai gli occhi e spalancai la bocca
“Sei solo geloso!” chiesi incrociando le braccia.. ero tornata una bambina di 4 anni.
“No.. per nulla! Stanne certa!”
Entrò nuovamente la signora con un vestito in mano. La seguii nel camerino e lo indossai. Era stupendo, bianco ghiaccio, con un corpetto rigido decorato in pizzo, la gonna di seta soffice che scendeva morbida sulle gambe e una cintura di raso con un fiocco per completare l’opera. Talmente bello, che quasi mi fece dimenticare la rabbia per Taylor.
Ritornai alla stanza piena di specchi e salii sul rialzo. Rimasero tutti senza parole
“Tesoro sei stupenda..” mi disse mia sorella con la voce mozzata dall’emozione. Sorrisi felice.
Non potevo desiderare di meglio di un matrimonio con l’uomo che amavo e un vestito meraviglioso! La signora uscì nuovamente dalla stanza e Taylor non perse l’occasione per continuare il suo teatrino.
“Sembri una meringa..”
Gli lanciai una di quelle occhiate che avrebbero perforato un muro.
“Nessuno ha chiesto il tuo parere!”
“Però sei meno dolce di una meringa..” disse ridendo di gusto. Quanto poteva essere odioso quel ragazzo?
“Non sei stato interpellato, aiutante! Se proprio vuoi aiutare.. esci da questa stanza!” risposi indicando la porta con l’indice.
“Sempre più simpatica, vero?!”
“Sei tu a tirarmi fuori tutta questa dolcezza Lautner!” risposi senza neanche guardarlo. Ma come si permetteva?
“Una curiosità.. di che segno sei?” mi chiese avvicinandosi.
“Vergine.. perché?” risposi posando le mani sui fianchi, in segno di sufficienza.
“Pignola e ossessiva.. puah” mi disse sbuffando. Sgranai gli occhi
“E te invece di che segno sei?.. dello Str**zo?” Alzai il volto, orgogliosa e soddisfatta della risposta
“Ah, ah, ah.. non faceva ridere”. Mi girai nuovamente e gli feci la linguaccia.
Tutto ciò durò per tutto il pomeriggio, tra battutine, occhiatacce e insulti velati. Nel momento in cui uscii dal negozio, tirai un sospiro di sollievo.
“Ma si può sapere perché odi così tanto quel ragazzo?” mi chiese Samantha perplessa dai nostri discorsi. Mi voltai verso di lei e con semplicità le risposi, continuando a camminare
“Ha rotto la mia bambola preferita, all’asilo..”
Samy rimase immobile, con le braccia lungo i fianchi.. Lo so, era una ragione stupida, ma ormai era diventata una questione di principio.

……

Il giorno del matrimonio arrivò in un istante. Era passato un mese dal quell’irritante incontro e tutti gli invitati erano già seduti a chiacchierare sulle panche della chiesa.
L’agitazione era ormai alle stelle, il respiro veloce e la testa sulle nuvole. I soliti dubbi iniziarono ad attanagliare la mia mente:
-Sto facendo la cosa giusta? Con la persona giusta?-
Sembrava pazzesco ma un piccolo pensiero andò anche su Taylor. Mi picchiettai leggermente la fronte
“Sto davvero impazzendo..” dissi a bassa voce, guardandomi allo specchio.
Finii di sistemare i capelli e il trucco quando sentii bussare alla porta.
“Vieni Samy entra..” dissi convinta che fosse mia sorella. La porta si aprì, ma non fu lei a varcare la soglia.
Mi voltai e trovai davanti a me Taylor. Rimasi immobile, completamente stupita e incredula.
“Scusa, non volevo spaventarti..” disse lui stranamente più gentile. Non riuscii a rispondere.
“Non è vero che sembri una meringa, in fin dei conti” mi mostrò uno dei suoi sorrisi e il cervello mi diede un input del tutto inaspettato
“Grazie..” risposi, stupendomi di me stessa. –Io lo odio..- continuavo a ripetermi, anche se non ne ero del tutto convinta.
“Tu non dovresti essere qui” dissi riprendendo la razionalità
“Lo so.. sono entrato con la scusa di dover sistemare il vestito, mostrando il cartellino di Vermont”
Mi alzai di scatto
“Vai via Taylor”
“Ti da così fastidio se assisto al matrimonio?” mi chiese con un filo di voce
“Si.. non immagini quanto. Ho detto vai via”
“Perché devi essere sempre così antipatica?!” mi disse alzando un po’ la voce. Ero troppo testarda e orgogliosa per non rispondergli
“Te l’ho detto, non mi piaci!” Il mio ricordo andò direttamente a quel giorno all’asilo. Mi ritrovai ancora con le braccia incrociate sul petto.
“Perché ho rotto la tua bambola?” mi chiese lui avvicinandosi Feci un passo indietro.
“Se vuoi ti chiedo scusa..” continuò ridendo. Divenne ancora più odioso ai miei occhi
“Taylor Lautner io ti odio..” dissi aspra e arrogante
“Io ti odio di più Nicole Cohen..” rispose lui a pochi centimetri dal mio viso.
“No.. io di più” dissi notando un lieve calo della voce.
“Io, di più” rispose lui, alzando la voce. Feci altrettanto
“Io, di più!”
“Io, di più!!” disse quasi urlando
“No! Io, di più!” risposi con tutta la voce che avevo.
“No!.. Io ti amo”.
Rimasi immobile, con gli occhi sgranati e nel giro di pochi secondi le sue labbra si attaccarono alle mie.
Impotente, non riuscii a reagire. Forse, perché il mio corpo non voleva reagire.
Era una sensazione completamente nuova, mai provata in vita mia. Una sensazione strana, travolgente e fottutamente piacevole.
Si staccò lentamente da me e a bassa voce disse
“Ho fatto male?”
Con la poca forza che mi era rimasta gli piantai un sonoro schiaffo sul viso.
“Continuo ad odiarti..” risposi, cercando di rimanere impassibile, inutilmente.
“Anch’io..” e mi baciò nuovamente con più passione.
Non capii più nulla di quello che stavo facendo. So solo che mi ritrovai a correre verso l’uscita della chiesa per mano a Taylor, davanti ai volti sbigottiti di tutti i presenti.
Mi voltai leggermente verso l’altare, con il velo che mi copriva la vista e vidi Robert, immobile, a guardarmi andare via. Rivoltai lo sguardo davanti a me e trovai una grande moto nera ad aspettarci.
Taylor mi porse un sacchetto e al suo interno trovai una bambola. Non una qualsiasi.. la mia. La mia amata bambola di pezza, accuratamente ricucita. Taylor mi aiutò a salire sulla moto e io strinsi teneramente la bambola al petto.
Partì a tutto gas e tutto quello che rimase in quella chiesa di me fu il velo, caduto scomposto sul pavimento di marmo chiaro.
“Dopo tutto, non credo di odiarti così tanto..” dissi affondando il mio volto sulla sua schiena calda. Il vento tra i capelli e una nuova vita tra le mani.
  
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