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Autore: Clou Jeevas    20/10/2010    0 recensioni
Raccolta di Drabble sulle capitali, incentrate principalmente su un determinato periodo, o evento storico.
Buona lettura a tutti quanti! I commenti sono sempre graditi.
[ Berlin / Deutschland ]
[ Paris / France ]
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Berlin….? »
Sirene. Primo allarme delle sei e trentacinque spaccate.
Gli americani non dormono un minuto di più.
 Secondo allarme delle otto e cinquantatré, terzo allarme delle undici e dieci, quarto allarme delle undici e quindici –americani, tsè,  stronzi che bombardano subito dopo gli inglesi-, sesto allarme delle quindici e ventidue, settimo allarme delle sedici e quarantasei, settimo allarme delle diciassette e cinquantanove, ottavo allarme… nono allarme… decimo allarme… quanti sono in tutto gli allarmi?
Non ne ho idea.
Quante volte le sirene risuonano nella testa degli abitanti di Berlino e in Berlino stessa?
Non mi importa, il nazionalsocialismo è la priorità assoluta.
Corri, corri! arrivano gli aerei!
Oggi è Domenica.
Ma che importanza ha? Potrebbe essere lunedì, o martedì, o un qualsiasi altro giorno della settimana, ma a nessun berlinese importa se oggi è domenica. La guerra non riposa, neanche la domenica.
Sono le nove e trenta del mattino.
Siamo tra l’intervallo del secondo allarme aereo e il terzo! A  che serve sapere l’ora esatta? le sirene ormai sono diventate le lancette dell’orologio tedesco, e il giorno e la notte sono del tutto concetti relativi.
Si è stanchi, deboli, affamati,e spesso si dorme. Anche in eterno.
Tic, Tac, Tic, Tac.
«Scheisse, hanno anticipato di venti minuti il quinto allarme aereo! »
Correre, correre, correre gente! Tutti agli scantinati! e preghiamo il buon Dio che quelli che sono andati a prendere l’acqua e il pane tornino sani e salvi! Altrimenti come facciamo a sopravvivere in questo caos?
Berlino, Berlino, Berlino. Una ragazza fin troppo ferita perché sia la capitale del terzo Reich. Addirittura le sono spuntate dei marcati segni viola sotto gli occhi celesti, e la sua pelle, dapprima candida e morbida,  si è sciupata, come un fiore a secco d’acqua.
Questi crucchi, tsè. Si credevano i padroni del mondo, e invece.
E invece.
E’ aprile, non dovrebbe fare così freddo. Berlino si stringe il cappotto sul petto e aspetta. L’ottavo allarme aereo è quasi finito, tra poco potrebbe uscire e correre per  rifugiarsi in un edificio abbandonato. Sempre se qualche nazista non l’ha occupato prima di lei. Ha fortuna: apparentemente non c’è nessuno. Prende tutta la forza che ha, ed inizia a correre, tra la polvere e le macerie, calpestando il sangue della sua stessa gente. Più veloce, più veloce! Qualcuno potrebbe vederti biondina!
«Добрый вечер» Sono quelli dell’Armata Rossa! Sono entrati in città da pochi giorni, e già stanno seminando il panico tra i cittadini, ma soprattutto tra le giovani donne. Berlino indietreggia, fugge, da quelle figure inquietanti tutte rosse, non vuole essere presa, deve resistere, deve sopravvivere, ma allora perché non riesce a divincolarsi dal corpo di Russia sopra di lei? Che sta facendo? «Fermati, brucia, brucia! »
Germania…? Dove….sei?Cancella tu questa macchia rossa di sangue sul materasso. Non capisco cosa sia, non capisco se è mia , o di quell’altra ragazza, oppure se è di quella donna che è morta ieri sera per salvare la figlia. Non capisco più nulla. I giorni sono tutti uguali. Dove sei Germania?

Aiutami.
Aiutami.

Il corpo ormai ridotto a pelle e ossa di Berlino si posa sul tessuto verdastro della divisa  di Germania  «Sei tornato…» gli sussurra ad un orecchio con le lacrime agli occhi.
 Finalmente è venuto a prenderla.

 
 Lei, la sua Berlino.
 La sua  capitale.
 

 
 
 
«Riesci ad afferrare una stella da quaggiù… Berlin?»
Berlino alzò ancora le mani in alto, verso il cielo, tentando di afferrare una di quelle striscioline cartacee che cadevano come coriandoli. Cercò, in seguito, di estendere il più possibile le braccia, e di allungarsi maggiormente grazie alle punte dei piedi, doveva assolutamente acciuffare uno di quei pezzettini di foglio volante.  Attese qualche secondo, pazientando che un piccolo frammento si appoggiasse direttamente sul palmo della sua mano, e proprio quando con una delicatezza assoluta la strisciolina bianca sfiorò finalmente il suo palmo, facendola così sussultare, Germania accanto a lei sorrise lievemente.
Berlino tornò poi a fissare con lo sguardo il cielo, ma questa volta non c’era terrore nei suoi occhi, perché non erano bombe quelle che cadevano sul centro della capitale tedesca,ma erano poesie, diecimila per l’esattezza, stampate su altrettanti foglietti e lanciate da un elicottero.
« Spero di aver avuto una buona idea » sussurrò il tedesco con un leggero filo di imbarazzo, osservando il cielo. «Ja...» accennò appena la ragazza non distogliendo lo sguardo dal suo pezzetto di carta increspato e riempito di dolci versi composti apposta per lei.
«Alles Gute zum Geburtstag, Berlin.» augurò il biondo alla capitale avvicinandosi a essa, e, baciandole una guancia meccanicamente, -come al solito era fin troppo rigido con le donne, figuriamoci poi con quelle belle-, la strinse a sé invitandola a leggere il suo bigliettino. «Danke » cinguettò la ragazza arrossendo. Così, con un leggero movimento, Berlino aprì il suo piccolo fogliettino di carta…
 

 
 

«Su questa città non c'è cielo. Che vi brilli il sole è cosa opinabile; in ogni caso il sole lo si vede solo quando abbaglia chi vuole attraversare il Damm. Del clima si dice male, ma in realtà a Berlino non esiste clima. A Berlino non esiste  cielo.»

 
  Note: 4 settembre 2010; Una pioggia di poesie (tantissime... 100.000 in tutto) è scesa ieri su Berlino per la gioia di centinaia di persone raccolte a Lustgarten, piazza verde che si trova nel cuore della capitale tedesca. L'iniziativa è del collettivo Los Casagrandes, un gruppo di artisti che dal 2001 "bombarda" con raccolte di rime le città che in passato sono state vittime di aerei. La poetica condanna alla guerra ha già toccato, in questi anni, Santiago del Cile, Dubrovnik, Guernica e Varsavia.
   
 
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